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Autore: Vichy90    15/02/2016    8 recensioni
< Buongiorno, i signori Cullen giusto? >
< sì > risponsi io sedendomi sul divano a tre posti di fronte al Dr. Whitlook, il nostro nuovo terapeuta.
Lui ci sorrise per poi prendere appunti sul suo block notes. Mi resi conto che probabilmente aveva osservato che io ed Edward ci eravamo seduti i più distante possibile l'uno dell'altra.
< allora Signora Cullen, perchè ritiene che lei e suo marito abbiate bisogno di una terapia di coppia? >
Mi sentivo in imbarazzo a parlare dei miei fatti privati ad un completo estraneo, ma d'altra parte quella era la mia (la nostra) unica speranza per salvare le cose.
< io ed Edward ci siamo separati sei mesi fà dopo che l'ho trovato a fare sesso con un'altra donna >
< non ci stavo facendo sesso! > mi interruppe lui alzando la voce come faceva sempre quando tiravo fuori la storia del tradimento.
< Signor Cullen, poi le farò la stessa domanda e potrà dire la sua. Per favore lasci parlare sua moglie. >
All'angolo del mi campo visivo vidi Edward squotere la testa contrariato, ma lo ignorai e mi concentrai sullo psicologo.
< e perchè pensa che suo marito abbia deciso di tradirla? >
< perchè non mi ama abbastanza >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bentornate a tutte quante (e benvenute a quelle nuove)!:)
Voglio solo dirvi che è tutta colpa di David Bowie.
Come saprete sicuramente il Duca Bianco è passato a miglior vita qualche settimana fa. Io ero in auto e in quel momento Virgin in suo onore ha fatto partire “Rebel Rebel”.. e io come una perfetta idiota ho pensato ad Edward e alla suoneria che aveva messo al cellulare per Bella (definendola in modo molto diretto una zoccola). Tutto questo chiaramente ben prima che si innamorassero, sposassero, avessero un/a figlio/a.. etc.
E allora mi sono chiesta: ma che fine avrà fatto la mia litigiosa coppia?
Si saranno davvero sposati? Avranno avuto 1, 2, 10 figli?
Si sopporteranno ancora?
E allora eccomi qui, con “Non è la solita storia d’amore… 3 anni dopo”.

P.S. Anche se non avete letto la prima storia potete benissimo partire anche da qui.. poi chissà, magari vi incuriosite e vorrete scoprire come è scoppiato l’”amore” tra i miei Edward e Bella.
P.S. Spero tanto che la storia sia all’altezza della prima!:)

Un bacio a tutte.


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1.
From a Distance


Al suono del citofono sobbalzai.
Non sapevo da quanto tempo fossi rimasta stesa sul divano al buio a contemplare il silenzio. Sapevo solo che quando Lily non era in casa ne approfittavo sempre per farlo. Per abbandonarmi alla solitudine e al vuoto. Perché non potevo di certo farlo con lei davanti. Il ruolo della mamma mi obbligava a mostrarmi sempre forte e sorridente di fronte a lei.
Fu per questo motivo che quando mi resi conto che erano già le 21 e la mia bimba stava per rientrare in casa, accesi di corsa tutte le luci del salotto e sintonizzai la tv su un telefilm anni ‘80 che pretendeva di essere comico. Solo per fingere una normalità che ormai da 6 mesi non mi apparteneva più. Più precisamente da quando io ed Edward ci eravamo separati.
Il bussare del portone d’ingresso aumentò la mia angoscia, ma cercai di ignorare la sensazione e, indossando il mio sorriso più incoraggiante, spalancai la porta.
<< Ciao amore mio! >> salutai sorridendo quanto più mi era concesso.
<< Mamy.. >> mormorò la mia bimba sonnolenta, mentre con una mano si strofinava un occhio e allungava l’altra per passare dalle braccia del padre alle mie.
