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Autore: LittleHarmony13    21/02/2016    2 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Novità: La storia ha finalmente stupendo, regalatomi dalla mia talentuosissima Lu, come regalo per il mio compleanno. Non so davvero come ringraziarla :) <3.
Per vederlo potete cliccare qui.




 
 

13. Buon anno nuovo, amore mio!



 
“Is it really possible to tell someone else what one feels?”
Anna Karenina, Lev Tolstoy


 

 

Louis' Pov

Ultimo dell'anno.
 

“Credo che andrò a prendermi qualcosa da bere.”
Sospiro per quella che credo sia almeno la quindicesima volta questa sera, e ritiro Harry a sedere accanto a me. “Tu non vai da nessuna parte.”
“Smettila di farmi da mamma, Lou!”
Dall'altra parte del tavolo Zayn ed Emma stanno ridendo, e credo che anche mia sorella e quel Neil mi stiano prendendo per il culo per il mio atteggiamento protettivo. Ma non c'erano loro a tenere i capelli di Harry Styles mentre vomitava a causa della sbronza che si era preso, qualche settimana fa.
“Non voglio farti da mamma! Solo che non voglio doverti guardare impotente mentre stai male. Di nuovo.”
Qualcosa nel tono della mia voce deve averlo fatto desistere, perché Minniti mi scruta da sotto le lunghe ciglia, con quei suoi occhioni verdi, e poi mi prende per mano. “D'accordo, resto qui. Ma non ho bevuto tanto Loulou, te lo giuro.”
Mia sorella sta per strozzarsi con il cocktail rigorosamente analcolico che l'ho costretta a bere, divertita dal soprannome affettuoso usato da Harold.
Cerco di non farci troppo caso, e di chiudere ogni contatto con il mondo esterno, ad eccezione di Minniti. Non che sia difficile. Lo faccio ogni giorno, da circa due mesi e mezzo. Senza nessun minimo sforzo, aggiungerei.
“No, ma hai già bevuto due bicchieri di birra e uno di Jack Daniel's. Per altre due ore direi che può bastare.” - Poi abbasso la voce, e mi avvicino al suo orecchio, in modo che mi senta solo lui. - “Davvero amore, non voglio che tu stia male di nuovo.”
Harry sospira, e poi appoggia la testa sulla mia spalla, come se fosse stanco, o non si stesse divertendo. Un po' mi sento in colpa.
I rumori della discoteca sono forti ed assordanti, e al momento nessuno di noi sta ballando. Emma si è scatenata molto, prima, ed io l'ho seguita, ma adesso non credo che sia stata una buona idea, venire qui.
Harold non aveva voglia di passare l'ultimo dell'anno in discoteca, e preferiva una cena fra amici, mentre io ho insistito per venire tutti qui (con l'aiuto della bambolina, ad essere sinceri), per cambiare e fare qualcosa di nuovo. Sospiro, rassegnato all'idea che Harold ce l'abbia con me, nel profondo, quindi gli sposto i capelli dal viso, e gli lascio un bacio sulla fronte. Vedo Emma trascinare uno Zayn svogliato al centro della pista, e in contemporanea fare un occhiolino complice a mia sorella, che si alza a sua volta, accompagnata dal fedelissimo Neil.
Credo che la bambolina lo faccia per lasciarci un po' di privacy, e lo apprezzo molto. Le faccio un cenno veloce con la testa, per ringraziarla, approfittando del fatto che Harold non mi veda perché ha deciso di seppellire la sua testa nel mio collo.
Quando vedo che tutti sono abbastanza lontani, accarezzo distrattamente i capelli di Harold, pronto a prendermi tutte le mie colpe.
“Scusami, tesoro, so che ti stai annoiando. Non dovevo costringerti a venire. Se vuoi ce ne torniamo a casa.”
Ma Harry mi guarda con aria sorpresa, resa anche un po' sognante dalle luci stroboscopiche che gli danzano sulle guance. “Ma, Lou, io mi sto divertendo!”
Non ci credo nemmeno per un momento, e glielo dico: “Amore, hai la faccia di un gattino in mezzo alla strada nell'ora di punta. Lo so che non ti stai divertendo.”
Harry scoppia a ridere, poi mi prende una mano e se la porta alla bocca, per baciarla. “Certamente non ce ne andiamo ad un'ora dalla mezzanotte. Non siamo due vecchietti!”
Lo pizzico su un fianco, facendolo saltare dallo spavento, e ne ricevo in cambio un'occhiataccia. “Oh, io non lo sono di sicuro! Non credo di poter dire lo stesso di te, Harry Styles. Il tuo ideale di serata è starcene a casa a guardare vecchi film romantici. Mia nonna è più attiva di te!”
Il mio ragazzo alza gli occhi al cielo, e mi tira per la manica del giacchetto di jeans. “Sarà, ma per ora non mi hai ancora invitato a ballare, quindi il morto sei tu, fino a prova contraria.”
Non mi aspettavo questa risposta, quindi scoppio a ridere, un po' interdetto. Poi gli porgo una mano. “Vuoi ballare, Minniti?”
Harry intreccia le dita alle mie, e si avvia verso la pista da ballo, senza rispondermi, ma trascinandomi dietro di lui.
La musica è assordante, e non mi piace molto, ma Harry sembra avere in mano la situazione, perché si avvicina a me, premendo il corpo contro il mio... fino a che un movimento brusco non lo stacca da me.
Quando alzo lo sguardo, consapevole che l'incantesimo si è spezzato, vedo la bambolina che lo sta trascinando al centro della pista, insieme a lei e Lottie. Con un sospiro frustrato mi avvio verso di loro, e Harry alza le spalle, come a dire che non ci può fare niente.
Mentre Harry balla un po' con la bambolina, io, per non fare il terzo incomodo, e per non smentirmi mai, stacco Lottie da Neil, visto che stavano un pochino troppo vicini, e la porto lontano da lui.
“Scusami Neil, ma mi serve un attimo mia sorella. Tu puoi ballare con Zayn. Sai che lo adora.”
Faccio l'occhiolino al mio migliore amico, che se ne sta appoggiato ad una colonna, poco lontano, e lui mi fa il dito medio. Dio, io lo amo, Zayn Malik, ma a volte dovrebbe davvero sciogliersi un po'.
Lottie non mi rimprovera, per averla staccato dal suo fidanzato, ma anzi, balla molto volentieri con me. Mentre le prendo le mani per farle fare una giravolta, le urlo, sopra la musica: “So che Neil ti ha fatto un regalo, per Natale!”
Lottie mi sventola la mano davanti alla faccia, per farmi vedere quel patetico anellino. “Sì, Lou, è bellissimo, mi piace tanto.”
Io alzo gli occhi al cielo, ma scoppio a ridere. Mi piace vedere mia sorella felice, e risveglia in me una sorta di tenerezza che ero solito riservare solo a lei, mentre adesso è rivolta anche ad Harold.
Mi chino e le lascio un bacio sulla guancia, per poi stringermela al petto.
Lottie scoppia a ridere. “Lasciami Lou, mi stai soffocando.”
Io la tengo ferma, ma la nostra piccola lotta viene rotta da una vocina femminile che non ho mai sentito prima. “Lottie! Che bello vederti!”
Una ragazza che avrà giusto un anno o due più di mia sorella si sta avvicinando a noi. E' bassina, ed ha i capelli nerissimi. Nel complesso è carina, e capisco che deve essere un'amica di mia sorella.
La lascio andare, così che possa andare a salutarla. Appena mia sorella la vede, le corre incontro, per abbracciarla.
“Dani! Anche tu qui? Oddio, sono così felice di vederti!”
Le due si scambiano un bacio sulla guancia, e poi Lottie si avvicina per presentarmi la moretta. Quando mi si pone davanti vedo che questa Dani è arrossita. Oddio, spero che non voglia provarci con me!
“Louis, questa è Danielle, una mia amica che ho conosciuto al bar. Dani, lui è mio fratello Louis. Credo che ne avrai sentito parlare. Lou, Danielle è al primo anno di storia dell'arte. Intraprenderà il tuo stesso percorso di studi.”
A questa notizia mi illumino e allungo una mano verso di lei. Lei me la stringe, quasi con diffidenza. La ritrae subito, e non mi guarda mai negli occhi. Ok, forse c'è qualcosa che mi sfugge. Scelgo comunque di portare avanti la conversazione, perché mi sembra la cosa più educata da fare.
“Oh, che bello! Mi fa piacere che ci siano persone che continuano a studiare questa materia!”
Lei prova a rispondermi, ma le parole le escono in un balbettio. Anche Lottie la guarda spaesata, come se il suo comportamento non fosse quello che adotta nella norma. “S-sì, io s-sono d-davvero molto interessata alla ma-materia.”
Mia sorella, forse per cercare di salvare la conversazione, le dice: “Per qualsiasi chiarimento o dubbio sono sicura che mio fratello sarebbe più che felice di aiutarti. Vero Lou?”
A quelle parole lei si illumina, ed io mi affretto a rispondere, per non sembrare maleducato, anche se sono stato preso in contropiede. “Ma certo. Per qualsiasi cosa chiedi pure e...”
Ma non riesco a finire la frase, perché dall'altra parte della stanza vedo Harold, intento a parlare con un ragazzo alto almeno il doppio di me. Questo tipo è muscoloso e abbronzato, e la sua maglietta nera aderente non lascia niente all'immaginazione. Cazzo.
Mia sorella capisce subito cosa sto guardando, perché scoppia a ridere. Danielle ci guarda come se non ci arrivasse, e un po' mi dispiace, ma non posso spiegarle ora. Devo fare cose più urgenti.
Mi sporgo per stringerle leggermente una spalla. “Ciao, tesoro, è stato un piacere.”
Non ascolto nemmeno la sua risposta, perché sono diretto verso uno stronzo dai capelli lunghi.

