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Autore: ina6882    15/02/2016    1 recensioni
In tutte le fiabe che si rispettino ci deve essere per forza la presenza di un giovane e aitante principe, di bell'aspetto e di altrettanta presenza, che possa con le sue azioni conquistare il cuore di una bellissima fanciulla, per giungere a quell'agognato lieto fine che ben si addice al tipo di storia.
Ma cosa accadrebbe se i personaggi di quella stessa fiaba, all'apparenza normalissimi come in tutte le altre fiabe, si rivelassero invece stupidi e allo stesso tempo comici?
È qui che entrano in gioco i protagonisti di questa storia, all'apparenza come tutte le altre, ma ricca di eventi comici quasi assurdi.
Il principe in questione è Lysandro e spero che la sua storia, ricca di colpi di scena e tante peripezie, che lo porteranno a compiere un lungo viaggio insieme a degli strambi compagni, vi faccia ridere e divertire! Come sempre il lieto fine è scontato, ma questa volta credo che ci sarà un po' più strada da compiere prima di giungervi!
Spero comunque che la noia non vi assalga e che decidiate di accompagnare lo strambo gruppo durante questo viaggio.
Perciò vi auguro buona lettura!
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTO II 

Quando ad un gruppo male assortito si aggiunge un nuovo strano membro 

 
 

