Anime & Manga > Una stella cadente in pieno giorno/Hirunaka no Ryuusei
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Autore: ___Luthien    16/02/2016    4 recensioni
Shishio nonostante ci abbia provato, non riesce a dimenticare Suzume. Dopo sei mesi cerca di riconquistarla, ma la studentessa non sembra esserne felice.
E Mamura?..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si appoggiò con il gomito sulla finestra, con lo sguardo perso sul cortile colmo di studenti. Tra le labbra serrava stretta la solita sigaretta, mentre la mano copriva la tempia con rabbia. L'aveva lasciata andare, se l'era fatta sfuggire e nonostante a volte cercasse di riversare i suoi pensieri sui compiti, sulle verifiche, ogni volta che vedeva quelle trecce nere passargli di fianco, il cuore gli si fermava.  
Si era mai innamorato così tanto? No mai.  
-Professor Shishio non torna a casa?- Un collega entrò nella sala professori, tenendo stretta una valigetta. Satsuki nemmeno lo guardò in faccia, facendo semplicemente segno di 'no' con il capo. -Devo correggere dei compiti.- aggiunse giusto per non sembrare maleducato. L'uomo alle sue spalle lo guardò con tristezza, un po' tutti si erano accorti del suo radicale cambiamento. Shishio cercava di non farlo notare, ma il suo sguardo non era più quello di una volta.
Era come se una parte di lui si fosse spenta completamente, la parte che Cip-cip era riuscito ad accendere e rubare, in lui.
Quanto era stato stupido quel giorno, come aveva potuto dirle che non l'amava quella volta, a non averla baciata quando ancora poteva, a stringerla quando ancora lei arrossiva nel solo stargli vicino...  
Satsuki spense la sigaretta ormai giunta al filtro e lentamente si sollevò dallo sgabello. 
-Dovrebbe smetterla di fumare in quel modo.- disse il sensei mentre a computer riportava probabilmente gli esiti dei compiti. -Ha ragione.- sorrise lui afferrando il registro di classe e dirigendosi poi verso il corridoio. Da quando non era più il coordinatore della classe di Cip-cip, le volte in cui riusciva a vederla si erano notevolmente ridotte, quasi il destino stesso non volesse più farli incontrare. Eppure lei un tempo lo amava, eppure lui l'amava, eppure tutto era andato nel verso opposto... 
"Baka" pensò tra se. "Baka.
 
-Mamura è davvero figo!- Indicarono due ragazze di prima appostate dinnanzi alla finestra che affacciava direttamente sul cortile. -E Suzume è così fortunata!- continuarono guardando con occhi sognanti il cancello della scuola.  
Shishio si avvicinò a loro, puntando lo sguardo verso l'esterno. Come poteva non vederla? La gonna portata più lunga rispetto alle sue coetanee, i capelli raccolti in due trecce lunghe, la mano posata al petto, attaccata alla borsa a tracolla che sempre aveva con se. Come poteva diventare ogni giorno più bella?   
"Cip-cip" pensò posando una mano sul vetro, mentre lei girata di spalle si avvicinava a colui che ormai l'aveva conquistata. Il professore perse un battito nel vedere le loro mani incrociarsi, trovarsi, stringersi... Stavano insieme da sei mesi ormai, ed ogni volta che la vedeva sembrava essere così felice.
Ora il motivo del suo sorriso era diretto ad un altro uomo, e lui probabilmente era diventato solo un lontano e sfumato ricordo.  
Arrabbiato infilò una mano in tasca e senza girarsi più indietro andò a posare il registro in aula. Aveva voglia di tornare a casa, di buttarsi sul letto e non pensare più a niente. Impiegò qualche minuto per raggiungere l'uscita della scuola, il punto esatto in cui poco prima aveva visto Suzume. Se non fossero passati così tanti altri studenti probabilmente avrebbe potuto ancora sentire il suo profumo di campagna...  
A passo lento si diresse verso la strada di casa, con gli occhi sull'asfalto e le mani in tasca. La sua mente era totalmente persa tra i mille pensieri e il suo corpo non percepiva nulla intorno a se. Non sentiva le macchine in lontananza, non udiva i bambini giocare nel parco vicino al fiume, non percepiva l'odore del riso al curry che ricolmo di spezie e profumi aveva inondato la strada. Con lo sguardo spento continuò a camminare, camminare, camminare e poi in realtà fu tutto solo un singolo attimo. La sua mano si mosse da sola, indietro, ad afferrare quel braccio che non poteva non riconoscere. -Cip-cip?- disse alzando finalmente le pupille dal suolo.  
