Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: metaldolphin    25/02/2016    9 recensioni
Lo spazio infinito, fonte di meraviglie accompagna coloro che hanno il coraggio di sfidarlo, sempre e comunque. Un particolare membro dell'Arcadia non fa eccezione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È un sogno stupendo.
Posso viaggiare tra le stelle, libera da vincoli, incorporea, sentendo il ruggito potente delle giganti azzurre e il ritmico ticchettio delle pulsar. La spaventosa forza d'attrazione dei buchi neri non è un problema e tra il pulviscolo delle nebulose non ho bisogno del riparo dei deflettori.
Nel settore delle Pleiadi posso percepire le doglie del parto di nuove stelle in un azzurra atmosfera irreale, fatta di materia che si ricrea, incostante e ribollente di plasma e gas in continuo rimescolamento.
E un secondo dopo, alla velocità del pensiero, poter tornare a casa, nella sicurezza di quelle amate paratie metalliche, scure e troppo silenziose. I corridoi deserti, i motori mantenuti al minimo del regime per sostenere almeno i sistemi di supporto vitale.
Cosa è successo?
La percorro in lungo e in largo, pochi esseri silenziosi la abitano e parche parole vengono scambiate sommessamente.
Poi giugno all'hangar e lo vedo.
Lo riconosco subito, il mio Space Wolf, nonostante le ali accartocciate e l'abitacolo carbonizzato. I suoi resti giacciono in un angolo, abbandonati eppure protetti, in una zona appartata. Un fiore bianco, sembra fresco, spicca tra tutto quel nero.
Lo sfioro, scivola via.
E i ricordi tornano, prepotenti, col loro carico di dolore e disperazione.
Devo trovarti, corro verso l'alloggio di poppa e non mi fermo davanti alle sue porte chiuse, vado avanti fino a scorgere il tuo profilo sulla poltroncina vicino alla vetrata.
-Harlock!- esclamo, ma non ti volti. Lo ripeto più forte ancora una volta e ancora una, ma forse non puoi sentirmi.
Mi avvicino allora, piano, fino a giungerti di fronte, a guardarti in viso. È ancor più magro ed affilato di come lo ricordavo, profonde occhiaie a segnarlo.
Cosa è accaduto, mio Capitano? Perché sei così triste?
Allungo il braccio a lasciarti una carezza sfiorata con la punta delle dita e solo allora sollevi il volto, come scosso da un improvviso alito di vita.
-Kei...- mormori come sorpreso, guardando il vuoto dell'alloggio come a cercarmi, ma sono lì, di fronte a te.
-Non avresti dovuto farlo, Kei. Non saresti dovuta andare via prima che potessi dirti... 
Dirmi cosa, Harlock? Cosa avresti dovuto dirmi?
Resto in attesa, poi capisco che non lo dirai nemmeno questa volta...
Ormai, a cosa servirebbe? Finché saremo su due diversi piani di esistenza non potrai sentirmi, non potrai vedermi.
-Sfiorami ancora, Kei,- dici ad un tratto -fammi capire che sei ancora qui e che mi stai aspettando.
Poso le labbra sulle tue, lievemente, ed accenni un sorriso.
Certo che sono qui. Ti aspetto, ti aspettiamo.
Sono tante le ombre dei fantasmi che ti vegliano, Harlock. Le scorgo nell'ombra di questa stanza... Tochiro che ti ha protetto e consigliato, i nemici che ti hanno rispettato come tu hai fatto con loro, i membri dell'equipaggio perduti che ti hanno voluto bene e tanta gente che ha fatto parte della tua vita prima che ti conoscessi.
Anche io ti starò vicina, Capitano. Nonostante tutto.
Oltre ogni ostacolo, anche se fosse solo la morte.
   
 
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