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Autore: The white geneticist    17/02/2016    0 recensioni
“Impugna le armi,
uccidi i giusti
e risorgi gli imperfetti
poiché ciò che sembra,
non è mai ciò che è”
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia in collaborazione con Black Shade

 25 anni fa

Erick osserva il corpo dell’amico steso a terra in una pozza di sangue, con il cranio forato da parte a parte. Si alza sulle gambe ancora tremanti e cammina fino al muro opposto alla vetrata, respirando affannosamente.
-Che... che vuol dire, tutto questo? Lui stava per uccidermi... ma…
All’improvviso la situazione gli fu chiara, si precipita alla vetrata osservando prima la strada, la spiaggia ed infine il mare infuocato dal sole; subito dopo controlla il foro della vetrata confrontandolo con quello nella parete, capendo che il colpo doveva per forza essere partito da un imbarcazione lontana dalla spiaggia.
Esce dall’appartamento e come se niente fosse raggiunge la macchina, accende il motore e ritorna a casa.

Entra dal vialetto principale, che attraversa il giardino fino ad una villetta, non molto grande.
Apre la porta e subito viene sommerso da una pioggia di coriandoli, stelle filanti e dal coro di auguri orchestrato da una quindicina di persone in piedi attorno all’ingresso.
Subito tutti si fiondano davanti a lui, dandogli pacche sulle spalle e facendogli gli auguri di buon compleanno. Scivolando attraverso gli invitati una donna sulla trentina, occhi azzurri, capelli biondo chiaro, carnagione chiara e abito da sera azzurro, lo bacia e allontanandosi di un passo mostra davanti a se con le braccia tese un pacchetto rosso con fiocchetto bianco: -Questo è per te, amore-, dice la moglie subito raggiunta dal figlio che appoggia una mano sulla spalla della madre.
Erick prende il pacchetto tra le mani, lo osserva per un istante, poi osserva la moglie dritta negli occhi e con voce commossa dice: -Trisha, non avresti dovuto.-
-Aprilo-  lo esorta la donna.
Il festeggiato apre il pacchetto, trovando all’interno un coltello chiudibile, manico misto acciaio e legno con inciso sulla lama “Saremo sempre al tuo fianco”.
L’uomo alza di nuovo lo sguardo verso Trisha, ma non trova le parole, quando sta per parlare interviene il figlio: -È uguale a quello del nonno, vero?-
-Abbiamo pensato, che non ci fosse regalo migliore. Lo abbiamo fatto fare a mano usando come modello le vecchie fotografie che avevi. L’unica cosa che abbiamo aggiunto è la scritta.- aggiunse la moglie.
-Non so che dire, è magnifico, mi fa tornare alla mente tanti bei ricordi.- ringrazia Erick con le lacrime agli occhi.

La festa di compleanno continua fino a tarda sera.
Quando anche l’ultimo invitato esce di casa, Erick si ritira nel suo studio lasciandosi cadere sulla sedia. Sfodera una pistola, una Desert Eagle, e ne estrae il caricatore.
Ho ancora cinque proiettili su sette, due li ho usati per Trisha e Kevin, non posso sprecarne altri.

Erck passa la notte osservando il soffitto della camera da letto e pensando a quanto fosse accaduto durante il suo trentasettesimo compleanno.

7:15
Seduto a tavola, con lo sguardo perso nella tazza di caffè fumante, Erick si ridesta all’infrangersi del silenzio perfetto, quando qualcuno bussa alla porta.
Il cuore di Erick si ferma per un istante:-Chi è a quest’ora del mattino? Che abbiano già ritrovato il cadavere di Charlie? Che faccio? Se non apro di certo sfonderanno la porta.
Sotto la porta c’è una busta rossa con ricami dorati.
Erick si avvicina e apre la lettera: la carta odora leggermente di acqua marina, è scritta con calligrafia elegante e ordinata, e la sola frase scritta recita: Io posso spiegarti tutto. La tua cara Eli.
Erick ancora titubante e impaurito apre la porta, rivelando il volto di un uomo anziano sulla sessantina, occhi azzurri, capelli bianco neve e rughe attorno agli occhi.
-Buon giorno signorino Erick, io sono Alfred, MeLady la sta aspettando, se è così gentile da seguirmi le faccio strada.- si presenta l’uomo con voce calda ed elegante.
Erick sorpreso e perplesso, senza capire chi sia l’uomo che ha di fronte e chiedendosi chi fosse Eli, esce di casa chiudendosi la porta alle spalle, senza nemmeno sapere perché.
Subito fuori dal vialetto c’è una limousine color rosa acceso, che li  aspetta.

La vettura li porta fuori città, fino  ad una villa immersa in un fitto bosco.
-È qui che abita “Eli”? chiede Erick al maggiordomo.
-MeLady è orfana, ha ereditato numerosi terreni e una cospicua somma di denaro. Questa però è la sua villa preferita, la usa per tutto il periodo estivo.

La limousine si parcheggia davanti all’ingresso dell’edificio.-Prego MeLord, mi segua, le faccio strada fino alla stanza della signorina.-
I due attraversano l’atrio illuminato da grandi vetrate, sorretto da colonne in marmo, le pareti decorate con grandi arazzi e al centro della stanza un tappeto rosso che sale le scale fermandosi di fronte a due porte in legno, finemente intarsiate.
Il maggiordomo si ferma davanti ad esse:- MeLady è qui dentro, prego.-
Erick sorpreso da tanto lusso apre la porta entrando in una stanza, dalle pareti color turchese, le tende dorate facevano da cornice alla vista sul bosco, e contro la parete alla sua sinistra era poggiato un letto a baldacchino in legno scuro. Sotto le lenzuola bianche, era seduta su un lato, una giovane donna, dagl’occhi smeraldini, capelli biondo paglierino e fisco slanciato: -Benvenuto mio caro Erick.- lo accogli la donna.
-Buongiorno.- saluta Erick, ancora confuso dalla scena.
-Immagino tu abbia molte domande riguardo gli avvenimenti di ieri, ma le risposte si trovano molto più in là nel tempo.- continua alzandosi dal letto.
Eleium si siede sul davanzale della finestra aperta, accavallando le gambe e osservando il bosco, mentre un leggero vento le scompiglia i capelli sciolti: -Tutto cominciò 25 anni fa. Ero appena una ragazzina di dodici anni, timida e con la testa fra le nuvole di nome Eleium; mentre tu eri un simpatico ragazzino che riusciva sempre a farmi ridere. Poi c’erano anche Charlie, un immutabile sognatore; Alister, un ragazzino raffinato e dai modi aristocratici ed infine Eisen, un viziato ed egoista bambino di tredici anni. Eravamo un gruppo affiatato, ci trovavamo tutti i giorni nel parco fuori da scuola e giocavamo per ore, fino a quando il sole non stava per tramontare, e solo allora ci salutavamo per poi ritrovarci il giorno successivo. Tutto andò bene, fino a quando quel giorno, il 17 agosto… Se solo non ti avessi costretto a farlo.- si interrompe la donna osservando Erick con gli occhi lucidi. - Il 17 agosto tutti noi cinque ci ritrovammo a casa di Eisen in aperta campagna, e quella notte noi firmammo con il nostro sangue, una patto che poteva donare l’immortalità a uno di noi cinque offrendo come tributo la vita degli altri quattro.
All’improvviso nella mente di Erick tutto torna lucido come se fosse accaduto l’altro giorno, trovandosi da bambino a fissare una strana pergamena, insieme ai suoi amici, alla flebile luce di una lanterna, nel capanno degli attrezzi di Eisen.

   
 
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