Videogiochi > The Witch's House
Ricorda la storia  |      
Autore: HeartRain    29/02/2016    2 recensioni
Ovviamente Viola non conosceva la vera natura di Ellen. Prima o poi avrebbe dovuto andare incontro al destino che la strega aveva deciso per lei, segnato dal momento in cui le due si conobbero.
Provò a camminare, correre, saltare. Ci riusciva benissimo, grazie alle gambe forti che poco prima appartenevano a Viola. Ciò che odiava però erano quei capelli dorati e perfettamente in ordine che le ricadevano sulle spalle legate in delle trecce. Erano così… perfetti. Sembravano quelli delle principesse delle fiabe, e lei queste cose davvero non le sopportava.
Se lo stava godendo appieno quel corpo così sano e pieno di energia, avrebbe dovuto abituarcisi, perché non aveva mai avuto intenzione di restituirlo.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ellen, Padre di Viola, Viola
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Trade
«'Cause we are friends. Right, Viola?»
(fanart by matsuki-ringo)
 
llen stava aspettando impaziente l'arrivo della sua “amica” Viola. Non vedeva nulla, sentiva solo dolore, sempre più dolore, ma sapeva che se Viola avesse acconsentito a ciò che stava per chiederle non ne avrebbe provato più. Mai più.
Il tanto atteso momento arrivò. Dopo un classico Ciao, come ti senti oggi? Ellen fece 'un passo avanti' per raggiungere quello che era il suo reale obbiettivo.
Non le interessavano minimamente certe frivolezze. Doveva soffrire ancora per poco, sì. Sapeva che Viola, nella sua ingenuità, avrebbe accettato volentieri di esaudire tutte le sue richieste.
«Se solo potessi prestarmi il tuo corpo anche solo per un giorno, non sentirei dolore...» La ragazza dai capelli color porpora parlava alla sua amica, mentre era stesa sul suo letto con le gambe coperte dalle lenzuola e gli occhi da un panno azzurro. Non avrebbe lasciato a Viola la possibilità di vendicarsi, in quello stato.
«Oh, se esistesse la magia...» rispose Viola, «Lo farei, perché noi siamo amiche!». Mentre pronunciava quelle parole, Viola stava giocherellando con le sue trecce dorate.
Strinse la mano di Ellen.
«Sì... non sentirai dolore neanche tu; è solo per un giorno, uno solo, te lo prometto.» disse frettolosamente Ellen, mentre sul suo viso si dipingeva un sorriso piuttosto inquietante.
Viola scosse la testa, com'era solita fare quando era confusa: «C-cosa intendi dire?»
Prima che potesse dire altro, la strega afferrò ancora più forte la mano della bionda ed entrambe persero conoscenza. Quando si risvegliarano, erano lontane e... una nel corpo dell'altra.
“Impossibile...” pensò Viola.
In quel corpo non aveva gambe, era costretta a strisciare per muoversi e tutto intorno a lei le appariva scuro. “Io pensavo che Ellen avesse una malattia... Non questo”, ma quando cominciò a provare un dolore lancinante a quelle poche parti del corpo che ancora riusciva a sentire, pensò ad un inganno da parte di Ellen, che poco tempo prima le aveva assicurato che sarebbe stata bene. Le aveva mentito.
Ma la sua amica non l'avrebbe mai e poi mai tradita. Non è così?
Intanto anche Ellen si era risvegliata in un angolo remoto della sua villa. Si alzò da terra e avvicinandosi allo specchio capì che il suo incantesimo aveva funzionato più che bene. Ovviamente Viola non conosceva la vera natura di Ellen. Prima o poi avrebbe dovuto andare incontro al destino che la strega aveva deciso per lei, segnato dal momento in cui le due si conobbero.
Provò a camminare, correre, saltare. Ci riusciva benissimo, grazie alle gambe forti che poco prima appartenevano a Viola. Ciò che odiava però erano quei capelli dorati e perfettamente in ordine che le ricadevano sulle spalle legate in delle trecce. Erano così… perfetti. Sembravano quelli delle principesse delle fiabe, e lei queste cose davvero non le sopportava.
Se lo stava godendo appieno quel corpo così sano e pieno di energia, avrebbe dovuto abituarcisi, perché non aveva mai avuto intenzione di restituirlo.

