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Autore: Miss_McCall    19/02/2016    2 recensioni
E se una maledizione facesse ritornare Scott Bambino? Tra disavventure e giornate divertenti, Scott rivivrà la sua infanzia con accanto i suoi amici e un Peter più affettuoso del solito e un Derek più maltrattato, che trattato bene.
[ Peter ancora tra noi ; Derek maltrattato; Lidya e Malia complottartici; Scott bambino; non sono presenti ne Liam ne Kira]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve questa storia è nata quasi per caso, spero che vi piaccia...... (recensite numerosi). E' grazie alla mia beta se questa storia ha preso forma.
Inoltre a fine capitolo troverete le frasi del giorno.
baci Miss_McCall



Intro: Peter e Scott sono in missione per ordine di Deaton, in una caverna appena fuori Città del Messico.
Qualcosa di sinistro si nasconde tra le mura, ed è loro compito capire di cosa si tratta, e successivamente porvi fine.
Ma le cose non vanno mai come le programmiamo infatti un mago ombra risedente da molti anni in quella caverna, decide di usare il potere da True Alpha di Scott per liberarsi sottraendoglielo.
Ma qualcosa va storto, l’entità oscura colpisce il mannaro con un incantesimo che con un forte boato lo riporta all’ età di 3 anni.
Peter si affretta per raggiungerlo, gli si avvicina cautamente notando che Scott senza vestiti, piangeva spaventato ed impaurito dal buio, esitante lo prende in braccio cercando di calmarlo. Lo avvolge nella sua Giacca portandolo all’esterno per poi tornare a Beacon Hills.
L’entità oscura decisa a prendersi a tutti i costi quel potere si aggregò clandestinamente ai mannari mimetizzandosi nei panni del ragazzo.
 
 
1 giorno

 
 
-Si può sapere cosa è successo? Brutto bastardo cosa hai fatto al nostro Alpha?- chiese Stiles furibondo avventandosi contro Peter e  facendo spaventare il piccolo ancora aggrappato alla giacca dell'uomo.
- Stiles calmati non vedi che lo spaventi?- rispose l'uomo indietreggiando posando inconsciamente la mano sul capo del bambino che piangeva terrorizzato dalle urla del ragazzo.
- Stiles la situazione è delicata e per quanto odi dar ragione a mio zio, questa volta devo.- disse Derek interrompendo le urla del ragazzo. Guadagnandosi un cenno di ringraziamento dall'uomo.
- Bene Papà  siamo tutti impazienti di sapere come sono andati veramente i fatti- interruppe Malia affiancata da Lidya che osservava curiosa il piccolo fagottino che ancora scosso dai singhiozzi si aggrappava alla maglia dell'uomo tremando e nascondendo il viso reso rosso dalle lacrime.
Peter rincuorato dall'intervento di sua figlia tentò di mettere Scott seduto sul divano.
 
Il Piccolo sentendosi allontanare al quel corpo caldo che fino a poco tempo prima lo aveva protetto aumentò la presa sulla maglia scuotendo la testa in segno di protesta.
- Scott....Scott ascoltami, io devo parlare un attimo con queste persone, tu aspettami qui tornerò presto- disse Peter tentando di calmare il bambino facendogli allentare la presa.
- No....- rispose il bambino scontrando gli occhi color cioccolato pieni di lacrime con quelli verdi del più grande.
Tutto il branco guardava ,Peter accarezzare ed  interagire amorevolmente con quel bambino ,senza parole,
- Cavolo e chi lo avrebbe detto che Lo zio Psicopatico avesse un cuore-interruppe il silenzio Stiles
- Stiles per favore sta zitto- disse Lidya alzandosi dal divano ed avvicinandosi a Peter.
 
Sentendo i passi della ragazza avvicinarsi Peter alzò lo sguardo – Posso?- chiese la rossa indicando il bambino.
L'Uomo annuì tenendo sempre il bambino tra le braccia. - Ehi ometto! -disse Lidya attirando l'attenzione del cucciolo su di se continuando- Mi stavo chiedendo…ti va di lasciare per un po' la maglia di Peter e venire con me? - disse osservando il piccolo amorevolmente.
- Dove vuoi portammi? - chiese titubante Scott allentando un po’ la presa per osservare meglio la ragazza che aveva davanti.
- Io pensavo di andare di là in cucina a prendere un bel gelato da mangiare tutti insieme, ma mi serve un aiuto. - disse la rossa mettendo su un muso triste che fece mollare la presa al bambino.
- Se io vengo dopo mi riporti da Peter? - chiese con due occhioni da cucciolo Scott mentre si affrettava a lasciare il corpo dell'uomo solo per aggrapparsi a quello di Lidya.
- Certo, piccolo. - disse Lidya sorridendogli e prendendolo in braccio.
- Peter io vado a prendere il gelato con la signorina ma tonno subito tu non te ne andare va bene? - disse Scott serio solo come può esserlo un bambino di 3 anni, mentre Lidya lo portava in cucina.
-Va bene piccolo ti aspetto qui- disse Peter, senza accorgersi che stava sorridendo, mentre Lidya e il bambino sparivano in cucina.
 
