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Autore: persephone_    20/02/2016    1 recensioni
La "selezione", o "pesca", o in qualsiasi orrendo modo la si possa chiamare, era di sicuro il cambiamento più drastico: alla tenera età di quattro anni tutti i bambini, esclusivamente maschi, erano obbligati a pescare un foglio in una vasca con miliardi e miliardi di scartoffie.
Lì dentro non si trovavano solo fogli, c'era il mondo, l'umanità, ed il suo fato.
Su ogni foglio, o quasi, v'è scritto un nome: quello è il nome di colei che sposerai e che dovrai onorare per sempre. Il nome della tua compagna, della donna che dovrai avere al tuo fianco per tutta la vita.
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Dean Winchester, quattro anni, osservò con amarezza il suo fogliettino in bianco: era vuoto.
Dean Winchester odiava gli angeli.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Famiglia Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Devil's trill sonata;





Esistono vari tipi di dolore al mondo. 
Esiste il dolore freddo, che secco entra nelle ossa e sembra aver portato l'inverno nei pensieri; ed esiste il dolore caldo, bollente, quello che umido si poggia sulla carne e la logora. 







Ciò che sta provando ora Sam è sicuramente un dolore freddo, non ha intenzione di andarsene, nevica sulle sue guance e si tramuta in lacrime. È congelato, ogni parola muore fra le sue labbra prima di uscirne. Trema.
Sa che dovrà vivere con questa sensazione per sempre.
Ma non ha intenzione di morire dinanzi alla tempesta. Non dopo ciò che ha sentito.
Odore di zolfo.









Dean è a fuoco. Dovrebbe essere il fratello minore ad essere ancora intriso di fiamme e paura, ma non è così. È lui ad essere in fiamme. 
I suoi occhi fanno scintille, rabbia e saliva si mescolano nelle sue parole amare, rivolte agli angeli, dannati angeli, che ora l'hanno rinchiuso in quella prigione bollente. 
Sa che dovrà vivere con la consapevolezza di essere un recluso per sempre.
Ma non ha intenzione di morire dinanzi la tempesta. Non dopo ciò che ha provato.
Un grammo di vendetta.






È solo l'inizio, pensano all'unisono, devo trovare mio fratello. Devo svegliarmi.
Ma nessuno dei due riesce a svegliarsi da quell'incubo, ed il dolore è troppo reale; la notte cala lenta.
Nessuno dei due dormirà, o si sveglierà.

Tic tac. 

Sono soli. Nessuno carezza i loro capelli mentre dormono, cantando sinfonie smielate, nascondendoli sotto le coperte quando il temporale sembra volerli portare via.
Nessuno li aiuta.









« Buonanotte, Dean Winchester. » 
E lui apre gli occhi al suono di quella voce nel buio, troppo inaspettata, troppo voluta. 
C'è qualcuno lì. Qualcuno che conosce il suo nome, che magari sarà disposto a passare le lunghi notte insonni a chiacchierare.
Pensando a come scappare.
Alza lo sguardo e si trova lo sgradevole, sarcastico, sguardo dell'angelo di prima.
« 'notte. »
E non continua la conversazione, ma sa che è lì a fissarlo.







Il dolore di Castiel è tiepido, perfetto; è così tanto tempo che vive nel suo corpo da sembrare inesistente.








« Vuoi scattarmi una foto, per caso? »
Dean rompe il silenzio, dopo interminabili minuti di respiri trattenuti. Cosa vuole, adesso?
Si sente come un animale dello zoo, beffato, la sua umiliazione messa in mostra; vorrebbe dargli un pugno, dato che non ha altro da perdere, ma ora è più importante trovare Sam che giocare al pugile con un paio di esseri alati.

« "Protettori del cazzo". » 
Mormora l'altro apaticamente, ripete le parole che Dean prima ha rivolto a lui e ad i suoi compagni. Ha lo sguardo basso, si nasconde nell'ombra come un bambino in punizione.