 

 

Quando arrivo nelle vicinanze di Harold, vedo che la bambolina tira un sospiro di sollievo. Brutto segno.
In maniera poco distinta mi arriva la voce del palestrato che sta parlando col mio Harold e la rabbia cresce dentro di me in modo disumano.
“Senti, Harry, perché non vuoi darmi il tuo numero? Anzi, sai che facciamo? Ti do il mio! Mi chiamo Xander, e il mio numero è 33...”
Non so chi sia questo tipo o cosa voglia, ma mi affianco ad Harold così velocemente che per un secondo penso di aver volato.
Gli passo un braccio intorno alla vita, e per un attimo penso a quanto sia ridicola la situazione. Io, alto un metro e settantuno,massimo settantadue, a difendere l'onore del mio ragazzo, un metro e ottantacinque di bellezza, da un uomo che è il doppio di me. Ma è solo un secondo, perché quello che questo Xander ha detto al mio ragazzo è l'unica cosa a cui riesco a pensare.
“Non te lo dà, il numero, perché non sei il suo tipo, bello. Il suo ex era più basso di me, il che è tutto un dire. Ad Harold piacciono nani. Adesso scusami, ma abbiamo da fare.”
Mister Muscoli non sa cosa rispondere, e mi fa capire che è un tipo tutto fumo e niente arrosto. Harold e la bambolina sembra che si stiano trattenendo dallo scoppiare a ridergli in faccia, ed io intreccio le mie dita a quelle del mio ragazzo, e lo porto via da lì.
Quando ci siamo allontanati per quello che reputo uno spazio sufficiente dal quel tipo, Harold mi prende il viso fra le mani, e mi bacia con vigore.
“Ehi, tesoro, a cosa devo tutto questo?” - gli dico, quando decide di staccarsi, lasciandomi ancora più desideroso di lui.
Harold appoggia la fronte contro la mia, ed io gli accarezzo distrattamente il collo, con le mie dita fredde, facendolo rabbrividire. Lo adoro.
“Mi piace quando mi difendi da tipi alti il doppio di te, Loulou.”
“Ehi, non prendermi in giro gigante! Quello poteva picchiarmi, ed io ci avrei probabilmente rimesso la pelle. Quel ragazzo non era quella mezza sega di Matty.”
“Non tirare fuori Matty quando non serve, amore.” - sbuffa Harold, infastidito. Ma sotto sotto vedo che sorride, come se non potesse farne a meno. Dio, lo amo così tanto. E glielo dico.
“Ti amo tantissimo, Harold.”
Harry fa un sorrisetto malizioso, e poi si avvicina al mio orecchio. “Scusa, puoi ripetere? C'è confusione in questo posto, non ho sentito bene.”
“Hai sentito benissimo, Minniti, smettila di fare lo scemo.”
Il mio ragazzo scoppia a ridere, e poi si china a lasciarmi un bacio sulla guancia. “Giuro non ho sentito niente.”
Ha sentito benissimo, e non ho intenzione di dargli la soddisfazione di ripetermi. “Dicevo, Harry...”
“Sì?”
“Dicevo che il tuo cazzo stamattina mi è piaciuto davvero tanto.”
Harry sbianca come se gli avessi tirato un calcio nello stomaco, e mi punta un dito contro il petto. “Non è vero, non hai detto quello.”
Incrocio le braccia al petto, e i miei occhi gli lanciano una sfida. “Ah, sì? E cosa ti avrei detto?”
Harry si guarda i piedi, quando mi risponde. “Tu... tu hai detto che mi ami.”
“Ma figurati, Harry. Non ti ho detto quello. E poi tu come fai a saperlo? Hai detto di non aver capito!”
Harold arrossisce come un bambino beccato con le mani nel sacco, e non alza lo sguardo. “Forse avevo captato una parola o due.”
La sua tenerezza mi scioglie, e gli porgo un dito sotto il mento, facendogli alzare gli occhi, così da averli fissi nei miei. “Avevi capito bene, Harold, ti avevo detto che ti amo.”
Harry sorride soddisfatto, e posa le sue labbra sulle mie, facendomele schiudere. La sua lingua sta facendo qualcosa di eccezionale alla mia, qualcosa che non riesco nemmeno a descrivere, ed io rimango ad assaporarlo il più che posso.
Quando mi stacco, c'è qualcosa che voglio chiedergli. “E tu?”
Harry mi guarda come se non capisse, ancora intento a pensare alle mie labbra, ci potrei giurare. “Io cosa?”
“Tu mi ami?”
Harry alza gli occhi al cielo, e si riappropria della mia bocca. Dopo avermi baciato un altro po', mi sussurra, contro le labbra: “Ma và! Io sto con te solo per il tuo cazzo!”
“Sei proprio uno stronzo, Minniti!”
Gli tiro un leggero pugno sul petto, ridendo, ma dentro di me so che me lo sono meritato.

