Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Euachkatzl    16/02/2016    2 recensioni
I momenti che vale la pena vivere sono quelli che non possono essere racchiusi in un'unica parola.
-------------------------------------------------
Storia partecipante al contest "The story of my life - La nostra storia" sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quattordici secondi,

novecentoventiquattro parole

Storia partecipante al contest "The story of my life - La nostra storia" sul forum di EFP

 

A Carolina.

 

Sono pochi e confusi ricordi, annacquati dalla vodka e disturbati dalla pessima musica che si spargeva nella stanza. Nella stanza piccola, calda, affollata, soffocante. Nella stanza dalla quale volevo andarmene ma nella quale ero trattenuta. Trattenuta dalla piega che il corso degli eventi aveva preso, inaspettata ma fortemente voluta, repentina ma attesa da mesi.

 

Ricordo che era tutto molto confuso, che mancava un minuto a mezzanotte e che tutti stavano contando, che ero appena rientrata nella stanza e che la temperatura sembrava inumanamente alta se confrontata al termometro appeso al muro esterno, sceso un paio di gradi sotto lo zero.

Ricordo di aver unito la mia voce incerta al coro di numeri che si susseguivano, di aver avuto un momento di incertezza nel momento in cui si è passati dal diciassette al sedici, di aver visto la mia migliore amica rientrare, di aver iniziato a contare i numeri con le mani, mancavano così pochi secondi, ricordo di aver guardato la ragazza di fronte a me, ricordo il suo sorriso, ricordo di essere arrivata allo zero e di aver cacciato un urletto eccitato, ricordo di essere stata zittita dalle labbra di quella ragazza che si appoggiavano sulle mie.

Nessuno era mai riuscito a zittirmi in un modo tanto perfetto.

 

Nei pochi secondi in cui la baciai pensai a tutto e a niente.

Mi concentrai su quello che la mia pelle sentiva, zittii tutti gli altri sensi: volevo solo assaporare al meglio quel momento. Mi aggrappai alla felicità che mi travolgeva ad ondate, lottai per dilatare il più possibile quei secondi, per non essere costretta a tornare alla realtà. Tenni gli occhi chiusi, isolandomi dalle persone che si muovevano attorno a noi, ignorai le parole che si perdevano nella stanza e si mescolavano, appoggiai le mani sui fianchi della ragazza, nella speranza che nemmeno lei volesse abbandonare quella fragile bolla di serenità che si era formata attorno a noi.

Piccole, sottili crepe stavano però già scalfendo il muro di felicità che ostacolava le preoccupazioni e le domande bloccandole all'esterno della mia mente, che in quel momento stava assaporando la più pura spensieratezza. Crepe e tacche che andavano ingrandendosi sotto i colpi dei dubbi e dei pensieri, man mano che il tempo passava e i secondi scorrevano, man mano che le urla eccitate della gente si attenuavano e la musica cambiava ritmo.

 

Fu una domanda la prima cosa ad entrare nella mia mente, sporcando il candore della felicità. Non un ricordo, non una voce proveniente da mesi passati, ma una domanda che l'ansia aveva creato e mi aveva sbattuto in testa.

'Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta?'

Mi sentii cedere.

Strinsi più forte quella ragazza, le mani che prima erano solamente appoggiate ai suoi fianchi si chiusero in pugni, le braccia che la sfioravano appena la cinsero più forte mentre ricordi, conversazioni, suoni, immagini e lacrime si assiepavano nella mia mente. Quel muro di felicità era crollato, il momento era passato, e io stavo cercando disperatamente di ricostruirlo per poterlo vivere per sempre.

 

Allontanai il mio viso da quello della ragazza e la guardai negli occhi. Ancora la tenevo tra le mie braccia, ancora sentivo il suo corpo contro il mio, ma ogni cosa era completamente diversa. Altre domande andavano ad aggiungersi alla prima, altre preoccupazioni si accatastavano su quelle che già avevano trovato alloggio nella mia mente.

E se fosse stato tutto un errore? Vidi chiaramente cosa sarebbe successo il giorno dopo, quando l'entusiasmo si sarebbe spento e lei avrebbe elaborato appieno l'accaduto. Sentii il suo discorso timido e impacciato, mormorato senza guardarmi negli occhi, su come l'artefice di tutto ciò fosse stato l'alcol e non il suo raziocinio.

E se fosse andata avanti perché non avrebbe avuto il coraggio di essere onesta? Vidi settimane fatte di risate forzate, sorrisi falsi e abbracci inconsistenti. Sentii le parole pronunciate freddamente, le dichiarazioni meccaniche, sputate senza essere pensate.

E se fosse andato tutto bene, per poi finire? Vidi gli occhi di quella ragazza mentre, angosciata, mi spiegava frettolosamente tutto quello che avevamo sbagliato. Sentii scuse e bugie, frasi che si arrampicavano sugli specchi e scivolavano, sentii singhiozzi e domande.

Tutte le preoccupazioni non durarono che un secondo, ma in quel minimo lasso di tempo riuscirono a spazzare via l'ingenua felicità che mi aveva fatto uscire dal mondo per assaporare il mio piccolo angolo di paradiso.

 

Tentai di rifiutare ostinatamente quelle tristi prospettive e di concentrarmi sul piccolo, luminoso pensiero che affiorava timidamente tra una preoccupazione e l'altra, venendo costantemente travolto dalle domande e dai dubbi ma riuscendo sempre a tornare a galla. Una possibilità c'era. Perchè doveva necessariamente andare tutto male? Non avevo diritto pure io a sentirmi fuori dal mondo, a sentirmi leggera, una volta tanto? Dopo aver passato mesi con la mente persa nei ricordi di episodi finiti male, non potevo finalmente aspirare a scene migliori?

 

Baciai di nuovo quella ragazza. E di nuovo sentii le sue labbra sulle mie, e di nuovo sentii le sue mani accarezzarmi, e di nuovo sentii la felicità ricacciare in angoli scuri e angusti le taglienti domande che la mia mente aveva creato. Scelsi di provare e scelsi di non preoccuparmi del giorno seguente, delle settimane seguenti o dei mesi seguenti. Scelsi di godermi il momento e i brividi sulla pelle, di assaporare le risate e i discorsi composti a casaccio, di amare lei e ogni secondo di felicità mi avrebbe fatto passare.

 

E nel momento stesso in cui smisi di preoccuparmi e iniziai a gustarmi la vita mi sentii bene.

Mi sentii leggera.
Mi sentii libera.

Mi sentii felice.
 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Euachkatzl