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Autore: ThorinOakenshield    17/02/2016    2 recensioni
Il buco nero era paragonabile ad un tuorlo immerso nell’albume, ad una pupilla scura come la notte contornata da un’iride biancastra che, nelle estremità, tendeva al rosso fuoco.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megamind, Roxanne Ritchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Nightmare ~

 

 Mentre si allontanava rapidamente a bordo della navicella spaziale in cui l’avevano adagiato i suoi genitori, con il naso schiacciato sul vetro, osservava con timore reverenziale quel mostro in cui si poteva solo entrare e non uscire.
 Il buco nero era paragonabile ad un tuorlo immerso nell’albume, ad una pupilla scura come la notte contornata da un’iride biancastra che, nelle estremità, tendeva al rosso fuoco.
 Il corpo celeste vorticava minacciosamente inghiottendo ogni cosa che aveva avuto la sciagurata sfortuna di incappare in esso. Stava divorando il suo pianeta, la sua casa, i suoi genitori. Lo stava privando di tutte quelle cose che, nei suoi otto giorni di vita, aveva imparato ad amare.
 
                                                   ***
 
 Si svegliò di soprassalto. Si ritrovò seduto contro la testiera del letto, il respiro affannoso e la fronte imperlata di sudore.
 “Megamind…” borbottò Roxanne con la voce impastata dal sonno, rigirandosi nel letto.
 L’alieno non aveva gridato nel momento in cui si era destato da quell’incubo tremendo, ma il suo rantolo soffocato era stato sufficiente per far scattare un campanello d’allarme nella testa della sua sposa, il quale le aveva imposto di svegliarsi per accertarsi delle buone condizioni del compagno.
 Megamind si ostinava a tacere, tenendo i grandi occhi verde fluorescente fissi su un punto indefinito dello spazio circostante.
 Roxanne posò con dolcezza la sua mano sulla spalla del marito. “Meg,” lo appellò impensierita, “stai bene?”
 In una frazione di secondo Megamind scosse il capo, come per riprendersi dal brutto sogno che aveva tormentato il suo sonno. Dopodiché voltò la testa verso la sua dolce consorte e le rivolse un lieve sorriso, crogiolandosi per un momento dell’amore e delle attenzioni che gli donava Roxanne. Purtroppo bastò un attimo per far sì che il ricordo di quel giorno terribile sfiorasse la sua mente ancora pervasa da brutti ricordi.
 Megamind sospirò e si abbracciò le gambe, poggiando il mento sulle ginocchia, come fanno i bambini quando sono tristi o dispiaciuti. “Ho sognato il buco nero” rispose tutto d’un fiato.
 La ragazza trasse un sospiro e, per tutta risposta, vezzeggiò delicatamente il dorso del marito. Non aveva bisogno di chiedere spiegazioni: lei e Megamind non avevano segreti, ergo era a conoscenza della fine che aveva fatto il pianeta del compagno, il motivo per il quale era approdato sulla Terra.
 “Se quel dannatissimo buco non avesse risucchiato il mio pianeta” disse improvvisamente l’alieno con rinnovato furore, alzando il mento dalle ginocchia “molte cose sarebbero andate diversamente. Non avrei commesso gli errori che ho fatto in passato, sarei andato a scuola con bambini uguali a me che di conseguenza non mi avrebbero visto come un mostro, mi sarei risparmiato anni di inutili sofferenze.”
 “Non mi avresti mai incontrata, però” aggiunse Roxanne con un tono di consolazione che, tuttavia, possedeva una sfumatura quasi piccata.
 Megamind la guardò e, notando il suo sguardo dispiaciuto, si pentì immediatamente delle sue parole. “Roxy, scusami, non mi stavo rendendo conto di quello che stavo dicendo, ho parlata a vandala” la rassicurò accostandosi a lei e lambendola con dolcezza.
 In maniera del tutto inaspettata, la giovane lasciò che un sorriso le increspasse le labbra, provocando nel marito un moto di smarrimento. “Si dice a vanvera, ignorante” lo bacchettò bonariamente dandogli un buffetto.
 L’alieno si lasciò scappare un sorriso e pensò che quella donna fosse un demonio: forse neanche Minion era in grado di farlo sorridere quando ripensava ai suoi cari e agli anni d’inferno che aveva trascorso sul Pianeta Terra. “Comunque hai ragione: non tutti i mali vengono per nuocere” sentenziò poi con un’aria solenne che fece ridacchiare la moglie. La imprigionò nel suo abbraccio e le sussurrò svenevolmente all’orecchio: “Senza quel buco nero tu non avresti avuto un marito affascinante e avvenente come me.”
 “Ora ti riconosco” rise ella prima di coinvolgerlo in un bacio appassionato.
 I due consorti si distesero sul letto e continuarono a baciarsi, avvertendo l’impellente bisogno dell’uno e dell’altra.
 Repentinamente, Megamind scordò l’incubo.

   
 
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