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Autore: NamjoonAddicted    15/02/2016    2 recensioni
"Mettitelo in quella testa.
Io sono qui, per te.
Sempre.
Non scordartelo mai.
Capito?"
...
"Ah, Syo....? "
"Si? "
"Ti Amo anche io"
"Scemo"
{.....}
Okaaaay.
Mi sono immedesimata moltο, in entrambi i personaggi.
Non ho idea di come sia venuta.
Spero solo possa piacervi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Natsuki/Satsuki Shinomiya, Syo Kurusu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natsuki's Point of View



Sapevo di poter contare sempre su Syo, ma non di nuovo, non per questo. 
Questo è uno dei problemi che devo affrontare da solo. 
Ho sempre poggiato troppo peso sulle piccole spalle di Syo, cominciava ad essere frustrante il fatto che per ogni più piccola cosa correvo da lui, sempre, per ogni piccolissima  cosa. 
E continuo a farlo, come se fosse normale, e soprattutto giusto nei suoi confronti. 
Ma non è così. 
Non è giusto
Lui ha bisogno di vivere la sua vita, senza alcun bisogno di avere me appresso. 
Senza il bisogno di avere i miei problemi sulle sue spalle, senza avere nessuna preoccupazione nei miei confronti. 
Mi rigirai nel letto.
Avevo finito prima la lezione perché non mi sentivo un granché. 
L'ansia per il concerto si faceva sentire troppo. 
E le mie ansie sul non essere bravo e all'altezza degli altri. 
Le mie paure sull'essere nessuno in confronto agli altri ed essere un peso per tutti. 
Soprattutto per lui. 
Mi alzai, guardando la linea che aveva fatto con lo scotch per terra e sorrisi. 
"Non cambi mai eh, Syo-Chan? "
La oltrepassai, avanzando verso il suo appendiabiti. 
Alzai tutti i suoi cappelli appesi cercando il suo portafortuna. 
Una volta trovato, lo strinsi al petto e corsi via. 
Fuori,nascosto dal boschetto vicino al laghetto vicino all'accademia. 
E piansi, cominciai a piangere. 
Dandomi del codardo da solo, non ebbi nemmeno il coraggio di aspettarlo e potergli parlare apertamente, come facevo sempre. 
Era raro che piangessi.
E quando lo facevo il motivo solitamente era appunto la frustrazione che i miei problemi di autostima mi portavano a provare. 
Dipendevo troppo da lui. 
Facevo tutto per lui, tutto in condizione di quello che piaceva a lui, voleva lui, era lui. 
Perché Syo, è l'unica cosa che ho. 
È l'unica persona che amo.
Da tanto, troppo tempo. 
Dal primo momento che i suoi grandi occhioni azzurri scrutarnono incuriositi i miei, ho provato qualcosa di  troppo grande e inconsciamente chiaro ai miei giovani occhi. 
Lo amavo.
L'ho sempre fatto, senza mai avere il bisogno di ricevere un minimo segnale di corrisposizione. 
Mi bastava stargli accanto. 
Vederlo sorridere e saperlo felice e a lui anche andava bene, nonostante gli stessi troppo attaccato, a causa della mia innata incapacità di contenere i sentimenti ed esternare le emozioni.
Mi buttai sull'erba e mi sdraiai,con ancora le lacrime che mi rigavano le guance,e mi portai il suo cappello sul viso, tenendolo con entrambe le mani. 
Continuai a singhiozzare, rendendo le mie guance salate, più di quanto siano mai state. 
Ed inspirai, profondamente, lasciandomi inebriare dal suo profumo fresco e fruttato del suo shampoo che tanto amavo. 
Avevo bisogno di lui, ma non volevo che mi vedesse così. 
Non volevo caricargli altro peso sulle spalle, non se lo meritava. 
Stavolta me la sarei cavata. 
Da solo.


