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Autore: sognouis    14/02/2016    6 recensioni
Io avevo la sola e innocua intenzione di farmi una normalissima doccia, come tutte le persone normali. Peccato che le persone normali, finita la normale doccia, avvolte in una normale salvietta e con i normali capelli ancora fradici, non si ritrovino un gruppo di persone in salotto a squadrarti come se avessi appena ucciso un cucciolo di cane.
Beata normalità, concetto a me totalmente sconosciuto.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Bondage
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Stavo girando per casa sopra una specie di sgabello volante che avevo fatto montare a Tony usando qualche propulsore della tuta di ricambio che gli avanzava, ed era la cosa più comoda del mondo. Non avrei mai più camminato in vita mia. Magari avrei potuto farla diventare una poltrona. Magari con anche poggiapiedi e schienale reclinabile. Bene, avrei fatto design all’università, altro che ingegneria.
“Mi annoioooo.” in casa c’eravamo solo io e Jarvis, Loki era sparito chissà dove e Tony era sicuramente a litigare con Fury.
“Jarvis, voglio un cane.”
“Non credo che il signor Stark sarebbe d’accordo, Alice.”
“Uffa.” al diavolo il signor Stark.
Dopo qualche ora avevo finito i film da guardare e mi era venuta anche una certa fame, peccato che non sapessi cucinare, mai 'na gioia. Raggiunsi il cellulare appoggiato sul piano della cucina, con l’obiettivo di ordinare una pizza ed evitare esplosioni nucleari pur senza rimanere a digiuno, ma esso suonò prima che potessi anche solo sbloccarlo. Non avevo in rubrica il numero che era apparso sullo schermo, quindi risposi senza riuscire a capire chi di cui non ho il numero potrebbe chiamarmi.
“Pronto?”
“Uhm… Alice?” conoscevo quella voce, e il fatto che mi avesse chiamata – e che fosse riuscito a farlo – mi stupì, e non poco.
“Steve? Con cosa mi stai chiamando?” cercai di non ridere ma mi risultò impossibile.
“Divertente. Con il cellulare che mi ha lasciato Fury, aveva già tutti i numeri memorizzati e tu sei la prima dell’elenco. Ne ho approfitta per sapere come stessi, riesci a camminare?” e subito mi si accese la lampadina.
“Dov’è che sei tu adesso?”
“In centro, non saprei dirti dove.”
“Ti mando indirizzo ed elenco di cose che devi comprarmi, aggiungi pure quello che vuoi e digli di mettermeli sul conto. Appena hai finito vieni da me, ci vediamo dopo. Ciao.”
“Cosa? Alice, aspett-” e chiusi la chiamata. Mi affrettai ad inviargli le informazioni per messaggio e, miracolo divino, Steve mi rispose.
 
Da: numero sconosciuto
Come ci arrivo?
 
Avrei dovuto salvare il suo numero, ma prima avrei pensato a che nome assegnargli.
Altra lampadina.
 
A: Capitan Stellina ☆
Volando. Prendi un taxi, uomo del futuro.
 
Il disegnino non poteva certo mancare.
 
Da: Capitan Stellina ☆
Metto anche quello sul tuo conto?
 