 

 

Non pensavo che Harry potesse finire col divertirsi, in discoteca, ma lo sta facendo. Al momento si sta divertendo molto più di me.
Sta ballando con chiunque gli capiti a tiro, ed è anche riuscito a staccare Zayn da quella colonna. Né io né Emma ci eravamo riusciti. Strabiliante. Scommetto che lo ha convinto con quelle sue maniere dolci ed educate, qualità che mi mancano completamente. Menomale che c'è lui che mi bilancia.
Tutto a un tratto, però, Harry mi prende per mano e mi trascina lontano dai nostri amici, in un altro punto della pista.
“Perché ci siamo allontanati, Harold?” - gli chiedo, quando ormai siamo ad una considerevole distanza dal resto del gruppo.
“Volevo stare un po' da solo con te.” - mi risponde semplicemente, con un'alzata di spalle.
“Siamo in una discoteca piena di persone, Harold, non saremo mai soli.”
Ma Harry non mi risponde,e comincia a muovere i fianchi contro i miei, con forza, al ritmo della musica. Mi sposta i capelli dalla fronte, e si china a baciarmi, prima piano, con dolcezza, e poi aumentando il ritmo, seguendo quello della canzone che il dj sta passando.
I suoi fianchi, ora, si stanno muovendo in cerchio, in contemporanea con i miei, ed è in quel momento che lo sento benissimo, senza possibilità di fraintendimenti, sulla mia coscia.
Gemo contro le sue labbra, provocando un suono che si riversa nella sua bocca. Il suo petto freme e sento un ringhio molto virile partire dal suo petto, e poi attraversare le sue labbra, per riversarsi sulle mie.
Adesso credo che anche lui mi senta chiaro e tondo, perché sono eccitato, e non è qualcosa che si può nascondere. Non mi stacco dal bacio, e poso le mani nelle tasche posteriori dei suoi pantaloni, stringendogli leggermente il fondoschiena. Ma è la sua presenza davanti a farmi andare fuori di testa.
Non l'ho mai sentito così. E dire che nell'ultimo mese l'ho sentito davvero molto spesso.
Quando entrambi restiamo senza fiato, Harry stacca le labbra dalle mie e comincia a baciarmi sul collo, come se avesse fretta di memorizzarmi. Io arrossisco, perché, anche se mi piacciono le dimostrazioni di affetto in luogo pubblico, al momento ci sono molte persone che hanno voltato la loro attenzione su di noi, e la cosa mi irrita.
La cosa che mi irrita di più in realtà mi sta in mezzo alle gambe, ed è dolorante, ma cerco di non farci troppo caso.
“Harry... Harry cosa succede?”
Harold alza la bocca dal mio collo, e mi guarda negli occhi, in modo serio, senza umorismo negli occhi. L'unica emozione che riesco a cogliere in quella distesa di verde, è il desiderio puro.
Harry avvicina ancora di più i fianchi ai miei, fino a toccarci completamente, così che non ci siano più dubbi su cosa sta succedendo ai nostri corpi. “Succede che ti voglio da impazzire, Louis. Adesso.”
Mi si spezza il respiro in gola, e devo soffocare un gemito, rischiando di venire a quelle stesse parole. “E ti è venuto in mente mentre ballavamo con Zayn e gli altri?”
“Devi smetterla di muovere i fianchi in quel modo, Loulou.” - mi risponde, mordendosi il labbro inferiore in modo tutt'altro che casto.
“Stavo solo ballando, Harry.” Non riesco a staccare gli occhi dalla sua bocca stupenda, e questo limita un po' le mie capacità comunicative.
Harry se ne accorge, e, frustrato, si passa una mano fra i capelli. “Almeno non guardarmi così, Louis.”
“Così come?”
“Come se tu non volessi altro che le tue labbra sul mio corpo.”
Un'ondata di piacere si riversa fra le mie gambe, come uno spasmo, e sono costretto a chiudere gli occhi. “Non è possibile Harry. Non è possibile che non riusciamo ad uscire di casa senza avere il bisogno fisico di saltarci addosso. E' come se fosse una necessità primordiale.”
“Senti, Loulou, al momento non ho la concentrazione adatta per pensarci.”
Harold si china a leccarmi la pelle dietro all'orecchio, e in quel momento comincio a sentire qualcosa di umido in mezzo alle gambe.
Prendo Harry per una mano, e lo trascino via dalla pista.
“Adesso tu vieni con me.”
“E dove andiamo? Mancano venti minuti a mezzanotte!”
Sbuffo, infastidito. E' colpa sua e sta anche pensando di rifilare a me la responsabilità?
“Potevi pensarci prima di farmelo venire duro, Harold, che ne dici?”
Harry sorride soddisfatto, e mi spinge contro un muro, in penombra, per baciarmi di nuovo. Quando scende sul mio collo, penso che probabilmente non ce la farò ad arrivare alla macchina, come avevo sperato.
Per fortuna con la coda dell'occhio intravedo quello che è chiaramente un bagno per gli uomini, accompagnato da una targhetta con scritto “guasto.”
Forse, nonostante tutto, questa è la mia serata fortunata.
Senza staccarmi da Harold, mi trascino contro la porta del bagno, aprendola con le spalle, e richiudendola subito. Non c'è la chiave, ma non importa. Nessuno entra in un bagno guasto, a meno che non siano due pazzi come noi. In quel caso poco male, capiranno subito che è occupato.
L'interno è composto da quattro cubicoli e da alcuni specchi. Un piccolo divisorio è posto fra i lavandini ed un'altra parte della stanza. Faccio nascondere Harold dietro quello, appoggiandolo con le spalle al muro.
Gli sbottono i jeans, ed Harry freme. “Siamo in paradiso, Loulou?”
“In realtà siamo in un cesso, Harry.”
Harold scoppia a ridere, ed il solo suono della sua risata roca mi fa avere uno spasmo fra le gambe. “Tu sì che sai come rovinare un momento romantico, Louis.”
Alzo le braccia al cielo, esasperato ed impaziente. “Questo non è un bel momento, Harold. Siamo nel bagno guasto di una discoteca, ed io sto avendo l'erezione più drammatica e duratura della mia vita. Non c'è niente di romantico!”
Harry, quindi, mi fissa con desiderio, e si porta una mano nei pantaloni.
Con un sussulto, porto una mano sopra la sua, a fermarlo. Ma lui è più veloce, e la scansa. Con un movimento veloce ed elegante, nonostante la situazione, porta la sua eccitazione fuori dai jeans stretti, lasciandola libera. Non posso fare a meno di guardarla, perché è grande, enorme, molto più che di tutte le altre volte in cui l'ho vista.
Quando Harry vede che non gli tolgo gli occhi di dosso, scoppia a ridere di nuovo. “Perché mi fissi? Anche la mia è drammatica?”
Le parole mi muoiono in gola, e cerco di riprenderle, con scarsi risultati. “Cristo se è drammatica, Harold! E'...”
Non riesco a trovare un aggettivo, ed Harry sorride ancora di più, furbescamente. “Ho bisogno che tu mi tocchi Loulou.”
Ma non riesco a muovere un muscolo, perché sono incantato dalla perfezione del corpo di Harry.
“Guarda che faccio da solo, se non ti muovi.”
Non gli rispondo, forse perché la prospettiva non mi dispiace, ed Harry mi fissa incuriosito, con una strana luce negli occhi. “Aspetta, Lou, a te piacerebbe guardarmi, vero?”
Continuo a non proferire parola, sperando che prenda il mio silenzio come un assenso, ma poi vedendo che non si muove, e nonostante il dolore fra le gambe, non posso fare a meno di annuire, arrossendo.
“Non staccare mai gli occhi da me, Louis.”
Gemo involontariamente al tono della sua voce roca, e poi annuisco di nuovo.
Harry porta una mano su di sé, e comincia ad accarezzarsi piano, troppo piano per le mie esigenze, facendomi impazzire. Non so come faccia ad andare così piano, essendo in quelle condizioni. Le sue spinte sono lente e controllate, contro la sua mano, mentre con un dito si accarezza quella vena in rilievo che adoro, e con l'altra mano stringe leggermente ciò che si trova sotto la sua eccitazione. Quando arriva alla punta arrossata e ci gira intorno con il pollice, devo trattenermi dall'urlare.