Si girò verso il resto del branco e si sedette sul divano pronto a fare un resoconto dettagliato su tutto.
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Erano passati una decina di minuti e Peter era intento a spiegare a grandi linee dove si trovava la grotta, nella quale si era recato con Scott, quando fu interrotto da un piccolo uragano moro che gli saltò in braccio con un gelato al cioccolato in mano.
 Lidya si trovava pochi passi indietro e non nascose il suo ghigno divertito nel vedere quella scena.
 
La rossa con grazia passò i gelati, che aveva sul vassoio, al resto del branco lasciandosene due per lei e Peter che era impegnato a tenere lontano Scott, con il viso sporco di cioccolata.
Tentò più volte di allontanare il piccolo tentando inutilmente di metterlo a sedere tra le sue gambe rivolto verso il branco.
Quest'atteggiamento non passò inosservato dal resto del branco che lo guardava divertito vedendo andare in fumo ogni suo tentativo.
Derek osservava suo zio interagire col bambino senza successo- Ehi Scott, dimmi un po’ ti è piaciuto il gelato? - decise di intervenire prima che Peter perdesse la pazienza.
A quella domanda il bambino smise momentaneamente di dimenarsi volgendo lo sguardo verso Derek che intanto si era munito di una salviettina imbevuta, datagli da Malia, con l'intento di ripulirlo dal cioccolato.
Derek si alzò dalla sedia solo per accovacciarsi affianco al bambino, che spaventandosi nascose il viso nella maglietta del più grande sporcandola.
- Der mi sa proprio che la salviettina non ti serva più- disse Stiles iniziando a ridere, facendo spostare lo sguardo di Peter verso il bambino e soprattutto verso la sua maglietta.
- Ma che cazz…- Peter bloccò l'imprecazione non appena vide tutti i presenti donargli occhiatacce.
- Peter è solo un bambino, certe parole non dovrebbe sentirle, soprattutto dalla bocca di un adulto- disse parentorio Lidya non nascondendo il suo ghigno di soddisfazione.
-Vieni Scott perché non andiamo a ripulirci un po’- si intromise Malia avvicinandosi a suo padre per prendere il bambino.
-No. Non voglio lassami butta...... voglio stare qui con Peter – iniziò a urlare Scott ricominciando a piangere stringendosi ancora di più all'uomo facendo indietreggiare la ragazza che si andò a sedere di nuovo al suo posto, lasciando suo padre a gestire la situazione.
 
Peter teneva quel bambino piangente tra le braccia senza sapere cosa fare, voleva chiedere aiuto al branco ma il suo orgoglio glie lo impediva. Ad un tratto qualcosa nel respiro del bambino lo mise in allarme.
Abbassò lo sguardo giusto in tempo per vedere il piccolo respirare a fatica.
Lo mise a sedere meglio sulle sue gambe, Scott aveva il viso rosso ed ansimava pesantemente, una manina andava a stringere la sua maglia all'altezza del cuoricino mentre l'altra andava d'istinto a posarsi sulla sua gola.
- Scott Ehi piccolo che ti prende...- chiese Peter allarmando anche il resto del branco, che d'istinto si avvicinò
- Mi... fa male...- disse il bambino mentre due lacrimoni gli rigavano il viso. - Cosa ti fa male Scott? -chiese ora Derek accarezzando la fronte imperlata di sudore del piccolo.
- Qua...non iesco a respirare. - disse il bambino terrorizzato indicando a fatica il petto.
Questa risposta mise il branco ancora più in agitazione. - Aspettate! - urlò Stiles avvicinandosi al bambino osservandolo- Credo che abbia un attacco d'asma... mi ricordo che Scott prima ci soffriva-disse il ragazzo prendendo dal suo zaino un inalatore porgendolo a Peter.
-Aspetta! È troppo piccolo per l'inalatore Peter- lo fermò Lidya prima che l'uomo accostasse il farmaco vicino alle labbra del bambino.
- Che devo fare allora? - chiese Peter preoccupato, - Stendilo sul letto e calmalo, in questo momento sei l'unico di cui si fida – disse Deaton che appena arrivato aveva assistito alla scena.
Peter cercò di mantenere la mente lucida, si alzò dalla sedia col bambino ancora ansimante e si diresse verso il letto di Derek, vi appoggiò il bambino sdraiandosi pure lui – Scott ...Ehi Scott calmati respira piano, concentrati sul mio respiro lentamente. - disse Peter iniziando ad accarezzargli la schiena con movimenti dolci e circolari.
Il bambino se pure a fatica tentò di fare quello che l'uomo gli aveva chiesto, chiuse piano gli occhi rossi e stanchi e si concentrò sul respirare del più grande calmandosi e riuscendo a mettere fine all'attacco. - Bravo continua a respirare- disse Peter rincuorato non accorgendosi che intanto il bambino si era addormentato.
 