Syo's Point of View 




Uscii dall'aula, in preda all'ansia per quel cretino di Natsuki che oggi ha ben deciso di fare il depresso per chissà quale motivo. 
È uscito di corsa dalla classe, senza dire nulla a nessuno. 
Di solito non si lamenta, questo lo so, ma mi dice sempre quando c'è qualcosa che non va. Mi rende sempre partecipe di quello che gli passa per la testa,ma oggi è stato più strano di quel che è solitamente, e ciò mi fa preoccupare, e non poco. 
Insomma, ci tengo a lui. 
E lo sa, lo ha sempre saputo. 
«Perchè d'un tratto non mi rendi partecipe di quello che passa per la tua testolina bacata quanto piena di pensieri adorabili?» - arrossii al mio stesso pensiero, scuotendo il capo-.
Camminai spedito,diretto in infermeria. 
Entrai aprendo di colpo la porta facendo spaventare l'infermiera. 
"M-Mi scusi, non volevo spaventarsi, volevo solo sapere se Shinomiya Natsuki è ancora qui? "
"No, mi dispiace caro, è andato via una ventina di minuti fa" - chiusi le mani a pugno-. 
"Okay, grazie"-sussurrai con un finto sorriso, per non farla preoccupare ulteriormente-.
Uscii altrettanto di corsa precipitandomi nella nostra stanza. 
Di solito si rifugiava lì, abbracciando il suo Piyo-Chan e a guardarmi con i suoi occhioni verdi lucidi. 
Mi fermai all'istante,sgranando gli occhi.
I suoi occhi. 
Ecco cosa c'era di strano quando mi ha guardato prima di uscire. 
Li aveva scuri, opachi e sembravano così pesanti, senza la loro caratterizzante lucentezza, piena di positività e amore, verso qualsiasi cosa. 
«Persino verso di me.»-arrossii nuovamente, mordendomi le labbra-. 
Perlustrai corridoi immensi, pensando a tutte le volte che mi dichiarava i suoi sentimenti come se fosse stato normale, a tutte le innumerevoli volte che mi ha fatto arrossire con la sua spontaneità. 
Perché era quello che adoravo di Natsuki, il fatto di essere spontaneo, genuino, incurante del pensiero degli altri, sempre e comunque. 
L'unico giudizio che gli è sempre importato è sempre e solo stato il mio. 
Il suo avere sempre un sorriso per tutti, il suo essere così gentile e premuroso per tutti.
Sempre sincero. Con me soprattutto. 
Era una persona meravigliosa in tutto ciò che la sua essenza costituiva. 
Ed ora vedergli gli occhi così scuriti da quel segreto non detto, nascosto dalla luminosità del suo sorriso, il quale mi accorsi solo in quel momento di quanto fosse finto,mi fece star male e sentire un idiota. 
C'era qualcosa di grosso, perché quando non me ne parlava era qualcosa di veramente grosso, era qualcosa di cui non voleva far sapere a nessuno, e quando dico nessuno, intendo nessuno nessuno.
Non ebbi idea precisamente di quando ricominciai a correre ma per poco non sbattei contro la porta della nostra stanza. 
Afferrai con convinzione la maniglia ed entrai. "Natsuki!" - gridai con l'adrenalina che aveva preso a scorrermi prepotentememte nelle vene, facendole uscire lievemente in rilievo lungo i miei avanbracci-. 
Sgranai gli occhi. 
Nessuno. 
Piyo-Chan sul suo letto stropicciato,senza lui a circondarlo. 
Ma la cosa peggiore fu quella di vedere i miei cappelli sparsi sul letto e sul pavimento, senza il mio portafortuna. 
Il primo cappello che ricevetti, proprio da lui. 
Ed allora mi resi conto di quanto fosse veramente grave la cosa. 
Già era grave quando si chiudeva in sé stesso abbracciando il suo peluche, ma quando prendeva il mio cappello, era qualcosa di estremamente peggiore, per il quale solitamente piangeva anche. 
E al sol pensiero di Natsuki in lacrime mi venne la pelle d'oca. 
Sbattei la porta alle mie spalle, dirigendomi, ancora correndo, verso il cortile esterno. 
Un'altra cosa che faceva in queste situazioni, rifugiarsi all'aperto in un qualche posto sperduto a piangere e gridare, senza farsi sentire da nessuno. 
Non vuole farsi vedere così da nessuno, tantomeno da me, ma sono sempre stato l'unico ad accorgersi quando aveva qualcosa, quando qualcosa lo turbava al punto di rendere i suoi occhi due pozzi verdi senza fondo. 
In men che non si dica mi ritrovai davanti al laghetto. 
E senza seguire nessun apparente logica, mi addentrai nel ciliegeto che lo corteggiava sul lato sinistro, sperando vivamente di trovarlo lí. Corsi, destreggiandomi tra gli alberi, cominciando ad urlare il suo nome, sperando mi sentisse. 
"Natsuki!"
"Natsuki!"-ancora nulla-. 
"Natsuki!!"- e sentii le sue urla soffocate in lontananza, cominciando a correre sempre di più verso di esse-.



