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Autore: Bloodred Ridin Hood    25/02/2016    1 recensioni
Durante un viaggio in treno si incontrano tante facce, tanti personaggi protagonisti di storie che non conosciamo. A volte può essere il loro aspetto a farci immaginare che tipo di persone possano essere i nostri vicini di posto, altre volte può essere uno stralcio di conversazione al telefono che si sente per caso.
Genere: Slice of life, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Voglio cambiare colore di capelli.” dice la ragazza bionda sistemandosi i ciuffi della frangia davanti a uno specchietto rosa “Che ne dici del rosso fuoco?”
L’amica si stringe nelle spalle e storce il naso poco convinta.
“Non lo so, il rosso non mi fa impazzire. È troppo Ginger Spice, troppo anni ‘90.”
Lo studente universitario ascolta e passa oltre. È stanco e non ha voglia di sentire discorsi di stile e scambi di consigli riguardo al look.
Dà uno sguardo agli altri passeggeri del treno, riflettendo su dove fermarsi. Ci sono pochi sedili liberi e il dilemma è ora quale vicino di posto scegliere.
Chi sembra il meno invadente?
Un vecchio seduto poco più avanti tossisce rumorosamente dimenticandosi di coprirsi la bocca. La distinta donna di mezza età nel posto davanti al suo si ritrae contro il sedile, guardandolo indignata.
Un ragazzo sui venticinque anni dorme, nonostante la musica sparata a palla negli auricolari, in una strana imbarazzante posizione, con tanto di bocca aperta, tutto ripiegato da una parte ad occupare anche il sedile affianco al suo.
Un gruppo di impiegati appena usciti dall’ufficio parlano tra di loro commentando le notizie del giorno, tra cui la storia di una giovane ragazza scomparsa qualche giorno fa che ancora non si trova.
Lo studente continua la sua ricerca, passa oltre il padre con il bambino che fa domande sul perché il treno ci metta tanto a ripartire, supera il gruppo di adolescenti maschi che schiamazzano guardando qualcosa su un cellulare, e arriva all’ultimo gruppo di sedili in fondo al vagone. C’è solo una ragazza, seduta accanto al finestrino. Avrà pressappoco la sua età, ha un aspetto ordinato, pulito e guarda silenziosamente oltre il finestrino. 
Lo studente universitario si ferma. Ha trovato quella che sembra la vicina di posto ideale. Pulita, riservata, silenziosa e con un apparente buono stato di salute. Oggi è un giorno fortunato.
La ragazza solleva appena lo sguardo quando lo studente posa la borsa sul sedile libero, si sistema gli occhialoni neri con una mano e torna a guardare fuori.
Sì, sembra davvero una perfetta vicina di posto.
Non sarà di disturbo ed è proprio quello che ci vuole dopo una giornata di dodici ore all’università.
Lo studente si siede davanti a lei e chiude gli occhi, godendosi finalmente un momento di pace. Per quanto è possibile, ovviamente, dato che gli schiamazzi dei ragazzini arrivano anche lì.
Si chiudono le porte e il treno si rimette in moto.
La ragazza riapre il libro nel punto in cui aveva tenuto il segno con un dito e riprende a leggere, controllando di tanto in tanto qualcosa sul display del telefono.
Lo studente universitario apre la borsa e tira fuori un lettore musicale e un paio di cuffiette auricolari. Il fracasso dei ragazzini arriva fino a lì, ma un po’ di musica dovrebbe essere sufficiente a coprire quel fastidio.
Lo studente si infila le cuffiette nelle orecchie e accende la musica con la selezione random. Non ha voglia di ascoltare qualcosa in particolare, qualsiasi cosa andrà bene. È quel che serve per potersi rilassare in quella quarantina di minuti di viaggio che lo aspettano.
Fa in tempo a sentire soltanto due brani però, che la batteria del lettore decide di abbandonarlo.
Lo studente sospira e, senza togliersi le cuffie, rimane ad occhi chiusi con la testa contro il sedile ad ascoltare il niente. 
Il niente animato dal rumore del treno sui binari, dal rumore delle risate dei ragazzini, dai discorsi degli impiegati, i consigli di stile delle due ragazze e la tosse del vecchio qualche posto dietro di lui.
Il treno si ferma ad altre stazioni e salgono altre persone. 
Si sentono in lontananza alcuni turisti stranieri che cercano di comunicare con il controllore provando a scavalcare le barriere linguistiche che li separano.
I nuovi passeggeri prendono posto più indietro. Nessuno arriva ad occupare i sedili in fondo al vagone. Fortunatamente nessuno arriva a rompere quella pseudo tranquillità dei sedili in fondo al vagone.
“Pronto! Mi senti?”
Lo studente universitario corruga la fronte sentendo all’improvviso la voce della ragazza davanti a lui.
Era molto vicino ad addormentarsi.
“No! Sta zitto! Hai letto il mio messaggio?”
Lo studente dischiude appena gli occhi, il tanto giusto per poter sbirciare la scena.
