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Autore: auaura    13/02/2016    1 recensioni
Vaniro (Vanellope/Hiro) perché nessuno ci scrive nulla. Accenni Elsa/Ralph e Tadashi/Honey.
Qualcosa scritto al volo per San Valentino. Ignorate il mio romanticismo dolce come può essere dolce una cipolla.
Dal testo:
"-Ti giuro che se tuo fratello fa qualcosa che non deve fare, gli taglio le dita.-
-Oh, andiamo. Sei sempre così esagerato.- Tadashi roteò gli occhi –E’ solo un appuntamento.-
-E loro hanno solo 14 anni.- sbottò Ralph.
-Mi prendi in giro?- Tadashi ridacchiò –Avanti, Ralph, nemmeno Zia Cass è così preoccupata. Dove andranno mai? Al McDonald’s alla peggio.-
-Lo so, è che….è San Valentino, Tadashi!- disse esasperato Ralph.
L’altro lo guardò perplesso:-E allora?-
-Alloraaaa?- Ralph scosse la testa frenetico –Tuo fratello vuole provarci.-"
Grazie a tutti quelli che leggeranno. :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiro Hamada, Tadashi Hamada
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Ti giuro che se tuo fratello fa qualcosa che non deve fare, gli taglio le dita.-
-Oh, andiamo. Sei sempre così esagerato.- Tadashi roteò gli occhi –E’ solo un appuntamento.-
-E loro hanno solo 14 anni.- sbottò Ralph.
-Mi prendi in giro?- Tadashi ridacchiò –Avanti, Ralph, nemmeno Zia Cass è così preoccupata.  Dove andranno mai? Al McDonald’s alla peggio.-
-Lo so, è che….è San Valentino, Tadashi!- disse esasperato Ralph.
L’altro lo guardò perplesso:-E allora?-
-Alloraaaa?- Ralph scosse la testa frenetico –Tuo fratello vuole provarci.-
Tadashi incrociò le braccia e gli fece il verso:-Allooora?? Non ti so dire, però preferisco che Hiro ci provi con lei che con altre. Frequenta strane compagnie, ultimamente.-
Ralph si grattò la testa:-Se è per questo, anche io preferisco lui per mia sorella ad altri…però…-
Tadashi sorrise:-Ho capito.- annuì –Ma non dovresti più preoccuparti, Hiro non è come quelli.-
-Lo so.- l’altro sospirò –E’ che da quando che i miei si sono separati, e papà si è sposato per la seconda volta che per Vanellope è diventato tutto così difficile.-
-Per non parlare dei bulli, vero?-
-E’ sempre stato così.-
Silenzio. Poi Tadashi fece un ghigno divertito:-In quanto fratelli maggiori, non lo nego, noi dobbiamo controllarli.-
Ralph sogghignò:-Sono d’accordo.-
 
 
 
