Guardiamoci velatamente, senza che nessuno lo sappia
I.
Ombrello – Ripariamoci dai nostri sguardi, allontaniamoci.
È
dolce il rumore della pioggia per Manaka, l'accenno di una fetta di
sole, nascosto sotto le nuvole, non le dà pace. Il tempo non
la
capisce. I suoi vestiti si inzuppano, l'acqua piovana le scivola
sulla pelle nivea, ogni goccia che cade se la lascia alle spalle.
Manaka pensa che sarebbe tutto più semplice se anche i suoi sentimenti per Hikari slittassero via, ma si arrampicano sempre di più; hanno formato un nido nel luogo più agevole: il cuore.
Alla sua destra, l'ombrello rimane chiuso, un laccio lo avvolge per far sì che rimanga unito. Lo prende in mano, lo apre quando sente urlare il suo nome. Chi mai potrebbe urlare in quel silenzio, se non Hikari? Stringe con forza il manico, come se dovesse scomparire da un momento all'altro, copre il viso, non vuole rispecchiarsi negli occhi di Hikari, uguali ai suoi, vuole solo piangere insieme al cielo.
Manaka pensa che sarebbe tutto più semplice se anche i suoi sentimenti per Hikari slittassero via, ma si arrampicano sempre di più; hanno formato un nido nel luogo più agevole: il cuore.
Alla sua destra, l'ombrello rimane chiuso, un laccio lo avvolge per far sì che rimanga unito. Lo prende in mano, lo apre quando sente urlare il suo nome. Chi mai potrebbe urlare in quel silenzio, se non Hikari? Stringe con forza il manico, come se dovesse scomparire da un momento all'altro, copre il viso, non vuole rispecchiarsi negli occhi di Hikari, uguali ai suoi, vuole solo piangere insieme al cielo.
II.
Fotografia – Questo ragazzo, riflesso nei miei occhi, ti
somiglia.
Manaka
è sdraiata sul letto, in una posizione scomoda per di
più. Il
braccio destro le pizzica abbastanza intensamente, ciò
nonostante si
ostina a tenerlo proteso verso il soffitto; tra il pollice e
l'indice, una fotografia. Una fotografia che ha ben fissata nella sua
mente ma che per qualche motivo vuole renderla tangibile, non solo
qualcosa di astratto. Le cose, le persone si dimenticano, la sua
memoria non è qualcosa che reputa sicuro; come il tempo essa
è
qualcosa che sbiadisce, tuttavia è incessante, non si smette
mai di
avere ricordi. Ma non impallidisce, negli anni, anche una fotografia?
Quella che Manaka tiene nella mano risale a qualche mese fa, quando
lei dichiarò il suo amore ad Hikari, in una giornata piovosa
e
soleggiante; come quella volta, quando se ne andò, con i
vestiti
bagnati.
III.
Magia – Nei nostri occhi, il blu del cielo.
Hikari
e Manaka sono destinati l'uno all'altra da molto tempo, lo hanno
sempre saputo e lo hanno sempre ignorato involontariamente. Anche il
cielo sopra di loro ne è sempre stato a conoscenza, forse
è per
questo che, oggi, piange e sorride al medesimo tempo. Il sole
è fin
troppo accecante, la pioggia fin troppo leggera, ma sorprendentemente
fitta. C'è un confine, tra pioggia e sole, tra Hikari e
Manaka,
solcato da vari colori che si uniscono e si distinguono, non ben
definito. Il blu è al suo posto, nell'arcobaleno, negli
occhi di
Manaka, nelle iridi di Hikari.
«Questa è magia, Hikari!» esclama la ragazza, la solita enfasi che la caratterizza, guardando verso l'arcobaleno.
Il giovane sospira, in parte divertito, in parte rassegnato, Manaka non cambierà mai, ma va bene così. «Questa non è magia, Manaka».
«Oh sì, invece. Come l'amore lo è, anche questa è magia,» si prende qualche attimo in più per terminare la frase, giusto il tempo di vedere Hikari arrossire «non lo pensi anche tu, Hii-kun?»
«Non ti ho forse appena detto che questa non è magia?» le fa notare con un timbro di voce leggermente più alto.
Manaka lo rimprovera, non appena coglie quella nota di scherno nella sua voce. «Hii-kun!».
Hikari le posa una mano sulla testa e le scompiglia i capelli. Aspetta lo sguardo da finta imbronciata di Manaka, che non tarda ad arrivare, per poi scoppiare in una fragorosa risata contagiosa.
Sì, credo che questa sia magia, Manaka. Amarti non è qualcosa che si può esprimere a parole, pensa Hikari.
«Questa è magia, Hikari!» esclama la ragazza, la solita enfasi che la caratterizza, guardando verso l'arcobaleno.
Il giovane sospira, in parte divertito, in parte rassegnato, Manaka non cambierà mai, ma va bene così. «Questa non è magia, Manaka».
«Oh sì, invece. Come l'amore lo è, anche questa è magia,» si prende qualche attimo in più per terminare la frase, giusto il tempo di vedere Hikari arrossire «non lo pensi anche tu, Hii-kun?»
«Non ti ho forse appena detto che questa non è magia?» le fa notare con un timbro di voce leggermente più alto.
Manaka lo rimprovera, non appena coglie quella nota di scherno nella sua voce. «Hii-kun!».
Hikari le posa una mano sulla testa e le scompiglia i capelli. Aspetta lo sguardo da finta imbronciata di Manaka, che non tarda ad arrivare, per poi scoppiare in una fragorosa risata contagiosa.
Sì, credo che questa sia magia, Manaka. Amarti non è qualcosa che si può esprimere a parole, pensa Hikari.
⇨ NOTE
DELL'AUTRICE
Ok,
sembrava qualcosa di impossibile per me scrivere qualcosa di sensato
in un'ora e mezza, eppure ce l'ho fatta. Non chiedetemi come, non
saprei rispondervi. Hikari e Manaka, la mia coppia preferita parlando
di Nagi no Asukara, e quale migliore occasione per scrivere di loro,
se non il contest di Miku? Le flash parlano delle varie tappe del
loro amore, in cui la prima parte parla della negazione di Manaka, la
seconda è intermediaria e l'ultima narra della
consapevolezza di
Hikari di amare davvero la ragazza che gli è accanto.
Semplice,
diretto, volevo questo dalla raccolta e spero di esserci riuscita.
Ringrazio Miku, infine, per avermi permesso di scrivere su di loro e
su questo fandom che è poco conosciuto o, forse, poco
apprezzato dai
più. Però mai dire mai! E niente, forse
ritornerò forse no. Per
ora ho altre idee su altri fandom quindi si vedrà.
Ayumu