“Harold... Harold, basta ti prego. Non ce la faccio più.”
Harry si ferma, e si avvicina a me, accarezzandomi da sopra i jeans, per poi farsi strada sotto. Il contatto della sua mano su quel punto così delicato mi fa sobbalzare. Quando Harry tira fuori il mio membro e lo guarda, leccandosi le labbra, rischio di concludere.
“Pensavo che tu fossi messo male, amore, ma non pensavo così male. Questa in effetti è molto drammatica.”
“Smettila, stronzo.”
Harry ride per la risposta scontrosa, ma continua ad accarezzarmi. Quando non ce la faccio più, sposto la sua mano, e lo conduco senza troppi problemi contro il muro, dove fino a pochi minuti era appoggiato.
“Però hai fretta, eh.”
Gli tiro giù i pantaloni, fino alle ginocchia, facendo attenzione che non entri nessuno o che non senta rumori sospetti fuori dalla porta, poi gli scosto i capelli dalla nuca, e gliela bacio ripetutamente. Harry geme senza ritegno. “Harold, ti amo, ma non ce la faccio più.”
Con un dito trovo la sua apertura, e comincio a stuzzicarlo. Quando trovo il suo punto preferito, urla. Circondati dal frastuono della musica, nessuno lo sente, e la cosa mi eccita ancora di più. “Non aspettare più, Louis.”
Continuando ad accarezzarlo, gli chiedo: “Posso?”
Harry annuisce convinto, quindi prendo in mano la mia eccitazione ed entro dentro di lui. Il contatto è travolgente, molto più delle altre volte, perché ho aspettato così a lungo che non mi sembra neanche vero.
Harold urla di nuovo, ed io lo tengo stretto per la vita, mentre con l'altra mano comincio a massaggiarlo davanti.
In quel momento capisco che anche lui si sta trattenendo da molto, e mi dispiace, quindi mi muovo dentro di lui, per cercare di dargli piacere più che posso, e di alleviare la sua sofferenza.
Harry si muove velocemente contro la mia mano, ma in quell'istante sento un rumore che mi fa sobbalzare. Per la paura che qualcuno possa averci beccati mi giro velocemente verso la porta. Quella continua ad essere chiusa, e penso di essermi immaginato tutto. Anzi ovviamente è così.
Harold non si è accorto di nulla, ed io torno a concentrarmi su di lui.
Dall'altra parte della porta sento un grande trambusto, e qualcuno che comincia a contare.
“Dieci, nove, otto...”
Harry ride, ed io allora comincio ad andare più piano, sincronizzando ogni spinta con il conto che sento arrivare da fuori.
Mi avvicino all'orecchio di Harry e gli sussurro: “Non provare nemmeno a venire prima di mezzanotte.”
Quando colpisco il punto magico, Harry geme senza ritegno, troppo scosso per formare una frase di senso compiuto. “A-ancora, Lou.”
Spingo di nuovo i fianchi in avanti, cercando di ripetere il gesto di prima, ed Harry a questo punto ha problemi perfino a respirare.
“Tre.”
“Due.”
“Uno.”
Con un ultimo movimento decisivo mi riverso dentro di lui, mentre, nello stesso istante, sento qualcosa di caldo scorrermi sulla mano con la quale sto massaggiando Harold. Un po' di quel liquido va a finire anche sul muro, e penso che non ci sarà modo, adesso, di nascondere il nostro piccolo delitto. Harry sembra non finire mai, e la cosa mi eccita ancora di più.
E' la prima volta che raggiungiamo il piacere nel solito preciso momento, e la cosa mi fa sorridere.
Quando vedo che anche lui ha concluso, dopo un tempo infinito, esco da lui, lentamente, e mi sporgo in avanti, per sussurrargli nell'orecchio. “Buon anno nuovo, amore.”
Harry si sta reggendo al muro con una mano, mentre cerca di riprendere fiato, rosso in volto, e con gli occhi lucidi. Dalla sua faccia si vede lontano un miglio che ci abbiamo dato dentro. I nostri amici ci prenderanno per il culo per tutta la vita.
“Buon... buon anno, Lou.” - balbetta Harry, ancora troppo scosso per formare delle frasi complete. - “Non... non potevo sperare di cominciarlo in modo migliore.”
La sua dichiarazione mi fa sorridere spontaneamente, e mi sporgo per baciarlo su una guancia. Prima che possa muoversi, prendo un fazzoletto di carta accanto al lavandino fuori uso, e mi sporgo per pulirlo dagli ultimi rimasugli del nostro momento di intimità.
Harry prova a scansarsi, perché so che odia essere toccato nel momento successivo all'amplesso, visto che è sempre troppo sensibile, ma io lo fermo. Quando la carta lo sfiora, Harold sobbalza, quindi lascio perdere, e mi risistemo come meglio posso, cercando di non far notare a chiunque che ho appena avuto l'orgasmo più sofferto e duraturo della mia vita.
Mi giro giusto in tempo per scorgere una macchietta bianca sui pantaloni di Harry. La indico, con disapprovazione. “Ora tutti sapranno cosa abbiamo fatto.”
Harry in un primo momento non capisce, ma poi abbassa lo sguardo, e vedendola, scoppia a ridere. “E' buio, non vedrà niente nessuno. E poi sono cose normali, tutti lo fanno.”
Faccio una smorfia, all'idea di cosa mi aspetta quando rientreremo. “Sì, ma c'è mia sorella nell'altra stanza.”
“Pensi che lei non faccia sesso?”
“No, Harold, mia sorella è pulita, giovane, e innocente.”
“Ma l'hai beccata sul fatto, quella sera a casa sua!”
Esasperato, alzo le braccia al cielo, alzando un po' troppo la voce. “Senti, Minniti, mia sorella non va a letto con Neil. Punto.”
“Sei in fase di negazione.”
Sospiro e poi faccio il dito medio al mio ragazzo.
“Quel dito lo hai usato per cose molto più interessanti, Loulou.”
Arrossisco come un ragazzino, perché di solito sono io che faccio le battute sporche. Adesso i ruoli si sono invertiti, e mi fa strano. Anche se mi piace molto.
“Si parte bene, in questo anno nuovo.”
Harry, ormai divertito, mi prende per le spalle, per condurmi fuori dal bagno. “Ho come l'impressione che andrà benissimo, invece. Sarà un anno fantastico.”
Mi giro per guardarlo, stupito dalle sue parole. “E cosa te lo fa dire?”
“Ovviamente il fatto che l'ho cominciato con te.”
Prima di uscire, mi fermo un attimo e mi stringo forte contro il suo petto. Harold mi circonda con le braccia, e per un po' mi lascio cullare da lui.
Il suo odore è familiare, e mi riempie le narici. Sa di cotone, di bagnoschiuma alla vaniglia, profumo di Gucci, e di qualcosa di molto, molto più virile. “Harold, odori di sesso.”
Minniti scoppia a ridere, e la vibrazione si riversa dal suo petto al mio, facendomi sobbalzare. “E' un male, Loulou?”
“No, in realtà lo amo. E amo te.”
Sto fermo ad aspettare la sua risposta, ma Minniti, stronzo com'è, mi sussurra contro i capelli: “E io continuo ad amare il tuo cazzo.”
Mi stacco da lui alla velocità della luce, ed apro la porta. “Questa me la paghi, Harold.”
“Eddai, Lou, era una battuta. Lo sai che ti amo anche io.”
Ormai non lo sto più ascoltando, mentre mi dirigo di nuovo verso la pista da ballo. “Quella cosa che dici di amare, Harold, non la vedrai per un bel po' di tempo.”
Harry alza gli occhi al cielo, e sospira teatralmente. “Potrei quasi dispiacermene, se non fosse che lo dici ogni volta. Ed ogni volta cedi dopo tre ore, più o meno.”
Arrossisco, furibondo per la sfida che mi sta lanciando. “Questa volta sono serio, Minniti.”
“Ti concedo il beneficio del dubbio, Louis, e ti dico dieci ore. Accetti la scommessa?”
Punto un dito contro il suo petto, con aria di sfida. “Accetto, Minniti. Preparati a perdere clamorosamente.”

