Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: FairySweet    16/02/2016    3 recensioni
Non esisteva più la paura, niente esitazioni né incomprensioni perché ora, nel suo piccolo mondo sicuro, aveva qualcuno per cui lottare, qualcuno da difendere e poco importava cosa pensasse il mondo, ci stava bene in quel mondo e non avrebbe permesso a nessuno di rompere i muri spessi che lo tenevano al sicuro, nemmeno ai fantasmi ...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                            Dolcissimo Segreto








Passerà in fretta e prima di quanto immagini sarò di nuovo a casa … risentiva la voce di Maxime nelle orecchie ogni ora di ogni dannato giorno.
Erano passati due anni da quell'ultimo abbraccio ma nonostante il tempo trascorso lontani, le lettere di suo fratello erano un balsamo delicato per le ferite del cuore.
Maxime era diventato il suo confidente, suo fratello, l'unico uomo eccetto suo padre ad avere il permesso di toccarle l'anima.
L'amore che provava per Andrè la costringeva a respirare ma a volte, quando la notte diventava più cupa e i silenzi tornavano a galla, il volto di suo fratello appariva davanti agli occhi.
Dopotutto suo padre aveva ragione, ci sono luoghi dell'anima dove non è consentito l'ingresso all'amore perché ogni persona ha diritto ad avere piccolissimi spazi segreti dove custodire pensieri e paure, dove poter conversare con sé stessi e con la propria famiglia “Dove potevo trovarti se non qui?” sorrise senza nemmeno voltarsi “Etienne ti sta cercando” mormorò il giovane raggiungendola “Si chiede come mai sua madre stia ritardando l'uscita a cavallo” “Perché tuo figlio non vuole finire la composizione di latino” posò sulla terra un mazzo di rose bianche come la neve e un debole sorriso le sfiorò le labbra mentre con le dita, seguiva il contorno della croce di pietra che avrebbe custodito per l'eternità il riposo della sua dolcissima bambina.
Il sole era caldo e il vento sfiorava i rami degli alberi creando musica leggera.
Era seduta davanti a quella croce da ore ormai, spesso restava lì a parlare con Renée, a raccontarle la vita come se in realtà l'avesse davanti “Pensi mai a come sarebbe la nostra vita se ...” “Sempre” la strinse per mano aiutandola a rialzarsi “La immagino mentre corre disobbedendomi, mentre prende di nascosto il cavallo scappando e poi l'espressione innocente nei suoi occhi quando arrabbiato l'avrei sgridata” Oscar rise lasciandosi guidare lungo la stradina piena di fiori “Non vuoi dirmi cosa ti preoccupa?” “Niente” “Ed è lo stesso niente che ti tiene sveglia la notte? Tornerà presto vedrai” la giovane sospirò stringendosi più forte a lui “Doveva tornare tre mesi fa” “Ci vuole tempo amore mio, dovresti saperlo meglio di chiunque altro non trovi?” “Andrè ...” si voltò verso di lui inclinando leggermente la testa, i capelli scivolarono via dal collo costringendolo a sorridere “ … non voglio che questo ti infastidisca” “Sei impazzita?” “Lo considero mio fratello, solo questo e non vorrei mai ...” “Oscar” le sollevò il volto seguendo con le dita il contorno delle labbra “Non mi infastidisce sentirti parlare di lui, né lo fanno le domande tenere e folli che ogni tanto sbucano dal silenzio” lasciò un bacio sul collo della ragazza ascoltando quelle domande silenziose che esplodevano nel suo sguardo “È vero, all'inizio devo ammettere che il mio unico pensiero era ucciderlo” “State attento soldato, confessare queste cose può mettervi nei guai” sussurrò divertita “Correrò questo rischio colonnello. Altrimenti come potrei confessarvi che ho accettato la presenza di vostro fratello nella nostra vita?” “Davvero?” annuì appena baciandola di nuovo “La mia bambina amava suo zio. Ripeteva sempre che era divertente, che riusciva a rompere il silenzio freddo che il generale aveva portato alla locanda. Se il mio angelo aveva accettato la sua presenza, chi sono io per negargli un po' di fiducia?” “Avrebbe sette anni ora” strinse più forte le braccia attorno alla giovane nascondendola a quella brezza leggera.
Tornare a vivere in quella casa era stato difficile, più difficile di quanto immaginasse, Etienne correva continuamente a cercare sua sorella, Oscar mangiava a fatica e per quanti sforzi facesse, quell'assenza così pesante aveva su di lei un'effetto terribile.
