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Autore: Sarabi_ingonyama    17/02/2016    2 recensioni
Sarabi è una leonessa coraggiosa e tenace, piena di orgoglio e forza di volontà. La Regina delle Terre del Branco, però, com'è arrivata fin qui? Forse il suo passato può darci delle risposte...
(primissima fanfiction, abbiate pietà di me e soprattutto...recensite!^^)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mufasa, Nuovo personaggio, Sarabi, Scar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SONO VIIIIIVAA! coff coff....beh insomma rieccomi ^^” mi scuso infinite volte per la mia prolungatissima assenza e Giuro e Spergiuro che aumenterò la velocità di produzione dei capitoli d'ora in poi, per farmi perdonare XD

A che punto ero? Oh, sì, giusto...

 

CAPITOLO 19

Daima spalancò gli occhi, continuando a fissare la leonessa che aveva di fronte. Era proprio lei, ed era viva! Come poteva essere possibile?

Pensò ancora a quella notte in cui aveva ritrovato Usiku nella foresta e di come lo shock l'avesse paralizzata per un tempo indefinito che le era sembrato eterno.

Stavolta non era così: sentiva il cuore sciogliersi e il calore invaderle ogni centimetro di pelle, non riusciva più a trattenerlo. Scottava, scottava da morire e lei doveva muoversi, urlare, piangere, gridare che sua sorella era ancora viva e che insieme avrebbero potuto ristabilire la pace nelle Terre dell'Ovest.

Si rese conto di star urlando cose che probabilmente neanche formulava.

-SARABI! Sarabi, per i Grandi Re del Passato, sei proprio tu?! Oh santo cielo, Sarabi!-

Sbattè la schiena contro il terreno sabbioso ancor prima di rendersi conto cosa fosse successo.

Sopra di lei, Sarabi la teneva stretta sotto il controllo delle zampe, la bocca appena appena aperta si muoveva leggermente.

-...dillo ancora una volta e sarà l'ultima cosa che farai.- le sussurrò nell'orecchio.

Un brivido gelido la paralizzo al terreno più di quanto non lo fosse già. Sarabi si staccò da lei e le diede le spalle.

-Vieni con me.- ordinò.

Camminarono un poco, tanto che bastava per rimanere nascoste da occhi e orecchie indiscrete.

-Cosa ti è saltato in mente?!- il tono della leonessa era ghiaccio, mentre gli occhi ardevano come braci.

-Come sarebbe a dire “cosa ti è saltato in mente”? Ti credevamo tutti morta, Sarabi!-

-Beh, come puoi notare sto bene, sono viva e se non ti dispiace ora starei cercando di riportare a casa due fastidiose pulci che mi tormentano da tutto il giorno, per cui se tu e le tue amiche vi levate di torno...-

La leonessa fece per sorpassarla, ma Daima sbarrò velocemente la strada. La fissò esterrefatta: a che gioco stava giocando?

-Sparisci per due anni e non vuoi neanche sapere cosa sta succedendo nelle tue terre?-

-Gli affari del vostro regno non mi riguardano più ormai.-

-Del NOSTRO regno, Sarabi! Ascolta, capisco che sei spaventata, ma...

-Io non sono spaventata! Voglio solo andare alla Rupe dei Re e voglio arrivarci entro domani!-

-MI VUOI ASCOLTARE?!-

Daima balzò addosso alla leonessa scura, che scartò all'ultimo secondo e schivò l'attacco. Si maledisse per quella mossa insensata: non avrebbe avuto possibilità contro un'avversaria così allenata. Inoltre in quel lasso di tempo, Sarabi era diventata più grande e più pesante di lei, nonostante fosse più giovane.

Un forte colpo arrivò senza preavviso e Daima riuscì appena a vedere la zampa che impattava contro la mascella, stordendola. Gli artigli erano ritratti, ma nonostante ciò il dolore non fu poco.

-Perchè ci hai abbandonato?- gridò.

-Io non ho abbandonato nessuno! Usiku era la legittima erede al trono, io non ho idea di come governare un regno da sola!-

Daima pensò a quella notte in cui aveva scoperto chi si celava realmente sotto le spoglie della solitaria leonessa nera che aveva adottato Ni, Nyeusi.

Pensò che dire la verità su di lei in quel momento sarebbe stato inutile: Sarabi non le avrebbe mai creduto e avrebbe perso ogni possibilità di un dialogo razionale con la principessa.

-Vuoi vedere la tua casa distrutta da un tiranno quindi? Le tue compagne straziate dalla sua brama di potere e dalla fame? È così che la pensi?!-

Sarabi rimase interdetta.

-Tiranno? Cosa stai dicendo?-

“No...Non mi dire che non sa niente...”

-Parlo di Hasidi, Sarabi.- il suo sguardo non faceva presagire nulla di buono -è tornato.-

 

 

Sarabi sentì le zampe cedere sotto il suo stesso peso, non disse niente. Il suo cuore era in fermento, il sangue le pulsava nervosamente sulle tempie e si sentiva carica di una strana energia.

“Hasidi, vivo! Almeno lui!”

Represse un gridolino di felicità nel saperlo ancora vivo. In fondo, erano stati amici per così tanto tempo in passato, cosa sarebbe cambiato ora?

Lo sguardo gelido di Daima la riportò duramente alla realtà. La leonessa chiara sembrava disorientata, confusa dal suo comportamento. Cosa c'era di sbagliato in lui?