 

 

 

Harry's Pov.

 

Ovviamente la scommessa la vinco io.
Io e Louis abbiamo un contatto intimo dopo quattro ore che mi aveva detto che non ci saremmo toccati per un po'. Sa essere molto deciso, se vuole, ma io so esserlo molto di più. Non racconterò mai a nessuno i metodi che ho usato per convincerlo, nemmeno ad Emma, ma sono stato convincente, ed ho ottenuto quello che volevo.
Adesso che la passione si è momentaneamente spenta, almeno per quelle che spero che saranno un po' di ore (non so se potrei sopportare un altro orgasmo), sto guardando Louis dormire serenamente fra le mie braccia.
Il suo respiro caldo sul mio petto nudo mi tranquillizza, e so che dovrei provare a dormire anche io, perché, dopo essere tornati a casa alle quattro, almeno per altre due ore non abbiamo chiuso occhio, ma è più forte di me: vedere Louis dormire combatte il mio sonno, e alla fine vince.
Ma un suono squillante mi fa sobbalzare, facendo così svegliare anche lui, che si strofina gli occhi in modo infantile. Il gesto mi fa tenerezza, e gli bacio una guancia.
“Amore, ti suona il cellulare.”
Louis si alza, ancora mezzo addormentato, e mi guarda spaesato. Nemmeno io capisco chi è che può chiamarlo alle dieci di mattina del primo giorno dell'anno, quindi scuote le spalle e gli faccio segno di rispondere.
Lou prende il cellulare dal comodino, e guarda la foto che gli compare sullo schermo. “Harold, è la bambolina. Perché chiama me?”
A questo punto cerco il mio telefono, pensando che magari avesse cercato me ma non mi avesse trovato, ma il mio cellulare è sulla scrivania davanti al letto, quindi lo avrei sentito. Ed è in quel momento che comincio a preoccuparmi. Fortunatamente Louis non indugia oltre, e risponde.
“Bambolina, dimmi tutto!”
Non riesco a capire cosa dice Ems, dall'altra parte, ma vedo l'espressione di Louis cambiare rapidamente, diventando da rilassata a tesa, quindi stringo il cuscino più forte.
“Emma, arrivo subito, non piangere per favore, stai calma!”
Cosa cazzo vuol dire non piangere? Cosa ha Emma?
Louis si sta già mettendo a caso un paio di jeans (che ho come l'impressione che siano miei), mentre io, non capendo, gli tiro la sua maglietta, che si infila con il cellulare sotto l'orecchio.
Sento che mi manca il respiro, perché Louis ha appena scongiurato la mia migliore amica di non piangere. Perché glielo ha detto? Cosa c'è che non va?
In men che non si dica anche io sono vestito, e quando Louis tira giù vedo che è sconvolto. Fa dei grossi respiri con la bocca, ed a me viene un'ansia assurda. “Louis, ti prego, parla.”
“E' Zayn. E' uscito in motorino, non so bene per andare a fare cosa. A quanto pare questa notte ha nevicato, e il terreno era scivoloso. E' cascato, e sembra che abbia battuto la testa. Un uomo che passava di lì ha visto la scena e ha chiamato l'ambulanza. Al momento è sotto osservazione.”
Il mio cuore si ferma per un minuto, e ricaccio indietro le lacrime, per non sconvolgere ancora di più Louis. “Emma dov'è?”
“In ospedale con lui, ma al momento è privo di coscienza. Gli stanno facendo delle radiografie. Ma mi ha chiesto di andare là, perché è sconvolta.”
Non riesco neppure a pensare alla mia Emma, sola nell'ospedale, ad aspettare di avere notizie che non stanno arrivando. Per un momento mi chiedo cosa ci facciamo ancora qui, ma poi mi rendo conto che l'unico motivo per cui non siamo in macchina è che sto trattenendo Louis con le mie domande.
“Lou io... mi dispiace, amore.”
Louis sospira, e intreccia le dita alle mie, come se avesse bisogno di supporto. “Ora come ora l'importante è andare da Emma, Harold. Del resto parliamo dopo. Adesso andiamo.”
Annuisco convinto, poi prendo le chiavi della macchina, e mi metto al posto del guidatore, visto che Louis è troppo sconvolto per guidare.
Il viaggio trascorre in silenzio, l'unico segno di vita che ho da Louis è la sua mano che disegna cerchi invisibili sulla mia, ferma sul cambio, come se questo potesse dargli forza in qualche modo.

 

 


