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Autore: princess_sweet_94    27/02/2016    4 recensioni
STORIA REVISIONATA!
E se le cose andassero diversamente?
Se il nemico fosse un altro e volesse far sparire tutti gli Angeli e i Diavoli? Se solo un’antica e potente magia può impedire la distruzione non solo degli Eterni ma anche dei Terreni?
E se... Raf fosse un diavolo e Sulfus un angelo?
Dal testo:
{"Raf... Raf ti prego" mormorò il ragazzo stringendola tra le proprie braccia "Ti prego, non lasciarmi" supplicò.
La ragazza sorrise debolmente, senza più forze per parlare, senza più fiato per respirare, senza più anima per vivere. Non voleva lasciarlo, non lo avrebbe fatto... mai.
Gli strinse la mano e chiuse lentamente gli occhi azzurri mentre una lacrima usciva da essi, rigandole la guancia.
Sulfus abbandonò il viso sui suoi capelli, stringendola di più a sé "Raf..." mormorò in un sussurro, rifiutando ogni emozione ma affidandosi alle regole, quello che avrebbero dovuto fare fin dall'inizio "I diavoli non piangono, sai?"}
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'emozione del primo giorno di scuola non si scorda mai, è qualcosa di magico che ti rimane impresso nel cuore: la paura, l'angoscia, il timore di sbagliare tutto e di non riuscire a farsi degli amici... ma poi arrivi lì e ti accorgi che è tutto perfetto e che tutto, tutto, andrà per il meglio.
Il mio nome è Raf e sono un diavolo al suo primo anno si stage alla Golden School...

“Dannazione, lo sapevo che mi sarei persa!” sbottò Raf girando per il corridoio in cerca della sua aula “Dannazione! Dannazione! Dannazione!” sbuffò appoggiandosi ad una parete, con le braccia incrociate e la valigia viola accanto a sé, bel modo di cominciare l'anno scolastico: perdersi!
Sospirò guardandosi intorno: il corridoio era deserto, non c'era nessuno; forse erano già tutti a lezione. Appoggiò la testa al muro e alzò gli occhi al cielo: che giornataccia.
Il rumore dei passi che riecheggiò per il corridoio l'avvertì che qualcuno si stava avvicinando; scattò in piedi, speranzosa: forse non era tutto perduto. Afferrò la valigia e voltò l'angolo con euforia andando quasi a sbattere contro una figura: era un vecchietto con una lunga barba bianca, una tonaca dorata e delle ali argentate.
Un angelo. Un professore.
Raf deglutì e si ritirò un po' alla vista dello sguardo severo dell'uomo che la squadrava da cima a fondo.
“Devo dedurre che se un giovane diavolo è nel Sognatorio sia perché è nuova e si è persa, giusto?” domandò con un tono che non ammetteva altre spiegazioni.
“Beh, ecco... sì” mormorò timidamente: angelo o no quell'uomo incuteva un certo timore. L'uomo si raddrizzò e aggiustò gli occhialini che gli pendevano sul naso: “Seguimi, ti mostrerò la strada per l'Incubatorio” disse infine mentre il suo sguardo si raddolciva. Voltò le spalle e s'incamminò nella direzione opposta. Raf lo seguì velocemente, trovando tutta quella situazione decisamente imbarazzante.
Ben presto si ritrovò nei pressi di un corridoio gremito di studenti Terreni che, ovviamente, non potevano né vederli né sentiti.
“Io sono il professor Arkhan e insegno Vita Terrena Positiva” si presentò il nonnetto distraendola dall'osservare un bel Terreno coi capelli biondi “La porta da cui siamo appena usciti conduce al Sognatorio, l'ala della scuola riservata agli angeli; mentre quella davanti a te porta all'Incubatorio, l'ala riservata ai diavoli. Col tempo imparerai ad orientarti, non sei la prima a cui ho dovuto fare da guida e certo non sarai l'ultima...” lasciò la frase in sospeso e la squadrò di nuovo “Qual è il tuo nome?” chiese poi.
“Raf” rispose lei.
“Bene, Raf. Buona fortuna” e detto ciò la lasciò. Raf tirò un sospiro di sollievo ed entrò nell'Incubatorio a gran velocità; lì l'atmosfera era decisamente diversa, più tetra e macabra e più adatta a un diavolo.
Aveva appena messo piede nel corridoio che una voce familiare la chiamò: “Ma guarda, sbaglio o sono capelli biondi quelli?” la canzonò qualcuno.
“Ornati da un bel paio di corna ovviamente” proseguì un’altra. Raf si voltò col sorriso sulle labbra riconoscendo immediatamente le sue due migliori amiche: Cabiria e Kabalé.
“Ragazze!” esclamò gettandosi di slancio su di loro mentre si stringevano tutte tre in abbraccio.
“Ma dov'eri? Ti abbiamo cercata ovunque!” domandò Cabiria.
“Ah, lascia stare. Mi sono persa nel Sognatorio” sbuffò lei scostandosi con un soffio la ciocca rossa dal viso.
“Nel Sognatorio? Va bene che hai un pessimo senso dell'orientamento, ma andare sopra invece che sotto...” disse Kabalé ridacchiando, in tutta risposta la ragazza le fece la linguaccia.
“Dai andiamo, le lezioni cominciano fra poco” le esortò Cabiria avviandosi verso l'aula dove incontrarono Gas.
“Ma dove eravate ragazze, stavo per chiamare la squadra di soccorso” disse lui.
“Raf si è persa nel Sognatorio” ridacchiò Kabalé facendo sospirare la bionda.
“Facevo meglio a dire che volevo arrivare con perfetto ritardo” commentò mentre gli altri tre scoppiarono a ridere. Dopo di ciò entrarono in classe.


