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Autore: PersephoneNebel_    28/02/2016    0 recensioni
Così, dopo molti anni, mi trovai a casa. I volti dei miei cari genitori di nuovo di fronte a me. A casa, in questo luogo luminoso, etereo, fuori dal tempo e dallo spazio, a cui tutti i miei affetti più stretti sono legati. Eccole, le figure impalpabili dell’amato padre e della dolce madre venirmi incontro, dopo anni che sono sembrati secoli
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa

Così, dopo molti anni, mi trovai a casa. I volti dei miei cari genitori di nuovo di fronte a me. A casa, in questo luogo luminoso, etereo, fuori dal tempo e dallo spazio, a cui tutti i miei affetti più stretti sono legati. Eccole, le figure impalpabili dell’amato padre e della dolce madre venirmi incontro, dopo anni che sono sembrati secoli. Ecco anche l’adorato fratello, che mai avrei pensato di rivedere, eccoci finalmente riuniti, finalmente insieme; ma questa riunione, questo ricongiungimento, ci è costato tanto dolore, una sofferenza infinita, indescrivibile, ma siamo a casa ormai, nulla ha più importanza.

Questo caro luogo ha molti nomi: Ade, Oltretomba, Inferno o Paradiso, e molti altri, definizioni che sono state date nel corso dei lunghi secoli per spiegare un concetto così semplice, che ora sembra banale: la vita oltre la morte continua e io sono finalmente a casa.

Quando il mio corpo e la mia anima erano ancora uniti nell’abbraccio della vita, il mio nome era Nebel, “Leben”, la vita, non mi è mai davvero appartenuta; sono sempre stata una negazione di questo effimero soffio che i mortali amano tanto. I miei genitori hanno raggiunto questo luogo molti anni prima di me, quando ero appena un’adolescente e mia sorella ancora non era in grado di camminare; mio fratello invece, è qui da pochi giorni più di me e come me ha scelto da solo di venire qui.

Ma l’amore, il sangue e il nostro caro nome, ci hanno sempre tenuti legati, in un vincolo più forte di qualsiasi dolore, più stretto di qualsiasi nodo: l’amore per mio fratello mi ha permesso che giungessi qui, le mie scelte, di cui sono pienamente responsabile, hanno fatto sì che scegliessi di rompere l’abbraccio dell’anima e del corpo.

In vita era stato imposto al capo mio e della mia amata sorella, di rompere qualsiasi rapporto, qualsiasi legame col nostro adorato fratello; le cause erano semplici, così riteneva nostra zia che, dopo la morte dei nostri genitori, ci ha amorevolmente accudite: una terribile imputazione pendeva al collo del caro fratello, egli da poco era stato accusato della più grave colpa che possa colpire un uomo:l’amore, che tutti predicano e che nessuno applica, era da lui rivolto nei confronti di una giovanissima, poco più grande della nostra sorella minore, e, benché ricambiato, non accettato dai genitori di questa che in breve tempo avevano fatto rinchiudere il mostro. Quel mostro che i media hanno additato e i giornalisti hanno infamato, quel nome che era sulle labbra di tutti, nel disprezzo di tutti, era a me infinitamente caro, al punto che nessuna legge dell’uomo avrebbe mai potuto spezzare il legame che il sangue, che Dio, che la Natura avevano voluto. Ebbene, questo veto incombeva però sulle nostre teste: che nessuna delle due si avvicinasse più al nostro amato, che nessuna piangesse per lui, che intrappolato in una prigione di ferro e cemento, fosse preda della crudeltà affamata degli altri uomini. Ma io non avrei mai potuto accettare una crudeltà tanto disumana: sapevo che il mio caro fratello aveva sbagliato, ma anche che quello che ci univa era molto più forte di qualsiasi legge artificiale, creata dall’uomo, che vuole innalzarsi sopra la testa di Dio. La piccola sorella tuttavia, tanto amata da me sebbene tanto codarda e debole per natura, non volle ascoltarmi e tanto meno volle seguire le gesta dell’imprudente e sfrontata consanguinea; così, sola ma sempre più determinata, infransi quello scellerato veto e mi recai nel luogo di prigionia del mio amato. In questo luogo triste e desolato venni a conoscenza della peggiore notizia della mia vita: una lama affilata aveva inciso le braccia del caro fratello che aveva deciso di rompere l’abbraccio fatale dell’anima e del corpo, poiché ormai separato da tutti i suoi affetti: che nessuno piangesse sulla sua tomba, ci ammonì la crudele zia. Ma nulla, nulla mi avrebbe mai separata dal mio amato, e sulla sua lapide versai infinite lacrime. Infranto anche il secondo veto, la punizione venne messa in atto: che nessuno però osasse toccare la sorellina, no, lei non aveva trasgredito, e che lei non si azzardasse ad attribuirsi ciò che non aveva fatto! Io e io sola dovevo pagare, scontare la pena per la mia devozione, per il mio amore fraterno. Sola, desolata, abbandonata ma sempre più convinta che nessuno avrebbe mai dovuto porsi al di sopra dell’amore nei confronti dei familiari, che nessuna legge umana potesse mai superare le leggi che per natura ci legano ai nostri cari, mi ritrovai confinata lontano da tutto ciò che amavo. Una sola strada era quella giusta da percorrere, una sola via, che mi avrebbe riunito alla mia famiglia, ai miei cari, a tutto ciò che amavo: ho detto addio a questo mondo, a questa vita, che non mi sono mai appartenuti, e con una corda ho raggiunto questo luogo di eterna luce: e dopo molti anni, finalmente mi ritrovo a casa.

 

  
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