Dopo aver attraversato il confine del regno, il gruppo dei nostri strani viandanti si diresse verso un vicino villaggio dal quale, poi, avrebbe preso la strada che portava verso il bosco magico. 
Nessuno di loro parlò durante il tragitto, a parte Lysandro che, totalmente immerso nei suoi pensieri, appollaiato comodamente sul suo destriero e usando una sporgenza della sella come appoggio, si era dedicato al suo passatempo preferito cercando di comporre una nuova poesia e recitandola al contempo ad alta voce per provare l'efficacia di quei versi.
Aveva ormai finito di interpretarne uno per l'ennesima volta quando si accorse che qualcosa, in quelle rime, non lo convinceva appieno e così riprese il lavoro dal principio esasperando ancor più i suoi compagni. 
Il villaggio ormai era alle loro spalle, ma Lysandro non si era neanche accorto di averlo attraversato, quando all'improvviso, Kentin, che fino a quel momento aveva cercato di mantenere i nervi saldi, si rivolse spazientito al ciambellano: «Per l'amor del cielo, fatelo smettere! È da quando siamo partiti che continua a ripetere fino all'esaurimento quei versi».
Nathaniel guardò il cavaliere accigliato e rispose: «Di grazia cavaliere, e io che ci posso fare?  Quando la fata ha lanciato l'incantesimo non ha certo pensato a lasciare un libretto delle istituzioni che potesse indicarci cosa fare in questi casi per spegnerlo».
«Ma metteteli un tappo in bocca, che so io? O dateli una botta in testa!».
«Certo, grande genio, così non solo non capisce nulla, ma lo faremo diventare più rincretinito di quanto già non sia».
I due continuarono così la loro accesa lite, finché Lysandro, terminato il suo lavoro, non alzò gli occhi dal taccuino e vedendoli così accalorati disse: «Giovani viandanti perché litigare, quando in pace l'uno con l'altro potremmo viaggiare?».
Il cavaliere a quelle parole serrò la mascella per la collera e stava già per estrarre la spada dal fodero, nonostante gli ammonimenti del ciambellano, se non fosse stato fermato dalle seguenti rime del principe che, senza avere il sentore di essere la causa della lite, per nulla intimorito era passato alla guida del gruppo e aveva poi arrestato il suo cavallo dopo aver intravisto, seduta sul ciglio della strada, la figura di una fanciulla immersa nella lettura. 
«Che soave visione, che soave bellezza, ci ha donato questo giorno con la sua brezza! Amici non litigate e con me esultate! I miei occhi hanno visto questa giovane donzella. Eccola li! Guardate quanto è bella!».
Kentin e Nathaniel non poterono che seguire le indicazioni del principe che, al colmo della felicità, continuava a declamare versi d'amore per quella ragazza che neanche aveva alzato gli occhi dal suo libro, e quando la videro constatarono che in effetti aveva davvero una bellissima figura, minuta e aggraziata, con pelle rosea; morbidi capelli scuri le cadevano dolcemente sulle esili spalle e le incorniciavano il delicato volto la cui espressione era seria e concentrata. 
Prima ancora che potessero dire alcunché, videro il principe avvicinarsi a lei e, sceso da cavallo, rivolgerle amorevolmente la parola: «Giovane fanciulla così tanto assorta, del mio cuore avete aperto la porta e la vostra bellezza mi ha portato al colmo della contentezza. Perdonatemi se vi ho distratto, ma dal vostro fascino sono stato attratto. Mi fareste la cortesia di accettare la mia compagnia?».
Con tanto ardore egli pronunciò queste parole, mentre il ciambellano e il cavaliere erano rimasti impietriti non sapendo cosa dire. Fu Kentin che per primo non poté trattenersi dal sussurrare all'altro: «Ma è impazzito per caso?».
Nathaniel non dimenticò di ricordare al vecchio avversario, di quanto tempo prima il principe avesse perso il senno e che quindi un tale comportamento era senz'altro consono al suo modo di essere e aggiunse: «Dobbiamo bloccarlo prima che faccia qualche pazzia. Non si sa mai che le possa chiedere di sposarlo e al quel punto state certo cavaliere che il re ci farà fuori entrambi».
«Hai ragione,» rispose l'altro, «Comunque mi sembra di notare che non corriamo alcun pericolo. La fanciulla non mi sembra molto interessata a lui. Hai visto?». E così dicendo indicò nella sua direzione.
In effetti Lysandro si trovava ancora in piedi di fronte la ragazza, ma lei non lo aveva degnato minimamente di uno sguardo; il suo volto non aveva perso per un solo istante la sua espressione concentrata ed era rimasto fisso verso il libro che aveva per le mani.
