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Autore: The Mad Tinhatter    14/02/2016    1 recensioni
"Ma lui era un uomo, soltanto un uomo, e questo rendeva la situazione un problema irrisolvibile."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se fossimo su AO3 molto probabilmente due dei tag sarebbero "Uso altamente improprio della Mela" e "What if...? che non sta né in cielo né in terra".. ma vabbé. Spero che questa fic vi piaccia comunque! E buon San Valentino a tutti!

Hope


Whatever I feel for you
You only seem to care about you
Is there any chance you could see me too?
'Cause I love you
Is there anything I could do
Just to get some attention from you
In the waves I've lost every trace of you
Where are you?”
I Love You – Woodkid

Non importa ciò che provo per te
Sembri pensare solo a te stesso
C'è qualche possibilità che tu possa vedere anche me?
Perché io ti amo
C'è qualcosa che posso fare
Solo per avere un po' di attenzione da te
Tra le onde ho perso ogni tua traccia
Dove sei?”

Leonardo Da Vinci prese in mano il pennello, deciso finalmente a continuare il lavoro per cui era giunto lì a Venezia. Lo ripose, dopo qualche infruttuoso minuto passato ad osservare lo schizzo sulla tela. Era inutile, in quel momento non sarebbe riuscito a fare proprio niente. La sua mente era occupata da un unico pensiero e da un'unica persona: Ezio Auditore.

Era una cosa stupida, e il peggio era che Leonardo l'aveva riconosciuto da subito, sin dal primo momento in cui si era reso conto di provare qualcosa per lui. Sapeva quale fosse la vita di Ezio, al di là della sua missione: era sempre circondato da belle donne attratte da lui, e di certo non si faceva attendere quando si trattava di approfittare di questo fatto. Con una donna ad ogni angolo pronta a buttarsi tra le sue braccia, cosa mai se ne sarebbe fatto dei suoi sentimenti?

Leonardo l'aveva sempre ripetuto a se stesso: lo sai che ad Ezio non potrai mai interessare in quel modo? Ma, nonostante tutte le volte in cui era stato messo di fronte alla verità, non era riuscito a non innamorarsi di lui.

Era una cosa che non riusciva a spiegarsi. Lui era un uomo razionale, era assurdo che non riuscisse a capire come mai ci fossero due parti di sé così in contrasto, e ancora di meno come mai a prevalere fosse sempre quella meno logica. Aveva sezionato decine di corpi, cercando una risposta a questa domanda, ma non ne aveva trovata nessuna.

Chissà cos'avrebbe potuto pensare, se avesse scoperto quello che provava. Di certo l'avrebbe trattato in maniera diversa: forse sarebbe stato più distaccato, forse non l'avrebbe più abbracciato come se fosse stato uno dei suoi fratelli. Stare zitto era l'unico modo in cui avrebbe potuto tenerlo vicino a sé, ed era una cosa tremendamente triste.

A volte desiderava diventare una donna. Se fosse stato una donna, possibilmente avvenente, conquistare Ezio non sarebbe stato così difficile. Ma lui era un uomo, soltanto un uomo, e questo rendeva la situazione un problema irrisolvibile.

Leonardo strinse i pugni, scuotendo la testa. Sin da quando era giovane aveva giurato a se stesso che avrebbe fatto della sua vita qualcosa di grande tanto da cambiare il mondo. Eppure, era ormai certo di una cosa. Avrebbe potuto progettare l'arma più letale del mondo, o l'opera più grandiosa del suo tempo; avrebbe potuto immortalare Ezio nel dipinto più bello, ma nulla di tutto ciò sarebbe riuscito a fargli ottenere le attenzioni del suo amato. Arte e invenzioni non avrebbero mai vinto contro labbra schiuse e curve sinuose.

Leonardo intinse il pennello nella pittura, cercando ancora una volta di scacciare quei pensieri tristi. Forse un giorno avrebbe potuto sfogare i suoi sentimenti producendo qualcosa di bello, ma in quel momento, almeno su quel fronte, la sua mente era come una tela vuota.

