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Autore: tinebrella    23/03/2009    11 recensioni
--- Prima classificata al Contest Gimme Some indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 } ---
Arthur era il principe, e questo Merlin sembrava dimenticarlo un po' troppo spesso.
Allora, l'orgoglioso figlio di Uther Pendragon reputava cosa buona e giusta rimetterlo al suo posto - perché va bene essere umani, con i propri servi, ma da lì al farsi mettere i piedi in testa ce ne corre.
«Il bagno, questa sera, me lo fai tu.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gimme some

Arthur si era affezionato a Merlin, doveva ammetterlo.
Gli piaceva soprattutto per la sua schiettezza, e per il suo trattarlo da pari a pari. L'aveva colpito subito, sin dalla prima volta che si erano incontrati: aveva avuto il coraggio di esprimere la propria opinione e di sfidarlo nonostante l'ovvia disparità di forze.
Si era guadagnato il suo rispetto - e la gogna, naturalmente.
Perché se la sua spontaneità poteva considerarsi a tutti gli effetti una virtù, era altrettanto vero che in alcuni casi poteva dimostrarsi un atteggiamento irritante, e non poco.
Arthur era il principe, e questo Merlin sembrava dimenticarlo un po' troppo spesso.
Allora, l'orgoglioso figlio di Uther Pendragon reputava cosa buona e giusta rimetterlo al suo posto - perché va bene essere umani, con i propri servi, ma da lì al farsi mettere i piedi in testa ce ne corre.
Inoltre, la naturalezza con cui Merlin affrontava le situazioni di ogni giorno, che si trattasse di pulire le stalle o di combattere una bestia mitologica, aveva dell'incredibile.
Arthur ammirava e invidiava allo stesso tempo questa sua caratteristica; in ogni caso, Merlin era sempre e soltanto se stesso.
Il principe, una tale limpidezza nelle azioni e nelle parole, non se la poteva permettere.
E per questo si divertiva a punzecchiarlo, tanto per studiare le sue reazioni.

L'essere naturale è semplicemente una posa, la posa più irritante che conosca.
Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde.

A trap from which it will be hard to escape with dignity and honour.

«Starò fuori tutto il giorno, Merlin. Al mio ritorno, voglio trovare una tinozza colma d'acqua calda ad attendermi.»
Merlin annuì distrattamente, continuando a pulire il pavimento della camera con la scopa.
«Non tiepida, non bollente. Calda.» precisò.
«Mh?» il servitore alzò il volto verso di lui, impreparato. Non lo stava ascoltando.
«Una tinozza. D'acqua. Calda. Al mio ritorno.» scandì. E se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo pochi secondi, però, tornò a fare capolino nella stanza.
«Sì, sire?» fece Merlin, pronto.
«Il bagno, questa sera, me lo fai tu.» puntualizzò beffardo, e uscì prima che l'altro potesse proferire parola.
Precauzione inutile, dato che il giovane mago, esterrefatto, non aveva proprio nulla da replicare.

Merlin si era affezionato ad Arthur, non faticava a riconoscerlo.
Non che la prima impressione fosse stata delle migliori, eh. Un idiota arrogante, ecco cosa aveva pensato di lui la mattina in cui si erano scontrati.
E non era certo un mistero che, quando Uther lo aveva promosso cameriere del proprio figlio, nessuno dei due avesse fatto salti di gioia di fronte a una tale prospettiva.
Col senno di poi, però, salvargli la vita non era stato un grosso errore.
Arthur non aveva un carattere così detestabile come amava dare ad intendere, tutt'altro.
Be'... per lo meno, non sempre.
Il principe aveva diversi volti, che Merlin stava scoprendo a poco a poco: il cavaliere borioso e senza rispetto; l'uomo valoroso e all'apparenza privo di debolezze e timori; e quello che l'apprendista stregone preferiva, l'amico sincero e leale.
Disprezzava il primo, stimava il secondo, e voleva molto bene al terzo.
Tuttavia, c'era un quarto Arthur: il padrone indecifrabile, che gli assegnava compiti francamente sconcertanti.

Arthur tornò poco prima dell'imbrunire.
Merlin lo accolse con un sorriso un po' tirato e lo accompagnò nella stanza adiacente alla camera: al centro dell'ampio locale troneggiava una tinozza fumante. Quasi commosso da tale sollecitudine, e stremato dalla giornata appena trascorsa, stava per congedare il servo e sollevarlo dall'incarico che gli aveva appioppato solo per un estemporaneo capriccio.
«Calda, non bollente. Né tiepida.» lo anticipò l'altro con finto sussiego.
Merlin dimenticava decisamente troppo spesso con chi avesse a che fare.
«Ottimo.» rispose con lo stesso tono, cambiando idea all'istante.
Per tutto il tempo che il principe impiegò per spogliarsi, il giovane mago mantenne lo sguardo pudicamente fisso altrove. Quando finalmente lo udì adagiarsi rumorosamente nella tinozza, si decise ad impugnare la spugna e a dedicarsi all'ingrato compito.
... che tanto ingrato, poi, non era. Insomma, sempre meglio che strigliare i cavalli. Arthur non scalciava, innanzitutto.
Merlin scordò ben presto di essere di cattivo umore, e si diede da fare di buona lena. Stando attento ad evitare i lividi e le ferite, frizionò la pelle dell'altro con la crema che Gaius gli aveva preparato, e massaggiò le spalle e la base del collo, per allentare la tensione dei muscoli.

