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Autore: Mitsuki no Kaze    25/02/2016    5 recensioni
[Mini Longfiction - Alternative Universe]
"- Questo è il nostro nuovo caso.-
Il moro prese i fogli e diede una lettura veloce. Nella prima pagina faceva bella mostra di sé una piccola fotografia quadrata di un ragazzino dai capelli neri, gli occhi verdi e un’espressione imbronciata. Dopo aver letto per sommi capi ciò che i documenti riportavano, si alzò dalla sedia e prese la giacca accavallata allo schienale.
- Andiamo Shinya, questo mocciosetto ci darà da fare.-"
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Guren Ichinose, Mikaela Hyakuya, Shinya Hīragi, Yūichirō Hyakuya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Unconventional Family
~ Parte Seconda ~
 

La porta della camera di Yuuchiro fu aperta di colpo. Il ragazzo fece un balzò dal letto e la piccola consolle portatile con la quale stava giocando gli  sfuggì di mano. La riacciuffò per miracolo, proprio quando stava per cadere per terra, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo.
Volse lo sguardo verso la porta e vide Guren e Shinya appena fuori dalla camera.
- Ehi! Di chi è quella?- sbottò il moro, indiando la consolle.
Il ragazzo osservò prima il videogioco, poi l’uomo.
- E’ di Yoichi, un mio compagno di classe. Me l’ha prestata! Voi che volete, invece? Vi sembra il modo di entrare in camera delle persone?- proruppe lui rivolgendogli un’occhiata arrabbiata.- Mi avete fatto paura e stavo per rompere il gioco del mio amico!-
Guren gli sorrise e gli lanciò contro un borsone vuoto.
- Prepara i bagagli, andiamo via per un fine settimana.-
 
* * *
 
- Quanto ci vuole per arrivare a Nagoya?- chiese Yuuichiro agitandosi sul sedile del treno. Il paesaggio scorreva davanti ai suoi occhi con una velocità impressionante.
- Tre ore circa.- gli rispose Shinya seduto di fronte a lui e accanto a Guren, con le gambe accavallate. – Ringraziami, l’ho convinto a non andare in auto, sennò ci saremmo stati quasi il doppio.- aggiunse indicando l’uomo dai capelli scuri con l’indice, il quale mugugnò qualcosa che morì, ovattato dal palmo della sua mano, mentre guardava distrattamente verso il finestrino.
- E perché ci stiamo andando?- continuò il ragazzo.
Shinya sussultò.
- Hai fatto i bagagli in fretta e sei partito con noi senza fare storie, pensavo lo avessi capito!-
Yuu arrossì imbarazzato.
- Ho solo pensato che non sono mai stato a Nagoya. Mi piaceva l’idea di visitare un’altra città.-
Guren si voltò a guardarlo con gli occhi a mezz’asta.
- Sei proprio un ragazzino ingenuo.-
- Non sono un ragazzino!- esclamò lui. – Avanti ditemi che ci andiamo a fare!-
I due uomini si scambiarono un’occhiata.
- Sarà una sorpresa.- rispose infine Shinya.
 
