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Autore: AleDic    27/02/2016    3 recensioni
«Castiel, pensi che anche negli altri universi esista il Paradiso?»
[Crossover!SuperWhoLock ǀ Castiel & Clara ǀ hints Doctor/Clara ǀ Possibile!OOC ǀ 1.517  parole]  
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Terribilmente!Angst, Sentimentale

Rating: Verde
Avvertimenti: Spoiler!8x11 (DW), Implied!Danny/Clara  
Contesto Supernatural: da qualche parte nella seconda metà dell’ottava stagione
Contesto Doctor Who: Post!Last Christmas
N/A - Note dell'Autrice: Questo è il mio primo esperimento in assoluto di un Crossover tra tre dei miei show preferiti di sempre e sono molto emozionata. Non c’è una trama di fondo né azione, solo il TARDIS, Clara, Castiel e TANTI sentimenti non espressi e parole non dette che trovano finalmente luce. Non ho inserito il pairing perché non c’è un’intenzione di svolta romantica, ma se ce la vedete non avete le traveggole, e che anch’io li considero bellissimi e shippabilissimi, quindi potrei anche essere finita nella romance senza neanche accorgermene. Per quanto riguarda lo stile, le ripetizioni e il flusso continuo e spezzato sono intenzionali, gli ho usati per sottolineare gli stati d’animo di Clara e Cas, che – come saprete benissimo – nelle circostanze dell’ambientazione in cui li ho collocati non erano di certo allegri e chiari. Spero vi piaccia almeno un quarto di quanto io ho amato scriverla. Grazie a chi passerà a dare un’occhiata e a chi sarà così buono da lasciarmi una recensione.

 Vostra,

Ale

 

 

 

Resta saldo nel tuo amore

-

e la tua fede non sarà invano

 

 


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“Passarono ore, seduti uno accanto all'altro, a parlare e a tacere.”
(Seta, Alessandro Baricco)

 

 

 

«Castiel, pensi che anche negli altri universi esista il Paradiso?»
Clara è seduta sulle scale della TARDIS, accanto a Castiel, non sa più da quanto tempo ormai – sono rimasti lì così, semplicemente uno a fianco all’altra, in silenzio. Fino a quando Clara non è più riuscita a trattenersi da porgli quella domanda che le frullava nella mente sin dal momento in cui ha scoperto che fosse un angelo.
Lui si volta a guardarla, gli occhi del blu più blu che abbia mai visto – ma non è quello il motivo per cui si è fidata di lui quasi senza conoscerlo, si ripete Clara, non c’entra niente tutto quello che vede riflesso in quegli occhi (tutto il tempo e i milioni di stelle), non è quello.
Ha uno sguardo gentile, Castiel - è una (altra) delle prime cose che Clara ha imparato su di lui - gentile e curioso, come se non capisse la maggior parte di quello che lo circondi ma lo amasse lo stesso, o forse proprio per questo – e non è neanche quello il motivo, davvero, non lo è
[1].

Castiel resta in silenzio per qualche momento prima di rispondere, resta immobile a guardarla – ma non è la parola esatta per descriverlo: il suo sguardo è più una lettura, come se lei fosse un libro che sta sfogliando attentamente.
«Non lo so. Non riesco a captare gli angeli qui. Forse perché non faccio parte di questo mondo.» Lo dice come se si sentisse in dovere di scusarsi e Clara si chiede quanto abbia visto, quanto abbia già capito senza che lei lo esprimesse direttamente. Ma alcune cose ha bisogno di dirle ad alta voce e – non sa spiegare come e perché - sa che Castiel la ascolterà davvero, che non sentirà il bisogno di cambiare discorso, né la prenderà alla leggera, né lei avrà remore nei suoi confronti. Perciò prende un respiro e comincia.
«E che mi chiedevo… sì, insomma, mi chiedevo se Danny e mia madre fossero lì, adesso.» Non spiega chi sia Danny, sente che non ce n’è bisogno. Lascia che i pensieri scorrano fuori da lei come un fiume, lascia che seguano il suo corso e che tutto quello che aveva dentro trovi finalmente modo di vedere luce.
«Erano due brave persone. Due delle migliori. Hanno fatto tanto bene e salvato molte vite. Se qualcuno si merita il Paradiso, sono loro. Ma… non si tratta di questo…»
Clara si ferma un attimo, lo sguardo basso sulle sue mani giunte poggiate alle ginocchia. Castiel è ancora seduto immobile accanto a lei, in ascolto. È come se fosse abituato a quello – restare in silenzio in ascolto di qualcuno che ne ha bisogno, assorbendo tutto ciò che viene fuori – come se l’avesse già fatto migliaio di volte.  
«Volevo sapere se c’era una possibilità… se c’era una reale possibilità che, un giorno, potessi rivederli. Potessi parlare ancora con loro. È questo che mi manca di più.»
Clara adesso non potrebbe fermarsi neanche volendo, sta lasciando andare tutto – tutto quello che è rimasto dentro di lei e a cui non riesce a dare un nome o una forma, sa solo che c’è e non importa quanto correrà lontano, non se ne andrà mai più via – ed è come piangere talmente tanto da non riuscire più a respirare, ma non importa, è un fiume in piena che trabocca (si può solo aspettare che si arresti).
«Con la TARDIS posso spostarmi a piacimento nel tempo e nello spazio, posso tornare a quando erano ancora vivi e vederli da lontano, ma non potrei parlarci. Non potrei interagire con loro. Mia madre non mi riconoscerebbe nemmeno. È una delle cose più dolorose che impari viaggiando col Dottore: quello che si perde non può essere recuperato. Non sempre. Tutto finisce.»