Improvvisamente sentì del trambusto provenire dall'ingresso della sua bottega.

Bene, pure dall'esterno mi dicono che oggi non devo lavorare.

Si alzò per andare a controllare cosa fosse successo... e vide quello che non avrebbe mai voluto vedere.

A causare tutto quel rumore era stato Ezio, che in quel momento si stava reggendo con una mano ad uno dei tavoli della bottega. Con l'altra mano si stava tenendo il fianco, grondante di sangue che gli inzuppava i vestiti.

Leonardo non riuscì a dire nemmeno una parola, mentre cercava di far sdraiare Ezio sul tavolo.

Sapeva che la missione di Ezio era molto pericolosa, e che la possibilità che gli accadesse qualcosa del genere era molto alta, ma aveva sempre sperato di non essere spettatore di una scena del genere. Aveva sempre avuto fiducia nelle capacità di Ezio, era sempre stato convinto che lui avrebbe potuto affrontare qualunque cosa senza farsi nemmeno un graffio. Vederlo così, incapace quasi di restare in piedi, era semplicemente troppo.

Cercò di mantenere la calma, cercando qualche benda per tentare di fermare il sangue.

Idiota, perché non è andato da un medico?

- Cosa... cosa ti è successo? - fece Leonardo, spostando i lembi della veste con mani tremanti. Ezio gli rispose con un gemito di dolore. Non era nemmeno in grado di parlare, e il suo volto stava diventando sempre più bianco.

La ferita era molto profonda, inferta molto probabilmente da una spada. Il sangue scorreva copioso, e nemmeno le bende riuscivano a fermarne il flusso. Leonardo cercò di fare tutto il possibile per salvarlo, perché no, l'uomo che amava non poteva andarsene così, senza che lui potesse fare nulla....

Quella ferita molto probabilmente sarebbe stata troppo anche per un medico, e lui non era nemmeno quello. A cos'era servito tutto quel tempo passato a sezionare cadaveri, se nemmeno era capace di salvare una vita per lui così importante?

Cercò di premere le bende sulla ferita, in modo tale da tamponare l'emorragia, mentre passava in rassegna tutto ciò che aveva e sarebbe potuto servirgli per salvarlo. Non riuscì a trovare nulla. Era completamente impotente.

Ritrasse le mani sporche di sangue dalla ferita, in lacrime.

- Ezio... - mormorò. - Io... io non posso fare più niente....

Vide l'espressione di Ezio contorcersi in una smorfia, come se stesse raccogliendo tutte le energie che gli erano rimaste in corpo. Il suo respiro si faceva sempre più irregolare.

- Leonardo... - disse, con un filo di voce.

- Mi dispiace, mi dispiace davvero – fece Leonardo, tra i singhiozzi. - Perché... perché sei venuto qui, e non sei andato da un medico? Non posso salvarti....

Ti amo. Ti amo, e darei tutto me stesso pur di non lasciarti andare....

- Leo... la cintura... prendi....

Ezio mosse il braccio, tremando. Stava indicando qualcosa nella sua cintura, qualcosa che voleva Leonardo notasse. Lui obbedì, e aprì il borsello attaccato alla cintura di Ezio.

Ecco perché è venuto qui, pensò Leonardo, notandone il contenuto.

Era una sfera dorata, non più grande del palmo di una mano. Quello era il manufatto per cui, ora, Ezio stava per morire. La Mela. Era ovvio che non avesse voluto recarsi da un medico: aveva temuto che quell'oggetto finisse nelle mani sbagliate.

Leonardo prese la Mela in mano, e subito i suoi occhi si riempirono di una luce accecante. Vide davanti a sé tante cose, più di quante il suo cervello sarebbe mai riuscito a processare: vide delle strane città estendersi molto più in là di quanto il suo occhio permettesse; vide una sfera verde e blu che galleggiava nel buio, e comprese che, in qualche modo, quella doveva essere la Terra; vide serie infinite di numeri e lettere il cui significato gli era completamente estraneo.