Assicurandosi per l'ennesima volta che il bambino respirasse adeguatamente durante il sonno Peter si alzò, cercando di muovere il letto il meno possibile.
Si Avvicinò di nuovo al resto del branco con l'aggiunta di Deaton e iniziò a raccontare i fatti che quel giorno avevano colpito entrambi.
 
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Arrivati alla fine del racconto, l'uomo notò che Lidya sotto direttive del druido aveva preso appunti molto dettagliati sulla faccenda.
- …. Ed è così che mi sono ritrovato con uno Scott di tre anni tra le mani- concluse alzandosi finalmente dalla sedia per stiracchiarsi un po’.
 - Peter vorrei visitarlo fargli delle analisi e fargli delle domande se tu permetti. -disse Deaton con fare medico avvicinandosi all'uomo che lo guardava stupito.
- Fa quello che credi non devi mica chiedermi il permesso io vado in camera mia … Non è mio figlio. - disse Freddo l'Hale salendo le scale e sparendo sotto gli occhi scioccati di tutti.
 
Dopo buoni 5 minuti di stupore per il comportamento di quest’ultimo, tutto il branco si spostò di nuovo sui divani a fare il punto della situazione.
- Ragazzi la faccenda è seria, non sappiamo cosa può succedere col nostro Alpha in quelle condizioni- disse Derek prendendo la parola attirando l'attenzione di tutti i presenti.
 
-Concordo Der. Ma cosa possiamo fare? - disse Stiles alzandosi dalla sedia solo per avvicinarsi a Scott che ignaro di tutto stava dormendo rannicchiato dentro la giacca di Peter.
- Io propongo di portarlo alla clinica posso occuparmene io visto che Peter non sembra propenso ad accollarsi il bambino così potrò fargli tutte le analisi che occorrono mentre voi pensate a cosa inventarvi- Intervenne Deaton avvicinandosi al piccolo prendendolo in braccio senza svegliarlo con l’aiuto di Lidya.
-D’accordo doc allora lo affidiamo a te, io vado a dirlo a mio padre. - disse Malia correndo al piano di sopra nella stanza di suo padre.
 
 
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-Papà? posso entrare? - chiese Malia dando un paio di colpi alla porta.
-Che succede Tesoro? - disse Peter aprendo la porta solo per vedere sua figlia schizzare sul suo letto.
“Ma quanti anni ha 4?” pensò l’uomo richiudendo la porta avviandosi verso sua figlia che intanto aveva preso una rivista dal comodino – Deaton ha portato Scott alla clinica, dice che se ne occuperà lui dato che tu te ne sei tirato fuori- iniziò a parlare la ragazza mentre sfogliava la rivista.
-Malia io non me ne sono tirato fuori, ho solo pensato di essere l’ultima persona alla quale affidare un bambino così piccolo-rispose Peter sedendosi affianco a sua figlia abbandonando la testa sul cuscino.
-Forse la tua è solo paura psico…psicosomatica, cioè è nella tua testa, pensi di non riuscire ad occuparti di Scott e te ne convinci. - rispose Malia senza alzare lo sguardo dalla rivista.
-Non so se hai ragione, ma quando ho visto Scott nella grotta che piangeva impigliato nei suoi vestiti per un momento sono andato nel panico- disse l’uomo mentre sua figlia si girava appoggiando la testa sulle sue gambe incrociando i suoi occhi continuando –Non sapevo cosa fare e ho seguito l’istinto, mi sono avvicinato per constatare che almeno stesse bene, ma appena ha riiniziato a piangere l’ho preso in braccio e da quel momento non si è staccato più fino a che non si è addormentato- disse l’uomo chiudendo gli occhi concentrandosi sul respiro di sua figlia.
Passarono quelle che per Peter erano sembrate ore stava scivolando nel dormiveglia quando – Papà ho trovato!!!!- urlò la ragazza facendo sobbalzare l’uomo – Malia ma che cazz…- disse Peter non finendo la frase troppo preso a vedere sua figlia che si era trasformato in un uragano puntando il suo armadio e tirandone fuori un jeans e una maglietta sportiva –Alza il culo da quel letto vatti a lavare e vestiti, ce l’ho andiamo a riprendere- disse Malia obbligando suo padre ad ubbidirle.
Dopo una buona mezz’ora scesero nell’atrio- noi andiamo da Scott ce lo andiamo a riprendere, chi viene? - disse Malia sprizzando gioia da tutti i pori.
-Tutti! -disse Lidya ricevendo sguardi d’assenso da tutto il branco. - Stavamo già pensando di andarlo a riprendere, è un lupo oltre ad essere il nostro Alpha e il branco deve restare unito- disse Derek prendendo la sua inimitabile giacca di pelle ed avviandosi verso la porta seguito dal resto del branco. 
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Clinica veterinaria.
 
