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Autore: Silkye96    16/02/2016    3 recensioni
Ciao a tutti!
Questa fanfiction è principalmente yaoi, ma inserirò anche coppie het.
Allora, non penso di definirla una raccolta di One-shot in quanto ogni storia è collegata alla precedente.
Però, ogni capitolo tratterà di una coppia differente e verrà vista dal punto di vista di un personaggio diverso ogni volta.
Spero possa piacervi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Kenlexy cap 1                                                                  Egoist!


CAPITOLO 1:
                      KentinxAlexy


Ci sono persone che passano la vita a rincorrere il sogno di un amore perfetto, senza incertezze, senza intoppi, uno di quegli amori che si vedono nei film e che si leggono nei libri.
Rendersi conto che quel tipo di amore non esiste è dura per tutti, nessuno intende accettare la realtà dei fatti e la cosa è perfettamente comprensibile.
Tempo fa, mentre leggevo un libro, lessi di una scena di passione fra due amanti, nulla sembrava realistico, era la solita solfa...Non c'era nulla che rendesse la cosa piccante, nessun riferimento ai problemi della vita reale, di tutti i giorni, niente!
Non esiste quel tipo di amore che può farti dimenticare ogni razionalità, non esiste e, se esistesse, sarebbe fin troppo problematico, per chiunque!


-Kentin!-
La voce di mio padre risuona forte e decisa fra le piccole mura della mia stanza.
Anche con la musica a tutto volume sparata nelle orecchie posso udire la pesantezza dei suoi passi, si avvicina alla mia porta, e posso intuire dal piccolo scatto che ha già una mano sulla maniglia.
Detesto quando non bussa ma, comunque, non avrei abbastanza coraggio per farglielo presente.
Mi limito ad abbassare la musica, togliere gli auricolari e alzare la testa per poterlo guardare in viso.
Ha la sua solita espressione dura, il viso squadrato con la mascella serrata, le labbra sottili chiuse in una linea stretta...Mio padre, già...Non sembra affatto un padre, sembra un generale pronto a sferrare un pugno ad ogni mio errore, ogni volta che lo vedo mi dico che forse era meglio rimanere il vecchio Ken...
Non è che così sia infelice, solo che mi sento meno me stesso, o forse ... Forse questo è il vero me.
-Kentin!-
Mi desto dalla mia trance e torno a rivolgere lo sguardo a mio padre.
-Sì?- chiedo distratto.
-Hai svolto gli allenamenti di oggi?- mi chiede con durezza.
Vorrei dire di sì ma non posso, non mi sono ancora allenato.
-No-
-E che cosa aspetti?-
Avverto il suo tono nervoso che sta diventando, piano piano, impaziente.
-Vado subito- mormoro.
Afferro dall'armadio la mia felpa e i miei pantaloni della tuta.
-Bene-
Mio padre se ne va.
Indosso le mie scarpe da corsa e mi soffermo un attimo a guardare fuori dalla finestra, il tempo sembra precario, penso proprio che a momenti pioverà.
Ripenso al campo militare, a quando un giorno mi beccai la febbre per essermi allenato sotto la pioggia, il giorno dopo, anche se malato, fui costretto ad allenarmi ancora.
Sospiro.
Non penso di avere altra scelta,no? penso fra me e me.


-Kentin! Che ci fai fuori con questo tempo?-
Alzo lo sguardo, mi sono appisolato sull'erba del parco, sento delle gocce pizzicarmi il naso.
Piove.
Chissà da quanto poi!
-Alexy ... -
Si avvicina a me e mi porge la mano.
-Alzati su, sei fradicio come un pulcino-
La sua voce è calma, soave, mi tranquillizza subito.
-I...Io- voglio parlare ma sento le forze abbandonarmi.
Alexy mi regge forte e mi posa le labbra sulla fronte, arrossisco d'istinto.
-Hai la febbre-dice serio.
Noto che si guarda attorno, il suo ombrello è ora sopra la mia testa, non sento più la pioggia sul mio corpo ancora fradicio.
-Vieni, casa mia è a pochi isolati- mormora.
-Appoggiati a me- continua.
Non credo che abbia la forza di sostenermi, quindi cerco di scostarmi.
-Hey! Sei sordo? Ho detto appoggiati a me!- esclama trattenendomi.
Faccio come dice e mi stupisco nel notare che ha una forza notevole, sembra così mingherlino, e invece...
-Riesci a camminare?-
Annuisco appena.
-Bene, andiamo su-


