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Autore: bambi88    22/03/2009    8 recensioni
FIC PER IL COMPLEANNO DI LILY_90
Con una storia nella storia, per scoprire cosa si cela dietro alle autrici, quando creano le loro fiction.
Lily_90 e Bambi88 riunite in una [tetra] stanza.
Ce la faranno Shikamaru, Temari, Ino e Kankuro ad uscirne indenni?
Quando il mondo dei buoni si scontra con quello dei cattivi.
E quello che nasce è solo NERO.
Spero di avervi incuriosito
Auguri Sa
Bacio
Roberta
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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compleanno sara
A Sara,
perchè è primavera e deve svegliarsi.
Perchè Black fly, that's right.
Perchè noi siamo piccole ma testarde Whispers in the Dark.
Perchè the night belongs to lovers
E perchè gli uomini non cambiano, e perchè noi vorremmo dire no, e non sentirci piccole così.
Perchè è una stupida dedica musicale e perchè il vero regalo non è ancora finito.
Perchè le voglio bene, anche se non finisce mai il suo cornetto e compra mezza pizza.
Perchè prende il tè alla pesca freddo.
Perchè mi sopporta quando canto "Sailor Moon la luna splende", nonostante la strofa sulla luna bianca.
Perchè è la Mera di KaliMera.
Perchè è totalmente pazza.
Perchè crede che lo ShikaTema sia alla base della trama di Naruto.
Perchè la sua Temari, sotto la mia influenza, è sessualmente attratta da Hidan - e quanto la capisco -
Perchè sente freddo anche ad Agosto.
E perchè leggere ciò che scrive takes my breath away.

Buon Compleanno, Sara.



ABAIF
- alla conquista delle fiabe -

Notte senza luna.
Cielo senza nuvole.
Buio senza stelle.

Una figura si aggirava per la tetra stanza, un volume stretto tra le braccia morbide.
I capelli chiari, raccolti in due codini, si muovevano frenetici sulle spalle coperte da un mantello scuro, e i suoi passi, leggeri sul pavimento impolverato, scandivano il silenzio della notte più nera.
La figura, losca e misteriosa, camminava rasente i muri, il fiato spezzato dall’ansia sempre più incalzante.

Fu allora che un tuono squarciò il sereno.
E un tonfo spezzò il silenzio.

-    cazzo Sa! Accendi questa cazzo di luce, sono due ore che prendo tutti gli spigoli che ci sono in questo antro del cavolo! – berciò la losca ( nonché volgare) figura.
Una seconda voce pigolò nell’angolo più nero.
-    ma Robbè, la luce è bianca! –
L’altra abbassò la testa, disperata.
-    ma chi me lo fa fare…Sara!
La mora le strappò il volume con violenza, poggiandolo su un nero leggio.
-    hai portato tutto? –
L’altra sbadigliò, annoiata – si, anche se mi chiedo come pensi di scrivere con inchiostro nero su una pagina nera –
Sara ghignò – sottigliezze – spiegò poi, agitando con affettazione la mano.
- Biancaneve, cenerentola, la bella addorment…-
Roberta si guardò con ostentata diffidenza le unghie smaltate – tesoro, sei sicura di stare bene? –
L’altra si agitò nel mantello nero, sfogliando il grosso librone con sguardo allucinato – benissimo –
Roberta scosse le spalle, sfilandosi la cuffietta dell’i-pod dall’orecchio – ma perché ti ho dato l’idea di farlo, è?! – si alzò, aggiustandosi l’inesistente gonna – e posso accendere la luce? –
L’altra ghignò, diffidente – ho messo lampadine nere – sussurrò, melliflua – non credi facciano atmosfera? – la fissò, un sorrisone sul viso – e non fare quella faccia sconvolta, che la prima a voler murare le finestre sei stata tu! –
Roberta imbronciò le labbra, pensosa – bhe, quello ha migliorato molto l’aspetto tetro e ambiguamente malvagio del nostro antro, no? –
Le loro sinistre risate si fusero nell’aria – ovviamente nera – della stanza.
-    ricapitoliamo il nostro sinistro…anzi no, malvagio sopra ogni dire, piano –
Roberta ghignò, strofinandosi le mani – lui è mio! LUI è mio! –
-    calma tesoro, ucciderai Neji un'altra volta…ma ora ripassiamo tutto –
La bionda afferrò un post it viola scuro – scusa Sa, neri non li fanno –
L’altra scosse le spalle, vagamente risentita – dovremmo fare almeno una petizione –
Potevamo sceglierci un colore più allegro, pensò Roberta, sbuffando  - allora. Fase uno: rubare il Libro delle Fiabe –
Sara agitò la pagina del librone, divertita.
-    fase due: trovare carta nera, f4, grana fine – Sara emise una risata gutturale, i fogli scuri tra le dita sottili.
Roberta ghignò di rimando – fase tre: riscrivere di Nero le fiabe –
Si fissarono per un lungo istante.
Un nuovo tuono.
-    sei pronta Robbè? –
-    nata pronta, Sà –
La bionda si avvicinò all’altra, la mano sulla copertina del librone.
-    andiamo a casa della strega –



