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Autore: _Gia    22/02/2016    2 recensioni
Le sue pupille, prima dilatate, tornarono alla loro normale dimensione, il suo profilo duro tornò ad esser morbido, e dopo qualche attimo di tentennamento le sue braccia si strinsero intorno al mio corpo, con una dolcezza che non aveva niente a che vedere con il precedente tentativo di spezzarmi la noce del collo.
[ Katniss!centric - Post!Mockingjay - Everlark ]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Also hybrids know the pain
 
« Me ne stavo distesa sul pavimento consunto, fissando il soffitto come se lassù ci fosse qualcosa, un mondo di costellazioni che potesse offrirmi delle spiegazioni anziché soltanto un vasto spazio bianco dagli angoli impoverati.
Durante le prime settimane dopo la morte di papà, mi sembrava di udire la sua debole voce risuonare nel breve corridoio. Come se anche le pareti avvertissero la sua mancanza, riproducendo nella notte una specie di commemorazione in suo onore.Tutto intorno a me piangeva la sua prematura scomparsa.
Trascorremmo quei giorni in uno stato di totale abbandono. Insieme, anche se non proprio.
Immobili ed incoscenti, dormivamo un po’ per poi svegliarci e ricominciare tutto daccapo.
Mamma era diventata apatica, assente, il suo volto spento. E Prim era piccola, fin troppo per reggere una sofferenza così grande, soprattutto senza una figura genitoriale che le facesse capire quanto forte dovesse essere, per sopravvivere a questo mondo.
Ma ormai, si poteva dire che li avessimo persi entrambi, e se volevo un futuro migliore per mia sorella avrei dovuto fornirglielo con le mie piccole manine da undicenne »
Le sue pupille, prima dilatate, tornarono alla loro normale dimensione, il suo profilo duro tornò ad esser morbido, e dopo qualche attimo di tentennamento le sue braccia si strinsero intorno al mio corpo, con una dolcezza che non aveva niente a che vedere con il precedente tentativo di spezzarmi la noce del collo. Solo in quel momento, il fiume in piena che erano le mie parole si arrestò. Parole uscitemi di bocca senza che mi fossi fermata anche un solo attimo per respirare, senza che ne avessi avvertito il bisogno.
« Con pazienza e dedizione, papà mi aveva insegnato tutto ciò che sapeva sulla caccia in generale, come se sapesse che ne avrei avuto bisogno, come se sapesse quale destino attendeva tutti noi. E forse era arrivato il momento di mettere in atto quelle nozioni apprese, perfezionandole con la pratica allo scopo di rendere migliore ciò che rimaneva dell’infanzia di Primrose »
Solo in quel momento mi resi conto di avere le guancia rigate da lacrime salate, lacrime brucianti che mi ustionavano l’epidermide adesso arrossata.
Un tremito scuoteva entrambi, tanto eravamo vicini da non riuscire a capire da chi esso provenisse.
 Lui mi stringeva, e il regolare battito del suo cuore riuscì a farmi ingerire il nodo alla gola che mi si era inevitabilmente formato. Mi abbandonai a quel contatto, sprofondando con il volto nella maglia fin troppo larga per il suo ormai esile corpo, lasciando che le mie lacrime la bagnassero a tratti, chiudendo gli occhi, stringendoli, così che anche le ultime andassero a posarsi sul tessuto, facendomi morire in gola l’ultimo, doloroso, pensiero a riguardo: '' i mostri del passato non fanno sconti a nessuno, neanche agli sporchi ibridi di Capitol ''.
   
 
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