**


Il primo giorno di scuola non è mai facile, si è pieni di dubbi e incertezze. In queste occasioni ti colgono le domande peggiori, quelle che è meglio non farsi perché poi si cerca a tutti costi di dar loro una risposta... poi però tutto cambia quando varchi il portone e incontri i tuoi amici, tutti con i tuoi stessi pensieri sconfortanti, ma non ti scoraggi perché sai che, insieme, dimenticherete tutti i dubbi e le domande.
Il mio nome è Sulfus e sono un angelo al suo primo anno si stage alla Golden School...

“Non te lo aspettavi vero?” domandò Miki tirandogli una guancia, ridendo.
“Certo che non me lo aspettavo: credevo fossi al secondo anno” rispose lui scostandole la mano per poi appoggiarsela al petto, lasciando che la ragazza lo abbracciasse affettuosamente da dietro prima di sedersi accanto a lui.
“Sì, avrei dovuto essere lì, ma sono stata bocciata. Ho infranto il V.E.T.O tentando di curare il mio Terreno” spiegò, con un sospiro sconsolato “Ma non mi lamento, in fin dei conti staremo nella stessa classe quest'anno” rispose, col sorriso sulle labbra.
“E ci saremo anche noi!” Urié si girò indietro per parlare con i due.
“Sarà divertente, un intero anno scolastico tutti e quattro insieme” si entusiasmò Dolce accanto a lei “Almeno non mi sentirò sola.”
“Nessuno di noi si sentirà solo” la rassicurò il ragazzo “In cosa consistono le lezioni?” domandò poi rivolto a Miki, curioso.
“Beh, non sarà facile: a ognuno di noi verrà assegnato un Terreno che dovremo portare sulla giusta strada...” illustrò.
“Beh, non deve essere complicato” rispose Dolce.
“Fin qui forse no, ma il vero problema è che ai diavoli sarà assegnata la stessa cosa” la bloccò la ragazza prima che si montasse troppo la testa.
“In poche parole dovremo vegliare su un Terreno insieme ad un diavolo... solo che noi lo porteremo sulla buona strada e loro sulla cattiva?” domandò Urié.
“In poche parole sì, è così.”
“Allora sì che sarà complicato” commentò Sulfus. In quell'istante la porta venne aperta e il professor Arkhan entrò nell'aula.
“Buongiorno ragazzi” esordì “E benvenuti al vostro primo anno alla Golden School.”