Casa della strega.
Ingresso.

Il ragazzone si agitò sul tappeto, il grosso pezzo di carne tra le mani.
Guardò il fuoco crepitare nel camino e la zuppa ribollire nel pentolone.
-    che puzza – sputò poi, vagamente imbronciato – Temari non sa cucinare –
Un’altra figura, decisamente più magra, elegante ed inquietante, si accostò alla prima, gli occhi azzurri che guizzavano alle fiamme.
-    e tu sai solo lamentarti, Kankuro – i capelli rossi si illuminarono di riflessi fulgenti, prima di essere nuovamente coperti da un mantello – il fuoco non è l’elemento dei vampiri –
L’altro fece scattare le zanne – oh, ha la pelle delicata, lui! – lo derise, il corpo muscoloso teso sotto la maglia di tessuto grezzo.
-    stai zitto, lupo, prima che decida di porre fine alla tua insulsa vita – berciò l’altro, nascosto nell’angolo più lontano dal fuoco, gli occhi che balenavano come fiammelle.
-    Pipistrello -  lo schernì l’altro – devo ancora parlare a quel genio che ci ha fatti fratelli – aggiunse – un licantropo, un vampiro e quella strega di Temari –
Kankuro balzò in piedi, spolverandosi i pantaloni di peltro e dandosi una ravvivata ai capelli ricci e sporchi.
Fu allora che la porta d’ingresso si spalancò e una furia bionda, i capelli in disordine ed il vestito ridotto ad un insieme poco fornito di brandelli, si fece spazio nella stanza, il cappello tra le dita.
-    Ti rendi conto?! Che cosa non si inventano quelle fottute fate! Da quando c’è una via di scampo negli incantesimi? Da quando qualche principessa imbecille non si punge con un fuso? “ci sono le tessitrici elettriche, come la mettiamo?” mi hanno risposto. Ah si? E io ti faccio pungere da un treno a vapore, ecco come la mettiamo.
Kankuro indietreggiò spaventato, il volto ridotto ad una maschera di terrore.
-    ben tornata, Temari – sibilò Gaara dal suo angolo, i denti bianchissimi che squarciavano il buio.
L’altra lanciò il cappello nel camino, visibilmente irritata.
-    questa è l’ultima volta che mi faccio convincere! Che quelle principesse sposino il loro principe azzurro e chi si è visto si è visto - berciò, l’espressione stravolta.
Kankuro deglutì, nervoso – hai passato una bella giornata?-

Quello che seguì fu solo una piccola esplosione.

E Kankuro si ritrovò a penzolare da un ramo di abete.
A novantasette chilometri da casa.

Antro delle Nere.
Sala del librone oscuro (?)

-    non è dolcissima? – pigolò Sara, gli occhi verdi traboccanti di lacrime di commozione.
Roberta la fissò, gli occhi ridotti a fessura – quella la chiami dolcezza? …sei senza speranze –
-    poi non hai visto il modo in cui ha lanciato il cappello nel camino? Lì c’era tutta la disperazione per il suo tragico passato che solo tra le braccia forti di Shikama…-
Roberta sfogliò una pagina, interdetta – Sara, in questa favola Shikamaru non è ancora apparso –
-    sottigliezze –
Ovvio.
Le due si fissarono, l’inchiostro nero che pendeva inquietantemente dalla penna di gabbiano.
Tinta di nero.
-    a proposito, che razza di fiaba è questa? – chiese Roberta, ritornando a scorrere tra le righe.
Sara si chinò sul volume, l’espressione concentrata – non c’è titolo – commentò – meglio…che dici di “…-
Roberta scosse le spalle – Sà, andiamo avanti –


Castello della Principessa.
Giardino.

