Serie TV > The Originals
Ricorda la storia  |       
Autore: Robigna88    28/02/2016    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NDA: Sono tornata! E con me è tornata anche l'allegra combriccola.
Ecco il primo capitolo della terza parte della serie The Family Business vi ricordate dove eravamo rimasti? Allison aveva preso il comando della Strige... si riparte tre mesi più avanti. Come saranno i rapporti tra la bella cacciatrice e gli Originali alla luce di questo cambiamento?

Buona lettura e lasciatemi un commento se vi va. In  fondo, come sempre, l'outfit di Allison :)


tfb3

1.

 

 

 

 

 

L’Originale si perse per un attimo in quegli occhi nocciola, ammaliato dalla luce che emanavano, intrigato dal movimento lento di quelle labbra rosate. Cercare quella donna che conosceva appena era stata una follia ma si accorse che potendo tornare indietro lo avrebbe rifatto.

Non aveva smesso di pensare a lei neppure per un istante da quando era ripartita dopo quel ballo a Mystic Falls. E non era solo perché era dannatamente bella, era qualcosa di più.

“Sto per fare una cosa adesso” le disse avvicinandosi a lei, prendendole una mano e poggiandosela sul petto. “Non credo sia questo il caso, ma se avessi frainteso… ti prego di perdonarmi.”

Lei abbozzò un sorriso piegando poco il capo. Credeva di sapere a cosa si riferisse ma non disse nulla.

Attese.

Il tocco delle labbra di Elijah sulle sue fu delicato, quasi insicuro. Ma quando la mano sul suo petto si spostò tra i suoi capelli, ogni cosa cambiò.

 

 

 

Elijah si ridestò dai suoi pensieri; quei pensieri che erano ricordi, che sapevano di nostalgia e tristezza. Ma anche di amore.

Guardò il libro che stava leggendo; era arrivato quasi a metà, ma si accorse che non ricordava neppure una parola delle pagine precedenti. Non era concentrato, non lo era da oramai tre mesi.

Il momento in cui Allison aveva preso il comando della Strige continuava a tormentarlo; il ricordo di quel viso bello pieno di tante cose che non erano lei gli faceva compagnia ogni giorno, spezzandogli il cuore.

Aveva provato a parlarle, ci aveva provato diverse volte. Ma gli era sembrato che nessuna di quelle volte lo avesse ascoltato anche se gli piaceva pensare che avesse solo fatto finta di non farlo.

Odiava quella situazione, odiava che tutti sembrassero aver gettato la spugna, anche se sapeva che in fondo non poteva biasimarli per averlo fatto. Allison era cambiata e quel cambiamento era qualcosa a cui nessuno si era adattato. Alcune delle volte che l’aveva vista, impavida leader di una congregazione tanto più potente di lei, Elijah aveva avuto la sensazione che neppure lei avesse metabolizzato fino in fondo il suo nuovo essere.

C’era così tanta rabbia e così tanta amarezza in quelle iridi nocciola. Lui si sentiva in colpa perché sapeva di esserne la causa, se non completamente, di certo in gran parte.

“Elijah!” sentì urlare da Freya. Poi un rumore forte.

L’Originale si alzò e, visto che il tono di sua sorella sapeva di paura, aguzzò i canini pronto ad ogni cosa.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Aveva preso il comando della Strige da oramai tre mesi ed esattamente tutto era andato come aveva previsto. Tutti le avevano voltato le spalle, l’avevano esclusa e accusata e avevano gettato la spugna quando aveva messo in chiaro che quel suo cambiamento non era un capriccio ma il suo nuovo modo di vivere.

Era stata chiara al riguardo, quel giorno che Elijah le aveva aperto il suo cuore pregandola di tornare da lui, di tornare la donna che aveva amato e che ancora amava.

Beh su quel punto lei aveva ancora delle riserve, le stesse riserve che l’avevano spinta a cambiare radicalmente tutta la sua vita; quella sensazione di costante mancanza, quella sensazione di aver annullato tutto per nulla… o quasi.

Aveva creduto, decidendo di riportare indietro Jackson, che forse quella sensazione sarebbe passata ma in realtà non aveva fatto altro che farle capire che per il bene di quella famiglia era cambiata fin troppo, in un modo che non le piaceva.

Quel modo, suo malgrado, alla fine aveva finito per cambiarla del tutto e nessuno lo aveva accettato; a volte faticava ad accettarlo persino lei. Ma questi erano i fatti; la vecchia Allison che si faceva in quattro per tutti era il passato e la nuova Allison che aveva imparato a mettere se stessa di fronte agli altri aveva preso il suo posto.