**


“No, aspetti, ci faccia capire” Raf interruppe bruscamente la professoressa Temptel, incredula e con le mani alzato in segno di attesa “Dovremmo scontrarci con quei santi?” domandò, riferendosi agli angeli.
“È esattamente così, Raf” rispose la donna.
“Ma allora sarà un giochetto da ragazzi!” esclamò Gas, accanto a Kabalé.
“Non esserne sicuro!” lo interruppe Cabiria.
“Cabiria ha ragione, Gas” le diede manforte la Temptel “Non prendetela alla leggera, anche se si tratta di angeli non bisogna mai sottovalutarli” spiegò “Bene, ora ad ognuno di voi verrà assegnato un Terreno: Gas, tu ti occuperai di Matteo; Kabalé il tuo sarà Edoardo; Cabiria avrà Ginevra mentre tu, Raf, sarai assegnata ad Andrea” illustrò mostrando le immagini dei Terreni man che mano che diceva i loro nomi. Nel suo Raf riconobbe il bel biondino adocchiato in corridoio.
“E cosa dovremmo fare di preciso?” domandò Cabiria.
“Dovrete tentarli, ogni volta che saranno messi davanti ad una scelta, a fare quella sbagliata. Ovviamente rispettando il V.E.T.O.”””” aggiunse.
“Ma, professoressa, le regole non sono fatte per essere infrante?” domandò Kabalé.
“Per il V.E.T.O. la questione è diversa, sia angeli che diavoli devono rispettarlo. V.E.T.O. è una sigla che sta per Vietato Esporsi, Toccare e Origliare: a nessuno di voi è permesso toccare il proprio Terreno mentre è in forma Eterna. Ovviamente gli angeli dovranno fare lo stesso, è l'unica regola che va rispettata da entrambe le fazioni” spiegò la professoressa “Lavorerete sui vostri Terreni a turno e non potrete ostacolarvi tra voi mentre lo fate, questo è fondamentale per evitare che il Terreno vada in confusione.”
“E come si fa a decidere di chi è il turno?” domandò Raf.
“Con sasso, carta e forbici?” indovinò Gas.
“Ma non dire sciocchezze!” sbottò Cabiria.
“No, nell'Aula Sfida!” precisò la professoressa “E ora su, a lavoro!”


