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Autore: Love_My_Spotless_Mind    29/02/2016    0 recensioni
Avrei voluto ricominciare tutto d’accapo con te ,molti anni fa. Anzi, avrei voluto non mettere mai la parola "fine"a quel qualcosa che per me una fine non poteva averla.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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TAKE ME BACK IN TIME






Avrei voluto ricominciare tutto d’accapo con te ,molti anni fa. Anzi, avrei voluto non mettere mai la parola fine a quel qualcosa che per me una fine non poteva proprio averla.
Ci siamo incontrati in un periodo intenso e difficile delle nostre vite; nonostante questo, però, tu sei riuscito a tingere di colori tenui il mondo che ci stava attorno, mi hai condotta con slancio alla scoperta di te e di me stessa. Forse non ti sembrerà possibile ma prima di allora non lo potevo nemmeno immaginare che fosse così essere innamorati di qualcuno, non lo credevo tanto totalizzante, sincero ed allo stesso tempo così semplice, primitivo. Era un sentimento che potrei descriverti così: quando stringevo la tua mano sentivo di fare ritorno al luogo a cui ero sempre appartenuta ed a cui mi permettevi di ricongiungermi.

Camminavamo tra le felci umide di pioggia, le nostre scarpe affondavano nel terreno fangoso, il cielo aveva un colore tutto diverso, una sfumatura che assumeva solamente quando eri tu a dire “guarda lassù”. Volgendo lo sguardo nelle direzioni che mi indicavi mi sembrava di scorgere stralci del paesaggio che tenevi nel cuore, a quel punto mi pervadeva un calore intenso che ancora oggi non saprei definire, un calore che torna a trovarmi ogni volta che penso al tuo viso quasi da bambino.
Eravamo fatti in questo modo, eravamo diversi da tutto, ci appartenevamo  e con gli altri ci sentivamo ospiti sempre sul punto di andar via. Con la mia famiglia me ne restavo sempre lì, sull’uscio dei loro sentimenti ad ascoltare più le parole che non venivano dette che quelle che venivano scagliate imprudentemente,  come armi affilate. Avevo imparato presto quanto le parole potessero ferire, quanto ferissero gli sguardi freddi, i silenzi incolmabili ed altri mille piccoli gesti che qualcosa dentro di me l’avevano spento per sempre. Ma tu l’avevi capito, anche se non riuscivo a parlarne. E delle mie mancanze non me ne hai mai fatto un rimprovero.
Anche a te erano mancate le parole giuste ed i gesti giusti, proprio quando ne avevi più bisogno. Per questo, forse, eri così insicuro e non facevi altro che ripetere di non saperci affatto stare al mondo. Avevamo l’aria di chi alla prima forte brezza sarebbe stato trascinato via, finendo come le rovine al seguito di un uragano. Una volta provammo ad immaginarci trascinati sulle sponde di qualche spiaggia lontana, ridotti in cocci ma stando pur sempre insieme. “Perché anche se andassimo in frantumi qualche parte di noi si ritroverebbe, sempre.” Possedevi una drammaticità elevata per la tua età, per la nostra età. Nel tuo sguardo c’era quel non so che di inesorabile, quell’ombra di una punizione sempre imminente. Io l’avvertivo quando ti incupivi, ci facevamo un po’ più stretti, l’odore dei nostri corpi diventava uno e tutto il resto passava.

Era ottobre, avevo l’aria di chi era appena uscita dalla guerra. Mi portavo ancora tutte le macerie addosso, tu lo vedevi ma mi sorridesti. Fare il bagno nel lago era il miglior modo per ripulirsi dal dolore, l’acqua era gelida, il corpo si intorpidiva ed a quel punto chiudendo gli occhi dicevamo “non ci siamo più”. Un po’ lo credevamo sul serio.
Mi hai rincorso per mille strade, per mille sentieri, sei sempre riuscito a prendermi, nonostante corressi a perdifiato, nonostante sentissi i polpacci in fiamme ed il cuore in trepidazione. Tu mi afferravi e mi tenevi stretta, io non fuggivo più. Osservavamo le alture da lì, da quella collina così lontana da tutto, eravamo i padroni dell’amore, della giovinezza, dei nostri terrori. Eravamo lì sopra  a governare tutto quanto, gridavamo come aquile, ad udirci vi era soltanto il vento ed il ricordo. Me le porto nel petto quelle grida. Devo dirti la verità: non ci sono mai più salita lì sopra; non ho più gridato fino a perdere il fiato visto che tu non c’eri e ad oggi non credo nemmeno più di sapere come si fa.


La verità è che mi hai lasciato in piena guerra, poi. È scomparso così il tuo abbraccio, il tuo bacio della buonanotte, sei scomparso tu e tutto il resto. A quel tempo non capivo perché lo avessi fatto, ora lo so. Avevamo bisogno così tanto l’uno dell’altra che non saremmo mai diventati grandi restando insieme. Io credo davvero che avrei per sempre avuto quindici anni se tu fossi rimasto in quel modo con me. Invece ti sei voltato, ti sei fatto più lontano ed il tempo mi ha presa, mi ha condotta via con sé.
Io ero sempre sull’uscio del cuore degli altri, sul punto di uscire al momento più opportuno, appena me l’avrebbero chiesto. Eppure nessuno me lo chiedeva in maniera esplicita, mi ferivano imponendomi di restare per sentirli disfare tutto quanto, nella maniera più egoista. Ed io ero lì in piedi, sempre. Non cedevo. Anche se faceva male restare confinati in quel bilico. E persino in amore è stato così. I baci non avevano un sapore abbastanza dolce, le risate non erano sufficientemente allegre. Eppure non me ne andavo. Era una battaglia con me stessa. Volevo farmi le spalle forti e sorreggere tutto, volevo dire che non mi mancavi più, che non ti pensavo, che l’amore passa così, come dicono tutti. Invece non è passato, sai?

Sono andata lontano, con il tempo. Sono estremamente distante dalla ragazzina un po’ matta che tenevi tra le tue braccia, da quell’adolescente piena di difetti che dicevi di amare. E sono sopravvissuta alle tue assenze che credevo insopportabili. Ma è proprio perché ho imparato a vivere senza di te, perché ho rimarginato da sola le mie ferite ed ho imparato ad essere forte che ti chiedo: ricominciamo?
È il momento giusto, ora. La trasformazione è compiuta, le mie spalle sanno sorreggere tutti i mali del mondo, sono lo spazio perfetto su cui tu possa riposare quando scende la sera. E tu? Vorrei spogliarti della corazza che ti sei costruito per non restare ferito, vorrei insegnarti che nella vita alcune cose tornano perché sono fatte per essere per sempre. Ricominciamo? Ovunque tu sia. Io e te, ricominciamo
  
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