 
Il viaggio fu più pesante del previsto, i sedili del treno erano scomodi per Yuu che presto si stancò di guardare il paesaggio fuori dal vetro. I suoi accompagnatori si erano addormentati, Shinya con la testa sulla spalla di Guren e lui con la propria sulla sua.
Era da un po’ di tempo che un pensiero gli era venuto in mente su quei due e, a vederli in quel modo, il sospetto divenne quasi una certezza.
Scrollò le spalle e decise di non dargli peso, infondo non erano affari suoi.
Scese dal sedile e si sollevò sulle mezze punte nel tentativo di prendere il suo borsone dal portabagagli assicurato alla parete. Era però troppo in alto e non riusciva a raggiungerlo neanche in punta di piedi.
Salì sul sedile e finalmente riuscì ad afferrare la tracolla del bagaglio, lo tirò in avanti, ma si sbilanciò rischiando di cadere, trascinato giù dal peso del borsone. Lasciò andare la tracolla e il bagaglio si schiantò a terra con un tonfo rumoroso.
Guren spalancò gli occhi a quel suono e cercò subito con lo sguardo Yuuichiro.
- Che succede? Ti sei fatto male?- gli chiese.
Il ragazzo lo guardò con gli occhi sgranati.
- No, sto bene.- rispose mentre scendeva dal sedile e andando a prendere il borsone da terra.
- Che stavi facendo?- chiese l’uomo. Questa volta il tono della sua voce era più arrabbiato.
- Volevo prendere un fumetto.- rispose frugando all’interno del proprio bagaglio. – Mi stavo annoiando, volevo leggere qualcosa.-
Guren sospirò e passò una mano sul volto.
- Mi dispiace averti svegliato.- disse Yuu con lo sguardo basso.
- Non ti preoccupare, non lo hai fatto apposta.- lo tranquillizzò l’altro.
Yuuichiro alzò il capo e vide l’uomo richiudere gli occhi e rilassarsi contro il sedile. Shinya ancora gli dormiva addosso, Guren non si era praticamente mosso per non svegliarlo.
La curiosità cominciò a rodere il ragazzo che non si trattenne più.
- Voi due state assieme?- chiese senza alcuno scrupolo.
Guren spalancò gli occhi, impallidendo.
- Che hai detto?-
- State assieme? Siete fidanzanti?- ripeté Yuu.
A quelle parole il volto dell’uomo divenne rosso.
- Che domande fai, accidenti!- proruppe, ma si zittì subito voltandosi preoccupato verso Shinya, spaventato di averlo svegliato.
- Lo chiedo proprio per questo!- riprese Yuuichiro.- Come vi guadate, come parlate tra di voi... Dormite l’uno sull’altro, fai in modo di non svegliarlo muovendoti il meno possibile e quando siete venuti in camera mia l’altra volta, ti sei messo davanti a lui come per proteggerlo, quando mi sono arrabbiato.-
- Queste cose si possono fare anche per un amico!- ribatté Guren controllando il tono di voce.
Il ragazzo sorrise.
- Se fosse solo un amico, non arrossiresti come un pomodoro.-
Per enorme fortuna dell’uomo, fu annunciata la loro fermata. Svegliò Shinya con delicatezza, scuotendolo piano, sotto lo sguardo indagatore del ragazzino che ormai aveva ottenuto la sua risposta.
 
* * *
 
Ad attenderli fuori dalla stazione di Nagoya trovarono un uomo alto dai lunghi capelli grigi, legati in una morbida coda e stretta da un fiocco.
- Ichinose-san, immagino.- disse mentre si inchinava in segno di saluto e Guren ricambiò.
- Bathory- san, grazie per essere venuto ad accoglierci e grazie soprattutto per aver accettato la nostra visita.-
L’uomo rise, facendo agitare la lunga coda.
- Per quello non dovete ringraziare me, ma mia cugina. E non vi preoccupate, non avreste avuto altro modo per raggiungere la nostra residenza. Venite, vi porto all’auto.-
Li condusse davanti a una limousine nera e lucente, che attirava l’attenzione di tutti i passanti. L’autista, non appena li vide arrivare, aprì una portiera per farli accomodare all’interno.
Yuuichiro e Guren la osservavano con tanto d’occhi e la bocca spalancata.
- Questa immagino che sia una cosuccia per lei, vero Hiragi-san?-  chiese l’uomo a Shinya con un sorriso poco raccomandabile sul volto. Sembrava proprio una provocazione quella.
Lui non fu da meno. Ricambiò il sorriso e rispose.
- Oh sì, mio padre ne avrà qualche dozzina, credo. Io però preferisco non usarle, danno troppo nell’occhio in pieno centro a Tokyo.-
- Capisco.- rispose l’altro, mentre prendevano posto nell’auto. – Scelta saggia.- poi si rivolse a Yuuichiro. – E tu sei Hyakuya-kun, giusto?-
- Sì, Bathory- san.- rispose Yuu irrigidendosi sul sedile, non appena gli occhi rossi dell’uomo si poggiarono su di lui.-
La limousine era nel mentre partita, uscendo dal centro cittadino della città e procedendo verso la periferia.
- Bathory-san, vogliamo fare una sorpresa a Yuuichiro.- disse Guren. – Non gli dica il motivo della nostra visita.-
Gli occhi dell’uomo brillarono.
- Oh certo! Non mi permetterei mai di rovinare questa magnifica sorpresa.-
 