Odio gli ospedali. Oltre agli ovvi motivi si aggiunge il fatto che odorano di malattia e di detersivo troppo invasivo, le poltroncine nella sala d'attesa sembrano strumenti di tortura, ed il caffè delle macchinette non è zuccherato. Ma tutto questo è niente rispetto alla sensazione che provo quando entro e vedo la mia piccola Ems, rannicchiata su una sedia, con ancora indosso la maglietta del pigiama, i capelli non pettinati, e gli occhi gonfi per le troppe lacrime.
Appena la vedo lascio la mano di Louis, per correre subito da lei, ma Emma è più veloce, e si alza, venendo verso di me.
Ma sorprendentemente, si butta fra le braccia di Louis. Non riesco nemmeno ad esserne un po' geloso, perché capisco che ricerca conforto nell'unica persona che conosce Zayn bene quanto lei.
La reazione di Louis, ad ogni modo, mi sorprende ancora di più. Il mio ragazzo stringe il fragile corpo di Emma come se fosse l'unica cosa che conta, come se lei desse forza a lui, e lui a lei.
Mi si stringe il cuore a vedere le due persone più importanti della mia vita, unite per una circostanza così triste e meschina.
Emma singhiozza contro la spalla di Louis, ed io vorrei poterla consolare, ma non mi muovo, capendo di essere solo un inerme spettatore della scena.
Louis trascina quasi di peso Emma su una sedia, ma lei non accenna a volersi staccare da lui, quindi, con un tatto e una dolcezza che non gli avevo mai visto utilizzare con nessuno che non fossimo io o Lottie, si siede, e se la trascina giù con lui, facendola sedere sulle sue ginocchia.
Quando i suoi singhiozzi si calmano un po', Emma alza la testa, e dice: “E' colpa mia. E' tutta colpa mia.”
Queste parole, dette con un dolore così profondo da non farla riuscire a respirare, mi perforano il petto, e mi fanno star male. Mi avvicino alla mia amica, e le accarezzo una guancia. “Ehi, ehi, Ems! Qualsiasi cosa ti stia passando per la testa, non è vera.”
Emma singhiozza di nuovo, e Louis si china a baciarle i capelli. “Sono d'accordo con Harold, tesoro. Quello che dici è senza senso.”
La mia migliore amica tira su col naso, ed io le passo un fazzoletto, che Emma ignora senza troppi problemi. “Sono io che gli ho detto che mi sentiva la testa. Ed in casa non c'erano aspirine. E... e lui è partito per andare a comprarmene una.”
Louis sospira, e se la stringe più forte contro il petto. “Emma, sarebbe potuto succedere a chiunque.”
“Ma tu non capisci, Louis!” - ribatte la mia amica, con un nuovo vigore. - “E' successo a me! E Zayn è la persona che amo di più al mondo, se dovesse succedergli qualcosa io...”
Louis la interrompe subito: “Non gli succederà niente, tesoro. Zayn ha la testa dura, ok? Credimi!”
Non so in che modo, ma questa frase fa sorridere Emma, ed io sono così felice che sarei disposto a pagare Louis perché continuasse a farla ridere.
In quel momento, però, mi rendo conto che anche il mio ragazzo è provato dalla situazione. Alla fine Zayn è il suo migliore amico, ed io non voglio neppure pensare a cosa sarebbe successo se i ruoli fossero invertiti, se ci fossimo io e Zayn in quella sala d'attesa.
La consapevolezza mi travolge come un'onda, e mi siedo accanto a Louis, stringendogli forte la mano.
Nelle due ore successive non c'è niente che possiamo fare, se non starcene seduti ad aspettare un verdetto che sembra non arrivare.
Io faccio il possibile per distrarre le due persone più importanti per me, con parole di conforto, carezze frequenti, e varie capatine al bar dell'ospedale, ma niente sembra rassicurarli.
Emma continua a stare abbracciata a Louis, e lui, a sua volta, sembra trovare sostegno e conforto in lei, tanto che non smette nemmeno per un minuto di accarezzarla.
Dopo quella che sembra un'eternità, un dottore esce dalla stanza di Zayn, e viene verso di noi. La mia amica e il mio ragazzo trattengono il fiato, ed io mi alzo per raggiungerlo, visto che credo di essere l'unico ad avere la capacità fisica di reggersi in piedi al momento.
Quando mi avvicino, però, il dottore mi sorride benevolo, e mi chiede: “Dov'è la ragazza? Porto buone notizie.”
E' come se un peso enorme sparisse all'improvviso dal mio stomaco, e riuscissi all'improvviso a respirare di nuovo.
Emma si alza rapidamente dalle gambe di Louis, e si avvicina a me, stringendomi un braccio, per sostegno. “Sono io.”
“Ragazzina, il tuo ragazzo è uno tosto. Diciamo che la caduta è stata violenta, ma il casco ha attutito molto il colpo. Le radiografie dicono che è tutto a posto, ma per un paio di giorni è meglio se non esce di casa, giusto per precauzione. Non farlo muovere troppo, e riportalo qui alla fine dei giorni di osservazione. Ora, se vuoi seguirmi, Zayn si è svegliato, e chiede di te.”
“A-arrivo subito, dottore. G-grazie mille.” Emma non riesce a respirare, e quando il dottore svolta l'angolo, si stringe forte a me.
“Ems, tesoro mio, va tutto bene.” La spingo contro il mio petto, appoggiando la guancia contro la sua testa, sperando di poterle togliere di dosso tutto il dolore e lo spavento che so che si ricorderà per tutta la vita.
Dei singhiozzi, questa volta di sollievo, le scuotono le spalle, mentre io le bacio i capelli con tenerezza.
Con passo felpato, Louis si pone dietro di me, e vedo che ha gli occhi lucidi, come se si trattenesse dal piangere. Tenendo Emma con un braccio, prendo Louis con l'altro e faccio entrare anche lui nel nostro abbraccio.
Ed è in quel momento che mi rendo conto che non mi importa di nessuno, ad eccezione dei miei familiari, tanto quanto mi importa di loro.
Dopo qualche secondo in cui tutto quello che faccio è provare a proteggerli da ogni cosa, Emma mi lascia un bacio sulla guancia, e poi si incammina verso la stanza dove è sparito il dottore, lasciando me e Louis da soli.
Lou nemmeno si accorge che la mia amica se ne è andata, e rimane stretto contro di me, non avendo nessuna intenzione di andare da nessun'altra parte. E a me va benissimo. Qui, fra le mie braccia, non ha nulla da temere, perché non permetterò che nessuno gli faccia del male. Mai.
Quando vedo che le sue spalle si stanno muovendo a ritmo dei suoi singhiozzi, lo costringo a guardarmi negli occhi.
Accorgendomi di quanto si è trattenuto, per non far preoccupare Emma, e di quanto abbia bisogno di sfogarsi, adesso, mi rendo conto di amarlo in un modo così profondo, che mi sconvolge.
“Ho avuto seriamente paura, Harold. Per la prima volta in vita mia, ho avuto paura per qualcuno che non fossi io.”
E' così fragile, con il cappuccio della felpa alzato, e le occhiaie scure sotto gli occhi, che gli accarezzo una guancia. Lui ce la appoggia, in un gesto che mi sembra molto umano in quel momento. “Lo so, Loulou. Lo so. So cosa hai dovuto passare in queste ore, so quello che abbiamo dovuto passare! Ti amo Louis, non so cosa altro dirti sinceramente, oltre che questo, ti amo così tanto che vorrei averlo provato io, il dolore che sicuramente hai provato.”
Ma quello che mi risponde, mi lascia senza fiato ancora di più: “Non voglio nemmeno pensare a come sarebbe stato se fosse successo a te, Harold.”
Scuoto la testa velocemente, così tanto che i boccoli mi sbattono sulle guance. “No, no, no, Louis. Non devi pensare a questo adesso. Io sto bene, Zayn sta bene, Loulou. Il tuo migliore amico sta bene, e fra due giorni tornerai a rompergli le palle come hai sempre fatto ok?”
Louis annuisce, poi mi prende per mano, intrecciando le nostre dita. “Harold?”
“Sì?”
“Andiamo a casa.”
“Non vuoi andare a trovare Zayn?”
“Per ora deve stare con la bambolina, domani andremo a trovarlo, a casa loro. Non hanno bisogno di noi, al momento. Io, d'altro canto, ho davvero bisogno di te, Harold. Tantissimo.”
Lo prendo fra le mie braccia un'ultima volta, e poi lo bacio sulla fronte, con fare protettivo. “Andiamo a casa, Loulou. Ci sono io con te.”
“Non potevo chiedere niente di meglio, Minniti.”
E per una volta nel suo tono non c'è né sarcasmo, né presunzione, né superiorità, ma solo gratitudine, e qualcosa che riconosco come amore.