-Perchè quella faccia, Daima?-

-Perchè questa felicità?!- sbottò lei -Quel...quel mostro, sta riducendo le Terre dell'Ovest in un deserto di disperazione!-

Daima era visibilmente sconvolta: tremava di rabbia e di paura, sembrava sul punto di crollare a terra piangente. Gli artigli erano stati conficcati nel terreno con tanta foga da lasciare dei solchi nel terreno sabbioso.

-Tu non sai cos'ha fatto quell'essere schifoso! Ha gettato nella gola i nostri cuccioli! LI HA UCCISI TUTTI! HA UCCISO CHAKA!-

Lacrime di furore le scesero ardenti lungo i lati del muso, i lineamenti contratti dalla tensione e dalla rabbia spaventarono Sarabi.

Nella sua mente riecheggiarono le grida di Usiku mente veniva aggredita dai calabroni, le parole amichevoli di Hasidi e la sua sagoma scura spiccare fra i colori caldi del tramonto africano. Un turbine di pensieri e di emozioni le vorticavano in testa senza possibilità di fermarsi.

-N-non...non può aver fatto tutto questo- balbettò confusa -lui è...è un amico...-

La voce rauca di Daima le spense le parole in gola:

-Non è un amico. Non può esserlo e non lo sarà mai! È solo un traditore, un mostro! Una creatura infame che non merita di vivere!-

la leonessa chiara alzò la testa e i suoi occhi glaciali incontrarono quelli caldi di Sarabi:

-Devi tornare. Altrimenti sarà la nostra fine.-

-Non sarà con una leonessa in più nelle vostre schiere che vincerete questa battaglia.-

-No, una sola non basta.- Daima rivolse il suo sguardo verso una piccola sagoma scura all'orizzonte -Ma un regno intero può sconfiggere questo nemico.-

Sarabi afferrò al volo il concetto, rimanendo spiazzata.

-Non puoi chiedermi questo! Sono un'esiliata, non mi sarebbe concesso neanche di entrare nelle loro terre, lo faccio solo per riportare a casa Tama e Chumvi!-

Sentì un nodo serrarsi sulla gola, continuare era difficile. I ricordi del suo seppur breve soggiorno alla Rupe erano tra i più sereni della sua vita. Avrebbe dato qualunque cosa per tornare da loro.

Gli occhi infuocati di Mufasa le incendiarono la mente per un istante, ma respinse duramente il ricordo come per paura che potesse ferirla. Di nuovo.

-Mi hanno accolta quando ero sull'orlo della morte, mi hanno accettato tra loro e mi hanno dato molto più di quanto avessi mai potuto chiedere. Non ho superato l'iniziazione, meritavo di andarmene, tutto qua. Non posso tornare e pretendere che scendano in guerra contro un nemico che non li riguarda. Pensa agli anziani, pensa ai cuccioli!-

-Sei tu che non ci pensi, Sarabi! Anche noi avevamo degli anziani e dei cuccioli, ma Hasidi li ha eliminati tutti, dal primo all'ultimo!

Promettimi che tornerai.-

-Io non...non posso farlo.-

-Promettimelo!-

-Daima non...-

-PROMETTIMELO!-

-TE LO PROMETTO!- ruggì esasperata la leonessa, il suo sguardo lanciava frecciate di fuoco.

-Tornerò.- aggiunse poi -ma non ora.-

Sarabi scattò in avanti e con un paio di falcate superò la compagna, dirigendosi verso il resto del gruppo.

Tama e Chumvi la videro arrivare di corsa verso di loro e si rannicchiarono un poco per la paura.

-Kigeni?...va tutto bene?- chiese timida Tama.

Sarabi abbassò lo sguardo sui due cuccioli e si sforzò di sembrare rilassata.

-Tutto apposto. Possiamo andare ora.-

-Ma Kigeni, noi...-

La leonessa color sabbia zittì la cucciola con uno sguardo.

Si rivolse alle altre cacciatrici: -Grazie per il vostro aiuto, ma ora dobbiamo andare. Buona caccia.-

Raccolse Chumvi afferrandolo per la collottola delicatamente e fece cenno alla sorellina di incamminarsi.

-Mettimi giù! Non sono più un cucciolo! Sono un leone grande e forte e quando mi libererò...-

Kigeni sorrise sotto i baffi sentendo le atroci minacce del piccolo, ma preferì non offenderlo ulteriormente.

-Sì, certo. QUANDO sarai un leone grande e forte ti metterò giù. Ma per ora stai praticamente dormendo sulle zampe, piccolo...-

-Io non sono....*yaawn*...piccolo!- protestò Chumvi, aggrottando la piccola fronte.

Sarabi strizzò l'occhio a Tama per farla ridere, ma la cucciola sembrava assorta nei suoi pensieri, così continuarono a camminare in silenzio per il resto della giornata, mentre il sole cominciava lentamente a calare verso ovest.

La leonessa si girò per un istante: i contorni delle sue amate terre erano contornati di scuro, i monti tinti di rosso. Le spighe crescevano altre e incolte per tutta la prateria, la loro massa dorata era spezzata ogni tanto da qualche acacia solitaria dal tronco ritorto sferzati dal vento. Tra l'erba, alcune figure scure si allontanavano sempre di più nel cuore del territorio ombroso, lasciando una traccia di risentimento nel cuore della leonessa.

E se invece fosse tornata a casa loro?

 

   
 
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