-    già mi sta antipatica –
-    Sara, non abbiamo ancora iniziato a leggere –
-    Sottigliezze -

- bianca come un giglio, gialla come una eupatoria o rossa come la passione di una camelia? -
Il ragazzo sollevò un sopracciglio, annoiato –l’eupatoria è un fiore? – chiese, gli occhi che continuavano imperterriti a vagare tra le nuvole, minimamente interessati alla ragazza bionda che gli volteggiava attorno.
-    o Shikamaru, sei un tale ottuso! – replicò l’altra, il vestito viola vaporoso sul corpo esile – parlavamo della mia nuova tonalità di smalto, accidenti! –
Il ragazzo si aggiustò il codino con una mano, sbadigliando – cosa dici, Ino? –
L’altra strinse le labbra, gli occhi resi una fessura fiammeggiante – devo parlare con chi mi ha fatto questo! Promessa sposa ad un ebete con la fissazione delle nuvole e totalmente ignorante in fatto di smalti! –
Shikamaru sbadigliò – anche qui promessi sposi? Ah, le autrici di oggi non hanno più la fantasia di una volta – si alzò, l’imbarazzante e vaporoso vestito da principe addosso – la prossima volta…- berciò, vagamente irritato.
Ino si aggiustò i capelli, riprendendo a fissare l’uccellino nella gabbia – forza di “Ino” – pigolò, l’espressione inquietantemente serena sul viso.
Da quando aveva saputo che Cenerentola parlava con i topi, quella di parlare con gli animali era diventata una sua ossessione.
-    ma non poteva scoprire che Ariel aveva perso la voce? Cosi magari stava zitta, ogni tanto – sibilò, infilandosi il grosso e riccamente decorato cappello.
-    la prossima volta…- minacciò, chiudendo il pugno -…la prossima volta…-
Si voltò, incespicando tra le grosse piante e i fiori incredibilmente colorati di quella sottospecie di foresta pluviale in miniatura – io rinasco uno dei sette nani! Giuro, io cambio favola! -


Tetra abitazione delle Signore dell’oscurità.
Sala nera.

-    l’ha detto! L’ha detto! –
Roberta interruppe la lettura, il fiato corto.
-    cosa Sà? Cosa? –
L’altra si esibì in un sorriso soddisfatto e tronfio – che ama Temari! –
La bionda la fissò interdetta – oddio, credo mi sia sfuggito, sai?-
Sara la guardò come per dire “ti devo insegnare tutto io” – ma si…anagramma le prime tre parole della terzultima riga e le ultime due della seconda dall’alto…il risultato è chiaramente “io sono follemente innamorato di Temari!”-
Roberta sollevò un sopracciglio – dici? -
Sara annuì, convinta – certo! –
-    se lo dici tu - Roberta ridacchiò, mentre l’altra riprendeva a parlare di cospirazioni bianche che facevano in modo di tarpare le ali alle povere nere.
-    Sara – l’interruppe poi, l’espressione tesa – credo sia arrivato il momento –
L’altra abbandonò la sua arringa, afferrando la penna di [nero] gabbiano – è giunta l’ora –
Si fissarono.
Poi Sara iniziò a scrivere.


Foresta delle fiabe.
Sottobosco.


Temari si guardò intorno, massaggiandosi il fondoschiena.
-    che cavolo…- berciò, mentre riprendeva a ricordare gli ultimi accadimenti.
Aveva appena finito una conversazione con la strega di Hansel e Gretel che si lamentava delle spese per mantenere la sua casa di marzapane in inverno – la pioggia le rovinava la controsoffittatura – e del costo della liquirizia di quei tempi.
Non era più come una volta, ripeteva sempre, a quei tempi i bambini non erano così esigenti, ora per essere attratti volevano solo la cioccolata sponsorizzata dalle winks.
Che poi erano pure fate, e ad una strega rodeva parecchio…
La strega scosse la testa, ritrovandosi a guardare con sospetto i quattro codini che si ritrovava come acconciatura.
Autrice.
Chissà a chi era ora in mano.
Si sedette a terra, osservando la sua lunga tunica ridotta ad una minigonna alquanto esagerata.
-    Sara! –
-    Roberta, era per dare un po’ di erotismo alla scena!-
-    Ah, perché io pensavo di scollarle un po’ quel vestitone, su, fa vedere una po’ di carne! –
-    Che dici se la facciamo direttamente nuda? –
-    Non sarebbe…esagerato?-
-    Sottigliezze -