Dopo circa mezz’ora l’auto rallentò la sua corsa, dopo essersi immessa in un lungo viale di pietrisco bianco, costeggiato da alberi ben curati.
In lontananza si poteva vedere un’imponente costruzione che diventava via via più nitida. Era una grande villa a tre piani, che sorgeva su un elegante e raffinato giardino.
Ancora una volta Yuu e Guren erano rimasti sconvolti.
Scesi dall’auto furono accolti dalla padrona di casa, Krull Tepes. Yuuichiro conosceva quel nome, era una nobile straniera andata a vivere in Giappone circa sei o sette anni prima. Aveva i capelli rosa, lunghi e gonfi e gli occhi rossi come quelli del cugino
Il signor Bathory le si era avvicinato e le aveva detto qualcosa all’orecchio. La donna sorrise e andò in contro ai propri ospiti.
- Spero abbiate fatto un buon viaggio.-
I tre si inchinarono.
- Non c’è male.- rispose Shinya con un sorriso. – Grazie per averci ricevuto.-
- Di niente, mi sembra il minimo.- rispose lei, poi si voltò verso Yuuichiro. – Mio cugino Ferid mi ha detto che ti stanno facendo una sorpresa. Non voglio tenerti sulle spine. Vieni con me, ti porto in biblioteca.- disse con un sorriso.
Yuu la seguì confuso, ma al contempo curioso. Dietro di loro, a qualche passo di distanza, li seguivano Guren, Shinya e il signor Bathory.
Krull Tepes si fermò davanti ad una porta a due battenti.
- Dietro questa porta c’è la tua sorpresa, spero possa farti felice.-
Il ragazzo poggiò le mani sulle ante e le spinse. Si trovò davanti agli occhi una sala immensa, le librerie ricoprivano le pareti dal pavimento fino al soffitto e per raggiungere gli scaffali più alti vi erano delle scale con delle rotelle che scorrevano per tutta l’estensione dei mobili.
Ma l’attenzione di Yuuchiro fu attratta dalla figura di un ragazzo biondo che sedeva a un grande tavolo rettangolare. Non appena aveva sentito aprire la porta, aveva sollevato il capo e i loro sguardi erano rimasti legati per un attimo che ad entrambi parve infinito.
Poi Yuu cominciò a muovere dei passi lenti verso il tavolo e l’altro ragazzi so alzò dal suo posto, andandogli incontro. In pochi secondi si trovarono a correre, l’uno verso l’altro. Il biondo quasi gli saltò addosso per abbracciarlo.
- Yuu-chan!- esclamò, la voce incrinata dal pianto.
E per Yuuichiro non c’erano più dubbi.
- Mika!- gridò tra le sua braccia senza più trattenere le lacrime e stringendolo con forza a sé.
 
