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Autore: DaisyBuch    18/02/2016    0 recensioni
Sette ragazze vanno in vacanza, ma non è un viaggio qualunque. Scopriranno delle paure profonde, i loro disagi, le bugie e i loro veri sentimenti, sono delle ragazze di questo secolo.. nascondono tutt'altro dentro di loro, ed anche chi non si aspetterebbe mai, nasconde qualcosa di tristemente orribile. E' una critica alla società moderna, a come la società ha trasformato le persone, ma in un modo leggero.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Stavamo uscendo dal posto, erano le cinque ed io continuavo a sentire il mio respiro pesante. Non mi veniva da vomitare, ma era come se mi mancasse ossigeno, sicuramente era per l’alcool. Valentina davanti mi teneva la mano. Pensai che le volevo bene. Le strinsi più forte la mano e si girò a guardarmi.
-Tutto bene?- chiese.
Io sorrisi in segno di affermazione e continuammo a farci largo tra le persone allegre e ubriache. Sentii una mano che mi toccava il sedere e mi girai violentemente.
-Che cazzo fai?- gridai, volevo sovrastare la musica ma non ci riuscii.
-Coglione.- gridai a tutti, non sapevo chi fosse stato. Poi qualcuno mi afferrò la mano e mi tirò verso di lui. Forse erano le altre che si erano perse? Tenevo ancora per mano Valentina, quando mi trovai un ragazzo che poggiò la fronte sulla mia e con una mano mi toccò la guancia. Mi aveva completamente spiazzata.
Potei vedere solo che aveva gli occhi scurissimi.
-Ehi! E’ lesbica!- intervenne Valentina arrabbiatissima e mi tirò dalla sua parte.
-Non è vero.- rise tirando su il lato sinistro della bocca.
-E’ lesbica.- rispose con convinzione Valentina.
-In questo caso me lo può dimostrare.. An!- chiamò una l’amica mora che ballava.
-Lei è lesbica. Baciala.- mi disse indicando lei.
“An” si girò, aveva i capelli lunghissimi e mori, le labbra piene e gli occhi scuri come il suo amico.
Le altre ce le eravamo perse, eravamo solo io e Vale, ed entrambe guardavamo impaurite il tizio davanti a noi che doveva essere alto due metri circa, con i capelli mori attaccati alla fronte e gli occhi verdi arrossati dal fumo.
-Drogati di meno.- fu la risposta di Valentina.
-Chi sono?- chiese An, lei forse era più fatta di lui. Aveva indosso una tutina rossa ed aveva le guance rosse e lucide.
-Vuole sapere come vi chiamate.- urlò avvicinandosi a noi.
-Aurora.- mi presentai, era sempre stato il mio finto nome.
-Sofia.- disse Valentina presentandosi anche lei.
-Io sono Giulio, lei è Anastasia.- si presentarono anche loro. -Allora Aurora fammi vedere se sei lesbica.- mi sfidò con un sorrisetto arrogante.
-Non bacio le sconosciute.- sorrisi altrettanto.
-Dio, finitela.- se ne uscì Anastasia alzando gli occhi al cielo e intrappolò il volto di Valentina tra le sue mani baciandola a stampo.
Io rimasi attonita, completamente immobile lasciai la mano di Valentina, e vidi i suoi occhi prima allarmati che piano piano si chiudevano. Ora si stavano decisamente baciando con la lingua.
Vedendo due ragazze che si baciano, una moltitudine di ragazzi si girò automaticamente a guardare sbavando per terra. Giulio tirò fuori il cellulare e fece una foto dall’alto.
-Smettila!- provai ad arrampicarmi per fermarlo.
Valentina non appena vide il lampo del flash si staccò da Anastasia.
-Grande An, comunque non era lei che dovevi baciare.- rise Giulio.
Anastasia fece spallucce, -baci bene.- si complimentò con Valentina. Io la presi per mano e scappammo via.
Non appena fummo fuori dalla mischia e fuori dal locale Vale prese in mano il cellulare per chiamare le altre, -Non devi dirlo a nessuno, chiaro?- si raccomandò fulminandomi con lo sguardo.
-Come vuoi.- risposi.
-Ma dove eravate finite?- sentimmo la voce di Sara che veniva da dietro di noi.
-Ci avete fatto prendere un colpo sceme.- ci sgridò Alessandra.
Valentina ed io ci guardammo di nuovo con sguardi colpevoli, io trattenni a stento una risata nervosa. Ma alla fine nessuna si accorse di niente, nessuna chiese nulla, e tutte stanchissime cercammo un taxi da prendere per tornare a casa.
   
 
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