Gli risposi con l’emoji della merdina e aspettai che arrivasse. Dopo circa mezz’ora, infatti, Steve fece capolino dalle porte dell’ascensore con due buste di plastica in mano.
“Buongiorno!” lo salutai, piuttosto felice di vederlo, dato che il suo arrivo comprendeva anche l’arrivo del mio cibo.
Lui mi guardò come si guarda una bambina che ha appena combinato un guaio e io sorrisi come tale.
Appoggiò le buste sul piano della cucina e lo aiutai a tirare fuori le scatolette di sushi e le bacchette.
“Si può sapere quanto mangi?”
“Se si tratta di sushi, tanto.” alzai le spalle e staccai una bacchetta dall’altra.
“Ho notato.”
“Hai mai mangiato sushi?” lui negò con un cenno sulla testa.
“Come faccio a mangiare con dei bastoncini?” sembrava abbastanza confuso, io risi e gli feci vedere come prendere le bacchette.
“Così, probabilmente ti cadranno i rotolini, quindi tieni sotto il piatto.” spiegai ancora ridendo.
“Sono felice che ti diverta tanto.” e cercò di afferrare qualcosa con le bacchette senza successo, il che mi fece solo ridere di più. Lui sospirò, palesemente divertito.
“Non posso mangiarli con una forchetta?”
“Certo, se vuoi che ti si frantumi a metà strada.”
Dopo svariati tentativi di Steve e altrettante risate da parte mia, finimmo di mangiare e buttammo scatolette e bacchette nell’immondizia.
“Allora, hai qualche cosa interessante di cui parlare?” eravamo entrambi seduti sul divano e, sinceramente, non lo avrei mai immaginato.
“Non mangerò più sushi in vita mia.” risi a quella sua risposta.
“Avrei dovuto farti un video e postarlo su internet: il grande Capitan America sconfitto da degli uramaki!” e risi ancora di più mentre Steve cercava invano di rimanere serio.
“Mi astengo dal rispondere.” appena finì la frase il mio telefono iniziò a squillare.
“Che sbatti – e sprofondai di più nel divano – se hanno voglia mi richiamano.”
“Dovresti rispondere.”
“La mia voglia di vivere è pari alla tua esperienza con il sushi, e probabilmente anche con le donne, quindi il mio telefono rimarrà lì dov’è.” e mi girai verso di lui a guardarlo. Sapevo di averlo provocato ed ero curiosa di una sua possibile reazione. Steve spostò lo sguardo al pavimento e non proferì parola. Sapevo cosa significasse, e la cosa mi rese ancora più curiosa.
“Come si chiama?”
Chiamava.”
Rimasi zitta, non mi aspettavo una risposta del genere. Ci furono un paio di minuti di silenzio, parecchio imbarazzante anche, prima che Steve parlasse di nuovo.
“Peggy. Si chiamava Peggy. – mi girai verso di lui e lo guardai, aspettando che continuasse – è mancata qualche tempo fa, di vecchiaia. Soffriva di Alzheimer.”
“Mi dispiace tanto, Steve.”
“Già, anche a me – e si mise in piedi – credo sia meglio che vada, Fury voleva parlarmi di alcuni dettagli di una missione.”
“Non sei bravo a mentire, Rogers.” e mi alzai anche io, accompagnandolo all’ascensore.
“Me lo dicono spesso. Ci vediamo, Alice.” sorrisi e le porte si chiusero, lasciandomi sola.
“Un altro punto per Alice e le domande che non deve fare.” dissi tra me e me.
“Cambiato principe azzurro? Lui li ha, i capelli biondi.”
“Loki non mettertici anche tu, e poi, da dove arrivi? Non c’eri prima.”
“Io sono dappertutto, tesoro.”
“Ah, beh. Mi scusi, grande dio dell’inganno, capace di rendersi invisibile agli occhi della misera sorella che non sa padroneggiare le arti magiche.” dissi con ironia, roteando gli occhi.
“Non ho ancora imparato a rendermi invisibile, a dire il vero. Ero a fare un giro per l’edificio.”
“Hai tutti i tuoi poteri, ora?”
“Direi di sì.” e fece roteare un nonsoche sulla mano, sembrava energia, era azzurra.
“Ti sei ripreso lo scettro, non hai fatto una gita turistica.”
“Conosci le gemme dell’infinito.” sembrava sorpreso.
“Mi sono informata, dopo che… ci siamo incontrati.” alzai le spalle
“Quindi ti rendi conto dell’enorme potere che hai.” nel frattempo, io mi ero riseduta sul divano.
“Non ho la minima idea del potere che ho, ma pare sia potente dato che tutti se ne interessano.” mi sdraiai e appoggiai le gambe al bracciolo del divano e chiusi gli occhi per rilassarmi, mentre Loki si avvicinava.
“Io posso aiutarti.” presi una rivista e mi misi a sfogliarla.
“Perché dovresti farlo? – sentii mio fratello alzarmi le gambe, sedersi e riappogiarle sopra le sue – io ero comoda.”
“Perché mi disgusta il fatto che un potere tanto immenso sia così sprecato.”
“Che bel complimento.” Loki prese la rivista e la appoggiò sul tavolino di fianco a noi.
“Potresti fare la seria per un solo istante?” sospirai e puntai il mio sguardo nel suo.
“Cosa vuoi che faccia, Loki? Non ho idea di cosa potrei fare con questo coso, Funziona una volta sì e quattordici no.”
“È esattamente quello che intendevo – e si alzò – alzati.”
Di malavoglia mi alzai e lo seguii al centro della stanza.
“Non credo che Laufey ci abbia detto la verità. Dammi le mani.” iniziavo a non capirci molto in questa storia, ma feci come mi venne chiesto e strinsi le mani di Loki. All’improvviso una forte energia si espanse attorno a noi. Strane onde iniziarono a circondarci. Guardai Loki, era sorpreso, ma dal suo sguardo si poteva capire che si aspettava una reazione di qualche tipo.
“Cos’è?”
“Succede quando due gemelli di stirpe diversa entrano in contatto. Tu non sei un gigante di ghiaccio, Alice. Sei un gigante di fuoco.” alzai un sopracciglio.
“Un che?” mi lasciò le mani e l’energia si dissolse improvvisamente.
“Un gigante di fuoco, erano detti anche Múspellsmegir. Sono una razza estinta da secoli, o così credevo fino a cinque minuti fa. Sei l’ultima della tua specie.”
“Emozionante. E quindi saremmo gemelli di stirpe diversa?”
“Più o meno, è una sorta di parabatai divino, qualcosa del genere.”
“Figata, quindi?”
“Quindi ecco perché tremavi come una foglia su Jotunheim e anche perché siamo collegati.”
“Perché Laufey avrebbe detto che sono un gigante di ghiaccio allora?”
“Lo diverte, quelle poche volte che ci ho parlato ha sempre avuto un atteggiamento per il quale si divertiva a vedere gli altri scervellarsi.”
“E cosa c’entra l’HYDRA in tutto questo?”
Loki alzò le spalle, segno che non ne sapeva nulla, altrimenti credo che a questo punto me l’avrebbe detto. Il silenzio che si era formato fu interrotto dal mio cellulare che riprese a squillare incessantemente. Camminai dolorante fino al piano della cucina e risposi.
“Pronto?” misi in vivavoce.
“Abbiamo un problema.” la voce allarmata di Tony giunse alle nostre orecchie.
“Sembra essere di routine, quale?” ironizzai.
“L’HYDRA è entrata nella base dello SHIELD. Quella rossa sta iniziando a darmi seriamente sui nervi.”
“Mettiti in fila, prima ci sono io. Arriviamo.”
Guardai Loki e gli agitai le chiavi della mia auto davanti, sorridendo.
“Cosa ho fatto di male?”
Risi e scendemmo verso il parcheggio.

 
 
BUOOON POMERIGGIO.
Come avete potuto vedere, gli aggiornamenti sono diventati più lenti, vdm.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere!
Letizia
   
 
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