* * *
 
Trascorsero l'intera giornata nella villa di Krull Tepes. Mikaela portò Yuuichiro in giro per la tenuta e gli mostrò la casa, finché non si ritirarono nella stanza del ragazzo a chiacchierare e a raccontarsi di quegli anni passati separati. Yuu tirò fuori il suo cellulare, un modello vecchissimo che a malapena faceva le fotografie.
- E' il vecchio telefono di un amico.- spiegò grattandosi il viso imbarazzato. - Io non avevo cellulare, perciò mi ha dato questo, dato che non lo usava più.-
Gli fece vedere una foto in cui era con il suo gruppo di amici: Shinoa, Mitsuba Yoichi, Kimizuki, il ragazzo che gli aveva dato il cellulare, e il senpai-Narumi. L'avevano scattata sul terrazzo della scuola un giorno di qualche mese prima, durante il pranzo. Gli parlò di tutti, mentre passava con il dito sulle loro facce. Poi insistette per fare una foto con Mikaela, per poterla sempre portare con sé e far vedere agli amici che alla fine erano riusciti a rincontrarsi. Il biondo accettò e dopo aver fatto la foto, si alzò dal proprio letto, in cui si erano seduti per chiacchierare e raggiunse la propria scrivania. Da un cassetto, prese un tablet, con tanto di cover protettiva. Lo passò a Yuuichiro dicendo che poteva portarlo con sé.
- Poi ti do anche il carica batterie.- disse porgendoglielo.
- Mika, non posso accettarlo! Deve esse costato una fortuna!- esclamò il moro mentre lo prendeva in mano e sollevava la cover dallo schermo.
- Sì che puoi, così potremmo vederci! Possiamo fare delle videochiamate con quello. E non ti preoccupare, come puoi aver capito la mia madre adottiva non ha problemi economici.- disse con un sorriso.
- Ma se lo dai a me, tu come fai?- chiese Yuu ingenuamente.
Mika indicò un computer portatile poggiato sulla scrivania. Era bianco, sottile e compatto, ma il moro non aveva dubbi che fosse uno dei migliori sul mercato.
- Userò quello.- rispose il biondo.
- Va bene allora.- accettò infine Yuuichiro. - Ma solo perché così potremo vederci!-
Poggiò il tablet ai piedi del letto e incrociò le gambe sul materasso. Mika lo raggiunse e si distese accanto a lui.
- Tu non hai stretto amicizia a scuola?- gli chiese.
Il viso del biondo si velò di tristezza.
- Non vado a scuola.- spiegò. - Studio privatamente, qui in casa con il cugino di Krull, Ferid, l'uomo che vi è venuto a prendere in stazione.-
Il moro si distese a sua volta sul letto.
- Capisco. E com'è?-
Mikaela scrollò le spalle.
- Krull dice che è molto più conveniente. Non ho distrazioni e il mio studio è mirato alle mie necessità e adatto ai miei ritmi di apprendimento.-
- E a te come sembra?-
Lui sospirò.
- E' noioso.- ammise tristemente. - Sono sempre solo, non ho nessuno con cui parlare di cose che non siano letteratura, arte e filosofia. Vorrei svagarmi un po'. Il massimo che posso fare è andare a cavallo o leggere.-
Yuuichiro aveva visto prima le stalle e il magnifico purosangue inglese di Mika.
- Questa sembrerebbe la casa dei sogni di chiunque.- commentò il moro.
- Lo sarebbe, se avessi con chi condividerla. Ma è troppo grande per sole tre persone.- rispose il biondo.
Poco dopo furono chiamati per la cena.
Scesero al piano di sotto, e videro una grande tavola imbandita, con tovaglie di fiandra, piatti di porcellana, posateria d'argento e bicchieri di cristallo.
- Di solito mangiamo con Krull seduta ad un capo di questa tavola enorme, io alla sua destra e Ferid all'altro capo.- sussurrò Mikaela all'orecchio di Yuu prima di avvicinarsi alla tavola.
Quella volta era però stati aggiunti quattro coperti, uno accanto a Mika e due alla sinistra della padrona di casa.
- Eccovi, ragazzi!- esclamò la signora Tepes, entrando dal giardino da una grande porta a vetri, seguita a ruota da Ferid, Guren e Shinya. - Spero vi siate divertiti.-
- Molto!- esclamò Mikaela, gli occhi azzurri che brillavano di gioia. - Sono sicuro che Yuu-chan ha ancora tante cose da dirmi.-
La donna non si fece sfuggire l'espressione felice che vide nel volto del figlio adottivo.
Al suo fianco Yuuichiro annuì vigorosamente con il capo, ma fu colto da uno sbadiglio, che coprì con una mano sul volto.
- Scusate.- mormorò asciugando una lacrima che gli era sfuggita da un angolo dell'occhio.
- Vedo che sei stanco.- commentò Krull. - Ho fatto preparare le camere per te e per i tuoi accompagnatori. Dopo cena puoi andare direttamente a dormire, il viaggio deve averti stancato.-
- Krull, Yuu-chan può dormire nella mia camera? Per favore!- chiese Mikaela, avvicinandosi alla donna.
- Ma non c'è un altro letto nella tua camera, Mika. Dove vuoi fare dormire il tuo ospite?- domandò lei accarezzandogli il viso.
- Dormirà con me, il letto è abbastanza grande per entrambi! E so che per Yuu-chan non è un problema!-
L'altro ragazzo infatti annuì con un cenno della testa.
- Quando eravamo nella stessa casa-famiglia capitava spesso che dormissimo insieme.- spiegò.
Krull sospirò.
- Se questo ti farà felice, allora non posso che accettare.- disse facendo un'altra carezza sul viso di Mikaela, che sorrise raggiante.
Oltre le spalle della donna, Yuuichiro vide Guren e Shinya sorridere.
 