Infine vide un gruppo di persone vestite di blu, radunate attorno ad un tavolo. Sul tavolo c'era un ferito: la sua ferita era molto simile a quella di Ezio, e le persone vestite di blu stavano lavorando assieme per richiuderla, utilizzando particolari strumenti che Leonardo non conosceva.

La visione svanì così com'era arrivata, lasciandogli addosso una strana sensazione di chiarezza. Gli sembrava tutto più nitido, come se potesse vedere al di là della realtà. Non percepiva soltanto suoni e colori provenienti da ciò che o circondava, sentiva anche qualcos'altro. Riusciva a sentire la sua mente, disperata e spaventata, e riusciva a sentire anche Ezio, debole e dolorante. Riusciva addirittura a vederlo, un tenue alone di luce attorno al suo corpo. Era certo che se Ezio fosse stato in piena forma, quella luce avrebbe brillato molto di più.

Non era tutto: si rese conto di riuscire ad entrare in contatto con la mente di Ezio, nonostante essa si trovasse in quello stato. Avrebbe potuto controllarla, plasmarla a suo piacimento, specialmente ora che era così debole....

Curalo, si ritrovò a pensare. Del resto, non era la mente ciò che comandava il corpo? Se ne poteva controllare le azioni, di certo poteva anche controllarne la capacità di rigenerarsi.

Subito il corpo di Ezio fu avvolto da una luce dorata, e l'energia fluì attraverso il corpo di Leonardo in quello di Ezio.

Lo curerai, pensò, e poi potrai usare la Mela per averlo tutto per te.

Ma quella non era la voce di Leonardo. Era solo un pensiero fugace, causato dall'influenza della Mela. Lui non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, sarebbe stato crudele ed egoista. Non avrebbe mai potuto costringere Ezio ad amarlo, perché quello non sarebbe mai potuto essere amore.

Forse non potrebbe essere questo il grande gesto che attirerà finalmente la sua attenzione? Salvargli la vita....

Vide il corpo di Ezio rigenerarsi: prima gli organi interni, fino a poco prima lacerati dal colpo di spada; poi i muscoli, ed infine la pelle. Il colorito di Ezio tornò ad essere quello di un uomo sano, e l'unico ricordo di quegli attimi di paura sarebbero stati gli abiti e le bende zuppi di sangue.

Ma Leonardo iniziò a notare qualcosa di strano in sé. Le sue mani si stavano raggrinzendo e indebolendo sempre di più, fino ad avere difficoltà anche nel solo reggere la Mela; l'energia vitale che fluiva nel corpo di Ezio veniva succhiata via dal suo, mentre il suo respiro si faceva sempre più pesante e il battito del suo cuore rallentava sempre di più.

In cuor suo, Leonardo sapeva benissimo quello che stava succedendo. La Mela era un oggetto potente, e i suoi servigi non venivano garantiti senza pagare.

La tua vita, per riavere indietro quella di Ezio. Quando quel processo fosse terminato, Leonardo sarebbe morto.

Sorrise. Morire per salvare l'uomo che amava, ci sarebbe mai stato un modo più bello di andare via?

Salvarlo e morire per lui. Forse è questo ciò che devo fare, per farmi amare da lui?

Una piccola speranza si fece strada nel suo cuore morente. I suoi occhi ormai appannati videro Ezio diventare una sagoma di luce, mentre si accasciava al suolo, la Mela accanto a lui.

Vide Ezio alzarsi, accovacciarsi accanto a lui, il volto rigato dalle lacrime. - Che cos'hai fatto? - lo sentì domandare. La speranza di Leonardo diventò una speranza triste, perché nonostante tutto non sarebbe stato accanto ad Ezio per raccoglierne i frutti. Eppure, anche solo prima di morire, avrebbe voluto tanto sentire quelle parole....

Chiuse gli occhi. Il suo tempo era scaduto; la Mela gliene aveva lasciato fin troppo.

Assieme al suo ultimo respiro, sentì la voce di Ezio....

- Requiescat in pace, amico mio.

Amico mio.

Aveva sperato invano.




   
 
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