Qualcosa di diverso e sconosciuto che l'aveva trasformata in una giovane diversa da quella che aveva ritrovato a Parigi.
Spesso si era chiesto se trascinarla via da suo padre, da quell'uomo che d'improvviso era diventato anche fratello non fosse stato un'errore ma con il tempo, la sua bellissima compagna era tornata a fiorire di nuovo proprio come quelle rose meravigliose che sua madre aveva fatto piantare apposta per lei “A quest'ora sarebbe una bellissima bambina di sette anni con gli occhi grandi e i capelli lunghi colorati di sole. Una bambola dal volto di porcellana che avrebbe incontrato i giovani svampiti molto tardi” “Io ti ho incontrato a cinque anni” “Per questo mia figlia non avrebbe incontrato nessuno prima dei venti” le diede un bacio perdendosi qualche secondo nella dolcezza dei suoi occhi “Mamma” Etienne corse verso di loro reggendo tra le mani il fodero della spada.
Due anni le erano sembrati un'eternità ma ogni volta che guardava suo figlio, si rendeva conto che in realtà due anni erano passati veloci quanto un battito di ciglia.
Era cresciuto così tanto, il volto più fine, i capelli più lunghi ordinatamente legati dietro alla nuca, l'incarnato chiaro e uno sguardo furbo e intelligente a decorargli il volto.
Etienne assomigliava a suo nonno più di quanto avesse mai immaginato, aveva lo stesso portamento fiero e orgoglioso, lo stesso modo di muovere le mani, lo stesso passo forte e regolare.
Si fermò a pochi passi da lei portandosi le mani dietro alla schiena “Sono pronto, andiamo a cavallo?” “Hai finito la tua composizione?” “Quasi” “Allora io sono quasi pronta per andare a cavallo” Andrè rise divertito dall'espressione del figlio “Ti ho chiesto di finire i tuoi esercizi” “Li ho finiti” “No, li hai quasi finiti” Etienne sorrise avvicinandosi di un passo a sua madre “Quasi è a metà tra del tutto e niente, quindi direi che sono a metà strada” “Uao, devo ammettere che questa è una gran bella risposta Oscar” “Ricordami di impedire a mio padre di mandargli consigli per lo studio” sussurrò voltandosi appena verso di lui “Non gli fa bene” “Sono sconvolto, nostro figlio è terribilmente furbo” il bambino scoppiò a ridere abbracciando la giovane ma il suono il degli zoccoli sul selciato attirò il suo sguardo.
C'era una bellissima carrozza tirata da quattro meravigliosi cavalli neri come la notte.
Sulla fiancata vi era dipinto uno stemma dai bordi dorati e le tendine nascondevano accuratamente i passeggieri.
Si avvicinava lenta fiancheggiando lo steccato fino all'ingresso del giardino “Nonno?” domandò confuso il bambino portandosi una mano alla fronte per riuscire a vedere meglio “Mamma, è lui?” il cocchiere smontò chinando leggermente il capo verso di loro, la porta si aprì e un uomo in divisa ne scese stringendo il cappello con la mano sinistra “Nonno!” urlò Etienne correndogli incontro “Sei cresciuto giovanotto” esclamò orgoglioso “Se diventi alto ancora un po' non riuscirò più a prenderti in braccio” lo strinse più forte sollevandolo da terra “Allora, come stai?” “Bene signor generale” “Hai studiato?” “Quasi” “Quasi?” ribattè incuriosito posando il cappello sulla testa di Etienne “Devo finire la composizione” “Allora non dovresti essere qui fuori, studiare è importante, ti farà diventare un uomo intelligente ed educato” “Anche il gioco?” “Si giovanotto, anche il gioco ma c'è una differenza” “E quale?” domandò confuso “Il volto di tua madre” Oscar rise fermandosi a pochi passi dal padre “Come state?” Andrè prese il figlio permettendo al generale di abbracciare la ragazza.
Le era mancata, le mancava ogni volta che la lasciava, ogni volta che ripartiva disturbato dalla distanza.
