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Autore: alicehorrorpanic    27/02/2016    1 recensioni
SEQUEL DI “VOGLIO TE NEL MIO LETTO”
Ora che Alice e Niccolò sono finalmente insieme, il loro amore sarà al sicuro o sarà un salto ad ostacoli?
************
«Cazzo, niente reggiseno» imprecò «vuoi farmi crepare?» ironizzò, stringendomi i fianchi e scendendo a baciarmi il seno.
Ormai la parte razionale del mio cervello era scoppiata e il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi ma sembrava dotato di vita propria, totalmente sconnesso da me.
Ero persa completamente in un vortice da cui non avrei più voluto svegliarmi, immersa nei suoi baci, nelle sue carezze, nei suoi morsi sul mio corpo.
Volevo che tutti i nostri problemi sparissero, si dissolvessero in un battito di ciglia, in un respiro.
Strinse forte tra le mani il mio petto e dedicò la sua attenzione al mio ventre, fino ad arrivare tra le mie cosce.
Avevo le gambe che tremavano, il battito accelerato, le dita avvinghiate ai suoi capelli neri e un uragano dentro al mio corpo pronto ad esplodere.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'killkisskill'
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HELLO
IT'S ME
GIULIA

 

HAPPY ENDING




In perfetto orario, fino a dieci minuti fa.

Ora, non riuscirò mai ad arrivare in tempo, tra chiamare il taxi, aspettarlo e percorrere la strada per arrivare al luogo predestinato farò la mia bella figura e Martina mi ucciderà senza pensarci due volte.

Di certo non posso mettermi a correre avendo dei tacchi vertiginosi che sicuramente dopo la cerimonia lancerò da qualche parte.

Il vestito in compenso mi piace un sacco, di un grigio chiaro senza spalline che mi arriva quasi alle ginocchia, perfetto per questa giornata più che estiva anche se è solo metà aprile.

Afferro la tracolla con dentro solo il necessario, cioè un cellulare che da mezz'ora non la smette di suonare e che ho paura di guardare, e col telefono di casa compongo il numero del mio pseudo-salvatore che mi condurrà sana e salva al luogo predestinato.

Dopo aver fatto anche questo mi preparo psicologicamente a scendere in fretta le scale, per modo di dire, e contemporaneamente mi metto sulle spalle una giacchetta leggera giusto per non crearmi troppi imbarazzi ed evitare sguardi strani dai passanti.

Per l'ansia inizio a battere il tacco sul marciapiede e incrocio le braccia al petto maledicendo il mondo babbano per non aver creato un teletrasporto istantaneo.

Appena intravedo il taxi mi precipito ed entro in macchina, pronuncio così velocemente il nome della via che l'autista mi chiede di ripeterlo un'altra volta, classica figuraccia.

Mi rilasso qualche secondo prima di controllare l'ora sul cellulare e inevitabilmente i messaggi, tutti da Martina:

Giulia, dimmi che sei quasi arrivata.

Evidentemente no, perché non ti vedo.

Giulia...

Sei la mia testimone devi essere qui ORA

...

Ecco perché non volevo leggere i suoi messaggi.

Sbuffo infastidita dal mio stato di ritardo cronico e invito gentilmente l'autista ad accelerare e passare anche col rosso, mi basta arrivare in tempo per preservare la mia vita.

Magicamente, la strada da lì a poco appare vuota, come se gli Dei avessero ascoltato le mie preghiere, e riesco ad arrivare puntualissima, più o meno insomma.

Pago ed esco fuori come una furia, vedo tutti ma non saluto nessuno, devo trovare le altre e unirmi a loro, ma sul mio cammino trovo un piccolo marmocchio che mi viene in contro e cerca di abbracciarmi: occhi azzurrissimi e capelli chiari, impossibile da non riconoscere.

«Brando, lascia stare la zia» alzo gli occhi e mi trovo Niccolò poco distante, perfetto nel suo completo nero, che sorride divertito, non riesce mai a stare serio quando si tratta di suo figlio ma del resto, come dargli torto?

Ha la personificazione in carne ed ossa di un angelo.

«Non ti preoccupare» prendo in braccio il marmocchietto e lo riconsegno al padre, non con poca fatica «dove sono le altre?» chiedo, con voce di nuovo impanicata.

«Ti stanno aspettando» mi dice, indicandomi una casona bianca di fronte «buona fortuna»

Corro, per quel che posso, sull'erba verdissima fino ad arrivare a un portone di legno, spingo e subito sento degli urletti e poi dei mormorii concitati.