<< hai passato un bel fine settimana? >> le domandai afferrandola da sotto le ascelle per stringermela al petto. Ma lei non mi rispose, troppo stanca per parlare. Si limitò ad appoggiare la sua testolina sulla mia spalla e a chiudere gli occhi.
<< è sfinita, questo pomeriggio non ha fatto il sonnellino. >> sentii dire alle mie spalle mentre entravo in casa, ignorando la presenza di quell’uomo a pochi passi da me.
<< come mai? >> domandai neutra mentre mi avviavo a portare Lily a letto, seguita da Edward.
All'inizio mi infastidiva che entrasse in casa mia, ma Edward a causa del lavoro vedeva Lily davvero molto poco (una volta a settimana, a volte una volta ogni due) e dato che volevo che mia figlia crescesse con un padre vicino l'unica cosa che potevo fare era lasciarlo fare, e permettergli di sfruttare fino all’ultimo secondo il tempo che aveva per passare assieme a lei.
<< l'ho portata allo zoo stamattina, quando è tornata a casa era troppo eccitata per dormire >>
<< ok >> risposi con tono disinteressato mentre facevo indossare il pigiamino alla mia bimba addormentata e la infilavo sotto le coperte del suo lettino.
<< Fai sogni d'oro amore mio >> sussurrai lasciandole un bacio sulla fronte per poi allontanarmi per permettere ad Edward di salutarla in privato.
Uscii dalla stanza, tuttavia la curiosità mi spinse a trattenermi vicino alla porta per origliare.
<< buonanotte piccolina >>
<< papy? >>
<< dimmi amore >>
<< quando torni? >>
E se possibile il mio cuore già martoriato iniziò a sanguinare ancora di più quando sentii la vocina innocente di mia figlia fare una domanda del genere. E anche per Edward doveva essere lo stesso perchè lo sentii indugiare un pò prima di riuscire a rispondere.
<< Presto tesoro.. ci vediamo la settimana prossima. Chiedo a mamma se puoi venire a dormire a casa, va bene? >>
<< ma io voglio che vieni qui.. voglio il mio papà.. >> e la sua voce si spezzò sotto il peso della tristezza, e io non riuscii a trattenere i miei occhi dal riempirsi di lacrime per il dolore che sapevo stavamo causando alla mia bambina.
Avrei tanto voluto riuscire a sistemare le cose per rendere felice la mia Lily ma.. non era possibile. Proprio non era possibile.
<< Andrà tutto bene Lily, ti prometto che andrà tutto bene. Credi al papà? >>
<< sì >>
<< brava. Adesso chiudi gli occhietti e fai tanti sogni d'oro. Io rimango qui finchè non ti addormenti >>
Quando non sentii più nulla mi resi conto che Lily doveva essersi addormentata e così, peggio di una ladra, mi rifugiai in cucina cancellandomi svelta le lacrime con le dita, pronta ad ostentare un'indifferenza che proprio non mi apparteneva.
<< si è addormentata. >> disse Edward quando mi raggiunse in cucina.
<< bene. >> risposi io voltandomi verso di lui.
Per un lungo attimo rimanemmo fermi a fissarci a vicenda senza dire nulla. Nessuno proferì una parola fino a che io, a disagio, mi voltai e mi misi a riempire una teiera di acqua per fare una tisana di cui non avevo minimamente voglia, ma utile almeno a tenermi le mani occupate.
Edward non disse nulla tanto che per un attimo credetti si fosse avviato verso l'ingresso per andarsene, ma poi la sua voce bassa spezzò il silenzio.
<< possiamo parlare un pò? >>
No. Non avevo voglia di parlare. Non avevo voglia di guardarlo. Non avevo nemmeno voglia di stare nella stessa stanza con lui.
<< se si tratta di Lily si, altrimenti puoi anche andare. >> continuai risoluta nel mio teatrino dell’indifferenza.
<< Bella per favore. >> mi supplico.