Castiel non ha detto una parola da quando Clara ha iniziato a parlare. Non l’ha interrotta, né sembra essere intenzionato a farlo. La guarda, la guarda solamente - con quello sguardo – la guarda come se volesse prendere tutto quel peso, tutto il suo dolore e portarlo al posto suo.
«Il problema è che quando ami qualcuno, questa regola non ha nessun valore. Perché l’amore… l’amore è l’unica cosa eterna. Sopravvive a tutto, copre qualsiasi distanza. Alla fine, è l’unica cosa che resta. E allora devi tenertelo stretto e aggrapparti con tutta te stessa, anche se fa dannatamente male.»
Clara non ha incrociato lo sguardo dell’angelo neanche per un momento mentre parlava – non voleva incrociarlo, credeva che altrimenti sarebbe inciampata in quel riflesso azzurro, perdendosi in qualche stella di chissà quale tempo e spazio, e non voleva - voleva riuscire a dire tutto quello che (doveva) voleva dire, senza intoppi per strada. Ma quando continua, Clara ha bisogno di guardarlo negli occhi.
 «A te è mai capitato, Castiel?»
Lui aggrotta le sopracciglia, confuso. Clara non gli dà torto, in poco tempo lo ha sommerso con tante di quelle cose da mandare fuori dai binari chiunque. Ma Castiel non è chiunque, Castiel è un angelo. Ed è un’altra, allora, la domanda che le balena in mente.
«Gli angeli possono amare?»
Lui si muove per la prima volta da quando sono seduti su quelle scale – chissà quanto tempo è passato, Clara non ne ha idea – appoggia i gomiti sulle ginocchia e giunge le dita, lo sguardo fisso e concentrato. Clara capisce che sta cercando le parole giuste, ma c’è anche qualcos’altro in quella posa – è come se nessuno prima gli aveste mai posto quella domanda, ma lui già da tempo stesse cercando una risposta. Resta in attesa, pronta ad aspettare anche ore se necessario. Non gli darà alcuna fretta, ma non cederà – Clara non rinuncia mai ad una risposta.

La TARDIS  è quieta e silenziosa, il Dottore è da qualche parte al suo interno insieme ai Winchester, probabilmente borbottando qualche lamentela ad alta voce non riuscendo a trovare la biblioteca. I Winchester. Castiel è arrivato insieme a quei due ragazzi, come se fosse il loro angelo custode. Quando Clara gli ha chiesto il perché fosse con loro, invece che in Paradiso, Castiel gli aveva risposto con un “sono miei amici”. E allora Clara non aveva più fatto domande, non ne aveva più avuto bisogno, gliel’aveva letto negli occhi - nessuno meglio di lei avrebbe potuto capirlo, quello sguardo, nessuno meglio di lei poteva sapere tutto ciò che racchiudevano quelle semplici parole (Il Dottore è mio amico).