La staccò dolcemente da sé sfiorandole con le labbra la fronte “Hai perso peso” “Possiamo solo passare qualche giorno assieme senza queste osservazioni?” “Ho mai preso ordini da te?” ribatté ironico ma lei sorrise “Andrè” il giovane chinò leggermente il capo stringendo la mano tesa verso di lui “Hai una risposta per caso?” “Per cosa signore?” “Per il calo di peso di mia figlia” “Padre” “Se continui a perdere peso finirai per scomparire e vorrei avere attorno mia figlia ancora per un po'” “Allora smettetela di parlarne” “Meno sarcasmo e più concretezza bambina” “Perché siete così ...” “Perché ho un regalo per te” “Per me?” il generale rise posando le mani sulle spalle del nipote “Non capisco cosa vi succede, siete così strano e non ...” le parole morirono in gola mentre gli occhi si perdevano su qualcosa oltre le spalle del padre.
C'era un uomo accanto al cocchiere, un uomo elegante nascosto da abiti militari.
Il mantello color della notte, agganciato sul petto da finimenti dorati abilmente intrecciati tra loro, l'abito di prezioso tessuto scuro intarsiato da ricami delicati e una croce d'argento appuntata sul petto,
Era una figura elegante e fiera nascosta da quella maschera che tante volte in passato aveva indossato ma quel sorriso l'avrebbe riconosciuto ovunque “Padre voi ...” “Visto che per riuscire a vederti devo attraversare il mondo, ho portato il mio regalo fino a qui” ma la giovane non l'ascoltava nemmeno più, correva verso quel fratello tanto amato che l'aspettava a braccia aperte senza curarsi delle parole del padre.
Andrè prese per mano il figlio seguendo quella corsa folle, poi la risata cristallina di Oscar mentre il giovane la stringeva tra le braccia “Dio quanto mi sei mancata” “Dovrei smettere di parlare con te” “Oh andiamo! Avevo cose da fare” esclamò divertito sollevandola da terra “Come stai?” “E tu?” rise divertito da quella domanda innocente mascherata dietro ad un finto velo di rabbia “Ora sto bene contessa” Oscar sospirò staccandosi qualche secondo da lui, le sfiorava il volto giocando con i suoi capelli, lo stesso gesto innocente che molte volte li aveva uniti assieme “Cos'hai fatto?” “Io?” “Sorellina mia, tu hai combinato qualcosa” “E tu?” “Io ho trovato l'amore” “Stai scherzando?” Maxime scosse la testa ridendo “Una bellissima dama dagli occhi scuri come la notte. Nostro padre ne è entusiasto” “Per questo profumi di lillà?” “Divertente” ribatté ironico “Stavo pensando di presentarle la mia dolcissima sorella, temo tuttavia di vederla scappare ad una velocità improponibile sconvolta dal tuo dolce caratterino” “Dovresti essere grato al cielo per tua sorella” la mano del ragazzo si posò dolcemente sul suo volto sollevandolo appena “Sono grato al cielo per averti vicino Oscar, ti ho promesso che mi sarei preso cura di te, che avrei nascosto il sentimento che mi lega a te e giuro su quanto ho di più caro al mondo che lo farò” posò un bacio sulla fronte della ragazza perdendosi nel profumo delicato della sua pelle “Ti resterò accanto sorellina mia come un fratello orgoglioso. Ho promesso a me stesso e a nostro padre che ti avrei difesa dal mondo e se per farlo devo sposarmi o amare chiunque il cielo mi metta davanti allora lo farò Oscar” restava immobile così ad osservarla come un bambino incantato da un gioco nuovo e prezioso.
I suoi occhi erano pieni di tenerezza ma quell'azzurro meraviglioso sfumato di mare, custodiva un segreto innocente che tentava di nascondere con tutte le forze eppure era lì, chiaro e lampante davanti a lui.