Suzume, che già da lontano lo aveva visto, aveva sperato di non essere notata. Aveva camminato quatta quatta, cercando in tutti i modi di non incrociare lo sguardo del professore. Eppure. Eppure Shishio l'aveva vista e... toccata.
-Professore...- bisbigliò con il rossore sulle guancia, mentre i suoi occhi grandi e azzurri si posavano sulla grande mano di quell'uomo che ormai non rappresentava più nulla per lei.
Una vecchia ferita, un vecchio amore ormai cicatrizzato.  
-Oh scusami!- disse lui lasciando subito la presa. -Non volevo spaventarti ma pensavo mi salutassi.- concluse guardandola negli occhi. Il suo cuore batté nel petto, forte, e gli fece male. Lei era così diversa... Così ancora più bella dell'ultima volta che l'aveva vista. Sembrava essere cresciuta, diventata più... donna.    
-Mi scusi, l'ho vista pensieroso e non ho voluto disturbarla.- spiegò lei portando le dita sul polso che poco prima era stato stretto. Ne sentiva ancora il calore sulla pelle... Quasi fosse stata marchiata.  
-Tu non disturbi mai Suzume...- disse a bassa voce lui, stampando un tenero sorriso sulle labbra. Solo quando c'era lei i suoi sorrisi diventavano così veri.
 Solo-per-lei.  
-Mh, okey.- rispose fredda e distaccata. Non voleva passare del tempo con lui, non voleva pensare ancora a quello che aveva provato qualche mese prima. Voleva andare avanti, avanti con Mamura. -Io ora devo andare, ho dimenticato dei libri a scuola e...-  
-Ti accompagno!- esordì con voce speranzosa lui. -E' pericoloso camminare da sola e tra poco farà buio- aggiunse quasi per giustificare quel suo desiderio. Suzume lo fissò contrariata, ma dalle sue labbra non uscì nemmeno un suono. In silenzio riprese a camminare verso scuola, accompagnata questa volta dal professore.  
Da quanto tempo non passavano del tempo insieme? Suzume nemmeno se lo ricordava più.  
-Allora, come stai Cip-cip? I voti a scuola sono migliorati?- Chiese lui per spezzare probabilmente quel silenzio imbarazzante. -Per niente.- rispose grattandosi la nuca. -Per quanto ci provo non vado mai oltre la sufficienza.- aggiunse portando poi la mano sulla tracolla, stringendola forte tra le dita. Si sentiva male a stargli a fianco, e dentro di se si malediceva per non aver permesso a Mamura di accompagnarla. A quest'ora il professore sarebbe stata una figura lontana dietro di lei, e lei e il suo ragazzo avrebbero potuto passare quei momenti insieme.  
-Vuoi che ti dia una mano Cip-cip? Se vuoi possiam-  
-Quando la smetterà di chiamarmi così?- lo interruppe lei, quasi infastidita dal suono di quel soprannome.  Perché doveva rivangare il passato in quel modo? Lei ormai era andata oltre, ora stava con una persona che poteva starle sempre vicino.
Sempre.
Perché ora che non poteva averla, lui la desiderava così tanto? Perché quando lei lo voleva, lui era lontano? 
-Scusami... Non volevo-  
Shishio abbassò lo sguardo, sorridendo ironicamente. Cosa stava facendo? Infastidiva le studentesse ora? Cosa diavolo era diventato...  
Suzume affrettò il passo con gli occhi lucidi. Lei aveva dimenticato tutto, perché il professore continuava a vivere nel passato? Ormai loro due non erano altro che uno studente e un insegnante, nient'altro. Quando lo avrebbe accettato veramente?  
-SUZUME!- Satsuki le corse dietro, afferrandola nuovamente. Dentro di lui mille sentimenti contrastanti lo stavano mandando in tilt, eppure nonostante tutto, riusciva a pensare solo ad una cosa. -Scusami, suzume. Scusami, se ti amo ancora.- disse poco prima di chinarsi e baciarla. Dolcemente, lentamente, e con tutto quell'amore che provava ma non riusciva mai a dimostrarle. Con tutto quell'amore che aveva sempre provato per lei, ma che non era mai riuscito a darle.
Stupido Shishio, baka
 Il vento soffiò freddo sulla loro pelle,  mentre una goccia di pioggia bagnò la mano del professore. Quest'ultimo aprì lentamente gli occhi, guardando il cielo sopra di lui. 
Da dove veniva quell'acqua, visto il cielo così limpido? 
-Ah.-
   
 
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