Afferrò un fiore, strappandogli lentamente i petali.
Era giunta proprio al momento di scambiarsi le ricette con l’altra strega – bambini e affini – quando si era sentita risucchiata verso l’alto.
Aveva sentito Gaara augurarle buon viaggio e Kankuro chiederle se sarebbe tornata per cena.
Poi, ricordava solo la foresta.

-    non possiamo farle sentire improvvisamente il desiderio di accoppiarsi selvaggiamente a Shikamaru? –
-    Shikamaru non c’è –
-    Sottigliezze –
-    …Shikamaru non c’è per ora
-    come sei discretamente malvagia, Robbè –

Shikamaru aprì un occhio, insonnolito.
Si era addormentato da qualche parte nel castello, questo era certo.
Ricordava che aveva avuto la sensazione che qualcosa stesse perdendo acqua, mentre lui si addormentava, ma la cosa non lo aveva turbato affatto.
Ciò che lo turbava davvero era ritrovarsi in una foresta sconosciuta, per giunta vestito nuovamente con quegli odiosi abiti da principe azzurro.

-    …”qualcosa che perdeva acqua”, Sa? –
-    emh…perché mi guardi in quel modo? –
-    stai ancora sbavando –
-    sottigliezze –

- ok, basta rimanere qui e non fare nulla…tra un po’ questa sadica che sta scrivendo si stancherà e mi lascerà stare…- borbottò, calandosi il cappello sugli occhi.
- come si permette… sadica a me? –
- tesoro, tu sei davvero sadica –
- sottigliezze –
- ehy, Rò, quella era la mia battuta! –

-    scusa, tu, fagotto azzurro! –
Shikamaru socchiuse gli occhi, maledendo nuovamente l’autrice.
-    sarei un principe – rispose, tirandosi malamente in piedi, osservando la figura che gli si era piantata davanti, la veste nera e le mani piantate sui fianchi morbidi.
-    E io una strega, devo trasformarti in rospo, fagotto azzurro? –
Lo sguardo scuro ed annoiato del primo incrociò quello furente e verde dell’altra e un brivido di piacer…
-    ora non esageriamo –
-    prima la minigonna andava bene e ora questo no? –
-    mi sembrava troppo presto…-
-    Rò, ripeti con me: sottigliezze –
-    Dammi questa penna, va! –

Shikamaru la fissò annoiato – ma le streghe non erano grasse e con un porro sul naso? –
L’altra arricciò il naso, scuotendo la testa – …e i principi non erano intelligenti?! – rispose, il tono acido – senti, sai dove ci troviamo? –
Shikamaru ghignò – da quando le streghe cattive cercano l’aiuto dei principi azzurri? –
Temari fece un passo avanti, l’ombra del cappello che le copriva gli occhi fiammeggianti – da quando i principi azzurri ci tengono alla vita e non vogliono essere mangiati per colazione dalla strega cattiva –
Shikamaru rabbrividì, ingoiando il groppo che gli era salito alla gola.
-    non dovrebbero innamorarsi, Rò?-
-    “l’amore non è bello se non è litigarello” –
-    ma qui finiscono per scannarsi! –
-    e che c'è di strano?! –

