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Autore: Lady_Pendragon    22/02/2016    0 recensioni
|| F a r g o || L e s t e r & L o r n e || M i s s i n s m o m e n t ||
« Hai preso le pallottole? » Chiese la voce fredda ed apatica del sicario, non appena andò ad aprire la porta del motel presso il quale alloggiavano.
Lester lo guardò e gli rivolse un timido sorriso, annuendo poco dopo con il capo.
« S-si, te le ho prese. . . ecco. » Esclamò il biondo, porgendo il sacchetto al moro, il quale gli riservò un semplice cenno del capo, entrando nuovamente nella loro stanza.
Lester entrò, e una volta chiusa la porta alle sue spalle, tirò fuori un altro pacchetto, rigirandoselo fra le piccole mani in modo imbarazzato e nervoso.
« Ti ho preso anche . . . questo. » Trovò infine il coraggio di dire il più basso, tendendo il pacchetto a Malvo, il quale si volse a guardarlo con aria lievemente interrogativa.
« Ma io non ti ho chiesto null'altro, Lester. » Esclamò freddamente Lorne, continuando a guardarlo con quelle sue iridi scure e penetranti che quasi si confondevano con le pupille.
« L-lo so, io --- ti stavo solo pensando, Lorne . . . » Affermò a bassa voce il biondo, chinando lo sguardo.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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|| F a r g o || L e s t e r & L o r n e || M i s s i n s m o m e n t ||

▬I was just thinking of you, Lorne.

Era ormai da tempo che i due avevano iniziato a legare, unendosi come i due pezzi di un puzzle che combaciavano in modo più che perfetto.
Lorne era tutto ciò che non era mai stato Lester, e viceversa. 
Il biondo era diventato quasi /dipendente/ dalla presenza del moro nella propria vita, dato che era stato proprio lui a stravolgergliela, nel bene e nel male.
Perché si, per ogni piccola vittoria, vi era stata una vittima.
Sam Hess, Pearl, Vern, Chaz . . . Questa loro vita, era piena di sangue, ma insieme vi era impossibile affogarvi in esso. 
Restavano a galla, entrambi, coprendosi l'un l'altro senza mettersi neanche d'accordo.

Forse per Malvo era solo pura distrazione, un modo come un altro di manipolare il povero Lester a proprio piacimento ancora una volta, ma per quest'ultimo non era affatto così.
Egli infatti credeva che Lorne fosse l'unico ad avergli donato un briciolo di fiducia, una cosa che mai nessuno durante tutta la sua mediocre vita aveva mai fatto.
Tutti quanti eran stati capaci solamente di additarlo, giudicarlo, degradarlo ed infine etichettarlo come il fallito in ogni ambito, ma Lester non lo era, certo che no.
Aveva svolto il ruolo della vittima per così tanto tempo che ormai se l'era cucito addosso, con ago e filo sulla pelle, ma poi arrivò Lorne, in una giornata che di buono non aveva avuto proprio niente, e cambiò tutto.

Semplicemente gli parlò, gli disse cos'avrebbe fatto al suo posto, illustrandogli che si, c'era un altra via d'uscita.
Un altro ruolo da interpretare che non fosse la solita vittima. 
Un altro modo per reagire, e smettere di ingoiare tutta quella merda che chiunque gli sbatteva in faccia ogni giorno. 
Ed infine lo mise dinnanzi ad una scelta, si propose lui stesso di iniziare quel cambiamento, per lui.
Lester aveva accettato, inconsciamente o no l'aveva fatto, e da lì la sua vita iniziò a prendere una piega del tutto diversa, e Lorne. . . 
Lorne diventò il suo tutto.

Ci pensava spesso, a tutte quelle cose che il moro gli aveva detto.
Parole che nemmeno il fratello Chaz, o la donna che era stata sua moglie per 18 lunghi anni gli avevano mai detto.
Incoraggiamenti, piccole spinte verso una nuova vita.
Era sempre stato questo ciò di cui aveva avuto bisogno Lester Nygaard, ma che mai aveva ottenuto fino ad allora.
Che poi fossero parole scritte col sangue, erano minimi dettagli.
Ormai aveva capito che nella vita si vinceva solamente se si era il carnefice.
Era stato questo a far legare quel piccolo ed indifeso coniglio a quel lupo violento e spietato.
Ma il predatore l'avrebbe mangiato, prima o poi?