<< Edward non ho voglia ok? È Domenica sera, domani mattina dovrò svegliami presto e non ho la forza di affrontare l'ennesima discussione con te. Sono stanca. >>
E probabilmente quelle che usai furono le parole sbagliate, perché in men che non si dica mi ritrovai Edward a pochi passi da me che, probabilmente stufo del fatto che continuassi a dargli le spalle, mi afferrò con forza per un braccio facendomi voltare verso di lui.
<< anch'io sono stanco! Cosa credi, che mi vada bene questa situazione? Vedere mia figlia con il contagocce? >>
<< Parla piano, Lily dorme. >> lo sgridai io. << E comunque è tutta colpa tua se la vedi con il contagocce. Non cercare di farmi sentire in colpa per questa situazione, perché non ci riuscirai! Sapevi benissimo che sarebbe finita così! >> risposi arrabbiata cercando di trattenermi dal mettermi a strillare come avrei tanto voluto. O a prenderlo a cazzotti. Anche quello mi sarebbe piaciuto parecchio.
<< Sto solo cercando di mettere le cose a posto, Bella! >>
<< Beh non puoi farlo Edward. Non puoi distruggere tutto e rimettere i pezzi a posto a tuo piacimento. Non funziona così! >>
<< cristo Bella, se almeno mi lasciassi spiegare! >>
<< non voglio spiegazioni. Non voglio saperne nulla, non voglio sentire una parole di te e di quella puttana che ti sei scopato! >>
<< non me la sono scopata, te l'ho già detto! >>
<< giusto, gli hai solo infilato l’uccello in bocca. >> esplosi a quel punto senza potermi trattenere.
Provai schifo nel dire quella frase. Provai schifo anche solo a pensare a quelle cose. Ma volevo solo che anche Edward sentisse lo schifo che io provavo addosso. Volevo solo che si sentisse morire come mi sentivo io ogni maledetto giorno, da quando lo avevo trovato in compagnia di una donna che non ero io.
<< non parlare così >> e il suo sguardo si piegò sotto il peso delle mie terribili parole.
L’arma puntata aveva sparato. E fatto centro.
<< Che c’è Edward? Fa più schifo dirlo che farlo? >> lo vidi stringere le labbra e passarsi le mani sulla faccia nel tentativo di nascondere i suoi occhi diventati ormai lucidi.
I miei invece erano asciutti. Io ormai avevo finito tutte le lacrime.
<< avevamo dei problemi Bella e io ho fatto casino. >>
<< vaffanculo Edward. Vattene da casa mia. >> risposi di getto indicandogli la porta di casa.
<< è casa nostra Bella. >> mi corresse lui nel tentativo di rimanere ancora un po’ e non farsi cacciare per l’ennesima volta.
<< sì, finchè non firmeremo le carte del divorzio. >> ed fu a quel punto che lo vidi bloccarsi con la bocca aperta.
<< q-quali carte del divorzio? >> lo fissai seria senza rispondere.
Non era vero che avevo fatto preparare le carte per il divorzio. Ci avevo pensato tante volte, l'avevo desiderato tante volte, ma non ne avevo mai avuto mai il coraggio.
<< No, io non divorzio. Io non divorzio Bella! >> disse serio e dalla espressione sembrò sul punto di avere un attacco di panico << Cristo no, noi non divorziamo! >>
<< abbassa la voce, la bambina dorme. >> lo sgridai di nuovo.
<< e allora tu non dire delle cose del genere. Non pensarle neanche, cazzo! >> rispose lui a quel punto mentre lacrime silenziose iniziarono a rigargli le guancie << Dio, Bella ti prego dammi un’opportunità! >> iniziò a dire mentre cercava con gesti febbrili di cancellare inutilmente i segni del pianto che sapevo stava per sommergerlo.
Mi morsi l’interno delle guancie nel tentativo di trattenere tutti gli insulti e le grida che anch’io avrei tanto voluto sputare fuori.
Ma ero stufa di parlare.
Ero stufa di gridare.