- non lo so – rispose poi, sedendosi sull’erba fresca – io stavo dormendo e mi sono ritrovato qui – aggiunse, torturandosi le mani.
L’altra si guardò attorno, nervosamente – mi pare di aver visto le briciole di Pollicino lì in fondo…- commentò l’altra – possiamo chiedere ospitalità a quella strega li –
Shikamaru la fissò, sconcertato – o bhe, certo…i principi azzurri non vedono l'ora di bussare alla porta di un'affamata strega cattiva–
Temari lo squadrò, un’aria di superiorità – sei stagionato, ma non devi essere poi così malaccio –
pigolò – posso darti un morso? – chiese poi, sorridendo melliflua.
Shikamaru si attaccò con la schiena al tronco dell’albero, un tremore improvviso alle gambe e un rossore sul viso.
Quella lo minacciava di mangiarlo vivo e lui le guardava le tette?
Dannata, dannata autrice!
-    fermati! – gridò, spaventato.
La bionda rise, accasciandosi a terra – stavo scherzando…- sorrise – piagnone
Il principe la fissò imbronciato – comunque…se ci hanno portato qui, c’è sicuramente un senso logico – ragionò, il mento tra le mani.
Temari portò le mani a terra, pensosa – forse vogliono un combattimento all’ultimo sangue? – disse, mentre una nuvola inquietamente tetra e fiammeggiante si formava sulla sua testa.
Shikamaru impallidì – c-credo proprio di n-no – balbettò, i suoi neuroni tesi nel trovare una via d’uscita.
La spallina del vestito di Temari, diventato sempre più tremendamente sensuale, le ricadde sul petto, scoprendole una generosa porzione di pelle.
Cosa che non sfuggì al povero Shikamaru, sempre più in balia dei suoi poveri ormoni di principe adolescente.
-    saltale addosso idiota!-
-    calmati, tesoro!-
-    non lo sopporto, io questo lo ammazzo! –
-    da tempo al tempo…-
-    e togligli immediatamente quel vestito, sembra un puffo! –

-    bhe, la situazione potrebbe essere vista come romantica, non credi? –
Shikamaru sgranò gli occhi.
Che diavolo aveva detto quella strega?
-    parliamoci chiaro. Siamo soli, in una foresta isolata, con addosso credo gli ultimi brandelli dei nostri indumenti intimi…- lasciò in sospeso la frase, avvicinandosi quatta - … a proposito, porti gli slip, ti facevo un tipo da boxer –
Il colorito di Shikamaru ricordò molto quello delle camelie di Ino, e il rivolo di sudore che gli scivolò lungo la schiena assomigliava sempre più ad un fiume in piena.
-    mi sembra un punto di vista decisamente originale –
Temari sorrise, piantandogli le mani attorno al viso – vale la pena provare…se non succede nulla ti ammazzo, ok? –
Shikamaru sbiancò – ok –

E poi fu solo un lungo bacio.
Tanto lungo che per descriverlo fu impiegata mezza pagina, un bel po’ di inchiostro e di batteria dell’i-pod.

Luogo di ogni oscura perdizione.
Davanti al cupo leggio.


-    oh, ok – Sara arrossì, passando la piuma a Roberta – da qui vai avanti tu – aggiunse, il tono di voce ridotto ad un fruscio debolissimo
-    lemon aspettami! – urlò Roberta, gli occhi scuri fiammeggianti dietro gli spessi occhiali – prometto di non esagerare – aggiunse poi, mentre Shikamaru trascinava Temari nella baita che i due amanti avevano [fortunosamente] trovato nella loro focosa corsa.
-    Accenni Rò, solo accenni, ok? – ripeté Sara, camminando dietro il leggio, l’espressione ancora estasiata.
Roberta annuì, per poi cancellare le ultime tre righe.
-    sarà soft come una carezza, Sara – sorrise, l’espressione angelica.
La mora la fissò scettica, per poi osservarla leggere con disappunto il manoscritto.
-    fa schifo, ma è sempre meglio di niente, no? –
Sara le si avvicinò, l’espressione raggiante.
-    happy ending? – disse, riprendendo tra le mani la penna.
Roberta assentì, un’ombra dispiaciuta – e niente Hidan? – la fissò speranzosa, mentre nella sua mente l’immagine del losco cavaliere nero usciva dalla brina mattutina.
La mora scosse le spalle – Hidan è nello stesso posto del manga – si limitò a commentare, ambigua.
Roberta sgranò gli occhi, stordita – Hidan è sepolto sotto una foresta, nel manga –
Sara sorrise – sottigliezze

-    ehi voi due lassù! Smettetela di fare certe cose…c’è un uomo che vuole dormire qui sotto! –
-    Temari, hai sentito qualcosa? –
-    Devo davvero risponderti? –
-    Sei assurda -


Baita nella foresta.
Esattamente sopra la sepoltura di Hidan.

