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Autore: uniPPorn    13/02/2016    0 recensioni
Paul è un ragazzo di buona famiglia, amante delle feste, dei soldi e delle donne. I suoi genitori sono stufi di vederlo penzolare per casa e non concludere niente, quindi, dopo l'ennesima bocciatura decidono di mandarlo a stare dai nonni finchè non torna sulla retta via. Quello che non sanno è quello che aspetta Paul nella nuova città.
La sua vita cambia drasticamente grazie ai nonni e ai loro vicini di casa, un eccentrica famiglia con 9 figli e due genitori sbandati.
Genere: Erotico, Satirico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Paul era in camera sua sdraiato sul letto, era stanco, ma non riusciva a dormire.
Aveva passato i tre giorni precedenti ad una festa HardCore, fra droga, alcol, amici e soprattutto ragazze. Erano il suo hobby preferito, era cosi che diceva sempre agli amici, quando era sballato non gli interessava come erano fatte, gli piacevano a prescindere. Aveva pensato più di una volta di avere un problema col sesso, ma si rispondeva sempre che usare l'uccello non poteva essere un male, aveva vizi molto meno salutari da eliminare prima di quello.

Mentre pensava alle sue imprese da vero stallone e provava a non vomitare sul lussuosissimo tappeto vicino al suo letto entrò sua madre

- fai schifo - sua madre glielo diceva spesso, era come un buongiorno

- salve a te, madre - sussurò con la faccia affondata nel cuscino di piume d'oca

- hai le scarpe piene di fango sul copriletto nuovo

- scusa, ora le tolgo

- dove sei stato per tre giorni di fila, Paul? - era infuriata, il figlio lo sapeva, ma lei non lo dava mai a vedere. Betty era una donna di mezza età, cresciuta in un borgo molto povero di cui non parlava mai, con la scalata nell'alta classe aveva quasi del tutto dimenticato la vecchia lei. Non faceva mai scenate al figlio, anche se se lo meritava, ma le vere donne di classe non urlano, nè perdono mai la pazienza.

- in un posto

- con chi?

- con i soliti mà, dai, lasciami dormire

Paul era abituato a fare quello che gli pareva e Betty glielo permetteva, ma quella volta aveva superato ogni limite

- NO PAUL! ora non puoi dormire. Ieri avevi un esame importante, ricordi? ma non ti sei presentato. Cosa hai da dire in tua difesa?

- ah, ma si Mamma non ti preoccupare, lo posso recuperare fra un mese - di solito a queste parole sua madre capiva che non aveva senso stare la a discutere e se ne andava, ma non quel giorno.

- forse non hai capito, cosa inutile che non sei altro, questa volta non te la cavi così, hai finito di farmi vergognare. Quest'anno ti vogliono bocciare, e non pagherò per farti passare, no! Questa volta non solo rifarai l'anno, ma cambierai anche scuola e città.

- mamma, ragiona -

- ragiona un cazzo Paul, tu ragiona – sua madre non diceva mai parolacce, la faccenda era seria – hai tutto, vieni da una famiglia agiata, sei un bel ragazzo, hai amici, amiche, un futuro luminoso davanti a te. Perché non lo apprezzi? Non voglio nemmeno sentire la risposta, la mia decisione è presa, quest'estate andrai da tua nonna, al nord.

La madre uscì, senza lasciargli il tempo di ribattere.
Aveva un carattere molto allegro, le cose gli scivolavano addosso, ma quella notizia gli era rimasta sullo stomaco.
Tentò di ribellarsi in ogni modo, nemmeno il padre, che stravedeva per lui, gli dava corda
- papà ti prego, ragiona, non potrai davvero assecondare quella pazza, hai presente com'è quel posto dimenticato da Dio?
- Paul, io ti adoro e lo sai, ma questa volta sono serissimo, hai superato il limite, mi hai deluso e ora paghi -

I giorni seguenti passarono noiosi e in silenzio, non poteva uscire e i suoi genitori gli rivolgevano la parola solo se necessario. C'era un aria tesa, strano per casa sua, di solito erano una famiglia modello, di quelle delle pubblicità della televisione.
Lunedì mattina alle otto sua madre entrò in camera

- Paul muoviti – disse euforica

- non vedi l'ora di liberarti di me, eh madre? -

- non essere sciocco, io ti amo e lo sai, ma hai bisogno di questa… - non trovava le parole - …avventura, ecco si, avventura. - la convinzione sul suo viso era pari a zero, ma Paul decise di non discutere un'altra volta, sarebbe stato inutile.

- il treno parte alle 8:30, non fare tardi -

Uscirono di casa senza parlarsi, salirono in macchina e, dopo circa quindici minuti, arrivarono alla stazione dei treni di Cortena.

- Tesoro ci salutiamo qua – disse la madre davanti al sottopassaggio che portava ai binari – mi raccomando, fai il bravo, non fare dannare la nonna – e gli posò un bacio sulla guancia.

- Paul, figlio mio – suo padre era sempre cosi fastidiosamente teatrale, era una cosa che lo faceva impazzire – vedi di mettere la testa a posto o non tornerai. -

- grazie Pà, sei sempre il migliore ad attenuare la tensione – cosi dicendo si caricò lo zaino in spalla e scese le scale che lo portavano alla sua nuova vita

trovò il suo posto e si sedette, era stanco, stanco dei suoi che non lo lasciavano vivere, stanco di dovergli sempre rendere conto e dover fare la vita che loro avevano scelto per lui. Aveva diciassette anni e l'unica cosa che voleva era divertirsi, non andare dalla nonna ottantenne a passare le vacanze. E poi come era questa nonna? Sua madre gliene aveva sempre parlato male, diceva che era una donna stupida, che si accontentava di poco, quando invece poteva avere di meglio. Di suo nonno sapeva cose ancora peggiori, ma, a differenza della nonna lo ricordava, anche se vagamente. Non era sicuro fosse un vero ricordo o qualcosa di indotto dai racconti di Betty.
Il nonno era dell'est, si chiamava Sergjei, doveva essere un uomo molto autoritario, si faceva come diceva lui e non c'era democrazia in casa sua. La madre era scappata a sedici anni con il suo fidanzato Rob, attuale padre di Paul e non era mai tornata. Telefonava per natale e i compleanni e aveva mandato delle foto del nipote fino al compimento dei sei anni, ma non si erano più visti.

Non aveva mai davvero creduto a sua madre, delle persone non possono essere cosi orribili, pensava, poi si figurò il nonno che lo picchiava con una cintura perché non aveva lavato i piatti, era altissimo, gli urlava contro. Sputava mentre gridava e Paul sentiva la sua saliva sulla faccia. Il vecchio era vicino, stava per sferrargli il colpo quando....

- prossima fermata Esortella – gridò l'altoparlante del treno e Paul si svegliò di colpo. Stava facendo un incubo su un uomo che ancora non conosceva e con cui avrebbe dovuto vivere, cominciamo bene disse a voce bassa a sé stesso.

- cosa cominci bene? - chiese una voce. Aprì gli occhi e vide una ragazzina che lo fissava - hai una paralisi che mi guardi così?
 

  
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