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Autore: spatent writer    14/02/2016    1 recensioni
one shot senza pretese. solo per divertirsi un po' immaginando qualche momento di Rin e Haruka.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piscina dell'Iwatobi risuonava di risate di ragazzi che si spruzzavano e si divertivano. Quello era il giorno dell'allenamento congiunto tra la squadra di nuoto del liceo e quella dell'accademia Samezuka. Lo spazio però era troppo piccolo per i venti membri della Samezuka che quindi avevano presto levato le tende, a parte per i quattro amici del ristretto club dell'Iwatobi. Appena gran parte dei ragazzi se ne fu andata il clima cambiò immediatamente. Non era più il tempo delle faticose vasche e dei cortometraggi o delle staffette. Ora gli otto ragazzi (Makoto, Rei, Nagisa, Ai, Momotarou, Haruka, Rin e Sousuke) si divertivano a eseguire strane acrobazie o improvvisare fallite esibizioni di nuoto sincronizzato, ma il sole stava ormai cominciando a tramontare e per molti si fece tempo di andare a casa, i primi ad andarsene furono ovviamente i membri della Samezuka poi arrivò il momento dei ragazzi dell'Iwatobi. Se ne erano andati tutti eccetto i due che stavano ancora ammollati nell'acqua e forse non si erano neanche resi conto né del buio né del fatto che gli altri non ci fossero più, Haruka e Rin. Il primo a ritornare alla realtà fu ovviamente Rin (quando si trattava di stare in piscina, Haruka si dimenticava persino di avere una casa). 
Il rosso per risvegliarlo dal suo sonno gli premette una mano sul petto e lo spinse sotto la superficie dell'acqua per farlo affogare e quando riuscì a tornare a galla, tra un colpo di tosse e l’altro era riuscito a malapena a maledire l’amico.
«Non dirmi che non ti sei reso conto che se ne sono già andati tutti?!», provò a ribattere Rin, ma l'altro alzò le spalle, ovviamente non si era accorto di nulla. 
«Bé non posso fartene una colpa non me sono accorto nemmeno io» schioccando la lingua Rin rispose ad  una domanda non posta. 
«Sai che ore sono?» continuava a parlare da solo perché Haruka era già di nuovo sott'acqua. Alzò gli occhi al cielo voltandosi verso il magazzino, per fortuna Makoto aveva avuto la splendida idea di appendere un orologio. 
«Cavolo sono quasi le otto, se mi sbrigo posso prendere il treno delle otto e mezza.» se c'era una cosa che Rin non poteva sopportare era dover correre per prendere un treno. In fretta raggiunse il bordo della piscina, ma non ebbe il tempo di risalire che una mano lo afferrò per una caviglia e lo rispinse in acqua. 
«Perché te ne vuoi andare?» Haruka parlava con la bocca a pelo dell'acqua facendo delle piccole bolle. Rin lo guardò a metà tra lo stupito e l'irritato, non lo aveva proprio ascoltato negli ultimi tre minuti. 
«Vuoi che rimanga?» lo stupito aveva avuto la meglio sull'irritato e spalancò gli occhi per la meraviglia. Haruka annuì distrattamente e Rin non poté farsi sfuggire l’occasione di infastidirlo un po’.
«Haru-chan, vuoi che rimanga con te?  Ti mancherei troppo se me ne andassi?»
Parlava con voce lenta, allungando troppo le vocali e con la testa leggermente piegata ammiccando. Il suo spettacolino ebbe l'effetto sperato e Haruka irritato gli spruzzò in faccia dell'acqua che gli andò ditraverso.
«Non è per quello,i diota. Non voglio rimanere a mettere a posto la piscina da solo.» 
Rin rimase un po' ferito dalla spiegazione, pensava davvero che Haruka lo volesse li con se esclusivamente per la sua compagnia, per la loro amicizia, ma scacciò presto la tristezza e continuò a indispettirlo:
«Cattivo, così mi spezzi il cuore, Haru-chan!» continuava a parlare con la voce di una donna indispettita e gli spinse la testa in acqua. Questa volta Haruka non rimase impassibile e cominciarono a lottare nella piscina. 
«Diamine Haru! Di questo passo mi fai perdere il treno davvero!!» 