-    che dici, l’abbiamo calmata? –
-    le abbiamo, sono due, ti correggo –
Temari sorrise, accoccolandosi al torace dell’altro.
-    e tu che ne sai? – rise, giocherellando con i capelli scuri di lui.
-    sesto senso – rispose al sorriso, gli occhi che vagavano sul corpo della ragazza.
Il lenzuolo nero si attorcigliò attorno le gambe di lei, accarezzandole la pelle sensibile.
-    non sei male come strega – disse Shikamaru, portandosi le mani a conca dietro la nuca – io credevo passassero le giornate a mangiare bambini, uccidere principesse e sfidare all’ultimo sangue principi azzurri –
Temari ghignò di rimando – effettivamente io mangio bambini, uccido principesse e sfido principi all’ultimo sangue -
Shikamaru le accarezzò i capelli, un brivido involontario lungo la schiena – e oggi? –
Lei gli si sedette a cavalcioni, l’espressione divertita – fare le stesse cose tutti i giorni annoia…e poi qualcosa di movimentato con un principe l’ho fatto, no? –
Shikamaru sorrise sghembo – dimenticavo di dirti che sei incredibilmente bella, per essere una strega –
Lei gli portò un dito alle labbra – non hai conosciuto la strega di Biancaneve – increspò le ciglia – passava tutto il giorno a truccarsi, parlare di smalti e pettinarsi…-
Oh, mi ricorda qualcuno, pensò Shikamaru, sbuffando.
-    e comunque io stavo per dimenticarmi di dirti che tu sei incredibilmente fifone, per essere un principe azzurro…di solito tutti quelli che incontro mi saltano addosso –
Lui la ribaltò sul lenzuolo, baciandole l’incavo del collo – sono solo accorto, non fifone…e tecnicamente, ti sono saltato addosso oggi. E anche parecchie volte. –
Temari lo squadrò, ironica – me ne ero accorta da sola, sai? –
Si alzò, il corpo sottile avvolto da un lembo del lenzuolo – devo tornare a casa…non posso lasciare solo Gaara con Kankuro troppo a lungo –
Sorrise e Shikamaru pensò che anche il lato più nero delle fiabe potesse essere davvero splendido.
-    c’è una cosa che le autrici non devono sapere, Temari –
Lei sollevò un sopracciglio stupita – e cosa? –
Shikamaru le si avvicinò rapido, sussurrandole nell’orecchio.

-    che ha detto?-
-    non lo so –
-    Rò dai…lo stiamo scrivendo noi –
-    Sa, non lo so…io non gli ho fatto dire nulla…Shikamaru ha agito per conto suo –
-    Shikamaru intraprendente…questo è assurdo...ricorda di mettere OOC nelle note –

Temari arrossì, baciandogli poi delicatamente le labbra.
-    devo crederti? –
Lui assentì, i capelli scuri sciolti che le accarezzavano il viso accaldato.
-    a presto, strega –
-    a presto, principe azzurro –

E un fumo nero prese il posto di Temari.
Shikamaru si sdraiò, in quell’oscurità che aveva acquisito una nuova bellezza.




Fosco rifugio di anime nere.
Angolo scuro.


-    Che dici, è finita qui? – Sara fissò scettica il foglio scuro, ben inserito tra le pagine della vecchia fiaba, dai nomi barrati e sostituiti e dalla trama stravolta.
-    Devo sapere cosa le ha detto – ripeté poi, meccanicamente – da qualche parte deve pur essere scritto! –
Agitò il libro in aria, minacciandolo di ogni devastazione.
-    Sara, tesoro, mollalo! – Roberta le strappò il volume dalle mani, lo sguardo allucinato.
-    Dobbiamo provare con metodi più sofisticati che la semplice forza bruta…- asserì, seriosa – magari possiamo provare a scioglierlo nell’acido! –
Sara ghignò – diamogli fuoco! –
Le due si fissarono, assatanate.
-    credo che stiamo degenerando –
-    sottigliezze…? –
Sara posò il libro sul leggio, raccogliendo la penna.
-    fine? – chiese, la voce che tremava.
Roberta biascicò un no poco convinto, un sorriso inquietante sulle labbra – c’è ancora una questione da sistemare –
Sara la fissò interrogativa, passandole la penna.
-    dici? –


Tenebrosa casupola nel folto della foresta.
Selciato per passanti e possibili pasti.