Questo comportamento non poté non turbare l'animo infatuato del principe che rimase sconcertato da tale atteggiamento e avrebbe voluto scrollare la fanciulla per le spalle, se non fosse stato bloccato in tempo dai suoi compagni di viaggio che gli si avvicinarono per invitarlo a risalire a cavallo e proseguire il cammino.
«Non posso allontanarmi da colei che il cuore ha saputo stregarmi!,» protestò egli con ardore.
«Ma signore,» cercò di farlo ragionare il ciambellano «l'avete appena incontrata e per di più non vi ha neanche rivolto la parola...».
«Nulla di questo per me ha importanza e son sicuro che mi accetterà con un po' di costanza. Di proclamarle i miei sentimenti non smetterò e son convinto che non me ne pentirò».
Nathaniel e Kentin rimasero a bocca aperta davanti a questa dichiarazione e, dopo essersi consultati e aver constatato che il ciambellano fosse il più adatto, grazie alle sue doti oratorie, a cercare di dissuadere il principe, egli gli si avvicinò e pensò al discorso più giusto da fare per fargli cambiare idea: «E come faremo con la missione che vi ha assegnato vostro padre? Avevate promesso che l'avreste portata a termine».
«È vero l'ho detto, ma al cuore non si comanda e quindi aspetto. La missione non è terminata anzi è appena iniziata. Stai sicuro che la compirò e a termine questo viaggio porterò, ma non prima di sapere di questa fanciulla il parere. Quindi vi chiedo di attendere e dopo la sua risposta, il viaggio potremo riprendere,» e prima che il suo interlocutore potesse protestare si rivolse alla giovane, la quale, bisogna dire, non si era mossa di un centimetro,  nonostante i nostri tre viandanti avessero fatto questo discorso davanti a lei. Anzi, aveva anche cambiato pagina al suo libro senza alzare lo sguardo. Questo modo di fare aveva fugato ogni dubbio nella mente di Kentin e Nathaniel che, se non fosse stato per il principe, sarebbero partiti da un pezzo e avrebbero raggiunto il bosco magico, ma, ironia della sorte, il comportamento della giovane aveva invece accresciuto la curiosità di Lysandro che voleva assolutamente ascoltare il suono della sua voce ed era più che mai risoluto nella sua decisione di non abbandonare il posto prima di aver raggiunto lo scopo. Così coinvolto dai sentimenti, che in soli cinque minuti erano aumentati nel suo cuore, parlò nuovamente alla fanciulla adoperando una serie di rime e auliche parole per cercare di far breccia nel cuore di lei, ma nulla di quello che diceva sembrava efficace e ogni parola era gettata al vento, perché ella nuovamente non si mosse e non diede nessun cenno di assenso.
Il principe non sapeva davvero che pensare, non capiva perché tutto ciò che facesse non solo non veniva ascoltato, ma non contribuisse neanche smuovere la ragazza dalle sue faccende. Nulla dava il sentore che avesse anche solo sentito per sbaglio una parola. Nessun lieve rossore era apparso sul suo viso a denotare l'imbarazzo che ella poteva provare udendo quelle parole d'amore.
I suo compagni non facevano che spazientirsi sempre più e Kentin stava quasi per spronare il suo cavallo quando Lysandro, capendo, stranamente, che altre parole non avrebbero avuto successo, passò ai fatti e afferrato il libro lo strappò dalle mani della ragazza. Il gesto lasciò allibito e impietrito il ciambellano il cui viso divenne pallido all'istate. Dov'era finita la galanteria, tutte le buone maniere impartite dai migliore maestri? Stava quasi per svenire quando venne bloccato dalle grida della fanciulla che, a quel punto, alzò lo sguardo: «Ma... cosa? Ehi? Ma cosa fate? Siete impazzito per caso?».
Finalmente il desiderio del principe era stato esaudito, ma in quel momento, invece di rispondere, egli rimase muto e continuava a fissare la giovane che, irritata dal suo gesto, gli gridava contro. Era stato talmente occupato nella sua decisione di ricevere risposta, che in quel momento non ricordava più per quale motivo le si era avvicinato e le aveva rivolto la parola.
Fu Nathaniel a correre in suo aiuto e afferrato il libro lo porse alla proprietaria esibendosi in uno dei suoi soliti inchini rasoterra accompagnato da una serie di scuse a nome del suo signore.
«Vorrei tanto sapere,» continuava a gridare la ragazza, «se il signore qui presente è per caso ammattito. Strapparmi in questo modo il libro dalle mani...».
«Lo perdoni signorina, ma non era sua intenzione,» cercò di spiegare il ciambellano. 
«Come non era sua intenzione? Ma l'hai visto? Glielo ha tolto di mano!,» mormorò Kentin. 
«Cavaliere, ma da che parte state? Lo sapete meglio di me in che situazione ci troviamo,» rispose irritato il ciambellano, ignorando la fanciulla.
«So soltanto che questo qui è pazzo!».