**


Se fino al giorno prima le avessero detto che avrebbe dovuto stare appiccicata ad un Terreno bellissimo dodici ore al giorno con al fianco un angelo dall'aria interessante Raf non ci avrebbe mai creduto.
Eppure ora era lì a svolazzare intorno al bel biondino senza il disagio che lui potesse vederla, ed era fantastico. Cioè, lui era fantastico... o forse la situazione?
Beh, entrambe le cose!
Tornò a guardare sognante Andrea che stava camminando per strada diretto a casa subito dopo essere uscito da scuola: era così bello! Un colpo di tosse alle sue spalle la costrinse a tornare alla realtà, si voltò trovandosi quel pennuto del suo rivale di fronte.
“Lo sai che agli Eterni non è permesso affezionarsi troppo ai Terreni, vero?” chiese, retorico, canzonandola.
“E tu non lo sai che le regole sono fatte per essere infrante?” rispose lei a tono “E comunque non mi stavo affezionando a lui” aggiunse, incrociando le braccia.
“Ma se te lo stavi divorando con gli occhi!” esclamò il ragazzo, indicandolo mentre varcava la soglia di casa.
“Non è vero!” sbottò Raf.
“Voi diavoli siete dei bugiardi patentati” commentò l'altro, alzando gli occhi al cielo.
“E voi angeli siete dei rompiscatole regolati!” rispose lei.
“Vacci piano con le parole biondina.”
“Altrimenti? Mi metti in punizione?” lo riprese Raf, curvandosi verso di lui con un sorriso canzonatorio, facendolo sospirare “E comunque io non sono né la ‘Diavoletta’ né la ‘biondina’: il mio nome è Raf. Vedi di ricordartelo” esclamò altezzosa.
“Mi affiggerò un post-it sull'aureola” ironizzò lui.
“Sarà meglio per te, pennuto.
“Non sono un pennuto” ribatté il ragazzo “Mi chiamo...”
“Sulfus. Sì, lo hai già detto dodici volte” sbuffò Raf.
“Ed è servito a qualcosa, almeno ora te lo ricordi... Raf” terminò sottolineando bene il suo nome.
La ragazza gli fece la linguaccia ed attraversò svelta le pareti per entrare in casa, seguita a ruota da lui.
“Andrea! Io devo uscire, badi tu a tua sorella?” la madre del ragazzo entrò nel salotto proprio mentre i due Eterni vi mettevano piede. Il ragazzo, che era seduto sul divano a giocare alla console, gettò la testa indietro sbuffando.
“Devo proprio?” chiese con voce lamentosa.
“Sì” tagliò corto la donna, prima di prendere le chiavi e uscire.
“E ora... che si fa?” chiese Raf.
“Beh, dovremo sfidarci e... decidere chi avrà la prima mossa su Andrea” rispose Sulfus.
“Sì ma... lui non sta facendo nulla. Dovrebbe badare a sua sorella ma sta ancora giocando: in pratica ho già vinto senza fare nulla” rifletté la ragazza, perplessa.
“Sì, ma non può comportarsi così!” sbottò il ragazzo.
“Oh, certo, deve fare il santo buono e ubbidiente” rispose lei acida.
“No, sua sorella potrebbe farsi male!” esclamò lui, spostandosi velocemente nell'altra stanza; in quello stesso istante qualcuno suonò il campanello. Andrea sbuffò ed andò ad aprire, trovandosi di fronte Edoardo, un suo compagno di scuola. Raf diede un’ultima occhiata ai due prima di raggiungere Sulfus nell'altra stanza.
“Beh, che cosa hai intenzione di fare?” domandò lei “La bambina deve essere sorvegliata e Andrea non ne vuole sapere. Deve essere compito tuo fagli fare la scelta giusta” lo richiamò.
“Ma non ho idea di come fare” rispose il ragazzo, tenendo d'occhio la bambina che gattonava in giro per la stanza “E poi, scusa, da quando te ne preoccupi: non dovresti essere felice se lui non rispetta le regole?”
“Ma c'è di mezzo una bambina!” rispose lei accalorandosi “Noi diavoli avremo anche una pessima reputazione ma sia dia il caso che non siamo dei mostri senza cuore!”
“E sia. Hai qualche idea prima che la bambina rischi di farsi male sul serio?”
“E come potrei, questa è roba da angeli e...” s'interruppe bruscamente al suono della porta d'ingresso che sbatteva, poi calò il silenzio.
Il più totale silenzio.
“Ti prego, dimmi che Andrea non è appena andato a farsi un giro con Edoardo” supplicò Raf, mentre Sulfus sfrecciava in salotto.
“Andrea è appena andato a farsi un giro con Edoardo” rispose lui, dall'altra stanza.
“Accidenti, ti avevo detto di non dirmelo!” sbottò la bionda.
“Non scherzare, qui la faccenda è seria!” la riprese lui “Che facciamo ora?”
“Dadda!” la cara sorellina di Andrea richiamò l'attenzione di entrambi: non si sa come era riuscita a salire sul tavolo e ora vi gattonava sopra.
“Oh, cavolo!” Raf quasi strillò mentre richiamava la sua mascotte, Cox, perché attivasse la metamorfosi in Terrena. In meno di una manciata di secondi le corna, le ali e il tatuaggio sull'occhio sinistro della ragazza erano scomparsi, facendola apparire in tutto e per tutto una Terrena che, con un ottimo slancio, si tuffò sotto il tavolo per acchiappare al volo la sorellina di Andrea, sul procinto di farsi una bella caduta.
“Tutto bene?” domandò Sulfus sporgendosi per trovarle tutte e due sotto il tavolo: Raf sotto e la bambina sopra, tra le sue braccia.
“Sì... anche se credo di aver battuto la testa contro la sedia” rispose lei gattonando fuori.
“Ottimi riflessi” si complimentò lui.
“Chiamalo pure istinto materno. E ora?” domandò mentre la bambina giocava con i boccoli biondi della ragazza, ridendo come una matta.
“Se Andrea non ritorna saranno guai, non possiamo sostituire i nostri Terreni” ricordò il ragazzo “Ma lei rischia di farsi male sul serio se non c'è qualcuno che la sorveglia.”
“E allora?” domandò Raf “Non sai che le regole sono fatte per essere infrante? Io baderò a lei, pazienza se lo sostituisco, ma tu nel frattempo devi trovare il modo di riportare qui Andrea.”
“Aspetta, mi stai forse dicendo che tu, un diavolo, stai facendo qualcosa di buono? Aiutata da un angelo per giunta? Tesoro, così mi deludi!” esclamò.
“Non farmene pentire, posso benissimo lasciartela qui e convincere Andrea a farmi fare un giro turistico della città!” esclamò lei, indispettita.
“Ok, scusa, scherzavo... troverò il modo di riportarlo qui, va bene?”
Raf gli voltò le spalle con un gesto altezzoso e Sulfus uscì dalla casa con un sospiro.
“Bene, Basilisco, ora risolviamo questa cosa!”