-    Oh, se questa me la paga –
Ino afferrò il vestito con entrambe le mani, il ciuffo che le sbatteva sul viso e l’espressione di chi sta per far scoppiare una guerra.
- da quando un principe azzurro molla la principessa per mettersi con una strega? -
berciò, la voce acuta che si infrangeva negli anfratti oscuri del bosco.
-    io l’ammazzo a quella lì, la prendo a unghiate, le strappo quei suoi stopposi capelli e…- si fermò, la casa che le si parava di fronte inquietante in tutta la sua oscura presenza.
-    …forse è meglio che me ne vada – sibilò infine, voltandosi sui tacchi – forse sarebbe stato meglio venire con Choji, si, sarebbe stato sicuramente megl…- inciampò su una radice sporgente, sbattendo il bel viso in una fangosa pozzanghera.
-    Ci mancava solo questa –

- Rò, non era a te che Ino stava simpatica? -
- puoi aspettare?-
- non che a me dispiaccia se la torturi un po’…-
- Sara! –
- chi è che fa tutto questo casino a casa mia? –
Ino rabbrividì, tirandosi in piedi con uno scatto a dir poco felino.
E mai nessuna ombra che le si parò davanti le parve più inquietante di quella.
- una principessa qui? –
Ino deglutì, osservando gli occhi verdi e fiammeggianti di quell’enorme lupo che le si parava davanti, berciando parole con la voce gutturale.
-    non mi mangi…sono tutta ossa, non le darei soddisfazione –
Il lupo inclinò il muso, per poi emettere un ringhio che sapeva tanto di risata.
Ino lo vide avvolgersi di una luce scura, opaca e gli arti ferini trasformarsi lentamente in quelli umani.
E poi furono due occhi orientali a scrutarla.
- Kankuro, molto piacere – sorrise – ero a caccia, perdonami lo spavento –
Ino rabbrividì, ignorando la mano tesa e cercando di non osservare il corpo nudo dell’altro.
-    potresti coprirti, almeno? – sbottò, gli occhi serrati e il pugno alzato.
Il ragazzo si portò una mano al fianco, spavaldo.
-    fatto –
Lei riaprì gli occhi, furente – ti sembra il caso di apparire davanti ad una principessa mezzo nudo, razza di licantr…-
Kankuro rise, allegro.
-    tu sei ancora nudo –
-    ottima osservatrice –
Ino si voltò con uno scatto deciso – avresti la decenza di coprirti? –
Kankuro le si avvicinò, incuriosito – i miei pantaloni sono ancora in casa…potrei tornare un lupo. Che dici?-
Ino, ancora ostinatamente voltata di spalle, sobbalzò – non provarci nemmeno –
Il ragazzo l’osservò, attento – che ci fai qui? – chiese poi, lo sguardo che vagava sul collo esile dell’altra e sulle sue spalle lasciate nude dal vestito.
-    volevo vendicarmi della strega che mi ha portato via il Promesso. Non che ci tenessi, era un idiota, ma cavolo, era sempre roba mia. A quanto pare ho sbagliato tenebrosa casupola. –
Kankuro ghignò – no, la casupola è quella giusta. La strega è mia sorella e l’idiota è il mio attuale cognato.-
Ino arrossì, sentendo su di sé lo sguardo ferino dell’altro – oh, capisco –
Seguì una serie di fruscii indistinti, per poi culminare nella mano calda di lui che si posava sulle spalla della principessa – puoi voltarti, sono davvero coperto, questa volta –
Lei seguì il suono della sua voce, incrociando gli occhi verdi dell’altro.
-    mi chiamo Ino –
-    piacere principessa Ino…e smalto viola ametista…avrei visto meglio il lillà, si intona con il vestito–
-    hai detto che ti chiami Kankuro, vero?… –


-    hai un nuovo promesso, figlia mia –
-    è un caro ragazzo papà, ti piacerà, ha tanti interessi… –
-    principe di che terra? –
-    licantropo della foresta…papà?...papà! –



Nero luogo di oscurità e nefandezza.
Nel buio.