 

 

Il giorno dopo, come promesso a Louis, e come ho promesso ieri sera ad Emma quando mi ha telefonato per dirmi che Zayn stava bene, io e il mio ragazzo andiamo a trovare Zayn.
Quando entriamo, Emma ci dice che il suo ragazzo è a letto, perché non può muoversi molto. Il mio sguardo vaga per l'ingresso, che è stato decorato rispetto all'ultima volta che ci sono stato, e noto su un piccolo ripiano di legno delle foto di me ed Emma, quando avevamo sedici anni, e sorrido di tenerezza. Quando però intravedo una foto di Zayn e Louis insieme, in un periodo di tempo che dato come tre anni fa, scoppio a ridere.
Zayn aveva un taglio assurdo, con delle orribili punte bionde, mentre Louis portava i capelli lisci, con una falda che gli cadeva sugli occhi.
La sollevo, e gliela sventolo in faccia. “E questa?”
Ma Louis è preparato, e tiene in mano a sua volta quella di me ed Emma. “Non provare a fare commenti, riccioli d'oro.”
“Ehi! Stavo benissimo! Ero un ragazzino adorabile, a sedici anni.”
Louis guarda la foto per dei secondi che mi sembrano interminabili, poi sorride dolcemente e la riposa, senza rispondermi.
Emma ci guarda senza dire niente, ma sono convinto che dentro di sé stia urlando dalla gioia, perché su noi due ha avuto ragione sin dall'inizio.
Quando io e Louis smettiamo di farci gli occhi dolci e di arrossire come due bambini delle medie, Emma ci conduce nella camera che lei e Zayn condividono.
Lui è sveglio, ed io mi avvicino per andarlo a salutare, sedendomi sul bordo del letto, pensando di essere seguito da Loulou.
Ma Louis rimane fermo, in piedi immobile contro lo stipite della porta, le mani chiuse a pugno, e lo sguardo cupo. Non capisco cosa sta succedendo e nemmeno Zayn, che chiama il suo migliore amico a gran voce.
“Ehi, Lou? Non vieni a salutarmi?” - gli dice, facendogli un cenno con la mano, come a volerlo avvicinare.
Io sorrido incoraggiante a Louis, ma lui non si muove, fermo accanto ad Emma, che ci guarda confusa.
“No, non ci vengo a salutarti.” - risponde, dopo quella che sembra un'infinità di tempo.
I lineamenti di Zayn subiscono un cambio radicale, passando da allegri, nel vedere il suo amico, a tristi, per come è stato trattato.
Io intervengo, perché credo di sapere quello che sta succedendo.
“Louis, senti...”
“Oh, sta zitto, Harold!” - mi interrompe - “Non voglio prendermela anche con te.”
Prendertela con lui?” - esclama a voce forse un po' troppo alta Zayn - “Perché con chi ce l'avresti, oltre ad Harry? Con me?”
Louis per un secondo guarda lontano, ed Emma mi implora con lo sguardo di capire cosa sta succedendo, perché Zayn non dovrebbe subire troppi stress, né fisici né psicologici.
Poi però Louis ritrova l'uso della parola, e si gira completamente verso Zayn, entrando a passi lunghi e veloci nella stanza. La sua voce è spezzata, quando finalmente parla. “Sì, Zayn! Ce l'ho con te, cazzo! Sei un coglione, pezzo di merda, per l'amore del cielo!”
Io mi alzo, e mi metto davanti a Louis, provando a guardarlo negli occhi sfuggenti. “Amore, non sei in te. Cosa c'è?”
“C'è che questo nemmeno capisce perché sono arrabbiato con lui.”
“No infatti, Lou, non lo capisco proprio per niente.” - La voce di Zayn è confusa e triste, e mi fa molta tenerezza.
A quel punto, però, Louis mi scansa, e si ferma accanto a Zayn. Io mi metto al suo fianco, che non si sa mai.
“Ce l'ho con te perché sei un'egoista! Cazzo, Zayn, lo sai vero che hai rischiato di morire?”
“Mica è colpa mia, stupido! Avevo anche il casco!”
“Non mi interessa se avevi il casco o no! Hai rischiato di morire, e tanto mi basta.”
Zayn a questo punto è a metà fra il divertito e l'interdetto, come me ed Emma. “Vuoi farmene una colpa, Tommo?”
“Certo che te ne faccio una colpa, perché poi se tu fossi morto io con chi avrei giocato alla playstation, brutto coglione?”
Io sorrido dolcemente ad Emma, perché capisco che questa è la cosa più simile ad un ti voglio bene che Louis gli abbia mai detto.
Zayn si sta ancora trattenendo dallo scoppiare a ridergli in faccia. “Ci giocavi con Haz, che problema c'era?”
Louis sbuffa, come se proprio non ci arrivasse. “Ma cosa cazzo dici? Ma quali problemi hai? Ma lo vedi? Ma secondo te Harold sa giocare alla playstation?”
Adesso mi sento colto sul vivo, e mi giro verso di loro. “Eeeehi, cosa vuoi da me?”
Louis alza gli occhi al cielo, e mi guarda con la coda dell'occhio, come se valessi meno di zero, in quel momento. “Da te proprio niente. Non sei sempre al centro dell'attenzione, Harold.”
Io sono sempre più sconvolto, e confuso, ma poi Zayn batte la mano sul materasso, e chiede a Louis: “Ehi, Tommo, vuoi farmi un po' di compagnia? Non posso ancora giocare alla playstation, ma potresti raccontarmi qualcosa! Mi perdoni per aver rischiato in modo del tutto involontario di morire?”
Louis sembra considerare l'ipotesi per un minuto. “Solo se prometti che non lo farai mai più.”
Zayn si mette una mano sul cuore, con fare teatrale. “Louis Tomlinson, ti giuro solennemente che non cercherò mai più di morire, sia volontariamente che non. Ok?”
Scoppiamo tutti a ridere, compreso Louis, che si butta sul materasso accanto a Zayn. “Così siamo d'accordo, Malik.”
Poi Zayn allunga un braccio, e lo cinge, stringendolo contro di sé e se non mi sbaglio credo di aver visto gli occhi di Louis scintillare, mentre lo stringeva forte a sua volta.

 

 