Sento il rumore del phon, un flusso discontinuo di calore mi inonda il viso zuppo.
-D...Dove...- mormoro.
Mi trovo di fronte il viso sorridente di Alexy, i suoi occhi indaco mi osservano con premura.
-Finalmente, pensavo non ti svegliassi più, la febbre ti è scesa , ho avvisato i tuoi che sei qui da me-
-Oh,grazie Alexy, non dovevi ... - mormoro sedendomi cautamente.
-Non potevo lasciarti lì , ti saresti beccato una polmonite!-
-Figurati, ho un fisico forte io! Che credi?-
Lui mi sorride pacato, non so perché ma il cuore mi pulsa forte in petto.
-Lo so bene- mi dice.
Penso sia abituato a compiacere i capricci altrui, Armin è il ragazzo più capriccioso che conosco e,anche io non sono da meno.
Voglio sempre che tutti mi credano il più forte, che mi temano, che si sentano inferiori rispetto a me ma...Con Alexy non è così.
-Grazie- mormoro rannicchiandomi e portando le ginocchia al viso.
Voglio coprire il mio rossore ormai evidente.
Non so perché Alexy mi faccia questo effetto, mi sconvolge, non capisco mai nulla quando sono con lui, ho paura di ammettere come mai...Ho paura.
-Tuo padre ha detto che puoi stare qui stanotte, dormirai nella mia stanza, io la condividerò con Armin-
-Oh ... No non serve, posso starmene sul divano-
-Figurati! Non preoccuparti, io e Armin dormiamo spesso nello stesso letto, sin da piccoli siamo stati abituati così, essendo gemelli sembrava logico dormissimo insieme, a volte parlavamo fra noi nel sonno, doveva essere esilarante per gli altri, o molto fastidioso-
Sorrido, deve essere bello avere un legame così stretto con il proprio fratello...
-Se per nessuno di vuoi due è un problema...-
-Figurati! Nessun problema, immagino avrai fame- mi dice.
Osservo l'orologio, sono le nove.
Il mio stomaco sta brontolando, penso proprio di avere un certo appetito.
-Benissimo, lo prendo per un sì...-
Alexy prende a ridere e io lo seguo a ruota.
-Chiamo Armin, così mangiamo qui tutti insieme-
-Oh, sei sicuro che si possa? A casa mia si mangia solo in sala da pranzo e...-
-Casa mia non è come la tua- osserva lui.
E' vero, casa sua è più calda, più accogliente, ovunque mi volti vedo solo foto di famiglia, lieve disordine indice di liti e screzi divertenti con Armin.
-Hai ragione, non è affatto come la mia- mormoro.
Il mio viso deve aver assunto un'espressione molto triste e malinconica, Alexy mi osserva con sguardo pentito.
-Sei...Sei triste?- mi chiede.
Non so come rispondere a dire il vero, sono felice a casa mia, sto bene ma ... A volte, solo a volte, vorrei poter essere libero di scegliere!
Scegliere di essere me stesso, sono confuso, non ho mai capito quale sia la mia vera identità.
Alexy continua a fissarmi, i suoi occhi sono comprensivi e dolci.
-No, cioè ... Non lo so io...-
-Non hai ancora ben chiare le cose vedo- mi risponde con fermezza.
-E' che...Ti sei mai chiesto chi sei davvero?- chiedo con aria distaccata.
Alexy mi sorride caldamente, posa la sua mano sul mio avambraccio, il mio viso si accalda istantaneamente.
-Se hai dei dubbi su te stesso ... Posso dirti di stare calmo, non hai una sola personalità Kentin, nessuno ce l'ha, tu sei chi scegli di essere-
Osservo gli occhi del mio interlocutore, brillano di una propria luce, risplendono come stelle al chiarore della luna.
Mi avvicino ad Alexy, il mio viso a pochi centimetri dal suo.
Vedo le sue guance diventare cremisi, i suoi occhi si chiudono di scatto.
Poso dolcemente la mia fronte contro la sua :-Non sei affatto male- mormoro.
-Eh?-
Il suo respiro caldo mi solletica il labbro inferiore, credo che lo bacerò presto.
La mia mente mi urla di non farlo, mi sta implorando di rimanere legato alla mia mascolinità, mi rendo conto che sia una cosa ridicola, Alexy è molto mascolino nonostante il suo orientamento sessuale ma...
-Kentin smettila ti prego...- mormora strizzando gli occhi.
Mi si blocca il respiro in gola.
-Kentin, non so che intenzioni tu abbia ma, ti prego, te lo chiedo in ginocchio, non farmi questo!-
Non capisco che cosa voglia dire, cosa non dovrei fare esattamente?
Perché se la prende così?
Socchiudo gli occhi e mi scosto da lui rapidamente.
-Forse è meglio che me ne torni a casa- mormoro alzandomi dal letto.
-Non occorre- mi dice lui sottovoce.
-E' evidente che non è il caso che rimanga, non vorrei crearti problemi e poi, ho bisogno di pensare-
Mi catapulto fuori dalla stanza, forze precarie e vestiti zuppi e con un pessimo odore di acqua stagna.
Sento il rumore delle scarpe di Alexy picchiare sul parquet scivoloso del salotto.
-Kentin aspetta...- la sua voce mi sta implorando.
Sento un rumore sordo colpire il pavimento.
Mi volto, Alexy è steso per terra di faccia.
-A...Alexy...-
Sto per scoppiare a ridere ma mi trattengo.
-Ahi- è l'unica cosa che dice.
-Aspetta ti aiuto- mi avvicino con il sorriso :- Non ti si può lasciare solo un attimo che subito fai disastri- rido.
Alexy mi guarda con gli occhioni da cucciolo, sembra quasi un cagnolino dopo aver combinato una marachella.
Mi abbasso sulle ginocchia per poterlo guardare meglio.
Ha un livido rosso sul mento.
-Ma guarda te!- mormoro.
-Ti fa male?-
-Un po'- mi risponde.
-Come siamo finiti così? Insomma, prima eri tu a prenderti cura di me , e adesso devo medicarti...- gli dico ridendo.
-Non serve, posso farlo io solo- borbotta.
Ha messo su un broncio tenerissimo.
-D'accordo fai pure tu solo, io torno a casa-
-Non andartene- mormora afferrando il lembo della mia felpa.
Quando lo fa, un po' d'acqua scivola sul pavimento, sta stringendo forte.
-Ok, basta che smetti di fare il bambino- rispondo severo.
In realtà è piuttosto divertente vederlo in questo stato.