Dopo la cena, non appena i ragazzi se ne andarono in camera, i quattro adulti si ritirarono in un salotto molto elegante, composto da comodi divani e poltrone foderati di stoffa rossa operata di una fantasia floreale.
- Non ho mai visto Mikaela così felice come oggi, in tutti questi quattro anni in cui vive qui.- commento Krull prendendo un sorso dal calice di vino rosso che teneva in mano.
Ferid l'accompagnava con la stessa bevanda, mentre Guren e Shinya avevano accettato del saké.
- La vicinanza di una persona cara vale più di una grande villa, lusso e ricchezza.- disse Shinya. - Non sentitevi offesi, so che state facendo di tutto per rendere Mika felice, ma parlo per esperienza. Capisco il ragazzo, la ricchezza non può mai sostituito la presenza di una persona verso cui provi affetto e che ricambia i tuoi sentimenti.- i suoi occhi scivolarono per un attimo verso Guren, il tempo di incrociare il suo sguardo e tornarono ad osservare i due padroni di casa.
Krull posò il calice di vino sul tavolo basso posto tra il divano e le poltrone.
- Penso che abbiate ragione e capisco il motivo della vostra visita. Penso che la vicinanza di un amico possa giovare a Mikaela. Sono stata ingenua a pensare che gli bastasse la nostra compagnia.- disse voltandosi a guardare il cugino. - Infondo è un ragazzino, ha bisogno di divertirsi e di stare con i suoi coetanei.-
- Posso chiederle una cosa?- chiese Guren, che quasi non aveva aperto bocca.
- Lei puoi farlo, Ichinose-san, ma non è detto che io risponda.- rispose la donna sorridendo. Sentiva che la domanda sarebbe potuta essere scomoda, perciò preferì mettere le mani avanti.
Guren ricambiò il sorriso.
- Come mai avete deciso di adottare Mika? Sembravate decisa ad adottare proprio lui. C'è un motivo preciso?-
Lei si concesse un respiro, poi rispose.
- Io e mio cugino non siamo sposati, non abbiamo figli. Visto che siamo possessori di un così grande patrimonio, abbiamo voluto adottare un ragazzo da crescere e a cui lasciare tutto questo. In più siamo stranieri, lo sa, e Mikaela è per metà russo. Diciamo che l'ho sentito simile a me. Per questo motivo ho insistito per adottare proprio lui.-
Shinya annuì con il capo.
- E' una motivazione sensata.-
Le sue parole sembrarono convincere anche Guren, che annuì a sua volta verso la donna e si versò un altro po' di sakè.
- Permetterà a Mika di vedere Yuu di tanto in tanto?- chiese lo psicologo.
- Certamente!- esclamò la donna. - Ho sbagliato una volta a non adottarli entrambi, le possibilità per mantenerli le avrei avute, ma non mi sono lasciata convincere dalla vostra collega e dalla signora Hyakuya e ho finito per far del male ad entrambi. Non voglio separarli ancora, ora che si sono ritrovati.-
Shinya sorrise.
- Grazie per la sua comprensione.-
- Sono ricca e discendo da una famiglia nobile, ma non sono senza cuore Hiragi-san.- disse lei prima di prende un sorso di vino, puntando gli occhi rossi in quelli azzurri dell'uomo.
- Lo so, mi scusi, ma sono abituato alla mia famiglia.- rispose ironicamente Shinya.
 