Mi faccio il segno della croce e salgo velocemente le scale in marmo provocando un ticchettio assordante e alla fine della rampa finalmente, le vedo tutte: Alice, che evidentemente non sa più come calmare Martina, ha un abito scuro e i capelli raccolti in una treccia strana; Gaia, stressata al massimo, con un abito color cipria che mette ben in mostra il pancione; Carlotta, perfetta nel suo abito blu stretto fino alla vita per poi scendere più morbido, che scuote i suoi capelli lunghi mossi in cerca di una qualche soluzione; Arianna, col suo vestito chiaro e i capelli raccolti, che cerca di calmare la sposa e Bea, stretta nel suo abito chiaro ormai senza più speranze di ritornare a un clima tranquillo.

Passa solo qualche secondo prima che il chiacchericcio si abbassi e che la mia figura si mostri in primo piano.

Vedo la sposa, ancora con capelli e trucco da sistemare, girarsi lentamente e puntare gli occhi su di me, con un'espressione spiritata.

«Dove caspita eri finita?» urla in preda a qualche crisi isterica «la parrucchiera é in ritardo coi tempi, ho il trucco sbavato, manca meno di un'ora, la chiesa si sta riempendo, odio i fiori che hanno usato anche se li ho scelti io e non so se si nota, sono in preda ad una crisi isterica!»

Si, me ne ero già accorta dai messaggi ma questo non posso dirglielo, peggiorerei la situazione, che già è fuori controllo.

Tutte mi stanno guardando, ormai rassegnate a questi strilli sclerati ma anche infastidite dal mio ritardo che ha creato questo mostriciattolo.

Prendo un respiro e inizio a togliermi la giacca, poso la borsetta su un mobile e cerco di non farmi prendere dal panico: «okay, sono in tremendo ritardo, non ho scusanti, ma» mi interrompo per riprendere fiato e inizio a gesticolare come una pazza.

«Niente ma! Dobbiamo muoverci!»

In questo momento la trovo peggio di un dittatore, infatti dopo questo ennesimo strillo tutte ritornano all'opera, c'è chi si sistema i capelli, il trucco o le pieghe del vestito.

Gaia si è lanciata sul viso di Martina per sistemare il trucco e mettere un rossetto, mentre io mi concentro sui capelli, raccolti in una crocchia disordinata.

«Okay» sospiro «come li vuoi?»

«Raccolti» risponde con strana tranquillità «ma devono scendere a boccoli» mi spiega, gesticolando e facendomi capire la pettinatura che ha in mente, spero vivamente di farcela altrimenti mi sentirei in colpa «ah, non dimenticare i brillantini»

Già sto facendo un casino, dovrei avere quattro mani per fare questa acconciatura elaborata e non solo due.

«Donna, ti aiuto» Carlotta mi si affianca e mi sorride, aiutandomi in questa impresa, forse così riusciremo a non farci mangiare dalla tigre.

Tutte sono concentrate su di lei, Arianna la sta aiutando col vestito, Bea aiuta Gaia, mentre Alice cerca di calmarla con discorsi strani e filosofici puntando sul post cerimonia e sulla luna di miele che, sorprendentemente fanno calmare la sposa, facendola cadere in uno stato paradisiaco, molto meglio per noi che possiamo lavorare con più calma.

Dopo quasi mezz'ora possiamo tutti ammirarla nello specchio, racchiusa in questo abito bianco che scende a sirena fino ai fianchi, per poi aprirsi con diverse pieghe che sembrano infinite, il tutto impreziosito con dei ricami neri che non fanno di lei la classica sposa.

La trovo magnifica, gli occhi le brillano e non posso fare a meno di sorridere ed essere felice per lei.

Tutta questa atmosfera viene interrotta e rovinata dalla parrucchiera che arriva trafelata, probabilmente dopo aver corso la maratona per arrivare in questo posto sperduto.

Appena la vediamo, tutti spalanchiamo gli occhi e tentiamo di non far girare la sposa da quella parte, consce che ci troveremmo in mezzo a un genocidio di massa.

Così, colta da un istinto salva vita, frettolosamente blocco la suddetta ritardataria e la caccio fuori dalla parte, sibilando un dolce «sei licenziata, non ci servi più»

Questa, sconvolta e amareggiata, pensa bene di darsela a gambe, probabilmente ha intravisto lo sguardo di fuoco della sposa.

Respiro profondamente e ritorno nella stanza, dove la felicità è tornata a regnare sovrana.

Alle nostre orecchie arriva una melodia così rilassante che Martina sembra essersi catapultata in un altro mondo, ci sorride dolce, senza nessuna traccia del nervosismo di poco prima e si avvia col suo lungo strascico verso le scale.

Scende con leggerezza, come se stesse sfilando per una casa di moda e non per raggiungere il suo futuro sposo.