Natsuki's Point Of View




Nemmeno io mi resi conto di quanto fossero veramente gravi la mia situazione e la necessità di sfogarmi in quel momento. 
Urlai. 
Più forte di quanto mai potessi essere. 
Ma ne avevo bisogno. 
Si di urlare, con le lacrime prepotenti a scavarmi le guance. 
Non so perché urlai. 
Forse per gridare al mondo che sulla sua superficie c'ero anche io,forse per riuscire a distinguermi in qualche modo, per non essere me stesso per quel poco che necessitavo prima di tornare un'ameba succube di Syo. 
Ecco perché. 
Tesi le corde vocali fino allo spasmo. 
Bruciavano come poche volte avevano fatto. 
Smisi, lasciando il capo rivolto verso il cielo, stravolto,mentre le lacrime continuavano a scendere, sempre più copiose e intense. 
"N-Natsuki"-mi voltai, con la faccia più che sconvolta, quasi mi avesse parlato un fantasma,ma, sinceramente, avrei preferito fosse davvero un fantasma. 
"Syo-chan"-mi uscì un sussurro-. 
Si buttò a terra e mi abbracciò. 
Sorrisi tra le lacrime, con il mento poggiato sulla sua spalla. 
«Non ce la farò mai a starti lontano..» 
"Perdonami"
"P-per cosa?"
"Per non essere capace di starti lontano"
"Io.. Io non voglio che tu... Mi stia lontano, Natsuki"-sorrisi di un sorriso amaro, sciogliendo l'abbraccio-. 
"Non posso dipendere da te per sempre Syo, devo lasciarti vivere la tua vita, non voglio addossarti peso che non meriti, che non necessiti. 
Devo riuscire a prendere le giuste distanze. 
Non fraintendermi, non voglio smettere di starti accanto, voglio solo smettere di addossarti pesi e problemi che non ti riguardano. 
Non meriti nulla di quello che posso offrirti,Syo."-abbassò lo sguardo, girando il volto alla sua sinistra-. 
"E quell' amore di cui farnetichi tanto l'esistenza?"-chiese con voce incrinata-. 
"Non merito nemmeno quello?!"-strinse le mani a pugno lungo i fianchi, stringendo gli occhi-. 
«No, no ma cosa stai pensando, perché, perché lo stai tirando fuori adesso? No Syo, non puoi parlarne tu, sono io che devo parlarne, tu devi continuare a rifiutarlo, non puoi accettarlo, non adesso, perché Syo, perché rendi il tutto ancora più difficile?» 
"Non sarà mai normale, non lo è già adesso, è simbiotico, io senza di te non sto, Syo, dovresti saperlo, sarei peggio di come sono adesso, più appiccicoso, più geloso, più desideroso di contatto fisico, pretenderei di poterti baciare ovunque e davanti a tutti, non saprei controllarmi... Tu non vuoi questo, lo so."
"Sai,hai ragione, non lo voglio... "-rilassó le mani, per poi aggiustarsi i capelli sotto il cappello-. 
"lo sapevo..." - sospirai-
"Da nessun altro che non sia tu..."-sussurrò al mio orecchio-. 
Arrossii violentemente, mentre i brividi presero possesso del mio corpo. 
"Dillo ancora, Natsuki..."
"C-Cosa?"
"Che mi ami, dimmelo ora, dimmelo adesso, guardandomi negli occhi, ora, che non scappo, che voglio affrontare tutto questo. 
Dillo ancora, dimostrami che è vero, l'ennesima volta. 
Dimostrami che ho sbagliato fin'ora. 
Dimostrami quanto idiota io sia stato a non accorgermene prima. 
Dillo, Natsuki. 
Ti prego... "-mi scese una lacrima ad occhi aperti -. 
Si staccò,guardandomi negli occhi. 
" Ti amo... Syo"-si avvicinò lentamente -. 
"Ti amo anche io, Natsuki"-e mi baciò -. 
Mai
Mai mi sarei aspettato una tale reazione e una tale confessione da parte sua. 
Ero stupito. 
Si staccò, imbarazzato e con un sorriso stratosferico. 
Era bello, bellissimo. 
Tanto che fece tornare a sorridere anche me. 
"Contento adesso?"-disse con un tono divertito, mentre mi teneva la testa -. 
Sorrisi, togliendomi quelle fastidiose lacrime dagli angoli degli occhi. 
Ed annuii convinto. 
"Si! Si,Syo! Si... Non hai idea di quanto mi abbia reso felice tutto questo."-lo abbracciai-. 
"Scemo"-sussurrò con il volto affondato nell'incavo della mia spalla,sorridente ed imbarazzato all'inverosimile.-.
"Grazie"-lo strinsi a me, lasciando che si accoccolasse-. 
Mi lasciò piccoli baci secchi sul collo, strusciandoci poi il naso contro. 
Restammo così. 
Per non so quanto tempo. 
Le sue labbra saggiavano il mio collo ogni tanto, sempre molto teneramente, senza saliva, né secondi fini, ad occhi e labbra chiuse. 
Ed io sorridevo. 
Mentre quella paura che tanto attanagliava il mio cuore come un lucchetto senza chiave, si dissolveva ad ogni schiocco lasciato dalle sue labbra. 
Gli carezzavo la schiena, appoggiato a lui, che non accennava a volersi staccare. 
"Natsuki... "-lo sentii bofonchiare contro il mio gilet -. 
"Si, Syo?" 
"Perché hai pianto tanto? Che cosa è successo? Hai voglia di dirmelo?"-si drizzò, staccandosi dal mio corpo, prendendo a giocare con un mio boccolo biondo-. 
"Certo che te lo dirò, infondo, la chiave per quel lucchetto sei sempre stato tu"-gli sorrisi,sotto il suo sguardo confuso-. 
"Non importa. 
Comunque... Mi è preso un attacco d'ansia da prestazione e ne sono seguiti complessi d'autostima, ho paura di non essere bravo come gli altri, o come te... È il mio primo concerto da Idol, e... Quando sei solo è un conto, ma in gruppo... Devi essere all'altezza degli altri, e, per la prima volta, non sono così sicuro di voler cantare con loro. 
Non voglio rovinare tutto per la mia voce"-la guancia mi bruciò di colpo, ed il mio volto era completamente girato verso destra -. 
Mi portai una mano sulla guancia guardando Syo, più sorpreso che mai.