Deaton era arrivato alla clinica con Scott ancora placidamente addormentato. Scese dalla macchina e con un gesto quasi istintivo alzò gli occhi al cielo- Oh cazzo!!!- si lasciò sfuggire dalle labbra non appena si rese conto che quella sera la luna sarebbe stata piena.
 
In fretta prese il bambino ancora addormentato e lo portò all’interno della clinica.
Posò il bambino momentaneamente sul tavolo da lavoro, andando a chiudere tutte le entrate, tranne quella di dietro.
 
Intanto Scott disturbato da quegli incessanti rumori si svegliò di soprassalto scrutando la stanza attorno a se.
-Dove sono? chi sei tu? E dov’è Peter? - disse il bambino spaventato iniziando a singhiozzare ciò che il druido non mancò di notare. – Ciao Scott, per favore non ti agitare- disse il veterinario avvicinandosi al bambino che lo guardava terrorizzato. – Chi…chi sei? - chiese balbettando Scott attendendo una risposta sempre mantenendo una notevole distanza dall’uomo.
- Io mi chiamo Deaton, sono un dottore, e da oggi starai con me. –disse l’uomo cercando di avvicinarsi al piccolo – Io non voglio stare con te, voglio Peter……-urlò il cucciolo piangendo come un disperato tentando in tutti i modi di scendere da quel tavolino freddo.
Deaton gli fu subito vicino per impedirgli di cadere e solo allora notò che il bambino mentre piangeva aveva le pupille di un rosso acceso e che dalle labbra spuntavo due piccoli canini appuntiti “così piccolo assomiglia ancora di più ad un lupetto” pensò l’uomo che fu costretto a interrompere quel pensiero quasi subito.   
Scott era ruzzolato giù dal tavolino battendo il braccino con forza.
Avvicinandosi Deaton notò subito che il piccolo si teneva la manina sul braccino dolorante urlando tra le lacrime.
-Ehi piccolo fammi vedere che ti sei fatto- disse il dottore avvicinandosi e prendendo il braccino del cucciolo senza preavviso.
- Lassami mi fai male cattivo- urlava ora il bambino dimenandosi senza sapere che così il dolore aumentava.
Approfittando della momentanea disattenzione del piccolo, Con una piccola pressione il veterinario rimise l’osso di nuovo al suo posto provocando però l’ennesima fitta dolorosa al piccolo che ormai aveva innescato la trasformazione e seguendo il suo istinto inconsciamente si lanciò contro l’uomo tentando di azzannarlo.
L’uomo indietreggiò portando il cucciolo nello stanzino dove aveva sistemato una gabbia tempo addietro a disposizione del branco nel caso qualcuno non riuscisse a controllarsi.
Con non poca fatica riuscì a chiudere il piccolo in quella cella dove aveva messo dei plaid colorati a terra e dei cuscini.
Si allontanò lentamente,
Chiuse la porta alle sue spalle lasciando un piccolo Scott terrorizzato a piangere seduto al centro della gabbia.
 
Deaton sentiva il cucciolo piangere, avrebbe voluto fare qualcosa, prese il cellulare e compose in fretta il numero di Stiles
 
-Pronto doc? ......che è successo? -disse Stiles incastrando il cellulare tra la palla e l’orecchio. – Stiles dove sei? Sei ancora da Derek? - chiese l’uomo attendendo – No doc in verità stiamo venendo alla clinica, pensiamo di riprenderci Scott, sa abbiamo pensato che siccome stanotte la luna è piena forse era meglio tenerlo col branco- disse Stiles sperando di essere stato convincente almeno un po’.
-Penso sia una buona idea, con voi c’è anche Peter? -chiese ancora l’uomo – si è qui con noi stiamo in macchina di Derek stiamo arrivando- disse il ragazzo osservando gli altri occupanti della macchina. – Bene anche perché Scott ha tentato di attaccarmi, e ho dovuto rinchiuderlo nella gabbia di sicurezza- disse Deaton senza lasciare trasparire la sua preoccupazione per il piccolo che ancora urlava e piangeva. – ricevuto Doc siamo fuori- questa volta fu Peter a rispondere avendo ascoltato la conversazione.
 
Deaton si affrettò ad aprire la porta sul retro ritrovandosi di fronte tutto il branco – Lui dov’è? - disse Peter scavalcando gli altri ed entrando nella saletta. – Peter calmati- disse duro Derek. – Nipote non rompere, voglio solo sapere il bambino dov’è- rispose rimando Peter. – Si Der Peter ha ragione, il bambino è di là dove c’è la gabbia- disse il veterinario porgendogli la chiave indicando la porta bianca in fondo.
Peter non se lo fece ripetere due volte aprì la porta e come una furia si catapultò dentro.
 