Gli occhi sono tutti puntati su di lei, sul suo vestito, sui suoi occhi felici e sullo sposo che la attende sotto una corona di fiori bianchi, anche lui trattiene il fiato alla sua vista.

Io le sto appena dietro, e non posso che sciogliermi quando Guglielmo le si avvicina e le sussurra con dolcezza «sei bellissima»

*****

Un tintinnio ci fa zittire quasi subito e tutti guardiamo verso l'autore di quel gesto: Luca.

È visibilmente imbarazzato, anche se di lui non l'avrei mai detto, eppure eccolo lì, che si aggiusta la cravatta e la piega della giacca, con un sorrisetto appena accennato: «Sono il testimone e mi sento in obbligo nel dire qualcosa» si interrompe e Carlotta, al suo fianco, gli stringe la mano per spronarlo a continuare «dovrei fare un discorso serio anche se io non lo sono mai stato, ho sempre scherzato su tutto, anche sull'amore» scuote la testa divertito forse pensando al passato «ma con gli anni mi sono accorto che ho sbagliato anche su questo fronte, che l'amore è qualcosa di meraviglioso, trovare una persona che sta al tuo fianco in ogni occasione, che tu sia nel torto o nella ragione, che ti ama sempre e comunque» lancia uno sguardo dolcissimo alla sua fidanzata e solleva le loro mani intrecciate «è questo che auguro a tutti i miei amici, ma anche ai nemici, di trovare la persona giusta e non lasciarsela scappare e soprattutto viversela, senza rancori, senza freni, senza dubbi, siete solo voi contro tutti» sorride e si rivolge agli sposi e a un Guglielmo spiazzato da questo discorso dell'amico «vi auguro il meglio perché lo meritate, siate felici insieme e» ridacchia e conclude senza smentirsi «sfornate tanti marmocchi»

Gli applausi iniziati poco prima si mischiano alle risate degli invitati, e poco dopo tutti ritornano a mangiare e a parlare come qualche minuto prima.

Siamo disposti in qualche tavolata bianca sul giardino, dove si è svolta la cerimonia, e circondati da fiori rosa pallido tutt'intorno, mi sembra di stare in una reggia all'aperto, tutto è stato costruito in ogni dettaglio, senza farsi sfuggire nulla.

«Mi hai stupito» dichiara il riccio, ancora scosso ma felice, con al fianco la sua Martina, che ha stampato in viso un sorriso ebete ed è così tranquilla che sembra in stato di trance.

«Beh, dovevo fare un'eccezione no?» sorride e guarda di sottecchi Carlotta «però non ho detto tutto»

Attimi di silenzi in cui gli occhi sono puntati su di lui, irremovibili, e sulla biondina al suo fianco «tra qualche mese ci sposiamo»

Degli urletti entusiasti escono dalle nostre bocche e non posso fare a meno di vedere l'imbarazzo e la felicità di Carlotta passarle davanti agli occhi, gli altri sono stupiti ma io ovviamente sapevo già tutto, niente mi sfugge.

«Allora devo prepararmi un discorso» annuisce tra sè Guglielmo, sorridendo felice all'amico.

«E non dimenticare l'aggiunta dei marmocchi» rincara Christopher, seduto al fianco della sua Gaia, con un evidente pancione.

«Non parlare di bambini» sibila lei in risposta, fulminandolo.

Tutti scoppiamo a ridere mentre Alice si porta in braccio Brando, che non smette di recitare frasi senza significato «non lo trovi tenero?»

«Troverò tenera mia figlia quando sarà fuori da me e quando non mi sveglierà di notte»

«Dai Gaietta, ti aiuterò io»

Lei alza gli occhi al cielo e scuote la testa «allora mia figlia morirà entro due giorni, voi uomini siete inutili»

«Guarda che io ho aiutato quando Brando era appena nato eh» si intromette Niccolò, punto sul vivo.

Alice conferma annuendo piano e io ridacchio divertita, attirando tutti gli sguardi su di me «scusate» mormoro, coprendomi la bocca con la mano.

«Stai ridendo di noi?» insinua Gaia, con un sorriso celato.

Scuoto la testa per salvarmi la vita una seconda volta, la mora incinta mi fa quasi più paura di Martina qualche ora fa.

«Gaietta, rilassati» prova suo marito, senza risultati ovviamente.

«Stai dicendo di rilassarsi a una donna incinta di otto mesi»

«Il nervosismo è incluso nella gravidanza, poi passerà, tranquillo» Alice poggia una mano sulla spalla di Chris per consolarlo, ma lui sorride «mi piace anche se è così 24 ore su 24»

I miei occhi sono diventati dei cuoricini ma subito sento qualcosa arpionarmi il vestito, abbasso gli occhi e noto una testolina bionda e subito abbozzo un sorriso «Brando»

«Zia, lo dici tu a mamma e papà che voglio un fratellino?»