Si poggiò la scatola con il panino sulle gambe e addentò qualche patatina. Hiro la guardò e ridacchiò.
-Che c’è?- sbottò Vanellope pulendosi il ketcup dalla guancia.
-Niente.- Hiro scosse la testa –Sei veramente elegante.-
-Brazie.- rispose Vanellope, con la bocca piena, scrollando le spalle.
Hiro addentò il suo panino, e si poggiò la busta delle patatine fritte sulle gambe. La guardò di sottecchi, divertito. Strano modo di passare San Valentino, pensò.
Il parco era silenzioso, era quasi buio, i lamponi si stavano accendendo uno per uno. Non faceva molto freddo, e San Fransokyo non era mai sembrata più calma. I due si guardarono, facendo smorfie con i volti sporchi di salsa.
Vanellope osservò il cielo e sospirò:-Siamo gli unici qua…-
-A quanto pare.-
Silenzio. Hiro aveva una voglia assurda di prendersi a schiaffi. Cosa poteva dire? Cosa poteva fare? Perché diavolo l’aveva portata lì..? E adesso? E adesso??? Come...come poteva dirle il perché del loro incontro?
-Basta, Hiro, per favore.-
Il ragazzo sobbalzò:-Che intendi?-
-Lo so, lo so che mi hai portata qui oggi solo perché ti faccio pena.-
-Pena!?- Hiro la guardò con gli occhi sgranati -Che stai dicendo?-
-Insomma, le ragazze di tutta la classe escono con qualcuno o vengono riempite di cioccolata per questa festa da più di una settimana. Io no, e quindi hai visto come mi guardavano, o le risatine nascoste…e hai deciso di fare….questo per non farmi sentire uno schifo.-
-Non è vero!- esclamò Hiro, quasi facendo cadere le patatine –Io…io…-
Vanellope lo scimmiottò tristemente:-Tu...tu?-
-Ahhhh!- Hiro si passò una mano fra i capelli folti –Perché è così maledettamente difficile?- bisbigliò.
Lei prese buste e scatolette di cartone della loro cena e li gettò nel destino poco distante, spazzolandosi i vestiti:-Finiamola. Buona serata, Hiro.-
-Aspetta!- lui si alzò di scatto e l’afferrò per un braccio:-Te lo giuro, non è per questo! Ti ho chiesto di venire per…per passare una serata insieme come facciamo sempre.-
-Proprio oggi? San Valentino?-
-Non…- Hiro deglutì. Trova una scusa, trova una scusa… -Non sarò libero per un po’, sto lavorando ad un progetto speciale…per la scuola….questa è l’ultima sera che ho libera.-
Lei sollevò un sopracciglio:-Stai mentendo.-
-Non è vero!- lui la guardò supplichevole –E’ che…- ringhiò –Ti ho portata qui per dirti una cosa.-
Vanellope si liberò dalla presa dell’amico con uno strattone, lanciò uno sguardo al cielo diventato blu e sospirò:-Cosa?-
-Ehm, non so come dirtelo..-
Lei si passò una mano sul viso e incrociò le braccia:-Crea una frase di senso compiuto, genio.-
Era moooolto più difficile dire quelle parole che costruire un robot da zero con rotoli di cartone, quattro elastici, due lampadine e una batteria.  Hiro si sentì improvvisamente la gola secca e le mani sudate. Gli occhi castani, tristi, di Vanellope lo ferirono più di un pugno nello stomaco. Le osservò i riflessi verdi nelle bellissime iridi castane, vide quegli stupendi occhi riempirsi di lacrime e fu come se il suo cuore venisse colpito da milioni di lame. Un pugno in pieno volto sarebbe stato più piacevole… Deglutì ancora, ma la gola sembrava sempre più secca e il petto era sempre più stretto in una morsa dolorossissima.  Gli sembrò che ogni missione che aveva compiuto con i Big Hero fosse stata solo una barzelletta in confronto.
-Io…-
 Vanellope socchiuse gli occhi, stanca. Che diavolo doveva dire di così difficile? Scuse, solo scuse..:-Hiro, per favore.-
-Va bene, va bene…ti ho portata qui per dirti che…-
-Hamada! Von Schweetz! Quale sorpresa!- la ragazza scosse il caschetto biondo –Che bello incontrarvi.-
Vanellope sentì le ginocchia tremare, istintivamente si aggrappò ad una manica di Hiro, che la guardò arrossendo.
-Ciao, Taffyta.- disse la ragazza, cercando di rimanere impassibile. Hiro si limitò ad un cenno della testa.
-Come mai qui?-
I due mori si lanciarono uno sguardo. Tutta la combriccola di Taffyta si stava avvicinando, ridacchiando.
-Motivi che a te non devono interessare…- Hiro prese l’amica per un braccio e la trascinò all’indietro. Vanellope odiava doverlo fare, se c’era una cosa che lei detestava era mostrare di aver paura, ma l’ultima volta era finita a pugni fra lei e la bulletta. Sorrise al ricordo della nemica col naso insanguinato.
Hiro pensò allo stesso episodio, mentre la tirava via dolcemente.
 
 
 
-Vanellope! Vanellope! Basta! Lasciala! Basta!- la prese per i fianchi, poi la sollevò dall’altra ragazza, stringendola.
Taffyta si pulì il naso con la manica inzuppandola di sangue. Aveva un bel colore, quel sangue, pensò Vanellope. Era così scuro, come la sua anima, rifletté. Sorrise, e il labbro spaccato si allargò, gocciolando sangue rossiccio. Si asciugò con il polso, mentre il sorriso si trasformava in ghigno.
-Lasciami Hiro.- mormorò lei –Devo finire quello che ho iniziato…-
-Basta, okay?- Hiro non poteva negare che era una bella soddisfazione, ma preferiva trascinarla via da lì, stavano dando già abbastanza spettacolo.
Taffyta fu rimessa in piedi da alcuni sicari, che si occuparono anche di ripulirle i vestiti sporchi di fango. La bionda si toccò il setto nasale dolorante:-Tu, piccolo impiastro!- gridò –E’ solo questo che sai fare?-
Vanellope sputò un grumo di saliva e sangue ai suoi piedi, sulle scarpe nuove dell’altra, che imprecò.
Hiro trascinò via l’amica:-Su, non perderci neanche tempo.-
-Lasciami! Le faccio sputare l’anima!-
-Ehm, meglio di no.-
 