«Tanto lo hai già perso. Rimani a dormire da me ti presto io la roba per dormire, se vuoi ti lascio anche il mio letto» 
«Se la tua offerta include per cena riso allo sgombro, sgombro marinato, insalata di sgombro e budino allo sgombro, rifiuto.» 
«Esiste il budino allo sgombro?» Haruka aveva nello sguardo lo stesso scintillio che nasceva ogni volta che qualcuno nominava la piscina, l'oceano e, qualche volta, la vasca da bagno. Rin non poté far altro che coprirsi il volto con una mano sconsolato, un po' perché sapeva che Haruka aveva ragione e avrebbe dovuto passare la notte da lui, ma soprattutto perché sapeva che prima di arrivare a casa avrebbero dovuto controllare in tutti i supermercati se vendessero il budino di sgombro. 
«Vabbè ormai che è tardi tanto vale che rimanga qui in piscina ancora un po'. Però dopo mi aiuti a mettere a posto, non faccio tutto io, chiaro?» In risposta Haru lanciò uno spruzzo d'acqua dalla bocca, ma non si mosse dalla sua posizione, sdraiato a galla sulla schiena con le braccia e le gambe divaricate mentre Rin riprese a fare pigramente nuove vasche.
Dopo più di cinque minuti cominciò ad annoiarsi e iniziò a ispezionare l'amico: era sempre nella stessa posizione e aveva gli occhi chiusi, sembrava addormentato, anzi stava talmente immobile che sembrava morto. 
«Haru!» l'interpellato spalancò gli occhi e per lo spavento spruzzò un po' di acqua che gli era rimasta in bocca sul volto di Rin, che, in piedi nella piscina, lo guardava dall'alto. 
«Che schifo che fai...» Rin si pulì le guance col palmo della mano e Haruka parve stranamente divertito dalla scena, tanto che abbozzò un sorriso, cosa assai rara per il ragazzo.  
«Prima che tu mi sputassi, volevo farti una proposta» ricominciò a parlare con fare misterioso.
«Una gara?» quando si trattava di Rin e di piscine le alternative erano poche. 
«No, no! Niente gare questa volta! Non vorrei metterti in imbarazzo di nuovo stracciandoti!» aveva incrociato le mani al petto, ironico e si era lasciato andare ad una risata altezzosa.
«Ma se sei tu quello che perde sempre le scommesse. Non ti ricordi di quella volta che ti sei dovuto vestire da donn..»non aveva potuto finire la frase che il dito di Rin gli aveva chiuso le labbra, non poteva sopportare il ricordo di quella volta. 
«Niente di tutto questo - aveva ripreso con un po' meno impeto a causa dell'imbarazzo del ricordo- facciamo una staffetta!»
«In due?» Haruka era scettico.
«Che problema c'è? Corriamo solo gli ultimi due tratti, quello a farfalla e quello a libero!» Rin sembrava estremamente entusiasta dell'idea, che Haru non trovava poi così brillante, ma non aveva motivo di rifiutare, lo aveva anche costretto a rimanere con lui. 
Si affrettarono ad uscire dalla piscina e raggiunsero il blocco di partenza, sul quale Rin salì in piedi. 
«Però devi prenderla seriamente! Devi fare il tifo e tutto!» precisò.
Haru scossò la testa alla strana idea dell'amico, ma in fondo era piacevole stare con lui anche per questi suoi tratti di follia. 
«Dammi il via» Rin si sistemò gli occhialini in testa, schioccandoli sulla nuca, mentre Haruka contava.  Al via partì e in un attimo aveva già raggiunto il lato opposto della piscina, una potente virata lo aveva già trasportato a metà della seconda vasca. Haruka era impressionato da quanto avesse preso sul serio il loro piccolo gioco, ma d'altronde quello era un grande difetto di Rin, prendeva sempre sul serio qualunque cosa. Trascinato dal suo entusiasmo, Haru si era lasciato sfuggire un "vai!" di cui si era pentito subito.  Con un po' di imbarazzo si era posizionato sul blocco in attesa che Rin battesse il palmo della mano contro la parete. Appena sentì il rumore del suo schiaffo Haruka partì, e Rin urlò a pieni polmoni "vai Haru!!". Quando risalì dall'acqua continuò a sbracciarsi e ad urlare, neanche intorno a lui ci fossero centinaia di spettatori  o lo aspettassero delle medaglie da vincere. Haruka nuotò con tutta la forza che poteva e arrivò  alla fine con il fiatone. Alzò lo sguardo e trovò proprio davanti ai suoi occhi una mano tesa, ma non era grande come quella di Makoto, era quella piccola di Rin, alzò lo sguardo e lo vide ridere.