Inarco un sopracciglio e guardo i diretti interessati che scuotono la testa «non se ne parla» afferma Alice contrariata, appoggiata da Gaia che finalmente sorride radiosa.

«Magari tra qualche anno eh amore?» sentenzia Niccolò, stupendo tutti.

Alice gli lancia un'occhiataccia e lui scuote le spalle «non distruggere i suoi sogni»

Lei fa per ribattere ma tutti siamo presi alla sprovvista da un annuncio: «io sono incinta» la voce tremante e imbarazzata proviene da Arianna, seduta al fianco di Marco, suo compagno da anni.

Tutte le sorridiamo felici e Carlotta dà voce ai pensieri di tutti «e vi sposate prima o dopo?»

Lei scuote la testa con dissenso «nessuna delle due, non ci sposeremo per ora»

Rimaniamo leggermente spiazzati ma il moro al suo fianco ci spiega «stiamo bene così, senza legami ufficiali, poi chissà un giorno, mai dire mai»

Annuisco e provo a riportare sulla terra la neo-sposa «Marti, tu vuoi dei figli vero?»

Lei sembra illuminarsi e con voce emozionata inizia il suo monologo «oh si, ne voglio tanti, però non subito, ora è troppo presto eh» Guglielmo spalanca gli occhi ma poco a poco si rilassa «no, ripensandoci ne voglio solo uno, una femmina, Sarah» conclude, entusiasta, sotto gli sguardi ammirati di tutti.

Sorrido e guardo Carlotta con insistenza, e lei sbuffa prendendo la parola «io invece vorrei un maschio, Gianmarco, e basta»

«Solo uno?» domando curiosa e non convinta dall'espressione del suo compagno.

Lei annuisce soltanto «ho paura di partorire»

«Tranquilla amore, te la faccio passare io la paura» Luca le sorride e lei ricambia, ma pur sempre non convinta.

«Non credo che tu ne sia in grado» lo riprende Alice, poco distante da lui.

«Ehi, ho le mie tecniche infallibili»

«Non è che le puoi usare anche su di me?» scatta Gaia, improvvisamente interessata all'argomento.

Christopher la guarda contrariato e Luca la smonta subito sul nascere «mi spiace, queste tecniche sono off-limits, e sono solo per lei» ridacchia divertito per l'espressione della moretta e poi stampa un bacio tenero sulla fronte della sua amata.

Tutti scoppiamo a ridere con serenità e, mentre Brando si arrampica sulle mie gambe vedo in lontananza una faccia conosciuta che si affretta a raggiungerci: Lorenzo, ma dove si era cacciato?

«Scusate il ritardo» ci sorride e si siede al suo posto.

«Lore, dove eri finito?» chiede Alice, divertita dalla sua espressione accaldata.

«Oh beh, ecco, mi sono fermato a parlare con una ragazza»

«Qui gatta ci cova» bofonchia sottovoce Niccolò, ma tutti l'abbiamo sentito.

«Oh no, cioè, é fidanzata» risponde, poco convinto.

«E il suo ragazzo é qui?» chiede Gugi, con uno strano sorriso.

«No» e Lore ha un sorriso troppo grande per convincermi che ci ha solo parlato.

Li osservo tutti, dal primo all'ultimo, e non posso fare a meno di pensare a come sono cambiati negli anni, chi più chi meno, sono cresciuti, maturati, hanno un lavoro e una famiglia in via di costruzione, e forse era questo il progetto fin dall'inizio, ma loro non lo sapevano, erano all'oscuro dei miei progetti per loro.

E allora, sarà questo il loro per sempre?



THE END



E' strano ma è successo di nuovo, un'altra storia conclusa, e solo per questo dovrei essere felice e soddisfatta di me stessa.
Invece sono qua a dispiacermi, perchè lascio i miei personaggi, i primi a cui mi sono affezzionata e dedicata con impegno, che mi hanno accompagnata in questi quasi due anni come dei vecchi amici.
Ma so che nella mia testa loro ci saranno sempre, combineranno casini, come loro solito, penso sia il loro marchio di fabbrica a questo punto.
E non so che altro dire e non vorrei creare un lago sulla tastiera ahah
quindi vi saluto, spero che tutto sia stato di vostro gusto, alla fine l'amore vince tutto, su ogni problema e su ogni dolore.

Amor vincit omnia.

 




NB: ultima cosa poi vi mollo ahah
Giulia sono io, quindi questo ultimo capitolo è raccontato dal mio punto di vista, dall'autrice stessa, che è una pazza ovviamente ahah.


 

 
  
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