La stanza era in penombra e non appena scorse la sagoma del bambino si precipitò vicino alla gabbia rimanendo per un attimo sciokkato.
Il bambino stava piangendo rannicchiato in un angolo della gabbia, sta tremando e Peter grazie ai suoi sensi da licantropo riesce a percepire che è terrorizzato a morte.
-Ehi piccolo…-disse Peter aprendo la gabbia avvicinandosi al cucciolo che in un primo momento spaventato fece per allontanarsi – Scott sono io… Peter, sono venuto a prenderti –disse l’uomo afferrando inconsapevolmente il braccino ancora molto dolorante del piccolo facendolo urlare e mollare la presa spaventato – Che ti è successo piccolo ti fa male il braccio? - disse l’uomo alzando con due dita il viso bagnato del piccolo scontrandosi con quegli occhi marroni del più piccolo.
Scott non appena riconobbe Peter fece di “si” col capo lasciandosi prendere in braccio. - Ora torniamo di là va bene piccolo? -chiese L’uomo donandogli un bacio sulla fronte. – No! -scosse la testa il piccolo emanando di nuovo quell’odore di paura che Peter notò subito- Scott ascolta ora noi andiamo di la, Deaton ti rimette a posto il braccio e poi c ne andiamo a casa insieme-disse sorridendo Peter notando che il bambino si era calmato – Va bene ma resto con te- disse il piccolo mettendo su un finto broncio – Ok, Ok peste- rispose l’uomo ridendo avviandosi verso la porta.
 
-Doc. può rimettere a posto il braccio di Scott così lo riporto a casa- disse Peter chiudendosi la porta alle spalle con Scott che poggiava il capo sulla sua spalla. - Certo fammi vedere- disse Deaton avvicinandosi al bambino che intanto si arpionava al più grande. – Scott mostra il braccio al dottore ti prometto che non sentirai tanto male- disse Peter prendendo delicatamente il braccino del cucciolo iniziando ad assorbirne il dolore.
-bene piccolo ora sentirai un poco di dolore ma ti prometto che subito passa-disse il veterinario iniziando a sistemare l’osso del cucciolo con un leggero movimento.
 
Scott non staccava gli occhi dal dottore quando una fitta lo costrinse a chiudere gli occhi, - Ecco fatto- disse Deaton fasciando con una benda stretta il braccio di Scott sorridendogli.
 
Una volta sicuro che quell’uomo non gli toccasse più il braccio Scott lasciò scivolare tutta la tensione arpionandosi a Peter piangendo. – Shhhhhh ehi piccolo sei stato bravo è tutto finito ora ce ne torniamo a casa- disse Peter sorridendo al bambino lasciando il resto del branco, che nel frattempo era rimasto in disparte, allibito.
 Si incamminò col cucciolo tra le braccia verso l’uscita ringraziando Il druido seguito dal resto del branco.
 
-Ehi campione, come ti senti? -chiese Lidya accarezzandogli la testa. - Non lo so…-rispose il piccolo con gli occhi ancora umidi per il pianto, accucciolato sulla spalla di Peter.
-Ehi amico, ci dispiace non essere arrivati prima scusaci- disse Stiles posando una mano sulla piccola schiena rannicchiata senza ricevere alcuna risposta dal piccolo.
 
Mentre salivano in macchina il piccolo pancino del bambino iniziò a brontolare attirando l’attenzione – Piccolo hai tanta fame vero? - disse Malia sorridendo attirando l’attenzione del cucciolo. –Che ne dite di fermarci a prendere una pizza? -disse Derek rivolgendosi a tutti ricevendo tutte risposte affermative meno una. – Ehi piccolo non la vuoi pure tu la pizza? -chiese Peter notando che Scott non aveva detto nulla. – Non lo so...-disse il piccolo abbassando lo sguardo imbarazzato – Io la pizza non la mangio...-continuò.
-Come non la mangi? Ma se la mangi sempre- disse Derek avvicinandosi al piccolo. - E dimmi vorresti qualche altra cosa piccolo? - disse Lidya notando l’imbarazzo del piccolo.
-Peter mi fai le poppette??- chiese innocentemente Scott mettendosi il pollice tra le labbra, ignorando gli altri (come se ci fossero solo loro).
 