« E non dimenticare "fottutissimi mostri". Vi ho chiamato anche così. »

« Perché? »

Ed a quella domanda, Dean si alza e si avvicina alle sbarre della sua prigione. Può vedergli meglio i lineamenti del volto, ora, e la sua espressione lascia davvero trasparire un'aria di curiosa infantilità. 
E freddezza militare.

« Perché?! Mettiti comodo, non sarà una storia corta. Cazzo- » e scoppia a ridere « mi stai davvero chiedendo perché non credo negli angeli? Ma mi hai visto? »

Di tutta risposta, l'angelo si accomoda. Prende una sedia, poggia i gomiti sulle ginocchia e posa il mento sulle mani; sembra davvero intenzionato ad ascoltare la storia, lunga o no. Dean continuerebbe a ridere, se non sentisse il suo sguardo analizzare ogni traccia dei suoi pensieri. 

« Io... sono Vuoto, okay? Sono un fottutissimo Vuoto e quindi non avrò mai una vita normale. Certo, non sono il cittadino modello, non presto zucchero ai vicini e non porto gli avanzi ai randagi, ma cazzo- . »

« Sei un profeta, quindi. »

Non è l'amarezza a fermare il discorso di Dean, ma l'affermazione dell'angelo. Lo osserva da capo a piedi con la stessa espressione dipinta sul volto, nessun cambio su di esso se non per le sopracciglia che a tratti si abbassano lievemente.
Non sta scherzando, ed il ragazzo pensa che forse non sa' proprio cosa voglia dire scherzare.

« Un- un che? »

« I Vuoti sono molto importanti, in società. Naomi me l'ha detto. » e Dean non ha idea di chi sia, ma non interviene « Sono profeti, coloro destinati a vivere per decifrare la parola di Dio. Dovresti essere onorato. »

Non c'è risposta.

« Buonanotte, Dean Winchester. »
Ripete un'altra volta, prima di alzarsi e scomparire in un suono di piume arruffate.














L'Impala ruggisce sotto la forte presa di Sam, colmo di dolore e confusione; deve trovare Dean, all'istante, subito.
Come anche il padre, per quanto non gli interessi.




Arriva in Colorado.






Poi vede Jessica. È bella, il vestito bianco che ha indosso ondeggia delicatamente, le guance morbide come quando era una bambina.

Poi non vede più Jessica. È bella, ed è andata via per sempre, una visione troppo bella morta fra le sue braccia.






Sospira e continua ad osservare il palo dietro al quale la ragazza è svanita, il dolore sembra andare a ritmo di musica. L'inquietante eleganza di Tartini lo accompagna per il viaggio. Devil's Trill sonata.
I demoni, già, quelli che un tempo suo padre sconfiggeva, quelli che un tempo portavano un po' di sano peccato nel mondo.

Dean, però, gli ha insegnato che chiunque può essere un demone. Non c'è bisogno degli occhi neri, o l'odore di zolfo, tutti possono essere demoni. Anche gli angeli.







Il diario del padre è ben accomodato al posto del passeggero, saltella sul sedile ad ogni dosso; Sam gli lancia sguardi arrabbiati, come se quel diario fosse suo padre, come se tutta la colpa fosse sua. 
Come se esso avesse riportato i demoni sulla Terra.








Sam è sicuro di aver visto degli occhi gialli brillare nel buio.









Poi sente qualcuno piangere in un bosco, una ragazza, urla un nome;Tommy.
Sam scende di colpo dall'auto, tentando di capire il motivo di quelle lacrime, una mano si alza per posarsi sulla spalla di lei, ma si ferma a mezz'aria.

« Co-... cosa succede? »

« Tommy, Tommy! Mio fratello... è... è scomparso, non so cosa- non so cosa fare! »

Ed il ragazzo non ha idea del perché, ma pensa di aver visto quel bosco nel diario del padre; torna in auto e lo prende con vago disprezzo, cerca qualcosa che lo possa aiutare.



Poi vede un disegno di un bosco, un essere -mostro?- in esso, del fuoco. Deglutisce appena.
Legge il titolo di quella pagina.

Wendigo.












Dean ormai riconosce gli angeli dal loro arrivo, dal suono che creano le loro ali, dal più rude a quello più delicato, che scuote appena le piume, con la paura di svegliare il prigioniero.