Era quasi una difesa ma come molte volte le era successo nessuno dei suoi cosiddetti amici era stato capace di comprenderlo.

Sospirò guardando i documenti che doveva esaminare; comprare grandi edifici in tutte le più grandi città del globo era un’attività che non aveva senso per lei. Cosa se ne faceva, per esempio, una congregazione di potenti ed antichi vampiri di una fabbrica abbandonata nel Nord Carolina?

Tristan aveva provato a spiegarle qualcosa di quel lato della Strige ma per lei continuava ad essere un’idea insensata, soprattutto perché la costringeva a leggere ed esaminare documenti tutto il tempo, perché la costringeva ad incontrare i più disparati uomini d’affari, ad organizzare cene di beneficienza di facciata e feste fin troppo esagerate per i suoi gusti.

Bevve un sorso di vino e poi mangiò un altro boccone di carne. Il sole splendeva a New Orleans, ma c’era un po’ di fresco autunnale che manteneva la temperatura piacevole; proprio il giorno perfetto per pranzare all’aperto.

Le Cafe du Monde era un ristorante carino ed era diventato il suo posto da quando andare al Rousseau’s era diventato troppo imbarazzante vista la tensione crescente tra lei e la famiglia degli Originali e Cami.

Riprese il bicchiere e bevve un lungo sorso, poi si schiarì la voce quando Elijah si mise a sedere sulla sedia di fronte, poggiando sul tavolo un barattolo che conteneva un cuore.

“Buongiorno Elijah” gli disse abbozzando un sorriso, prima di indicare il barattolo con un dito. “Un regalo per me? Non avresti dovuto.”

Lui sorrise, si girò di lato e accavallò le gambe sbottonandosi la giacca scura. “Bellissima giornata, vero?”

“Io sto pranzando,” replicò la donna. “E vorrei farlo da sola.”

“Io invece poco fa mi stavo rilassando leggendo un bel libro e avrei preferito continuare a farlo” Elijah girò il viso per guardarla. “Ma uno dei tuoi vampiri ha pensato bene di fare irruzione in casa mia e attaccare la mia famiglia e ha rovinato i miei piani. Suppongo che davvero non si può sempre avere ciò che si desidera, non credi anche tu?”

Allison si mordicchiò l’interno della guancia e chiuse per un secondo gli occhi. Non aveva dato lei l’ordine di attaccare la tenuta ma sapeva esattamente chi era stato a farlo. Piegò poco il capo e puntò lo sguardo su Elijah; nonostante tutto, si accorse, quello sfarfallio nello stomaco che sentiva ogni volta che la guardava era ancora lì, più intenso che mai.

“Posso?” chiese lui strappandola ai suoi pensieri, indicando la bottiglia di vino.

Lei allungò la mano e gli porse il bicchiere, poi richiuse la cartelletta di pelle dentro la quale c’erano i documenti che non aveva ancora finito di esaminare.

“Non ho dato io l’ordine di attaccare la tua famiglia” disse afferrando il barattolo e mettendolo dentro la sua borsa, per evitare di attirare gli sguardi indiscreti degli altri commensali. “E mi dispiace che sia successo. Suppongo che, visto il cuore chiuso lì dentro, stiate tutti bene.”

“Tutti tranne il tuo… com’è che li chiami? Discepoli?”

La cacciatrice fece una risata nervosa, si sistemò la giacca e annuì. “Come ho già detto, mi dispiace. Aya è un po’… beh diciamo che sta facendo un po’ di ostruzionismo. Non ha preso bene la scelta di Tristan di nominare me suo successore. Mi assicurerò che non accada più.”

“E che succede se non ci riesci? Aya sa essere molto persuasiva, è solo questione di tempo prima convinca altri componenti della Strige a seguire il suo esempio. E a quel punto avrai una bella gatta da pelare.”

“So essere molto persuasiva anche io” Allison si alzò e mise una banconota da cento dollari sotto il piatto facendo un cenno alla cameriera. “So che pensi che non sono in grado di controllarli e so che da tre mesi a questa parte molte delle cose che sono successe provano che hai ragione, ma posso assicurarti che da oggi cambieremo registro. Anzi, perché tu e la tua famiglia non venite alla tenuta della Strige stasera alle sette? Farò capire una volta per tutte ad Aya, e a tutti quelli che hanno intenzione di seguirla in questa piccola guerra, chi è comanda e poi potremo cenare tutti insieme. Considerala una cena d’affari, è tempo di mettere in chiaro alcune cose. E considerala anche una cena di scuse per questo… attacco.”