-Le COSAAAAA!? –chiese Peter squadrando il piccolo ignorando le risate che il resto del branco.
-Papà come non hai capito? Vuole che gli fai le polpette- disse Malia tra le risate.
-Tiiiiiiii dai le poppette, le poppette. Urlò il cucciolo ridendo e sfrenandosi tra le braccia dell’uomo. - Peter non ti preoccupare c’è un Take away aperto poco più in là... Io, Derek e Malia andiamo a prendere le pizze, ci vediamo al loft -disse Stiles sorridendo avviandosi con i due Hale.
- Bene andiamo a prendere queste Maledettissime polpette- disse Peter rivolto a Lidya che intanto si metteva al posto di guida sorridendo.
 
Dopo essere passati a prendere le polpette, Scott insistette per avere anche una porzione abbondante di patatine che ora stringeva tra le manine tra le braccia di un Peter leggermente preoccupato per la sua maglietta.
 
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-C’è ne avete messo di tempo per prendere solo delle polpette- disse Stiles mentre Peter, Scott e Lidya entravano nel loft.
- Già qualcuno non riusciva a decidere a che gusto prendere il gelato per il dopocena – disse Lidya sorridendo aiutando Malia ad apparecchiare.
- Su maschietti tutti a lavarsi le mani che tra un po’ si mangia- disse Lidya con tono autoritario facendo ridere il piccolo Scott.
- Hahaha Sembri la mamma quando tonno dal parco…-disse il piccolo rattristandosi subito.
Quell’affermazione mise tutti in silenzio. Fino ad allora per tutta la giornata il piccolo non aveva menzionato nemmeno una volta la mamma.
-Ascolta campione, ho chiamato la tua mamma prima, mi ha detto di tenerti con noi fino al suo ritorno, ok?- disse Peter inventando la prima scusa che gli era venuta in mente. Il bambino annuì non del tutto convinto.
- Bene andiamo a lavarci le mani se no Lidya diventa peggio della mamma- la schernì Derek facendo scappare una risata al piccolo e guadagnandosi un occhiataccia dalla ragazza.
 
-Pericolo scampato-disse Malia alla rossa – Si ma se non risolviamo al più presto questo problema le bugia di Peter non avrà più valore-rispose la ragazza zittendosi non appena i ragazzi tornarono.
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-Scott stai attento che le polpette scottano- disse Peter addentando una fetta di pizza al pomodoro, senza mai staccare lo sguardo dal bambino intento a pasticciare con la salsa delle polpette, nel tentativo di mangiare i piccoli bocconi che precedentemente Peter gli aveva tagliato.
-Uffa non…. Là pochetta è toppo grande- si imbronciò il piccolo col musino e le manine tutte ricoperte di salsa.
-Ehi peste aspetta- disse Peter prendendo un tovagliolo di carta cercando alla miglior modo di ripulirlo dalla salsa.
Questo gesto “totalmente disinteressato” non passò inosservato dal resto del branco, Stiles e Derek cercarono di nascondere malamente un sorriso mentre le ragazze con occhi sognanti ammiravano quel ”amore paterno” che Peter inconsciamente dimostrava che a parer di tutti era un po’ inquietante.
 
 
A fine cena dopo aver riordinato la cucina e buttato i cartoni delle pizze, tutto il branco si riunì in salotto.
Scott seduto sul divano vicino a Peter sbadigliò rumorosamente.
 
– Ehi piccolo mi sa che è ora che tu vada a dormire- disse Peter notando l’aria stanca del cucciolo, che a stento riusciva a tenere gli occhi aperti.
 
-No! Non sono stanco posso ancora restare veglio- disse il piccolo, mutando inconsciamente il colore degli occhi in rosso sotto lo sguardo allibito di tutti.
 
- Mi sembra giusto!!!!…. Allora che ne dici se andiamo a fare un bel bagnetto, ci mettiamo quel bel pigiama che ci ha portato Lydia e scendiamo a guardare le tv tutti insieme sul divano? -propose Malia attirando l’attenzione del bambino.
 
-Va bene- rispose il cucciolo facendo tornare di nuovo i suoi occhi normali – Però io il bagno lo faccio solo con Peter- disse innocentemente sorridendo.
 
- Eh no ora basta il bagno no! - sbottò l’uomo – perché non vai a farti fare il bagno con Derek e Stiles, su io ti aspetto qui e non mi muovo- continuò l’uomo procurandosi uno sguardo omicida dal nipote.
 
- Tiiiiiiii, va bene……ma tu poi mi apetti? - chiese poi Scott con occhioni languidi verso l’uomo.
 
– Si Piccolo ti aspetto qui – disse sorridendo.
 
 
-Dai Derek alzati, andiamo a fare il bagno ha detto Peter – disse il cucciolo tirando la maglia del ragazzo.
 
– Dai Surwolf non vorrai farlo mettere a piangere vero? - disse ridendo Stiles non appena Derek abbandonò il divano, dirigendosi in bagno, mentre Stiles preso in braccio il cucciolo lo seguiva ghignando.
 