Come immaginava, la ragazza con gli occhialoni neri è al telefono e lo scruta con attenzione, come se cercasse di capire se stia dormendo o pure no.
“Senti, ascoltami bene e vedi di non incasinare tutto stavolta!” continua parlando alla persona sull’altro capo del telefono.
Sembra arrabbiata ed estremamente nervosa. Distoglie lo sguardo dallo studente e si guarda intorno, come per studiare la situazione intorno a sé.
“I miei hanno preso l’aereo e stanno tornando a casa, devi fare in fretta! È dentro un sacco nel seminterrato, devi prenderlo e nasconderlo dove non possa trovarlo nessuno.” sussurra coprendosi la bocca con una mano per cercare di trattenere la voce.
Non è abbastanza perché lo studente non possa sentirla però.
Il ragazzo sente quel pezzo di conversazione e trasalisce, chiudendo di colpo gli occhi.
Ha sentito bene?
Ha veramente detto di…
Sente lo sguardo della ragazza su di lui, ha le cuffie e sembrava addormentato. Probabilmente lei si era convinta di non poter essere sentita.
Perché ora sta in silenzio? Ha notato qualche suo movimento?
“Non lo so! Devi pensarci da solo!” riprende poco dopo sollevando lo studente da quel dubbio “Fai una buca in giardino, ma stai molto attento a non farti vedere da nessuno.”
Lo studente deglutisce.
Che situazione incredibile! E dire che lui si era seduto di fronte a quella che gli era sembrata la persona più tranquilla di tutto il vagone!
“Ti ho chiesto di fare una dannata cosa! Solo una dannata cosa!” continua dopo la ragazza parlando colma di rabbia “Giuro che se rovini tutto anche questa volta, ti uccido!”
Si sente un rumore improvviso da qualche parte in fondo al vagone, la porta si è aperta.
“Buonasera signori, biglietti prego!” esclama il controllore.
“Adesso devo chiudere, ti richiamo come arrivo in stazione.”
Lo studente rimane immobile, continuando a fingere di essere addormentato.
La ragazza nel sedile davanti si muove. Si sente il rumore di una zip, probabilmente sta frugando dentro la borsa.
Lo studente sente il controllore che si muove lungo il vagone, lo sente rimproverare uno dei ragazzini perché ha messo i piedi sul sedile.
“È questo il modo in cui ti siedi a casa tua?” gli domanda.
“Sì, anche a casa mi siedo così!” risponde a tono il ragazzino e tutto il suo gruppo esplode in una fragorosa risata.
Lo studente si sente picchiettare sul ginocchio. Apre gli occhi e si ritrova davanti la ragazza con gli occhiali che gli sorride. Gli fa un cenno per invitarlo a togliersi un auricolare, per potergli dire qualcosa.
Il ragazzo si sfila le cuffiette come suggerito.
“Scusa, non volevo svegliarti, ma ti è caduto questo per terra e sta passando il controllore.” dice la ragazza porgendogli un biglietto.
Lo studente si raddrizza sullo schienale e prende la tessera. È il suo abbonamento mensile, con tanto di nome, cognome, data di nascita e comune di residenza.
“Grazie.” borbotta prendendolo tra le mani.
“Non c’è di che.”
“Biglietti prego.” si ferma il controllore affianco a loro.
La ragazza esibisce un biglietto di corsa singola, che l’uomo procede ad obliterare. Anche lo studente porge il suo abbonamento, a cui il controllore dedica solo un’occhiata distratta prima di annuire e proseguire davanti con la sua ispezione.
“Siamo in arrivo a…” annuncia l’altoparlante.
La ragazza controlla fuori dal finestrino, poi prende la sua giacca e se la infila. Si alza in piedi, ripone il libro dentro la borsa, spinge il cellulare dentro la tasca, si mette la borsa in spalla e si prepara per andare verso l’uscita del vagone. Rivolge un minuscolo sorriso allo studente, passandogli accanto, un gesto che non passa inosservato.
Lo studente, che ancora stringe il suo biglietto nella mano, la segue con lo sguardo mentre esce dal vagone e quando, dal finestrino, la vede scendere sul binario. La ragazza si sistema meglio la giacca, prende il telefono dalla tasca dei jeans, digita qualcosa e se lo porta all’orecchio. 
Si sente il rumore metallico delle porte che si richiudono dietro di lei.
La ragazza si volta verso il treno e incontra lo sguardo dello studente attraverso il finestrino impolverato. Si guardano reciprocamente per qualche istante, poi lei si volta di spalle e se ne va, parlando al telefono, sparendo dietro ad un pilastro di cemento.
C’è un volantino appuntato su quel pilastro dove va a cadere lo sguardo inquieto dello studente. Il foglio si agita sotto la forza del vento, ma è ben visibile il volto della giovane ragazza scomparsa di cui si parla tanto questi giorni.
Il treno riparte e lo spostamento d’aria improvviso fa staccare completamente il volantino, che volteggia nell’aria attorno a treno, fino a sparire completamente dalla vista del giovane studente universitario.





 

  
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