Elijah sorrise prima di bere l’ultimo sorso di vino. “Ci saremo.”

“Bene” la donna afferrò il suo cellulare. “A stasera allora.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Aya e il resto della Strige erano radunati nella sala grande, in attesa da almeno un’ora, quando Allison era arrivata seguita dai Mikaelson al completo, Hayley e il suo risorto marito compresi.

Al loro arrivo si alzò un brusio confuso, alcuni scattarono sulla difensiva, Aya fece un passo avanti e la guardò dritta negli occhi dopo aver dato una rapida occhiata ad Elijah.

“È uno scherzo per caso?” chiese.

“Al contrario” rispose Allison incrociando le mani dietro la schiena in un gesto semplice che però mostrava autoritarismo. “Non sono mai stata così seria. Ma ora torna al tuo posto Aya. Non ricordo di averti detto che potevi parlare.”

“L’ultima volta che ho controllato questa era una democrazia e ognuno era libero di parlare.”

La cacciatrice annuì appena. “Di solito lo è, ma non in questo momento” fece qualche passo verso di lei e diede un veloce sguardo a tutti gli altri. “Questa mattina uno di voi ha sferrato un attacco alla famiglia Originale, dentro la loro casa. Non ho idea di chi fosse perché onestamente non ricordo neppure la metà dei vostri nomi o delle vostre facce tanto vi ritengo inutli, ma sono certa che dietro questo gesto si nasconde l’ordine di qualcuno che non ha ancora ben capito il suo ruolo in questo posto.”

Marcel si guardò intorno, poi mise le mani sui fianchi puntando gli occhi su Aya; il vampiro respirava in modo affannato, quasi avesse grande difficoltà a controllarsi.

“Aya” continuò Allison. “Vuoi dire qualcosa?”

“Tu” iniziò l’altra. “Sei una patetica umana che crede di essere in grado di gestire tutto questo. Tristan è un folle accecato dai suoi sentimenti per te e questo è l’unico motivo per cui sei qui, al comando.”

“Può essere,” replicò l’altra girandosi e ritornando al suo posto, guardando per un attimo Elijah mentre lo faceva. “Ma qualunque sia il motivo, sono qui e pretendo obbedienza e rispetto! È ora che accettiate che le cose sono cambiate, completamente.”

Marcel si passò una mano sul viso. “E che succede se ci rifiutiamo di abbracciare il cambiamento?”

 “Ah finalmente qualcuno che fa una domanda interessante. Anche se non sono del tutto certa che la risposta ti piacerà” Allison abbassò il viso. “Venite pure avanti” disse con decisione posando lo sguardo dietro tutti quelli che le stavano davanti.

Un gruppo di dodici persone avanzò a passo lento. Davanti, al centro, c’era una donna che Marcel credeva di conoscere anche se non ne era sicuro.

“E questi chi sono? Le tue guardie del corpo?” chiese con tono sarcastico, ridacchiando.

“Questi, Marcellus, sono la risposta alla tua domanda.”

La donna che sembrava guidare quel gruppo alzò la mano, mormorando qualcosa. Gli altri la seguirono ed uno ad uno alcuni dei componenti della Strige caddero in terra e iniziarono a sanguinare urlando di dolore.

Successe a dieci di loro, poi Allison fece un cenno e tutto si fermò. “Grazie, Valentina” mormorò. “Date il benvenuto alla Brujeria Blanca, le nuove streghe della Strige. E giusto per evitare inutili perdite di tempo, sappiate che ogni tentativo di convincerle a mettersi contro di me sarà inutile” sorrise ad Aya. “Patetica umana- Potenti antichi vampiri uno a zero, Aya. E questo è solo l’inizio. Ora andatevene, io e la famiglia Originale dobbiamo discutere di alcune cose, in privato.”

In silenzio, seppur si respirasse un grande nervosismo, la Strige si allontanò seguita da Aya e da Valentina e le sue streghe. Nella grande stanza rimasero solo Allison e i Mikaelson.

“Impressionante!” esclamò Freya abbozzando un sorriso.

“Ho pensato di ucciderti almeno dieci volte in questi ultimi tre mesi” aggiunse Klaus. “Ma devo ammetterlo, il potere ti dona dolcezza.”

La cacciatrice si voltò verso di loro. “Vogliamo andare? La cena verrà servita tra qualche minuto” li informò indicando con un gesto della mano la direzione in cui dovevano andare.

E precedendoli verso la sala da pranzo non poté fare a meno di sorridere soddisfatta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


bdhd
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Robigna88