Ero stufa di lui e del male che ogni volta vederlo e parlargli mi provocava. Erano passati 6 mesi e ancora non riuscivo a provare l'indifferenza che volevo. Perchè lo amavo. E avrei dannatamente voluto smettere di farlo.
<< dammi l'opportunità di mettere le cose a posto Bella. Ti prego, possiamo ancora farcela. >> disse avvicinandosi a me e carezzandomi le guancie che mi resi conto solo in quel momento essere bagnate anch’esse.
Non volevo che mi toccasse ma mi sentivo troppo debole per scostarmi e non godermi anche solo per un istante il conforto che le sue mani avevano sempre saputo darmi.
<< è tardi Edward.. >> sussurrai angosciata.
Perchè avrei tanto voluto che fosse vero. Avrei tanto voluto tornar indietro, quando non era ancora successo nulla. E avrei tanto voluto dimenticare. Ma io non ci riuscivo. Il mio cuore non ne era in grado.
<< non è troppo tardi Bella. I sentimenti ci sono ancora, e se quelli ci sono si può ancora rimediare. Ti prego Bella. Sono disposto a tutto per mettere le cose a posto. Se da soli non ce la facciamo facciamoci aiutare da qualcuno. Andiamo da uno psicologo, facciamo terapia.. Ti prego. Tutto, sono disposto a tutto per salvare la nostra famiglia. Ti prego Bella >>
E mi sentii sopraffatta. Le sue parole un balsamo sulle ferite che sanguinavano da mesi e che non cicatrizzavano mai.
<< Non lasciare che un mio errore rovini tutto. Non lasciare che un mio errore distrugga la nostra famiglia. Ho sbagliato, ho sbagliato e non passa giorno che io non me ne penta. Che io non provi a rimediare. Ma devi aiutarmi Bella. Devi lasciarmi avvicinare. Per favore Bella.. per favore.. lasciami avvicinare. >>


Quando mi svegliai, qualche ora più tardi, mi ritrovai stesa sul divano. Nuda, coperta dal plaid e con il petto caldo di Edward premuto sulla schiena. E l'unica cosa che provai fu disgusto per me stessa e per l’ennesima mia debolezza.
Non tentai neanche di non svegliarlo quando mi liberai dal suo abbraccio e mi alzai di scatto per iniziare a raccattare imbarazzata i miei vestiti da terra.
<< Bella? >> mi chiamò Edward confuso mentre si svegliava e si accorgeva anche lui di come la situazione ci fosse per l’ennesima volta sfuggita di mano.
Era già capitato altre volte che facessimo sesso. Ed era sempre lo stesso siparietto: lui distrutto, io distrutta, lui che mi consolava, e io che dall’alto della mia stupidità cedevo e finivo per cercare consolazione nell’unico modo che poi mi faceva sentire ancora più di merda. Così poi io mi allontanavo arrabbiata e lui per minimizzare il casino faceva finta di nulla. Per poi tornare punto e a capo.
<< Vestiti, e vai a casa. Non voglio che Lily ti trovi qui domattina. >>
Dalla sua espressione mi resi conto di averlo ferito con le mie parole.. ma non mi importò. Volevo solo farmi una doccia e togliermi di dosso la sensazione di sporco e sbagliato che mi sentivo addosso.
<< dai Bella, almeno lasciami dormire sul divano. Così domattina faccio colazione con lei e la porto all'asilo. Non ne ho mai l'opportunità. >>
Non avevo voglia di ribattere che non ne aveva l’opportunità perché mi aveva tradito e era stato giustamente sbattuto fuori di casa. Che se lo doveva aspettare che con il lavoro impegnativo che faceva non vivere più insieme avrebbe avuto come conseguenza l’impossibilità di godere della piccola quotidianità con Lily. Non avevo voglia di ricominciare a discutere. Mi sentivo solo terribilmente imbarazzata e fuoriposto, così con un << fai quello che vuoi >> girai i tacchi e mi andai a nascondere in camera mia.
  
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