Roberta ritirò la penna dal foglio, sorridendo.
-    ora è finito – ghignò, mentre Kankuro indossava gli abiti di sovrano, osservato da una tirannica Ino.
Sara le tese la mano, soddisfatta – hai ragione, ora è tutta un’altra cosa –
Le due si scrutarono, prima che la mano di Sara tracciasse nero su nero la parola fine.
-    dici che lo sapremo mai, Rò?-
La bionda scosse le spalle, rassegnata – non lo so, Sara, non lo so –
Rilessero insieme le ultime righe, e quel sussurro all’orecchio di Temari.
-    dici che accadrà mai? –
Roberta sorrise – è davvero importante? –
Si guardarono, mentre l’ennesimo tuono spezzava il silenzio.
-    si dannazione! Se finisce con Ino o Shiho io faccio una strage! –
-    meglio gay che con un’altra! – sbottò poi Roberta, seguita dal coro enfatico dell’altra, che già parlava delle abominevoli torture che avrebbe subito Kishimoto in caso di mancata oscurità.
Le due, ormai senza fiato, si accasciarono a terra, chi biascicando ancora di muretti che cadevano addosso a inermi fanciulle e chi dei rischi di essere una kunoichi medico in tempi di guerra.
-    chissà cosa aveva sussurrato Shikamaru a Temari? –
L’altra socchiuse gli occhi – a bho…ma a me è venuta fame…che dici, tè e cornetto? –
Sara roteò gli occhi – Rò, io non ho fame! –
Roberta scattò in piedi, alzandola di peso – io non ho fame – la schernì – andiamo a mangiare, seccaccia –
La mora la seguì di mala voglia, il passo lento.
-    arrivo – biascicò poi, chiudendosi la porta alle spalle, mentre la notte più scura scendeva sulla stanza.
E tutto fu Nero.




-    c’è una cosa che le autrici non devono sapere, Temari –
Lei sollevò un sopracciglio stupita – e cosa? –
Shikamaru le si avvicinò rapido, sussurrandole nell’orecchio.
-    ti avrei baciato lo stesso, anche  se ti avessi incontrato in qualsiasi altro posto, in qualsiasi altra situazione. E nessuna autrice avrebbe mai scelto per me.
     Credo di amare una strega, Temari 
Temari arrossì, baciandogli poi delicatamente le labbra.
-    devo crederti? –
Lui assentì, i capelli scuri sciolti che le accarezzavano il viso accaldato.
-    a presto, strega –
-    a presto, principe azzurro –


Normalissimo bar del centro di Roma, che per l’occasione diverrà oscuro, tetro e malvagio.
Bancone [fosco].


-    a Sà, stai pensando a quello che sto pensando io? –
-    che questo cornetto è enorme? –
-    no Sà…a che fiaba storpiam…modifichiamo domani –
-    tu che pensavi? –
-    …direi BIANCAneve…con quel nome ci sta provocando, non trovi? –
-    credo che la cara Biancaneve avrà una bella sorpresina domani –
-    già –
-    gia –

E Nero, nero, nero.




NOTE DELL'AUTRICE:

Dedica a Lily_90, coprotagonista della fic XD, per il suo compleanno.
Ti auguro tanta felicità tesoro.
Mi dispiace non aver potuto fare altro per ora.
Arriverà.

NOTA BENE:
l'ispirazione per la "stanza oscura" è dall'ultimo capitolo pubbblicato di "una tazza di latte e zucchero" di Rekichan.
Vi invito a leggere, è esilarante e molto bella.

Il titolo, in realtà, è semplicemente la parola Fiaba al contrario.
Perchè con questa semplice fic, ho cercato di scardinare i pilastri della fiaba.
Dal principe e la strega, alla principessa e il licantropo.

Un piccolo pensiero per chi dice che Temari è un'odiosa strega.
Lo è.
E Sara ed io siamo orgogliose di questo XD

Quello che accade a lato è una semplice ripriposizione di ciò che accade davvero quando Sara ed io ci incontriamo.
In particolare la parte finale, al bar.

Ah, ora sono mora, ma al momento della stesura della fic ero in fase cosplay.
Temari, of course.

Un bacione
Roberta
  
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