 
 
-Tutto okay?-
-No che non è okay, Hiro!-
La ragazza si premette le mani sul viso, esasperata.
Il buio riempiva le strade di Fransokyo, e i due camminavano sotto i lampioni e le loro luci giallastre tremolanti. Se c’era una cosa che Vanellope odiava più del mostrare le sue emozioni erano i “contatti fisici non necessari” (come li definiva lei): abbracci, baci e quella roba là. Li detestava, specialmente quando vedeva le ragazze della sua scuola salutarsi con quegli stupidi baci sulle guance con tanto di manine in pose innaturali  alzate per dare quel tocco di “eleganza” ( a Vanellope venivano molti altri termini per sostituire quest’ultima parola, ma è meglio non star qui ad elencare). Però avvertiva uno strano e sfrenato desiderio: voleva che Hiro l’abbracciasse. Con tutta sé stessa. Era estremamente imbarazzata da questo, ma lo desiderava così tanto. Era stufa di trattenere le lacrime ed essere forte.
 
 Hiro lo sapeva. Sapeva che lei era forte e non aveva bisogno di essere consolata, né abbracciata. Però sentiva lo sfrenato desiderio di stringerla, consolarla. Scosse la testa e si sbarazzò immediatamente dell’idea.
-Andiamo alla caffetteria di tua zia?- domandò Vanellope, saltando per evitare una pozzanghera della pioggia di qualche ora prima.
-Mmmmm’kay.-
Vanellope si strinse nella felpa color menta:-Hiro…-
-Sì?-
-Mi dispiace.-
Il ragazzo la guardò, sgranando gli occhi:-Di cosa?-
-Di essere un casino.-
 
 
 
 
 
 
-Era meglio seguirli.-
Tadashi sollevò appeno lo sguardo dallo schermo del computer:-MMmmmmm-mmmm-
-Tad, che ho detto?-
-Sì hai ragione.-
-Tadashi, mi stai ascoltando?!- gridò Ralph.
-Eh? Cosa?-
-Lascia perdere.- Ralph scosse la testa e tornò a guardare la finestra –Ho detto che avremmo dovuto seguirli. Comunque, a che stai lavorando di così importante da non sentirmi?-
L’altro si grattò il mento:-Un chip per Baymax, devo aggiornarlo costantemente, gli mancano ancora tantissime procedure mediche.-
Ralph lanciò uno sguardo al robot che si stava caricando in un angolo della camera:-E’ geniale, amico, te lo concedo. Metà supereroe e metà medico. Baymax è un prodigio tecnologico.-
-Grazie.- Tadashi si tirò la visiera sugli occhi e poggiò i piedi sulla scrivania, dondolandosi sulla sedia –Come va il tuo progetto, invece? Quell’automobile?-
-E’ un go-kart.- lo corresse Ralph –Funziona ad energia solare. Però c’è ancora qualche problema nel motore, anche se non riesco a trovarlo. Il 13% dell’energia che cattura la perde nella conversione.-
-Solo un 13%? Non è male.-
-Sì, ma vorrei arrivare almeno ad un 5%- Ralph si staccò dalla finestra e si buttò su una sedia girevole davanti alla scrivania.
-E’ per Vanellope?- domandò l’altro.
-Sì, ma non so se riuscirò a finirlo in tempo per il suo compleanno. Devo sistemare anche un po’ la struttura.-
-Conoscendo tua sorella, ne sarebbe entusiasta anche se fosse un  pezzo di cartone con le ruote, basta che lo fai tu per lei.- Tadashi sorrise –Ti adora.-
-Non so, litighiamo spesso…..Tu e Hiro siete una cosa sola, si vede immediatamente che anche se litigate, non vi ferite o offendete mai, io e Vanellope invece passiamo più tempo a dirci che ci odiamo che altro. Tutto quello che le dico, i miei consigli e pareri non li ascolta mai.-
Tadashi si rimise ben seduto sulla sedia:-So che è difficile essere il maggiore,  ma ogni volta che le vieti qualcosa o le dici qualcosa che va contro ciò che lei vuole, lo fai solo per il suo bene, e lei lo sa.- picchiettò l’indice su un ginocchio –Ti vuole bene, non scordarlo mai.-
Ralph annuì:- Grazie Tad, lo terrò bene in mente. E’ che è tutto un casino, ultimamente. I miei si stanno litigando l’affidamento di mia sorella. Io me la sono scampata grazie alla scuola; ora ho il mio piccolo appartamento e sono indipendente, ma lei…-
-Mi avevi detto che la volevi prendere tu.-
-Non me lo permetteranno mai.- Ralph tornò a fissare il vetro, appannandolo con il respiro –Ma devo comunque provarci, sta passando le pene dell’inferno con loro.-
-Secondo me ce la fai, e se il giudizio della diretta interessata conta in un eventuale processo, scommetto che non esiterà un momento a dire che vuole stare con te.- Tadashi riaccese il computer e iniziò a digitare.
La stanza era silenziosa, il ticchettio rapido delle dita di Tadashi sulla tastiera risuonava nella stanza. La lampada emetteva una luce fioca che tremava un poco, e lo schermo acceso del computer illuminava di bianco metà della stanza, contro il viso di Tadashi, rendendolo ancora più pallido.  Il fratello maggiore di Hiro si alzò:-E’ tardi, Ralph, mi dispiace, ma devo andare.-
-Vai da Honey? Appuntamento romantico?-
-Eh?- Tadashi arrossì –Che ti viene in mente! Devo andare da lei per finire il progetto di chimica. Ho bisogno del suo aiuto, non sono così bravo, preferisco la robotica.-
-Ah, ah, ceeeerto.- Ralph ridacchiò –In bocca al lupo, allora.-
Tadashi si mise la giacca, e rapidamente si sistemò i capelli e afferrò una cartellina trasparente:-D’accordo, grazie, ora vado.-
-Guarda caso il giorno di San Valentino.-
L’altro cambiò argomento:-Ralph chiama Arendelle, è brava con le fonti rinnovabili, magari ti aiuta con il go-kart.-
-E-Elsa?- balbettò –Io non…oggi, poi?-
Tadashi sogghignò mentre si spolverava i pantaloni e spegneva il computer:-Almeno hai una scusa per provarci e smetterla di farle gli occhi dolci di nascosto.-
-Che cosa???-
L’altro corse giù per le scale saltellando.
-Porta lo spray per l’alito!- gli gridò Ralph ridacchiando mentre l’amico correva giù per le scale. –Ti servirà sai?-
-Non sono io quello con l’alitosi!- urlò l’altro in risposta.
-Portala in un ristorante decente, non fare disastri come al tuo solito!-
-Ralph falla finita!-
 