«Non è una novità. Lo sapevate sin dal principio di questo viaggio. E non ditemi che non eravate stato avvisato,» continuò l'altro, sganando gli occhi stizzito e al contempo imbarazzato per la figuraccia che l'accompagnatore li stava per far fare d'avanti ad un'estranea.
«È vero lo sapevo, ma non immaginavo sino a questo punto,» seguitò a portestare Kentin.
Nathaniel lo ignorò e si rivolse nuovamente alla ragazza che, spazientita, aspettava ancora una risposta e braccia conserte: «Ci scusiamo per l'accaduto,» disse con un altro inchino e poi sussurrò: «Vede, purtroppo questi due non stanno molto bene e devono essere compatiti...».
«Che cosa vai blaterando?,» intervenne urlando il cavaliere che aveva sentito tutto, «io sono sano più che mai! È questo qui,» disse indicando il principe accanto a lui, «che ha qualche, anzi, direi mille problemi. Prima la vede da lontano e inizia a comporre poesie d'amore. Poi si avvicina e le parla e si innamora senza che lei abbia risposto...
» e così dicendo iniziò a sfogarsi tutto d'un fiato urlando come un pazzo a squarciagola: «...poi, alla fine, decide di toglierle il libro dalle mani, perché... boh?, Suppongo che l'intento fosse che almeno lei lo degnasse di una sguardo in qualche modo, visto che con le rime appassionate non aveva funzionato. Vorrei sapere se questo non vuol dire essere pazzi, ditemi un po' voi!,» terminò quasi senza fiato.
La ragazza udendo il resoconto della situazione iniziò a ridere sonoramente e questo lasciò allibiti i suoi interlocutori, soprattutto Kentin che, dopo essersi finalmente sfogato, credeva che lei lo stesse prendendo in giro. 
«Oh, mi dispiace così tanto che le cose siano andate così. Quando leggo, per isolarmi meglio, uso questi,» disse lei estraendo due tappi dalle sue orecchie, «quand'è così vi prego di accettare le mie di scuse signori. Il fatto è che questo libro mi appassiona molto. L'ho letto molte volte e non mi stanco mai di rileggerlo».
«Non si preoccupi signorina,» rispose il ciambellano,  poi rivolgendosi ai suoi compagni: « Ora che tutto è risolto possiamo proseguire il viaggio. Il bosco magico non è molto distante da qui». 
«Il bosco magico?» chiese estasiata la giovane, «È lì che siete diretti?».
«Si. Dobbiamo arrivare al castello delle fate» riprese Nathaniel.
«Oh! Il castello delle fate! Vi prego portatemi con voi!».
«Cosa?» rispose subito Kentin.
«Si vi prego. Ho sempre sognato di arrivarci un giorno. Non vi sarò di alcun intralcio. E poi avrete bisogno del mio aiuto».
«Certo noi avremmo bisogno dell'aiuto di una donna, ma mi faccia il piacere».
«Dico davvero cavaliere. So molte cose sul bosco magico...».
«E sentiamo dove avreste appreso queste nozioni?» chiese scettico l'altro.
«Da questo! » disse lei battendo una mano sul suo libro, «questo è un libro di fiabe che mi è stato regalato da mia nonna. Tutto ciò che accade all'interno del bosco magico, in un certo qual modo è scritto qui». 
«Non credo sia una buona idea, vero ciambellano?» convenne Kentin. 
«Cara donzella e così sia. Saremo onorati della vostra compagnia,» intervenne prontamente Lysandro senza dare il tempo agli altri di dire qualcosa. 
«Grazie mille, ma non chiamatemi donzella, io sono Odette».
Il ciambellano non seppe come replicare, ma si limitò a dire: «Speriamo che queste conoscenze ci siano utili...».
Il cavaliere invece rimase completamente allibito... «E lo credo cantastorie. Prima non riesce a parlare e poi interviene prontamente? Che poi a pensarci bene, ma perché avete accennato a questa ragazza sulla via? Se non ne avreste parlato, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto».
Io mio limito solo a raccontare storie cavaliere, non mi interesso dei vostri rapporti con le altre persone.
Ma tornando alla storia...
Nonostante le proteste di Kentin, la fanciulla si unì al nostro strano gruppo e insieme proseguirono alla volta del bosco magico.


 

 

Con questo nuovo aggiornamento credo proprio di aver reso meglio, quanto questa storia sia demenziale ^-^"
Man mano che si procede, anche gli altri personaggi iniziano ad apparire stupidi ^^'
Spero che questo nuovo Atto sia stato di vostro gradimento; questa storia si sta rivelando più stramba di quanto sembrava all'inizio, una prova è data dallo strano incontro con la fanciulla (che in un certo qual modo dovrebbe rappresentare la Dolcetta, anch'essa svampita come gli altri personaggi ^v^")..
Come sempre ringrazio il coraggioso lettore che si è spinto fin qui e anche chi avrà altrettanto coraggio nel commentare questa follia ^///v///^ 
Al porssimo aggiornamento *-^

Ina

   
 
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