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Autore: rihal    25/02/2016    1 recensioni
Raccolta sui Volturi: a ogni personaggio è assegnato un colore che lo rappresenta (secondo quella pazza dell'autrice).
[AU per alcune flash: alcuni personaggi verranno inseriti in contesti diversi da quelli della saga. Facciamo prendere un po' d'aria fresca a questi disgraziati, suvvia!]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Volturi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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MARCUS: GRIGIO

I suoi co reggenti erano sempre in disaccordo; l’arroganza di Caius e la mente calcolatrice di Aro non riuscivano a trovare un punto di intesa, e alla fine dovevano rivolgersi all’unico che poteva mediare i loro asti.

A volte desiderava di non essere tra loro, di essere morto. Quel pensiero era costante nella sua mente, lo accompagnava nelle sue mere giornate passate nella noia più assoluta. I momenti più accesi erano le dispute tra i due Anziani, ma lui riusciva a rimettere la pace.

Era notte fonda, non sapeva che ora fosse; era uscito dal castello per avventurarsi su Volterra.

Spopolata e deserta era la piazza quando arrivò. Si sedette su una panchina, volgendo lo sguardo al cielo e contemplando le numerose stelle che lo popolavano.

Era rischioso uscire, ma non gli importava; da secoli la sua vita era appesa ad un limbo di solitudine, ogni suo agire era contornato dall’ indifferenza delle sue conseguenze.

Assorto nel suo mondo, percepì immediatamente l’odore di una donna. Con la coda dell’occhio si sedette all’estremo della panchina, senza proferire parola. In un istante sentì che tra quella donna – ormai in età avanzata- e il posto dove erano seduti c’era un legame. Qualcosa di intenso, pieno, a cui lui non riusciva a darsi una spiegazione.

Si voltò, osservando i suoi lineamenti, le rughe sotto gli occhi verdi accesi, e la bocca rosa piegata in un piccolo sorriso.

Lei si accorse del suo sguardo: lo fissò, ampliando impercettibilmente il suo sorriso. Marcus se ne accorse, le sue pupille potevano cogliere ogni sfumatura del suo volto.

“Cosa la porta qui? Non l’ho mai visto.”

Il suo tono di voce non era arrabbiato. Non reclamava quella piccola porzione di territorio. Lui ne fu colpito.

“La stessa cosa che ha portato lei.”

L’anziana sorrise.

“L’ho conosciuto qui cinquant’anni fa. Avevo vent’anni e lui trenta. Era stato nei campi di concentramento quasi sedici mesi, ed era sopravvissuto. Portava i segni di quell’esperienza orribile, ma dal primo momento l’ho amato. Su questa panca mi ha chiesto la mano, e su questa panca torno ogni sera per stargli vicina.”

Quel racconto improvviso lo commosse. “Ed ora dove si trova?”

“Lui è morto suicida quattro anni fa.”
Marcus fu colto da una sensazione di tristezza; era commosso da quell’amore.

“Perché me ne ha parlato?”

“Perché ho avvertito in lei la stessa tristezza che pervade me ogni giorno.”

Il vampiro rimase silenzioso; rimase di sottecchi a guardare l’umana, infagottata nel suo giubbotto nero. E comprese.

Capì di non essere solo, che il suo dolore poteva condividerlo con qualcun altro; come quella donna, l’unica che lo aveva realmente ascoltato, che avesse capito le sue pene e consolato il suo animo afflitto.

Marcus sorrise appena. “Non è strano? Piangiamo per una persona, quando non siamo soli in questo mondo, circondati da un numero indefinito di gente.”
“Ma l’unica che vorresti accanto non c’è.” Lei gli completò la frase.

“E ne vale la pena continuare a vivere?” domandò lui, voltandosi.

La donna annuì, il suo viso illuminato dal lampione di fronte.

“Certo. Vivi per chi non ha avuto la possibilità di continuare.”

Rimasero poi in silenzio, ad osservare le stelle.

Per quella sera, fare da mediatore tra Caius ed Aro gli era parso un lavoro bellissimo.

 
 
Ciao!
Ok, forse mi sono lasciata prendere la mano: ma cavolo, io adoro Marcus!
A lui ho voluto associare il grigio: colore mezzano tra il nero e il bianco, come lui lo è tra i due Anziani; il suo potere, per chi non ricordasse, è quello di percepire i legami tra persone, cose e luoghi. Ecco spiegato perché riesce a sentire cosa prova la donna nei confronti di quella panchina.
Spero che la scena sia di vostro gradimento! Dal canto mio mi sono divertita a scriverla!
Ditemi cosa ne pensate, sono curiosa di leggere i vostri pareri!
A presto!
Anna
   
 
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