***
 
Il giorno dopo, Mikaela si svegliò avvolto in un piacevole calore. Yuuichiro dormiva contro la sua schiena, cingendogli il fianco con un braccio. Il biondo sorrise e tentò di girare su se stesso, senza svegliare l'altro. Si sedette sul materasso e Yuu finì per dormigli sul grembo. Cominciò a carezzargli la testa, affondando le dita nei suoi capelli neri, felice di poter risentire quella consistenza sui polpastrelli.
Il pensiero che presto si sarebbero dovuti separare gli mise addosso una profonda tristezza, che si manifestò come un dolore alla bocca dello stomaco. Non doveva essere triste, non mentre erano ancora insieme e potevano recuperare il tempo perduto.
Avrebbe chiesto a Krull di vedere Yuu, magari nel fine settimana. Avrebbe preso il treno fino a Tokyo e magari qualche volta avrebbe ospitato lui lì a Nagoya.
Avrebbero trovato il modo di sentirsi e di non perdersi di vista, si erano scambiati i numeri di telefono e con il tablet che gli aveva dato potevano restare in contatto.
Qualcuno bussò alla porta, allontanandolo dai suoi pensieri.
- Avanti.- rispose.
La porta si aprì e all’ingresso della stanza apparve uno degli accompagnatori di Yuuichiro. Era un uomo dai capelli candidi e gli occhi azzurri.
- Ciao Mikaela.- disse sorridendo, poi notando che era ancora a letto, aggiunse: - Scusa non volevo disturbanti. Posso passare dopo.-
- No, non si preoccupi.- rispose lui, fermandolo prima che richiudesse la porta.
L’uomo allora si permise di entrare.
- Ieri non abbiamo potuto parlare molto. Io sono Shinya Hiragi.-
- Piacere Hiragi-san.- lo salutò il ragazzo biondo. - Puoi anche chiamarmi solo Mika.-
- E tu puoi chiamarmi solo Shinya.- rispose l'uomo avvicinandosi al letto e vedendo Yuuichiro dormire. - E' proprio un dormiglione. Non sembra disturbato da noi che parliamo.-
- Sì, è sempre stato così fin da piccolo.- disse Mikaela abbassando lo sguardo sul ragazzo addormentato e ritornando a carezzargli i capelli. - Shinya, volevi parlarmi di qualcosa?-
Lui annuì.
- Volevo chiederti perché hai accettato la signora Krull come madre adottiva.-
Mika lasciò che la schiena affondasse tra i cuscini, mentre un sospiro scappava delle sua labbra.
- Diciamo che mi sono arreso.- confessò, chiudendo gli occhi. - Krull è ricca ed è una donna importante. Ho pensato che non mi sarebbe più capitata un'occasione come questa.-
Shinya mosse la testa in segno di assenso, comprendendo le motivazioni del ragazzo.
- Ho pensato pure io la stessa cosa, quando gli Hiragi mi hanno adottato. Pensavo di essere stato fortunato che una famiglia ricca come la loro avesse scelto proprio me.- raccontò scrutandolo e vedendo molto di sé in lui. - Mi sono dovuto ricredere. Gli Hiragi mi volevano manovrare come una pedina, per estendere il loro potere. Non appena l’ho capito, mi sono ribellato al loro volere e ho scelto da solo la mia strada, ricevendo il loro disprezzo. Sono divento psicologo per aiutare chi ne avesse bisogno, in particolare i bambini orfani, vittime senza alcuna colpa. Gli Hiragi mi hanno praticamente abbandonato a me stesso, non condivido niente con loro, se non il cognome.-  si fermò per un attimo e incrociò gli occhi azzurri di Mikaela e gli sorrise. – Il tuo caso è diverso. Krull ti vuole davvero bene e desidera che tu sia felice, non hai nulla da temere. Ma dimmi, tu non l’hai accettata solo per il vantaggio economico, non è vero?-
Mikaela abbassò lo sguardo su Yuu.
- Ho pensato che se io me ne fossi andato, allora anche Yuu-chan avrebbe avuto la possibilità di essere adottato.- disse con gli occhi lucidi dalle lacrime.
- Lo hai fatto per lui.- comprese Shinya sedendosi sul letto e carezzando le teste dei due ragazzi. - Credevi che separandoti da lui, lo avresti aiutato.-
- Invece mi sono sbagliato! Yuu-chan è stato triste per tutti questi anni, mi ha cercato e ha rifiutato tutte le famiglie che volevano adottarlo! Gli ho rovinato la vita!- esclamò singhiozzando tentando di contenere le lacrime.
Shinya gli prese una mano e la strinse tra le sue.
- Non fartene una colpa, le tue intenzioni erano buone, volevi solo aiutarlo. Hai accettato di vivere in solitudine, pur di dargli la possibilità di essere felice. E' un gesto molto nobile il tuo, devi essere fiero di te stesso.-
 