 
 
-Hahahahaha……oddio ne verrà fuori un film ricordo pazzesco- disse la rossa ridendo come una pazza attirando l’attenzione di Peter e Malia.
 
-Lid cara si può sapere cosa hai combinato? - chiese Peter letteralmente terrorizzato dalla rossa.
 
-Guardate- disse tra le lacrime la ragazza aprendo il pc, facendo guardare i due Hale.
 
- Oddio ma quelli sono Derek, Stiles e Scott nel bagno. - disse Malia ridendo alle spalle del cugino, che correva per la sala da bagno tentando di fermare un piccolo Scott semi-nudo.
 
-Tesoro sei fantastica. Ma quante ne hai messe di telecamere? - chiese Peter letteralmente terrorizzato dalla risposta.
 
– Uhm solo un paio tranquillo, sono innocue- disse la rossa, mentre continuava a fissare lo schermo del pc.
 
- Non vorrei esserci, quando Derek vedrà la registrazione-disse Malia nascondendo tutta l’ammirazione per l’idea geniale dell’amica.
 
- Oh cara non lo verrà a sapere fino a che questa storia non sarà finita- affermò fiera Lydia, mettendo fine alla conversazione.
 
 
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Nel Bagno di casa Hale:
 
 
-Scott per favore fermati, non correre senza vestiti……STILESSSSS!!!!!!!! logorroico umano vieni a darmi una mano. SUBITO!!!!!-urlava Derek, mentre tentava di acchiappare il piccolo lupetto, che gli correva attorno ridendo.
 
-Der ma che cavolo ti urli, guarda che ci sento e poi se non riesci a prenderlo tu che sei un lupo, cosa posso fare io? - disse Stiles ghignando, sotto sotto si stava divertendo da matti a vedere l’Hale correre dietro a un bambino, ancora di più sapendo che quel bambino era Scott, il suo Alpha.
 
-Non lo so cosa puoi fare, ma fai qualcosa- urlò ancora Derek, tentando per l’ennesima volta di prendere il bambino.
 
-Scott ora basta fermati subito- urlò poi al bambino, mentre Stiles se la rideva alla grande poggiato allo stipite della porta.
 
-Gno- urlò Scott continuando a correre, sfuggendo dalle mani del più grande, il quale durante l’ennesimo tentativo di bloccarlo inciampò nei pantaloncini del cucciolo lasciati a terra, trovandosi a contare le piastrelle del pavimento.
 
-Scott ora basta, dai vieni a fare il bagno e lascia stare Derek- disse l’umano tra le risate, inginocchiandosi a terra e attirando l’attenzione del bambino, tirando fuori un mazzo di chiavi.
 
-Grazie al cielo, Stiles ma che aspettavi a dargli quelle chiavi?!- sibilò irritato Derek, mentre il bambino si avvicinava a Stiles, prendendo le chiavi e facendosi sollevare in braccio.
 
-Bagno, bagno…. Con le iavi… ti iavi- urlava il bambino felice, muovendo le braccia e ridendo mentre Stiles lo metteva nella vasca piena di schiuma.
 
-Delle chiavi!! … ma perché non ci ho pensato prima…- sussurrò tra sé Derek sfinito -Chiavi !!! Strano però quelle chiavi mi pare di averle già vist……STILESS!!!!!-Urlò poi alzandosi come una furia dal pavimento.
 
–Si Der, quel è il problema, vuoi fare il bagno pure tu?-gli chiese l’umano, mentre insaponava la schiena di Scott.
 
-Stiles ti prego dimmi che quelle che ha Scott in mano, non sono le chiavi della mia Camaro- disse tra il furioso e adirato Derek, molto propenso a staccare la testa a morsi all’umano.
 
-E che ne posso sapere io, ho trovato quel mazzo di chiavi e l’ho preso- disse sbiancando Stiles, quando osservando meglio le chiavi riconobbe lo stemma della Chevrolet.
 
–Scott caro, da bravo dai allo zio Stiles le chiavi di Derek- disse calmo l’umano, tentando di prendere le chiavi da mano al bambino.
 
-No! Le iavi no Derek… Mie! -piagnucolò risoluto Scott, stringendo con le manine insaponate le chiavi.
 
-Scott va bene sono tue, ma non le bagnare, le chiavi non si mettono in acqua si rompono- cercò di spiegare Derek, nascondendo il suo stato d’animo, tentando di salvare le sue povere chiavi.
 
-No in acqua? - fece pensieroso il bambino, fingendo di rifletterci su. –Va bene ecco…-disse poi porgendo le chiavi ad un Derek leggermente sollevato, quando le chiavi ormai insaponate scivolarono dalle mani del cucciolo, andando a finire irrimediabilmente nell’acqua.
 