 
 
 
 
 
 
-Tu non sei assolutamente un disastro!- Hiro scosse la testa con vigore –Cosa te lo fa pensare?-
-Chissà, magari volevi pure passare la sera con qualcun’altra…no?-
Hiro, scattò, pieno di rabbia:-No, non capisci proprio eh? O non vuoi capire? Io stasera volevo stare con te, solo con te.- si bloccò, arrossendo.
Vanellope sentì le guance diventare bollenti:-C-cosa?-
-Ti ho sempre sopportata? Magari sì, ma non nel senso che credi tu! Ti odio solo quando fai così, sei fantastica, okay? Perché non riesci a capirlo? E’ così difficile per te smettere di pensare a ciò che gli altri di costringono ad essere?- Hiro fece un passo verso di lei –Davanti agli altri sei forte, ma lo vedo che è una maschera, forse sono l’unico davanti al quale ti mostri per quello che sei, ed insisto nel dirti che non devi far finta che non ti importi di quello che ti dicono gli altri, devi fregartene davvero.-
Lei sentì il cuore premere con una potenza assurda contro il petto:-Hiro, io…-
Hiro iniziò a giocherellare con i lacci della felpa:-Mi…mi piaci, okay? E non solo nel senso che mi piaci come amica, nel senso che…-
Lei gli si tuffò fra le braccia:-Zitto.- mormorò –Zitto.- sollevò il viso e gli baciò una guancia –Anche io.-
Lui tremante ricambiò la stretta, senza fiato. Non era stato poi così difficile. Ma nonostante tutto, si chiese se davvero quell’abbraccio era un cambiamento. Si chiese cosa sarebbe successo poi. Si sarebbero trasformati in una di quelle coppiette odiose che i due prendevano tanto in giro?
C’erano tante domante che gli vorticavano in testa. E il suo cervello da genio della robotica cercava affannosamente risposta. Però….però… Era come buttare un secchio d’acqua su un delicatissimo e complicatissimo aggeggio elettronico, si era fuso tutto. Il suo cervello si era fuso. L’unica cosa che riusciva a sentire era Vanellope fra le braccia e il segno del bacio sulla guancia, nemmeno fosse marchiato a fuoco sulla sua pelle.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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