Il cuore accelerò appena e un bel sorriso gli colorò le labbra “Che c'è?” domandò confusa “Non lo so dimmelo tu” “Io?” “Hai mai smesso di mangiare da quando ti ho lasciata?” “Siete impazziti tutti e due per caso? Il generale crede di vedermi dimagrita, tu mi vedi più ...” "Credi sia uno sciocco Oscar? Ti ho stretto tra le braccia poco fa e c'è qualcosa di diverso in te” “Sono uguale a prima” “Si certo e io sono entrato in convento e ho preso i voti, mi vedi così ora perché sono in missione” “Non sei divertente” ma il sorriso che le colorava il volto era così bello e innocente da costringerlo a continuare “Nostro padre è solo un po' agitato, sono mesi che non ti vede” “Tu no?” “Io so cosa nascondi” la vide tremare, tentare con ogni forza di nascondere quella leggerissima esitazione dietro alla normalità “Oh certo, devo ammettere che sei molto brava a mascherarlo. La camicia più larga, un bel sorriso per nascondere le mille domande” “Un sorriso non vuol dire niente” “Se tu sorridi sorellina, lo sguardo di chi hai di fronte è attratto da quegli occhi meravigliosi e tutte le domande scompaiono. Ecco perché sei brava a nascondere le cose, non che ci sia ancora molto da nascondere, devo ammettere che hai iniziato presto a dire bugie ma se credi di prendermi in giro stai sbagliando” "Andrè non è così fastidioso, ti ho vicino da cinque minuti appena e ho già voglia di prenderti a pugni" "Andrè è troppo impegnato a tentare di capire cosa ti passa per la testa per accorgersi che c'è qualcosa di diverso in te" “Maxime non sei ...” “Sei bellissima lo sai?” “Non lo ero anche prima?” “Si ma la bellezza di cui parlo è fiorita da poco. C'è una luce diversa nei tuoi occhi, una luce che ho visto molte volte negli sguardi delle giovani dame ma che in te è speciale” “Forse è colpa di Renée, è qualche giorno che si diverte ad entrare nei miei sogni” l'altro annuì continuando a studiare il suo volto “Ho imparato a convivere con la sua assenza, a volte fa male, altre invece mi sembra di averla ancora davanti agli occhi. È come se fosse qui, assieme a me e non riesco ad accettare l'idea che sia solo pensiero ormai” “Non è una cosa sbagliata” “Lo so” “Per questo ti senti in colpa?” la risata di Etienne attirò gli sguardi di entrambi.
Se ne stava al sicuro tra le braccia di Andrè mentre suo nonno parlava con entrambi raccontando chissà quali storie.
Lontani da loro, rispettosi di quella distanza innocente creata apposta per due fratelli ormai ritrovati “Non è qualcosa per cui sentirsi in colpa” “Lo so Maxime è solo ...” “Oscar” lo sguardo si fuse al suo e le parole morirono in gola “Non aspettare troppo tempo, non negargli il piacere di immaginare il futuro” “Dio si è preso mia figlia Maxime, ha tolto ad entrambi la voglia di immaginare” “Eppure sei qui, tuo figlio diventa ogni giorno più grande, tuo padre ha fatto pace con sé stesso e con il mondo” “Lui cerca di cambiare il mio mondo” rise divertito giocando con il suo sguardo “Cerca sempre di cambiare il nostro mondo insomma, pretende che io mi sposi seguendo le sue regole e poi si arrabbia quando sono troppo rigido sulle direttive per il fidanzamento. È fatto così, come puoi pretendere di averlo diverso?” “Non lo voglio diverso, lo voglio solo un po' meno sé stesso” “Non ha senso lo sai?” “Vuoi litigare davvero?” scosse la testa prendendola a braccetto “Andiamo, hai un segreto da condividere” “E se non fosse ...” “Il momento giusto? Non esiste un momento giusto sorellina, quel Dio tanto crudele che odi da morire ti sta regalando una cosa meravigliosa” la vide sospirare indecisa, stringeva con forza la mano attorno alla sua mentre si lasciava guidare verso due uomini sorridenti “Non buttarla via Oscar, non è giusto né per te né per lui e nemmeno per noi” “Non voglio soffrire di nuovo, non voglio vedere un'altra volta ...” “Non è scritto da nessuna parte che il futuro sia uguale al passato. Guarda Etienne, è sano e forte, non c'è niente di sbagliato in questo. Lascia che sia speciale per entrambi, se lo merita Oscar, ha sofferto abbastanza non credi?” un debolissimo si usci dalle labbra poi la voce allegra di suo figlio e il braccio del padre attorno alle spalle “Eccoli qui i miei giovani eredi” “A volte dimenticate che ho cinque sorelle” mormorò ironica prendendo tra le braccia il figlio “Le tue sorelle non sono mai state uguali a te bambina” “Ecco vedi? Questo sì che è amore paterno” esclamò