-Vostra madre è un talento in cucina!- esclamo mentre mi infilo in bocca un bel pezzo di pollo.
-Cucina spesso, ma fa sempre le stesse cose- borbotta Armin.
-E' perché sa che ci piace mangiare leggero- continua Alexy.
-Mah, forse a te ma io preferirei un bell'hamburger!- esclama l'altro.
Scoppio a ridere di gusto.
E' sempre piacevole stare con i gemelli anche se, probabilmente, non glielo dirò mai.
-Io non penso di averne mai mangiati- affermo con sicurezza.
-M...Mai?!- esclama Armin sconvolto.
-Sai, devo seguire una rigida dieta e non posso permettermi di strafare- rispondo.
-Io non ci riuscirei! Amo troppo le mie patatine!- mormora Armin.
Alexy scoppia a ridere :-E infatti la tua pancia molle parla chiaro!-
-Io non ho la pancia molle! Tu semmai .... -
-Eh? Assolutamente no!-
-Ehm, secondo me siete molto snelli entrambi- mormoro.
I due mi osservano poco convinti.
-Snelli?- chiede Alexy.
- Sì, non siete particolarmente definiti- rispondo svogliatamente.
-Ci stai dicendo che non siamo abbastanza muscolosi?- chiede Armin.
Il suo tono è tipico di un bimbo offeso.
-Esatto- taglio corto.
-Ugh... La tua sincerità è disarmante- commenta Alexy.
Sorrido :-Siete molto affascinanti anche così-
Alexy diventa rosso come un peperone mentre Armin mi sorride malizioso.
-Lo so benissimo di essere bello che credi?-
Ridiamo tutti.
Non mi sono mai divertito così!