Io ed Emma ce ne andiamo in salotto, per lasciare un po' in pace Louis e Zayn, e per parlare un po' fra di noi.
Dopo un'oretta, quando non sento più il loro chiacchiericcio, e non vedo tornare Louis, mi preoccupo. “Secondo te va tutto bene, di là?”
Emma, accorgendosi a sua volta della mancanza di suoni, si preoccupa per la salute di Zayn e si alza per andare a vedere. Apre leggermente la porta, e dopo aver scrutato dentro per un secondo, mi chiama divertita, con un grosso sorriso sulle labbra e gli occhi che luccicano.
“Haz vieni subito” - bisbiglia, trafelata - “E porta il tuo cellulare.”
Io corro verso la porta, e quando sbircio dentro, vedo Louis e Zayn che dormono, il mio ragazzo con la testa accoccolata sul petto di Zayn, mentre lui gli circonda le spalle con un braccio.
Mi porto le mani alla bocca, capendo che devono essersi addormentati così, senza essersi mai lasciati da quando si sono abbracciati, da quando io ed Emma siamo usciti di camera.
Poi però la tenerezza passa, ed io tiro fuori il telefono. Tiro una leggera gomitata ad Ems, per richiamare la sua attenzione. “Tesoro, con questa li ricattiamo per tutta la vita.”
Scatto velocemente e poi chiudo la fotocamera. Emma torna in salotto ed io la seguo.
Quando si siede, noto la stanchezza nei suoi occhi, e capisco che quello che ha dovuto passare ieri rimarrà con lei per tutta la vita.
Mi siedo accanto a lei, e le circondo le spalle con un braccio, tirandola contro di me. Lei si accoccola sul mio petto e chiude gli occhi, dopo quello che presumo sia davvero troppo tempo.
“Ems, c'è qualcosa che posso fare per te?”
“No grazie, Haz, è tutto a posto. Sono solo stanca.”
“Vorrei che Louis si svegliasse, almeno potremo lasciarti e tu potresti dormire un po'. Se vuoi dormi pure anche adesso, non è un problema.”
Lei sospira forte, e poi apre gli occhi. “Sono stanca, ma non mi riesce dormire. Ho paura che se chiudo gli occhi, potrei...”
Ma non finisce, ed io gli accarezzo i capelli, rispettando il suo silenzio. “Hai paura che potresti ripensare a ieri?”
“Esattamente.”
Mi scosto da lei, per prenderle il viso fra le mani, e lasciarle un bacio sulla fronte. “Dio, tesoro, non voglio nemmeno immaginare cosa hai dovuto passare.”
Emma scuote la testa, convinta che facendo quel movimento, anche quello che ha nel cervello possa sparire miracolosamente. “E' passato, non devo pensarci.”
“Certo che è passato Ems, ma questo non vuol dire che non ti abbia comunque traumatizzato. Se senti il bisogno di parlarne, lo sai che ci sono.”
Sempre con la testa appoggiata contro il mio petto, Emma si stringe a me ancora un po' di più. “Ti voglio bene, Haz.”
“Io te ne voglio di più.”
“Sai che non è vero.”
Ridacchio divertito, perché tutte le volte che ci diciamo quanto ci vogliamo bene, io ed Ems mettiamo in atto questo simpatico siparietto.
“Per questa volta ti lascio vincere, tesoro.”
“Tanto lo sai che avrei vinto comunque.”
Io non ribatto, e per un momento cala il silenzio, quasi insopportabile da gestire, perché vorrei sapere cosa passa per la testa di Ems, e aiutarla in qualche modo. Ma prima che possa chiederglielo, è lei a parlare.
“Sai, non ci pensi mai fino a che non succede davvero. Una situazione del genere, intendo. Fino a un secondo prima va tutto bene, e il secondo dopo ti chiamano per dirti che sei il primo contatto in rubrica di una persona che è su un'ambulanza per un'incidente. E questa persona è quella che ami di più al mondo.”
La calma con cui lo racconta mi congela sul posto, non sapendo bene cosa fare. E poi decido di rispondere con l'unica cosa che non è mai un errore: la verità.
“Senti, Ems, potrei dirti che va tutto bene, ed in effetti è così, perché all'atto pratico Zayn tornerà a stare benissimo, ma a livello psicologico so che dentro di te per un po' ci sarà una ferita aperta: una ferita che né tu, né io, né Zayn o Louis possiamo curare. Solo il tempo lo farà. Un giorno capirai che non tremerai più all'idea che Zayn esca di casa per andare al lavoro, ed è lì che capirai di essere tornata serena. Nel frattempo posso soltanto offrirti tutto il mio appoggio per ogni cosa ok?”
Ad Emma si sono formate delle piccole lacrime ai lati degli occhi, e noto che si sta torturando le mani, come se non riuscisse a stare ferma.
Gliele tappo con le mie, e subito smettono di tremare. “Grazie, Haz.”
“Emma, non dirlo nemmeno per scherzo! So come ti senti, perché ti giuro che se fosse successo a Louis...”
Mi fermo e rabbrividisco, non riuscendo nemmeno a concepire un'idea del genere.
“E' questo che succede quanto ti innamori di una persona, Haz.”
Sospiro forte, e poggio la testa sopra la sua. “Lo so. Ero già stato innamorato, Ems. Io e Matty avevamo tutto, ma quello che provo per Louis è... è diverso, ed è travolgente, e a volte mi sembra perfino malsana la voglio continua che ho di stare con lui.”
Per la prima volta in tutta la giornata, Emma scoppia a ridere sinceramente, ed io sono contento che sia grazie a me. “Sei proprio perso eh, Haz?”
Rido anche io, contento che la tensione nella stanza si sia alleggerita. “Completamente.”
Tutto a un tratto, però, sento una vocina flebile che interrompe me ed Ems. Louis è sulla porta del salotto, e si sta schiarendo la voce.
“Mi dispiace di interrompere questa adorabile scena di amore fraterno, ma Zayn sta dormendo come un ghiro, e credo che io e te dovremmo andarcene Harold.”
Sorrido, un po' imbarazzato per quello che Louis può avere sentito, mentre parlavo di lui. “Ma certo, andiamo. E comunque anche tu e Zayn siete una coppia di migliori amici niente male.”
Stavolta è il turno di Louis di sentirsi in imbarazzo. Deve aver capito che ho visto lui e Zayn abbracciati, ed adesso fa il finto tonto. “Cosa vorresti insinuare, Haz?”
Faccio un occhiolino complice ad Emma, senza che Louis mi veda, e poi io e lui ci avviciniamo alla porta. “No no, niente, figurati.”
Vedo che non ci crede nemmeno per un secondo.
Quando ci sediamo in macchina, però, sono io a dovergli fare una domanda: “Lou, sii sincero, quanto hai sentito della conversazione fra me ed Ems, prima?”
Louis sospira pesantemente, e poi posa una mano sulla mia. “Quasi tutto.”
“Cazzo, lo sapevo.”
Louis si gira, stupito dalla mia imprecazione, e comincia ad accarezzarmi la mano. “Harold, calmati, non siamo più a un punto in cui devi vergognarti di dire quello che senti nei miei confronti.”
Guardo fisso la strada, perché non ce la faccio ad incontrare i suoi occhi azzurri. “Ho sempre paura che tu sparisca da un momento all'altro, Loulou. Che ti stia forzando troppo, e che una relazione così esclusiva non sia nella tua natura.”
Finalmente ho detto quello che penso da molto tempo, ed è un sollievo, sotto certi versi, anche se la sua risposta mi spaventa.
Louis, però, sembra sconvolto in questo momento. “Sai cosa è nella mia natura, Harry? Tu. Io ti amo, Harry Styles. Se prima non ero tipo da relazioni serie, era solo perché non avevo incontrato te.”
“Wow, Louis, ti ho proprio rincoglionito eh?”
“Lo dico dal primo giorno che ti ho visto, Harold, ma sai un ti amo anche io sarebbe stata la risposta più romantica.”
“Lo sai che ti amo, Loulou.”
“Tu dimmelo più spesso comunque.”
Incredulo, mi volto per vedere se è serio. Sul suo viso non c'è traccia di ironia. “Ho un ragazzo cretino.”
A questo punto il sorriso torna ad illuminargli il volto, e quegli splendidi occhi azzurri. Il mio personale mare di Tenerife. “Sono cretino ma per me faresti di tutto.”
Gli prendo la mano, ancora intrecciata alla mia, e gliela bacio delicatamente, mentre parcheggio davanti a casa. “Non me la sento di dissentire, ad essere sinceri.”
Poi mi sporgo e lo bacio con così tanto trasporto da togliergli ogni dubbio sulla sincerità dei miei sentimenti.



Angolo Autrice: Buona serata a tutti! Come va? :).
E' tantissimo che non pubblico, ne sono consapevole. Avevo avvertito che purtroppo nelle scorse tre settimane probabilmente non avrei avuto occasione di scrivere, e purtroppo così è stato, ma ora sono qui, e gli aggiornamenti ritorneranno ad essere regolari, se tutto va secondo i piani. Spero di non aver perso molti di voi, in queste settimane! Fatemi sapere, e fatemi sentire meno sola ;).
Allora, cosa dire del capitolo? Io lo avrei voluto chiamare "capitolo in cui tutti abbracciano tutti, con troppo fluff e i Larry che consumano contro un muro" ma sarebbe stato troppo lungo LOL.
Spero che a voi sia piaciuto, comunque. Mi farebbe davvero piacere avere delle opinioni, mi servono tantissimo. Fatevi sentire, nel bene e nel male.
Detto questo grazie dell'attenzione, e ci sentiamo settimana prossima.
Grazie della pazienza, e spero che qualcuno di voi mi abbia aspettato, in queste settimane ;).
Un bacione, e a settimana prossima.
S.

 




 


 
  
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