Syo's Point of View




«Quante cazzate stai sparando? 
Natsuki Shinomiya, dinne un'altra e ti stacco la testa dal collo» 
"... Non voglio rovinare tutto per la mia voce"-non ci vidi più e lo colpii-.
Si girò a guardarmi. 
"Non provare a dire mai più una cosa del genere. 
Non osare solo a pensare una cazzata del genere. 
Natsuki, Santo Cielo, come fai a dire che non sei più sicuro di cantare con noi? Come fai a dubitare della tua voce? 
Voce che io ho sentito mutare, maturare, cambiare ogni giorno. 
Voce che ho sempre amato. 
Voce che mi ha accompagnato nella crescita
Che mi ha tormentato 
E voce che mi ama. 
Ama pronunciare il mio nome. 
Io amo la tua voce. 
Non si può non amare. 
Quindi, fatti altri complessi del genere e ti uccido".
Smise di strofinarsi la mano contro la guancia e annuì,con le lacrime agli occhi.
Sorrisi.
Ed in un attimo mi prese il viso con entrambe le mani e mi baciò.
e rimasi imbambolato, incapace di reagire per i seguenti due secondi.
ma ricambiai subito dopo.
affondando una mano nei suoi lunghi e morbidi boccoli biondi alla mela verde.
Adoravo il loro profumo.
Era rassicurante,sapeva di casa.
Perché, in fin dei conti, le braccia di Natsuki, erano sempre state la mia casa. 
Il calore delle sue braccia. 
Il profumo dei suoi capelli. 
Tutto. 
Lui, tutto di lui era stato e continuava ad essere la mia casa. 
"Ti amo, Natsuki"-mi staccai lievemente-.
Arrossii.
"Mettitelo in quella testa. 
Io sono qui, per te. 
Sempre. 
Non scordartelo mai. 
Capito?"-mi strinse a sé-. 
"Si,tesoro,si... "
Arrossii. 
"Non cominciare a farti strane idee sui nomignoli e smancerie varie adesso"-bofonchiai contro l'incavo del suo collo, che sapeva di colonia-. 
"Come vuoi, Syo-Chan" - poggiò il mento sulla mia testa, dopo averci lasciato un bacio-. 
"Ah, Syo....? "
"Si? "
"Ti Amo anche io"-arrossii -. 
"Scemo"-bofonchiai sorridendo-. 
Già. 
Non c'era casa migliore di quella. 
   
 
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