Il principe si limitava a godersi il bagno caldo, lasciandosi andare a qualche spudorato uggiolio di gradimento di tanto in tanto.
Tutte quelle attenzioni gli ricordarono di quando era appena adolescente, e ad occuparsi di quell'incombenza erano le sue cameriere: ragazze con una manciata d'anni di più sulle spalle, le guance rosee e il seno prosperoso, pronte a salutare con una risata d'apprezzamento gli eventuali - e frequenti - effetti collaterali delle loro carezze.
«Adesso dovete alzarvi, sire.»
Merlin aveva finito con la parte superiore del corpo, e intendeva dedicarsi al resto.
Arthur indugiò, interdetto. Immerso in fantasticherie dal sapore neanche troppo proibito, non si era reso conto di aver... be', reagito.
I movimenti di Merlin non avevano la studiata sensualità di quelli delle maliziose balie del passato, ma la sua premurosa sollecitudine compensava ampiamente l'inesperienza. Il volto arrossato e la maglietta incollata al corpo asciutto lo rendevano discretamente appetibile.
Il servo equivocò la sua esitazione e assunse un tono canzonatorio: «Se vi vergognate di farvi vedere nudo da me, sire, non dovevate affidarmi un compito del genere.»
Arthur Pendragon, glorioso cavaliere ed erede al trono di Camelot, non si vergognava. Neanche un po'.

Merlin abbandonò all'istante l'atteggiamento di sfida. Avvampò, spiazzato.
Il suo stupore era così squisitamente genuino! Arthur sostituì 'discretamente' con 'estremamente'.
Quello intanto, occhi bassi e guance infuocate, si era portato dietro di lui. Iniziò a strofinargli vigorosamente la schiena, senza badare troppo alle abrasioni che aveva prima cercato di evitare. Si dedicò poi alle gambe, sciacquandole con cura e a lungo, partendo dalla coscia e finendo con la caviglia.
Ogni lembo di pelle era pulito e profumato; il passaggio al lato anteriore si rendeva, ormai, inevitabile. Esitò.
Per semplificargli l'impresa, il principe si voltò di sua iniziativa.
Merlin si concesse una sbirciata fugace per controllare la situazione. Riportò immediatamente lo sguardo al viso di Arthur, che sorrideva compiaciuto.
Considerò per un attimo la possibilità di continuare l'opera senza guardare in basso. La scartò, non tanto per la sua ovvia impraticabilità, quanto per l'incresciosa probabilità di commettere errori nel calcolare la distanza dal torace alle gambe.
«I vostri ordini sono davvero di duro gusto, talvolta.» sbottò, indignato, recuperando l'uso delle corde vocali.
«Prego?» riuscì a chiedere Arthur, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
«Dubbio.» si precipitò a rettificare, «Di dubbio gusto.»
Il principe, continuando a ridacchiare, lo trascinò nella vasca assieme a lui, ignorando le sue proteste velleitarie - 'mi bagnerò i vestiti' non poteva neanche lontanamente essere considerato opporre resistenza, d'altra parte.

***
Questa fanfiction partecipa al Contest Gimme some indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }.
Avevo l'obbligo di inserire:
1. una parola tra le dieci proposte, e ho scelto dubbio.
2. una citazione tra le dieci proposte, e ho scelto quella di Oscar Wilde, da Il ritratto di Dorian Gray: L'essere naturale è semplicemente una posa, la posa più irritante che conosca.
Il titolo è un prompt. Di quale Writing Community? 31days, credo. A volte faccio fatica a ricordare da quale sito/LJ ho preso quale prompt. xD

Special thanks to <3
Chiara, per aver letto la storia in anteprima ed avermi incoraggiato a finirla.
Marta, per avermi convinto a vedere questo telefilm a suon di video pucciosamente slash.
Crì, per la sua disponibilità e per aver indetto il summentovato contest.
Oscar Wilde, perché sì.

E grazie a tutti quelli che hanno letto, commentato, messo tra i preferiti le mie precedenti fanfiction. Grazie. <3 Anche se non vi rispondo singolarmente, siete tutti nel mio cuoricino, ve l'assicuro. <3
Val

EDIT. Prima! <3<3<3

  
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