**


Qualche ora più tardi

“Non credevo che fossi così bravo a mentire. Ti ho sottovalutato” si congratulò la ragazza.
“Non credere che voi diavoli siate gli unici a saper risolvere un problema con le menzogne, anche noi sappiamo il fatto nostro” le rispose lui, compiaciuto.
“Sì, me ne sono accorta” ridacchiò aprendo la porta della scuola ma, appena vi mise piede, si trovò davanti due figure che li scrutavano minacciosi. Lo stesso pensiero attraversò simultaneamente la mente di entrambi: erano in grossi guai.

“Si può sapere cosa ti è saltato in mente!?” domandò Arkhan guardandolo severamente “Non solo hai sostituito il tuo Terreno ma hai persino mentito per convincerlo a tornare a casa!”
“Ma cosa avrei dovuto fare? La bambina si sarebbe fatta male stando da sola e Andrea se n'era andato, almeno non ha fatto la scelta sbagliata... più meno” protestò il ragazzo, incerto.

“E si può sapere perché tu lo avresti aiutato? Il tuo Terreno se n'era andato non completando il suo dovere, aveva fatto la scelta sbagliata e tu che fai? Collabori con un angelo per riportarlo sulla retta via!” la sgridò la Temptel.
“C'era di mezzo una bambina, non potevo lasciare tutto nelle mani di... beh, quello lì, e quindi ho badato a lei mentre lui cercava di riportare Andrea indietro.
Avremmo anche una pessima reputazione ma non siamo dei mostri... o almeno io non lo sono!” rispose la ragazza, a tono, iniziando a scaldarsi “Non m'interessa se Andrea ha fatto la scelta giusta, a me importava solo che la sua sorellina non si facesse male. Ho un cuore io, sa?” rispose prima di voltarle le spalle e uscire dalla stanza.
Lei era un diavolo, non un mostro senza cuore: anche lei si scioglieva quando vedeva una graziosa bambina come quella... che poteva farci, era una donna!
Rientrò in camera e, se avesse potuto, avrebbe sbattuto la porta, poi si gettò sul letto sbuffando.
Che seccatura!

“Ehi, che succede?” domandò Dolce vedendo Sulfus cupo, mentre attraversava il corridoio.
“Nulla, ho solo avuto una serataccia... vado a letto” rispose lui sorpassando le amiche e dirigendosi in camera sua, si buttò sul letto e sospirò pesantemente.
Che giornataccia!

No, come primo giorno non andava affatto bene.






Angolino di princess:
e torno su EFP dopo tanto tempo! Ok, due paroline veloci:
per gli aspetti di Raf e Sulfus mi sono basata sui costumi di Halloween che indossano negli episodi 38 e 39 della prima serie.
Avevo intenzione di fare uno scambio completo e avevo anche da dove prendere spunto per lo scambio di look (stagione 2, episodio 38, quando Angel e Devil si scambiano di ruolo per infiltrarsi a Angie Town e Zolfanello City) ma poi ho pensato che sarebbe stato un totale casino e ho scambiato solo loro due.
Prenderò spunto dagli episodi ma cambierò parecchie cose, a partire dal nemico e dalle vicende che si svolgono intorno alla storia d'amore tra quei due birbantelli.
Beh, spero piaccia e che lasciaste un commentino ^^
Baci!
  
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