Nel momento in cui Castiel, finalmente, comincia a parlare, sembra che lo stia facendo più con se stesso che con lei[2] – come se anche lui avesse dentro cose che non potrebbe mai esprimere nel suo mondo (per scelta, per dovere, per bisogno), ma adesso entrambi sono fuori dai loro universi[3] e possono permetterselo, per una volta, semplicemente, di essere.
«Gli angeli non sono abituati a provare emozioni. Sono stati addestrati ad essere guerrieri, semplici esecutori degli ordini del Cielo, guidati dalla fede. Tuttavia, io sono sempre stato diverso dai miei fratelli e sorelle. La mia fede ha sempre vacillato, perché la nostra era una fede vuota. E io… io ho sempre… sentito. E quando senti, io credo, inizi sempre dall’amore. È l’emozione più forte che esista. E, come hai detto tu, anche la più dolorosa.»
Clara ha ascoltato tutto avidamente, con attenzione e spirito – ha ascoltato come fa sempre con il Dottore (come se cercasse di assorbire una parte di lui da custodire gelosamente, che potesse in qualche modo legarlo a lei indissolubilmente).
Castiel si volta di nuovo verso di lei e continua a parlare guardandola negli occhi.
«Ma una delle cose che ho imparato stando con i Winchester è che nell’amore c’è la fede più vera che si possa possedere. E che la morte non è sempre un addio, né un addio è per sempre
[4]. Per cui, resta salda nel tuo amore e, sono certo, la tua fede non sarà invano.»
La sta ancora guardando negli occhi, Castiel, e Clara sa che sta parlando per esperienza personale – cosa non c’è in quegli occhi, cosa non hanno visto, cosa dovranno portare per sempre impresso dentro – quel blu che ora sembra liquido tanto è intenso il suo sguardo – tanto entusiasta quanto spezzato e triste (lei lo sa sempre
[5]).
Clara sente qualcos’altro adesso, qualcos’altro muoversi in qualche parte di lei e senza che riesca a fermarsi, si sporge verso l’angelo e lo abbraccia, stringendogli le braccia attorno al collo. Castiel si irrigidisce leggermente - Clara non sa se per la sorpresa o se perché non è abituato agli abbracci - e non ricambia la stretta, ma neanche cerca di liberarsi. Resta semplicemente immobile, come una statua – Clara capisce che non è del tutto a suo agio, ma non le importa (sa solo che non ha idea di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che ha stretto qualcuno tra le braccia, dall’ultima volta che ha sentito il calore di un altro essere vivente contro il suo, dall’ultima volta che ha stretto qualcuno a cui tiene). Per cui resta immobile anche lei, con le braccia intorno alle spalle dell’angelo, stringendo forte, come se dovesse tenere insieme entrambi – e non importa.
Dopotutto, lei invece è abituata a vecchi uomini che non sono tipi da abbracci
[6].

 

 

N/T - Note del Testo:

[1]Quello che sto cercando di far capire è che Clara vede in Castiel molto del Dottore – l’essere non umani, molto vecchi e quasi immortali, l’aver visto il tempo e le stelle come nessun altro – e questo la porta ad essere aperta con lui e a fidarsi completamente. Quello che ho percepito in “Last Christmas” è il dolore e il vuoto che Clara percepisce dopo gli avvenimenti di “Death in Heaven” e che non può esternare al Dottore, sia per il suo desiderio di essere come lui, sia per non farlo sentire in colpa. Castiel mi è sembrata la persona più adatta perché lei potesse finalmente buttare fuori tutto.
[2]Penso che proprio come Clara, anche Cas ritrovi nella Oswald tutto quello che lo ha conquistato dei Winchester, ovvero la loro incredibile umanità, il coraggio, la forza di rialzarsi sempre e andare avanti nonostante le perdite e il dolore, di continuare a combattere per quello in cui credi, l’immenso amore che provano l’uno per l’altro (che è la stessa misura d’amore presente tra Clara ed il Dottore – ovviamente, non lo stesso tipo, dato che tra i Whouffaldi non c’è di certo amore fraterno).
[3]Ho immaginato che i nostri amici si trovino nell’universo di Sherlock, per questo anche se non ho inserito nessun personaggio di quel fandom, l’ho considerata una SuperWhoLock.
[4]È una mezza citazione dell’episodio 10x20 di Supernatural.
[5]Riferimento alla battuta di Clara “those big sad eyes. I always know” dall’episodio “the Day of the Doctor”.
[6]Direi che tutti sappiate che Twelve non è tipo da abbracci, no?

 

 

 


 

   
 
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