Si domandava anche questo il biondo, ma infine, non si volle mai dare una vera e propria risposta, perché ormai il suo cuore era stato corrotto.
In tutti quegli anni aveva sprecato il suo amore per una donna che l'aveva sempre disprezzato, ma ora, ora era diverso. 
Ogni istante con Lorne era intenso da far male, da ferire e graffiare la pelle fino a farla sanguinare.
Non aveva mai provato una cosa simile, e nemmeno l'aveva mai immaginata, ma gli era successa, e anche se un giorno sarebbe diventato la cena di quel lupo dal manto nero come la notte, ne sarebbe valsa la pena per ogni istante passato con lui.

Con questo pensiero, Lester aveva comprato quella stessa mattina un coltello da caccia, con l'impugnatura nera e la lama affilata alla perfezione.
Il venditore gliel'aveva fatta a buon prezzo, dicendogli che era una delle migliori che aveva in negozio.
Il biondo se la fece impacchettare, sorridendo lievemente ed in modo quasi spontaneo.
Non si era mai interessato di armi fino ad allora, ma convivendo con Lorne fu impossibile non farlo.
Erano sempre in movimento, da un paese all'altro, inseguendo e uccidendo vittime una dietro l'altra.
Chissà se un giorno Malvo si sarebbe fermato, iniziando una nuova vita con lui.
Ma infondo, Lester sapeva che ormai dipendevano entrambi dal sangue.

« Hai preso le pallottole? » Chiese la voce fredda ed apatica del sicario, non appena andò ad aprire la porta del motel presso il quale alloggiavano.
Lester lo guardò e gli rivolse un timido sorriso, annuendo poco dopo con il capo.
« S-si, te le ho prese. . . ecco. » Esclamò il biondo, porgendo il sacchetto al moro, il quale gli riservò un semplice cenno del capo, entrando nuovamente nella loro stanza.
Lester entrò, e una volta chiusa la porta alle sue spalle, tirò fuori un altro pacchetto, rigirandoselo fra le piccole mani in modo imbarazzato e nervoso.
« Ti ho preso anche . . . questo. » Trovò infine il coraggio di dire il più basso, tendendo il pacchetto a Malvo, il quale si volse a guardarlo con aria lievemente interrogativa.
« Ma io non ti ho chiesto null'altro, Lester. » Esclamò freddamente Lorne, continuando a guardarlo con quelle sue iridi scure e penetranti che quasi si confondevano con le pupille.
« L-lo so, io --- ti stavo solo pensando, Lorne . . . » Affermò a bassa voce il biondo, chinando lo sguardo a terra.
Si sentì quasi uno stupido, un ragazzino alla sua prima cotta, nella quale fa di tutto per farsi notare dalla persona desiderata.
Aveva sempre cercato di ricoprire Pearl di regali in passato, quando lo stipendio glielo permetteva.
Non si comprava nulla lui, pur di mantenere contenta la defunta moglie, ma lei non aveva mai apprezzato nessuno dei suoi gesti, perché avrebbe dovuto farlo Lorne, ora.

Lester sentì il pacchetto scivolargli dalle mani che divennero pari al burro, e quando tirò su lo sguardo vide Malvo intento a scartarlo.
Buttò la carta a terra, e si rigirò il coltello fra le mani svariate volte, osservandone la forma e la lama, sfiorandola con il dito più di una volta.
« E' molto tagliente . . . » Commentò il sicario.
Il biondo annuì, mordendosi nervosamente il labbro inferiore sottile e roseo.
« Si, mi ha assicurato che è una delle migliori lame in circolazione. » Affermò Lester, guardando timidamente l'altro, il quale si decise a distogliere lo sguardo dal coltello, per puntarlo sull'altro.
Si guardarono negli occhi per svariati istanti, restando in silenzio.
Le iridi scure di Lorne parvero quasi incatenare quelle blu oceano di Lester, facendogli sentire le guance quasi in ebollizione.
Infine il lupo si decise a muoversi, annullando la distanza che vi era tra di loro, andando a baciare in modo rude ma al tempo stesso passionale quelle piccole labbra sottili.
Il biondo sgranò inizialmente gli occhi, per poi chiuderli lentamente e lasciarsi andare a quel gesto che quasi lo sciolse come neve fresca al sole.

« . . . grazie. » Disse infine Lorne, sussurrando su quelle labbra appena baciate.
Molto probabilmente mai nessuno gli aveva fatto un regalo in tutta la sua vita, ma questo Lester non lo sapeva.
Il biondo rimase così a guardarlo negli occhi per svariati istanti, sentendo il suo respiro sulla propria bocca.
Annuì semplicemente, come a dire che non vi era bisogno di ringraziamenti, perché l'aveva fatto con il cuore, quel gesto.
Un cuore che batteva per il proprio predatore.

 

 

 
   
 
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