***
 
Era passato un mese. Un mese nel quale Yuuichiro aveva riacquistato la sua serenità e Mikaela il proprio sorriso. Guren e Shinya avevano saputo che Mika era stato a Tokyo ed aveva conosciuto tutti gli amici di Yuu e che poche settimane dopo Krull aveva permesso al ragazzo biondo di invitare i nuovi amici a Nagoya per un fine settimana. Yuu e Mika si erano pure presentati nell'ufficio di Guren per ringraziare lui e Shinya di persona per quello che avevano fatto per loro. I due uomini non poterono che essere fieri del compito svolto.
Una sera Shinya trovò Guren steso nel letto con le mani dietro la nuca, fissava un punto imprecisato della stanza, perso in chissà quale riflessione.
... No, sapeva benissimo a cosa stesse pensando.
- Ho lo stesso pensiero da qualche giorno.- disse stendendosi al suo fianco.  - E per farlo, dovremmo prima essere sposati.-
All'espressione stupita che Guren gli rivolse, rispose con un bacio. Premette le labbra sulle sue, mentre chiudeva gli occhi e aspettava che l'altro si rilassasse per poter approfondire il contatto. Quando si separarono avevano entrambi i volti arrossati.
- E tu sei d'accordo a farlo?- gli chiese incatenando il proprio sguardo d'ametista agli occhi azzurri dell'altro.
- Su cosa dovrei essere d'accordo?- chiese Shinya picchettando l'indice sulle labbra con fare ingenuo.
- Su entrambe le cose!- sbottò Guren infastidito da quel suo atteggiamento.
L'uomo dai capelli candidi scivolò sul suo corpo e poggiò la propria fronte contro quella del moro.
- Io non desidero altro che avere una famiglia con te, Guren.-
Sentì le braccia dell'altro cingergli i fianchi e le sue labbra cercare le proprie. Dopo quell'altro bacio, Shinya aggiunse:
- Devi però chiedere a Yuu se è d'accordo.-
A quell'ultima osservazione, Guren emise un verso a metà tra un brontolio e un grugnito.
 