-Ops…. Sono cadute-ansimò Scott con la vocina acuta, mettendosi entrambe le manine sul musetto con una faccia sconvolta.
Stiles notando tutta la scena non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
 
-STILES!!! Io ti uccido!!!-urlò Derek al culmine della sopportazione, alzandosi non appena l’umano iniziò a correre fuori dal bagno, seguendolo e lasciando inconsapevolmente il bambino da solo nella vasca.
 
-Vado io- disse Malia alzandosi ridendo, avendo visto tutto dal pc di Lydia, lasciando suo padre e la rossa a ridere sul divano.
 
-Ehi Scott usciamo dalla vasca così andiamo da Peter- disse Malia aiutando il piccolo ad uscire dalla vasca e iniziandolo ad asciugare.
 
-Dove tono andati Derek e Tails? -chiese curioso il bambino, facendosi asciugare per bene restando fermo.
– Vedi piccolo quei due stanno giocando ad acchiapparello- disse Malia ridendo, mentre asciugava i capelli del cucciolo col phon.
 
 
Dopo una decina di minuti Scott era bello pulito e profumato.
- Finito- disse Malia abbottonando gli ultimi bottoni del pigiamino tutto d’un pezzo, che gli aveva procurato Lydia.
 
-Ora andiamo da Peter? -chiese il bambino facendosi prendere in braccio e insieme a Malia lasciando il bagno.
 
 
…………………………………………………………………………………………..
 
 
-Derek Scusa ma che ne potevo sapere che Scott avrebbe fatto cadere le chiavi- si giustificò Stiles braccato in un angolo da un Derek con tanto di occhi azzurri.
 
-Ok basta, tanto ho i doppioni, ma la prossima volta ti apro la gola con i denti- fece minaccioso Derek, iniziando subito dopo a ridere seguito da Stiles.
-Stiles ho la sensazione che ci siamo dimenticati qualcosa-disse il mannaro rivolto all’umano.
 
– oddio e cosa …? -chiese curioso Stiles.
 



 
 
–SCOTTT!!!!!!!!-urlarono insieme, correndo verso il bagno, rischiando di scontrarsi con Malia, che aveva in braccio uno Scott sorridente e asciutto.
 
-Grazie al cielo- disse Stiles appoggiandosi al mannaro, socchiudendo gli occhi per lo spavento.
 
-Ragazzi mi dovete un favore- disse la ragazza, scendendo le scale per andare in salotto dove Peter e Lydia avevano messo via il pc
 
 
Mezz’ora più tardi si ritrovarono tutti seduti sul divano a guardare un film.
Lydia e Malia avevano la testa poggiata ognuna su un bracciolo del divano, mentre Derek e Stiles dividevano un piccolo divanetto e Scott dormiva beato con la testa poggiata sulle gambe di Peter, ciucciandosi il ditino.
 
-Ragazzi io porto il piccolo a dormire-sussurrò l’uomo, alzandosi dal divano e prendendo Scott in braccio attento a non farlo svegliare.
 
-Bene allora vado a dormire pure io- disse Malia, mentre si alzava stiracchiandosi seguita da Lydia.
 
-Io torno a casa, ci vediamo domani mattina-disse quest’ultima puntandola porta.
 
-Bene anche io ora me ne vado- disse Stiles alzandosi, sfregandosi un occhio con la mano.
 
–Non credo proprio, tu e mio nipote dovete prima ripulire quel casino che avete fatto in bagno e poi potrete andare a dormire-disse perentorio Peter salendo le scale.
 
– Ma è stato Scott a schizzare l’acqua-si difese Stiles, aprendo le braccia indignato.
 
– E con questo?! È solo un bambino, quindi niente storie e iniziate a pulire-si intromise la rossa ferma sulla porta.
 
- Ok –disse Stiles sconfitto – Ehi Surwolf vedi di alzare quelle tue chiappe mannare dal divano e vieni a darmi una mano-disse poi tirando il mannaro per un braccio, sparendo entrambi nel bagno.
 
-Bene buonanotte ragazze-disse Peter, salutando definitivamente e chiudendosi in camera con il piccolo.
 
-Notte Lid- sussurrò Malia accompagnando l’amica alla porta.
 
-Notte cara-la salutò quest’ultima uscendo dalla porta del loft.
 
 L’indomani sarebbe stata un’altra giornata piena.


Le frasi del giorno:

-Peter mi fai le poppette??-

-Uffa non…. Là pochetta è toppo grande-

-Dai Derek alzati, andiamo a fare il bagno ha detto Peter –

-Scott per favore fermati, non correre senza vestiti……STILESSSSS!!!!!!!! logorroico umano vieni a darmi una mano. SUBITO!!!!!-

-Bagno, bagno…. Con le iavi… ti iavi-

–Si Der, quel è il problema, vuoi fare il bagno pure tu?-

-Scott va bene sono tue, ma non le bagnare, le chiavi non si mettono in acqua si rompono-

-Ops…. Sono cadute-


 
  
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