divertito Maxime stringendo la mano di Andrè “È un piacere rivedervi duca” “Il piacere è tutto mio Andrè e ti prego d'ora in avanti di chiamarmi per nome, non mi sono mai piaciute queste sciocche regole” il generale tossicchiò stringendo più forte la mano attorno alla spalla della figlia “Oh andiamo padre! Ho un nome, perché non posso avere il piacere di sentirlo pronunciare dalle labbra di chi considero amico?” “D'accordo, ma solo perché questo è un lieto evento” “Che cosa nonno?” “Ritrovare tua madre” Oscar sorrise scostando dagli occhi del figlio una ciocca ribelle “E resterai con noi per un po'?” “Cosa ne dice la contessa?” domandò divertito cercando gli occhi della ragazza “Siete contenta di avere vostro padre attorno per qualche giorno?” “Promettete di trattarmi da adulta?” “Inizi ad esagerare, ho acconsentito all'uso del nome, non alla sfacciataggine” “Potete restare padre, una settimana, un mese, un anno. Restate tutto il tempo che volete” le sorrise tornando a fissare orgoglioso il volto del nipote “Mi avrai attorno per un po' giovanotto” “Davvero?” esclamò estasiato Etienne “Davvero nonno? Resterai con me per un po'?” “Almeno così tua madre avrà la certezza che le composizioni di latino le farai per intero” esclamò divertito Maxime scompigliandogli i capelli “Resti anche tu zio?” Andrè rise divertito da quelle domande innocenti “Certo tesoro ma ...” tolse il bambino dalle braccia di Oscar sollevandolo per qualche secondo verso il cielo “ … solo se mi fai una promessa” Etienne scoppiò a ridere aggrappandosi alle braccia di Maxime “Quale?” “È un segreto, non è così Oscar?” la giovane sospirò alzando leggermente gli occhi al cielo “D'accordo, che ne dite ora di andare tutti insieme a bere un buonissimo té caldo?” esclamò Andrè, il generale annuì sorridente e così fece anche Maxime “Andiamo?” “Posso … posso parlarti un secondo?” mormorò Oscar prendendo per mano il giovane “Che c'è amore mio? Non stai bene?” “Avrei solo bisogno di parlare con te per qualche minuto” “Ma di che ...” “Venite padre, lasciamo i nostri giovani innamorati assieme” esclamò Maxime prendendo a braccetto il padre “Se la mia bambina non sta bene ho il diritto e il dovere di prendermi cura di lei ragazzo” “La vostra bambina ormai è una donna adulta” “Credi che non lo sappia?” ma l'altro sorrise stringendo più forte il bambino tra le braccia “Certo che lo sapete, a volte però faticate a lasciarla andare” attraversarono il giardino fino alla porta di casa.
Etienne corse in cucina seguito dal generale, Maxime sorrise restando immobile qualche secondo con la mano sulla porta e gli occhi persi su quella giovane dal volto d'angelo, la vide stringersi qualche secondo nelle spalle, immobile, tremante come se quel segreto innocente assomigliasse ad un colpo di pistola in grado di uccidere.
Andrè di fronte a lei la osservava confuso, spaventato dalla sua voce, da quel modo tanto insolito di nascondersi ai suoi occhi poi un sorriso enorme sul volto, le braccia strette attorno a lei così forte da toglierle il respiro e la risata cristallina di sua sorella a spezzare il silenzio.
Niente e nessuno al mondo avrebbe interrotto la dolcezza di quell'attimo, l'aveva promesso a sé stesso e cascasse il mondo avrebbe mantenuto quella promessa anche a costo della vita.
Durante quei lunghi mesi passati lontani aveva combattutto contro il suo ricordo, contro il suo profumo lasciandola oltre il confine sicuro delle emozioni.
Si era preoccupato per lei, le lettere del generale arrivavano puntuali e non era la stessa Oscar di sempre a vivere nelle sue parole ma ora, davanti ad un angelo sorridente strette tra le braccia dell'amore, ogni preoccupazione cadeva al suolo frantumandosi in mille pezzi.
Nella sua risata ritrovava la stessa ragazza che fin da bambino l'aveva accompagnato e per quella giovane avrebbe affrontato il mondo intero.
Chinò leggermente il capo verso di lei e sorridendo si chiuse la porta alle spalle chiudendoli fuori dal mondo, in un abbraccio caldo pieno di speranza, la stessa speranza che aveva costretto quel giovane cuore a ritrovare la forza di vivere per qualcuno di tanto piccolo da sembrare solo sogno, qualcuno che respirava solo grazie a lei e che in lei avrebbe trovato il porto sicuro dove rifugiarsi cullato da quegli occhi meravigliosi che per tutta la vita avrebbe avuto accanto.
  
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