***
 
- Ho capito bene?- esclamò Mitsuba agitando i codini biondi. - Quell'assistente sociale ti ha detto che vorrebbe adottarti?-
Erano tutti riuniti sul tetto della scuola, in cerchio. Yuuichiro stava poggiato come suo solito al muretto e tutti gli sguardi erano puntati su di lui.
- Esatto.- affermò mentre teneva gli occhi chiusi e le braccia incrociate al petto. - E stato divertente vederlo concentrarsi mentre me lo diceva. E' diventato tutto rosso, sembrava si stesse sforzando.- aggiunse alzando le palpebre e ghignando.
- E' una bella notizia!- esclamò Yoichi e Shinoa e Narumi annuirono.
Anche Yuu asserì con un cenno del capo.
- Hai accettato, vero?- chiese la ragazza dai capelli lilla.
- Dovrò vedere ogni giorno la brutta faccia di Guren, però ho saputo che Shinya cucina bene, quindi posso sopportarlo.- rispose lui con sufficienza.
Questa volta a ghignare fu Shinoa.
- Non vuoi proprio ammettere che ti sei affezionato a loro, eh?-
Il moro sussultò impercettibilmente ed arrossì. Quella reazione bastò  come risposta agli amici, che scoppiarono a ridere.
Lui mise su il broncio, ma non ribatté sapendo che quella era la pura verità.
Aveva visto più di una volta quanto quei due uomini tenevano a lui, dato come si erano impegnati per ritrovare Mika, e Yuu non avrebbe mai dimenticato cosa gli aveva chiesto Guren, dopo che aveva fatto cadere il borsone sul treno. Si era preoccupato per lui, gli aveva chiesto se si fosse fatto male.
Un qualunque altro assistente sociale avrebbe creduto che stesse tentando la fuga, ma non Guren. Sembrava che quando si erano visti la prima volta alla centrale di polizia, quando i loro sguardi si erano incrociati la prima volta, l'uomo avesse guardato dentro di lui, scorgendo il suo dolore e la sua richiesta d'aiuto. Infatti l'aveva accettata.
- Quanto tempo ci vorrà per la procedura di adozione?- chiese Kimizuki, distogliendolo dai suoi pensieri.
- Dobbiamo prima aspettare che quei due si sposino e poi apriranno la pratica. Non meno di un anno.- rispose alzando lo sguardo al cielo. Sembrava così tanto tempo.
La campanella suonò e i ragazzi furono costretti a rientrare nell'edificio. Si salutarono per i corridoio e si diressero verso le rispettive classi.
Yuuichiro, Yoichi e Shinoa andarono nella propria e presero posto.
Yuu si preparò psicologicamente ad una noiosissima lezione di storia, quando il professore entrò in aula.
- Bene ragazzi, vi presento un nuovo studente, che viene da Nagoya. E’ appena arrivato in città, però era impaziente di iniziare le lezioni, perciò inizia questa giornata solo dopo la pausa pranzo.- cominciò l’uomo ridacchiando. Poi fece un cenno con la mano, invitando il ragazzo ad entrare. - Vieni, presentati ai tuoi compagni.- disse lasciando che il ragazzo biondo avanzasse all'interno dell'aula.
Yuuichiro lo osservava con gli occhi spalancati e la bocca schiusa. Mika era lì, nella sua città, nella sua scuola, nella sua classe.
Shinoa tentava di ottenere la sua attenzione, sbracciandosi, mentre Yoichi fremeva sul suo posto.
Mikaela aveva intanto iniziato a parlare.
- Salve a tutti, mi chiamo Mikaela, ma voi potete chiamarmi Mika. Il mio cognome è Tepes, perché sono il figlio adottivo di Krull Tepes. All'inizio studiavo privatamente a casa, ma mia madre ha pensato che è meglio per me che stia in città, con le persone e con altri ragazzi. Che non viva nel lusso e che impari a cavarmela da solo. Per questo ora abito in un appartamento vicino alla scuola, che mi permetterà di essere vicino ai miei amici.-
Non appena finì di parlare, voltò gli occhi verso Yuu.
Sì, Mika era lì con lui.
 

Note AutriceSalve a tutti! Con (mia) grande sorpresa riesco ad aggiornare oggi, ad una settimana esatta dal primo capitolo! Non me lo aspettavo, perché tecnicamete domani avrei dovuto avere un esame, ma l'hanno spostato a lunedì... In origine pensavo di aggiornare nel fine settimana, ma dato questo cambio di programma la pubblicazione sarebbe slittata troppo, perciò ho preferito anticipare.
Ecco qui la conclusione della storia! Spero possa esservi piaciuta come (o anche di più!) del primo capitolo. Non mi trovo con molto da dire, solo grazie a tutti: a B rabbit che ha recensito il primo capitolo, a saylveon che agiunto la fic alle preferite, a primimesi, the shy one ed _Edward_ che l'hanno aggiunta alle preferite e a tutti voi che avete semplicemente letto! Mi farebbe piacere avere anche il vostro parere!
Bene, ho concluso.
Spero di ritornare con qualcosa di nuovo ^_^
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki <3
   
 
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