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Autore: whiteblankpage    14/02/2016    3 recensioni
Ci sono cose che ricordo, non perché io voglia ma perché sono costretto.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Long way home.
 
 
Well I stumbled in the darkness, I'm lost and alone.
Though I said I'd go before us and show the way back home.
There a light up ahead.
I can't hold onto her arm.
Forgive me pretty baby but I always take the long way home.

 

 

Ci sono cose che ricordo, non perché io voglia ma perché sono costretto. È questa tendenza al ricordo che mi soffocherà, e credo che ora tu non sia qui con me proprio perché lo sapevi, lo sapevi e lo sai che in me è più vivo il ricordo che il presente, ed è più reale ciò che è stato ed è finito o appassito, piuttosto che ciò che è concreto e sta accadendo intorno a me.
Eppure te lo garantisco, tu eri viva. Eri così viva da tenermi ancora al presente, al pavimento di quell’appartamento piccolo che profumava solo di te, a quelle camice stropicciate perché non sapevo stirarmele da solo e a quella relazione che è sempre stata un mio impegnarmi a non essere troppo me stesso, perché con me stesso non volevo farti stare troppo a lungo, volevo proteggerti.
Ti amavo. A modo mio, nascondendomi e restando in silenzio, affondandoti il viso nella spalla e ripetendomi che te ne saresti andata senza neanche far rumore, ti amavo più di quanto amassi la mia solitudine ed i miei ricordi.
Il problema è che sono un nostalgico, e quelli come me vivono di bocconi amari e cose che se ne vanno perché non abbiamo mani abbastanza forti per trattenerle.
Se solo le mie mani non avessero tremato in modo così ridicolo quella sera. Se solo avessi detto qualcosa. Ma il silenzio, il silenzio è la mia risposta e di silenzio sono ormai fatte le mie torri e le mie solide mura.
Ami tuo marito?
Scusa. Fuori luogo e fuori tempo massimo.
Inatteso ed indesiderato. Non fa niente.
Una mattina lui ti sposterà i capelli dal viso per ammirarti meglio, e forse in quel tocco sentirai l’ombra del mio, e per un secondo, mi basta anche solo un secondo, penserai che quella mano è sbagliata. La mano di un estraneo. Sarà semplicemente un secondo di sciocca debolezza, un ritorno ad un passato che non rievochi spesso perché non avrebbe senso. Ma in quella debolezza ci sarò io, e la mia mano, e tutto ciò che ti ho sussurrato sotto le coperte per non lasciar scappare le parole.
E forse sentirai nostalgia. Almeno un po’. E saprai che di quella stessa nostalgia io vivo e che in quella nostalgia ho dipinto il tuo quadro più bello e fedele, così come saprai che non è stata colpa tua, che chi vive sulla terra semplicemente non può capire chi vive dentro se stesso.
 


 
  
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