 
***

Era sceso l'imbrunire e, finalmente, Viola e Ellen si erano incontrate, dopo aver girovagato a lungo in quell'immensa villa.
Viola lasciò alla strega la prima parola, nonostante avesse mille domande da porle. Forse quello era solo un brutto sogno...
Ellen abbassò lo sguardo per incrociare quello di Viola. «Non mi chiedi neanche come mi sento? Be', non sono mai stata meglio! Ora perdonami,» Si fermò per girarsi dando di spalle a Viola, «ma devo andare a casa.».
A quell'affermazione Viola si allarmò, così scosse nuovamente la testa. Aveva capito esattamente le intenzioni di Ellen, adesso. Non riusciva più a riconoscere la sua amica; ma lo era davvero, un'amica?
«I... l... mi... o... co... r... p... o...» provò a parlare, ma non riusciva a farlo. Anzi, non poteva.
«Non vedo perché dovrei ridartelo. È mio ora.» sbottò Ellen, mentre l'altra cominciava seriamente a proccuparsi. «Credo che a quest'ora ti... mi stiano aspettando. Addio, Viola» concluse.
I dubbi di Viola a quel punto erano fondati: l'aveva ingannata con tanta furbizia da fingersi sua amica. Eppure era sicura che non l'avrebbe mai fatto, perché di Ellen si fidava, pensava che fosse sincera, ma invece l'aveva solo illusa per tutto il tempo.
«Bu... giar... da...».
Ellen cominciò ad allontanarsi saltellando, con un sorriso stampato in faccia, che pareva buono per merito dell'aspetto grazioso e innocuo di Viola.

 
***

Ellen sapeva benissimo dove andare. Uscì dalla foresta e, esattamente come si aspettava, lì trovò il padre di Viola. Egli corse ad abbracciare Ellen, ignaro del fatto che quella non fosse davvero sua figlia. «Stai bene? Ero davvero preoccupato per te!»
All'improvviso i due furono interrotti: qualcosa si stava avvicinando; stava strisciando per trascinarsi avanti, portandosi dietro una scia rossa, che non necessita identificazioni per essere riconosciuta.
«Pa... d... re...» riuscì a dire. Sì, era proprio Viola.
Entrambi si girarono, e Ellen assunse un'espressione seccata; il padre di Viola, invece, era spaventato da quella... cosa che aveva davanti ─ non sarebbe mai venuto a conoscenza del fatto che quella fosse la sua adorata figlia Viola.
«Fai a-attenzione, spostati!» Il padre di Viola prese in mano il suo fucile da caccia e fece un passo avanti. «V-vai via, MOSTRO!» gridò, prima di premere il grilletto.
Uno, poi due, poi tre. Fu un attimo.
I proiettili avevano colpito in pieno Viola, che ormai era accasciata a terra sanguinante ─ più di quanto non lo fosse già prima.
«Andiamo via.» decise lui prima di allontanarsi, dando per scontato che "sua figlia" l'avrebbe seguito.
Ellen lanciò uno sguardo a Viola. E no, non provava alcuna pietà.
Rise, rise di gusto, per poi seguire il padre di Viola.
Viola era il gioiello più prezioso di quest'ultimo, il fiore all'occhiello della famiglia, nonostante essa fosse composta solamente da due persone.

Una frase agli occhi di Viola
così insignificante aveva causato la sua stessa distruzione.

Ellen era il vero mostro.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Witch's House / Vai alla pagina dell'autore: HeartRain