«Haru abbiamo vinto, siamo arrivati primi!» Haruka sorrise per l'ingenuità dell'amico e afferrò la sua mano che lo tirò su con forza tale che lo fece sbilanciare in avanti, questo costituì per Haruka l'occasione perfetta. Ora che erano così vicini si sporse e baciò velocemente Rin sulle labbra.
«Sembravi proprio un idiota quando facevi il tifo prima»
Pronunciò anche quelle parole a fior di labbra e con velocità. Si affrettò ad entrare nello spogliatoio  lasciando dietro di lui la porta socchiusa per non perdersi l'impagabile spettacolo di Rin che impazziva a bordo piscina. 
Non sapeva il perché di quel gesto, non aveva mai preso in considerazione cose del genere, ma sentiva semplicemente che con Rin andava bene. 
Quando vide  l'amico voltarsi verso lo spogliatoio e, ancora paonazzo, prendere un respiro profondo, Harlka si precipitò verso un armadietto e si finse occupatissimo a rimettere in ordine alcune tavolette. 
«Haru.» 
Haruka si finse sorpreso alla vista di Rin, come se si fossero incontrati per caso in strada.
«Senti – continuò, arrossendo maggiormente ad ogni nuova parola- tu conosci il significato di quello che hai fatto?» 
Haruka rimase sorpreso, davvero lo credeva così sprovveduto da baciare un ragazzo senza sapere cosa volesse dire? Forse aveva la faccia tosta da non curarsi delle conseguenze, ma certo non era così stupido e ingenuo come lo dipingeva. Questa gliela avrebbe fatta pagare con un piccolo scherzo: con tono innocente si rivolse a Rin:
«Certo che lo so, si baciano le persone speciali» 
«si... appunto... speciali...»
«E tu sei speciale. Sei il mio compagno, di nuoto» ad ogni parola la delusione negli occhi di Rinn si faceva più evidente.
«E’ questo il punto Haru, un "compagno di nuoto" non è abbastanza... speciale» Rin parlava come un genitore che spiegasse qualcosa al figlio.
«Davvero? Ma anche Makoto è un mio compagno di nuoto e quando l'ho baciato ha detto che andava bene.» forse stava esagerando, ma dal momento che Rin gliela avrebbe fatta pagare in ogni caso poteva anche andare un po' oltre. 
«Ma-Makoto?!- sorpreso e deluso- Vuole dire che Makoto si è sbagliato...» 
«Quindi qual è una persona speciale?» parlava von finta ingenuità.
«Una persona speciale è una persona che ti piace» Rin era quasi disperato.
«Infatti tu mi piaci» Haruka stava assestando gli ultimi colpi.
«Si, ma non solo come ti piace un amico...» ormai non sapeva più cosa dire, temeva solo una cosa, che dietro tutte quelle domande si nascondesse un rifiuto.
«Quindi i grandi amici non si bacia...» un'altra frase lasciata a metà perché le parole di Rin lo fermarono.
«Haru prima che tu dica un'altra sciocchezza, volevo dirti che sono stato contento quando mi hai baciato. Tu mi piaci davvero ma non come si piacciono gli amici, mi piaci come la persona di cui sono innamorato.»
Le parole erano uscite come un fiume e ora, oltre ad avere il cuore in procinto di esplodere, Rin era anche rimasto senza fiato. 
Haruka sentendo quelle parole sincere si pentì del il suo comportamento infantile. Prese Rin per il collo della felpa che era riuscito ad indossare nel frattempo. Lo baciò di nuovo, questa volta con più consapevolezza di prima. Anche poco prima lo aveva amato ma sentiva che ora, dopo quelle parole, lo amava ancora di più. Lo amava ancora di più perché lo amava anche Rin. 
«Lo sai che non sono bravo a parole.»  da persona di poche parole Haruka sapeva che la confessione d'amore più importante che potesse fare era quella di rimanere a fianco a lui e continuare ad amarlo in silenzio.
   
 
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