Ed a volte sono la stessa persona, quella persona.





« Ciao di nuovo, coso alato. »
Dice Dean sarcasticamente, salutando ancor prima di girarsi.

« Sono Castiel. » mormora l'altro.

« E beh- vuoi un autografo? »

« No, voglio farti uscire di qui. »

E cala il silenzio.











Sam legge varie volte le pagine del diario del padre, ascolta la spiegazione della ragazza, prende appunti, calcia le pietre. La descrizione corrisponde, sembra trattarsi di un Wendigo.


Un mostro.


Chiude gli occhi e sente ancora l'odore di pelle bruciata mista a zolfo.
Chiude gli occhi e spera che Dean torni presto.











« Perché mai vorresti aiutarmi, tu? Un angelo? »

« Dean, accadono cose belle. »  la voce dell'altro diventa più calma, con cura poggia una mano sul lucchetto della cella e pensa a come poterlo aprire. Lo fissa per un po', poi lo lascia andare; sembra avere un'altra idea.

« Non nella mia vita. » 

La risata amara del Winchester si rompe quando vede l'angelo, che prima era oltre le sbarre, apparire di fianco a lui e poggiargli una mano sulla spalla.

Un forte rumore d'ali, poi sono fuori di lì.









E sono in Colorado.






« Mi hai salvato da quell'Inferno. » 
Sembra un ringraziamento assai sarcastico.

« So che non pensi di meritare di essere salvato, Dean Winchester, » gli passeggia attorno e lo analizza in ogni dettaglio «, ma Dio mi ha ordinato di farlo. »


Minuti di silenzio, Dean vorrebbe ridere, ma non riesce. Rimane a fissarlo, poi si sfiora la spalla con la mano -dove prima v'era quella di Castiel- e la sente quasi bruciare. 

L'angelo lo guarda con estrema malinconia, sembra pentito per qualcosa che forse neanche ha fatto, poi continua. 

« Probabilmente gli altri angeli già mi stanno dando la caccia. Addio, Dean Winchester. »




E quest'ultimo vorrebbe tanto dire qualcosa, ma non lo fa.







Vede qualcosa brillare in lontananza, un urlo straziato, inizia a correre. 
Un bambino è lì.






Ed anche un mostro.
Ed anche Sam.




Quest'ultimo guarda la fiaccola che ha in mano, si perde nel fissare le fiamme, non si smuove neanche quando sente i passi del Wendigo verso di lui. Sembra di vedere la stessa scena, lo stesso odore, gli stessi capelli morbidi che scorrono fra le dita come granelli di sabbia.





Vendicherà Jessica.





Stringe il legno come per romperlo, un momento di interminabile silenzio -nel quale si può sentire solo il respiro affannato di Dean che corre verso di lui-, poi la fiaccola vola verso il Wendigo.





Fuoco.
Dean afferra giusto in tempo un braccio di Sam per tirarlo indietro dal mostro infuocato, il bambino che prima avevano salvato è fermo e tremante dietro un albero. 


« Sam? Sam?! Cos'è successo? »

« Succede che i demoni sono qui, Dean, e dobbiamo sconfiggerli. »

La freddezza nello sguardo del minore sembra spegnere le fiamme sul mostro. 






Riportano il bambino dalla sorella, Hayley, ancora in lacrime; il bosco è ancora scosso da urla mostruose ed ali luminose. 










« Dove sei stato, Dean? » e si accomoda nel suo amato posto di passeggero, posando in grembo il diario del padre; ha salvato una persona.







« All'Inferno. » 















« Winchester... » una voce mormora a sé stessa sulle spalle dell'Impala, dove nessuno lo può vedere, nessuno può vedere il suo sorriso sporco di sangue « -la caccia ha inizio. »










ciao! Scusatemi per l'aggiornamento così lento, ancora, ma non avevo internet. :v 
spero che il capitolo vi piaccia! Giuro (?) che aggiornerò più velocemente, ora che la trama sta iniziando a... sbloccarsi. ;)
  
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