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Autore: DaisyBuch    15/02/2016    0 recensioni
Vivienne ha vent'anni ed è rimasta orfana da poco. Insieme ai suoi due fratelli Gabriel e Dianne si trasferisce nella casa in campagna dei nonni, lontana dai suoi amici e soprattutto dalla sua amata casa in città. Sempre razionale e introversa, scoprirà che la vita nel paese nasconde molti segreti e l'incontro con lo psicologo Gustav non farà che confonderla sempre di più sulla realtà della storia
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qua è tutto diverso, ma ovviamente non mi lamento. C’è già Gabriel che lo fa sia per me che per Dianne.
Siamo rimasti orfani definitivamente tre settimane fa, nostra madre Claire era morta poco dopo che Dianne nascesse, sei anni fa, mentre nostro padre Hector ha avuto un infarto. Siamo in macchina in questo momento, diretti a casa dei nostri nonni in campagna; la abbiamo ereditata molto tempo fa e non potevamo permetterci di rimanere a vivere in città sebbene i nostri genitori ci abbiano lasciato dei soldi non sono abbastanza. La casa è vecchia, a quanto ricordo ed è l’unica cosa che ci rimane: non abbiamo nessun parente vivo tranne i nostri nonni materni. Sento il peso sulle spalle che si fa sempre più pesante metro dopo metro. Dianne è seduta dietro da quando siamo partiti e continua a disegnare, Gabriel invece ascolta la musica nel sedile affianco, alquanto irritato dal venire qui. Ha sedici anni e continua a non capire il perché siamo venuti a vivere qui, come se a me facesse piacere. Prima studiavo Legge all’università, ma ora che ci siamo trasferiti ho dovuto smettere di frequentare: partirò solamente per dare gli esami e mi troverò un lavoro in paese, poco distante dalla casa. Questo è il piano della mia vita, della nostra vita. Per ora.

Il navigatore mi porta in una via che ricordo a malapena: non veniamo qui da almeno due anni, mio padre e i suoi suoceri non andavano molto d’accordo. La strada è piena di villette lontane tra di loro, con immensi uliveti e vigneti che le separano. E’ il numero quarantaquattro. Mi sporgo al di sotto dello specchietto retrovisore per vedere meglio i numeri civici a destra e scopro che il prossimo è il nostro.
-Siamo arrivati.- dico sollevata dopo il lungo viaggio di tre ore.
-Siii!- Dianne butta violentemente i disegni sul sedile e si alza sulle ginocchia.
Gabriel non ha nemmeno sentito.
La casa si apre con un vialetto accompagnato lungo entrambi i lati da alberi altissimi che portano direttamente verso l’entrata della casa. Percorriamo il viale fino allo spiazzo verde, parcheggio la macchina sotto al chiosco naturale di fichi e scendiamo per salutare i nostri parenti. La casa era come me l’ero ricordata: grande e solenne, non come le altre case. Affatto comune, si apriva con due colonne bianche imponenti alla cui base c’erano delle rose rosa, che circondavano a cespugli tutte le fondamenta della casa. Il giardino curatissimo era al contrario semplice: solo due enormi salici piangenti di fronte al portone della casa congiungevano i rami e cadevano adagio sulla superficie del tavolo di legno.
-Dianne!- urlò nonna Katerina. Dianne non si tolse nemmeno lo zaino e corse ad abbracciarla.
Uscì anche nostro nonno che sorrise beatamente e ci salutò uno per uno con un abbraccio goffo.
-Venite dentro, ho preparato i biscotti.- disse e Dianne entrò tutta contenta, mentre io e Gabriel eravamo piuttosto di cattivo umore ma io non lo davo a vedere.. o almeno ci provavo, mentre Gabriel non faceva il minimo sforzo. Mi aiutò a scaricare le sei pesantissime valige ed entrammo dentro distrutti.
-Come è andato il viaggio Vivienne?- mi chiese mio nonno Louis.
Io feci un sorriso forzato. –Pesante.- dissi entrando in cucina e poggiando le chiavi sul tavolo.
-Coraggio.- mormorò e si mise seduto.
-Gabriel levati le cuffie.- alzai gli occhi al cielo. Gabriel se le levò controvoglia e cominciò a mangiare i biscotti. L’unica veramente contenta di stare qui era  senza dubbio Dianne.
   
 
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