Il letto di Alexy è comodo, le coperte sono morbide e setose, profumano del suo shampoo.
Il suo cuscino è rigido, come piace a me, mi sorregge bene il collo che la notte mi da spesso problemi.
Volto il capo, il suo comodino è vicinissimo al letto, ho una paura di batterci la testa contro...
-Chissà cosa c'è nei cassetti?- mi chiedo.
Arrossisco, non è da me curiosare nelle stanze altrui, non si fa e io non sono per niente un ficcanaso!
Resisto alla mia malsana curiosità, mi copro fin sotto il naso e mi giro dall'altro lato.
-E' ora di dormire!- mi dico.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal dolce aroma di cannella.


"Il paesaggio dinanzi a me è così spoglio, mi sento imprigionato dentro una prigione dalla sicurezza impeccabile, non posso evadere.
Cerco di fare un passo avanti ma un enorme corpo di pietra mi blocca la strada, non ha fine, non ha volto, non ha nome, ha solo una posizione, di fronte a me.
Cerco di aggirarlo ma è davvero troppo grosso, provo a spostarlo ma è decisamente pesante.
Che potrei fare?
Dove potrei andare?
Voglio tornare indietro, mi sembra la cosa più logica da fare, sento una mano morbida afferrare la mia, trascinarmi dietro a dei cespugli di rovi che pungono la mia pelle pallida.
Delle macchie scarlatte mi sporcano la felpa,ormai ridotta a brandelli.
Fa male, così male .... Non riesco quasi a respirare dal dolore che provo.
Poi, il silenzio mi avvolge, non sento più nulla, né il rumore del vento, né lo scrosciare impaziente dell'acqua.
E' come trovarsi nelle profondità dell'oceano, dove non c'è aria, non c'è rumore, non c'è luce...
Ed ecco, un bosco luminoso, ricco di calore e colori eccentrici.
La mano che mi aveva tratto in salvo, la stessa mano che mi ha causato tanto dolore, ora mi stringe più forte e mi trascina all'ombra di un albero enorme.
Mi sento tranquillo mentre mi stendo sotto i fitti rami del possente albero sopra di me, le foglie aranciate cadono dolcemente sul mio viso e sul mio intero corpo e poi, la primavera."

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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti!
Questa, ho l'onore di annunciare, è la mia prima fanfiction YAOI, non ne ho mai scritte prima d'ora e spero che valga.
Ogni capitolo tratterà di una coppia diversa, anche etero, non volevo limitarmi al solito racconto pieno di coppie fatte con lo stampino anche se, mi rendo conto che probabilmente sarà così.
Ci tengo a ricordare a tutti che il tema dell'omosessualità è molto delicato, io ho cercato di non prenderlo alla leggera, spesso troverete frasi offensive in base al personaggio che narra la storia.
Vi chiedo di non prenderle a male visto che non rifletteranno assolutamente i miei pensieri al riguardo.
Ora, avrete notato senza dubbio che, almeno in questo capitolo, i personaggi sono un po' OOC, anzi parecchio.
Vorrei sapere da voi se vi piace così o se preferite che inserisca più tratti dei personaggi del gioco.
Bene, detto ciò, non voglio dilungarmi oltre, alla prossima!!
-Silkye96.
  
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