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Autore: NonnaPapera    01/03/2016    0 recensioni
ERCULES la vendetta di Meg su Ade
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questione di tempistica

Ancora non si capacitava del perché fosse lì, o meglio il motivo lo sapeva perfettamente ed era questo ad irritarlo più del solito.
Non poteva rifiutarsi, dopo quello che aveva combinato solamente un paio di anni prima sapeva di non potersi permettere passi falsi. Suo fratello se non si fosse presentato lo avrebbe di certo ucciso.
Passi la piccola incomprensione della liberazione dei Titani e il suo tentativo di imprigionarlo per l’eternità in una montagna di ghiaccio bollente… però Ade sapeva bene che se fosse mancato alla prima festa di compleanno del nipote Zeus non gliela avrebbe fatta passare liscia.
Sbuffò portandosi indietro con una mano le fiammelle azzurrognole che gli decoravano il capo, Ade avrebbe preferito di gran lunga starsene nel suo oltretomba buio e silenzioso, piuttosto che in mezzo a quella baraonda di gente festante e di mocciosi urlanti.
Volse lo sguardo per la grande sala dell’Olimpo e scorse Hercules abbracciato a Megara che sorrideva. Ecco, giusto la visione di loro due felici e rilassati mancava per completare il quadro.
Meg e il palestrato nipote erano la dimostrazione vivente e spensierata del suo fallimento. Non solo lo avevano gabbato sconfiggendolo su tutti i fronti, ma nel giro di poco tempo si erano costruiti una vita perfetta ed avevano pure concepito un figlio. Come se al mondo ci fossero pochi semidei in circolazione.
Ora quel mocciosetto appiccicoso di zucchero e ambrosia stava giocando tutto felice ed ignaro tra le braccia di Zeus.
“Bleah” l’esclamazione di disgusto gli uscì incontrollata dalla bocca.
Zeus poco distante, sentendolo lamentarsi alzò un sopracciglio irritato, pronto ad incenerire il fratello con una saetta.
Meg però si intromise e con la sua solita vena insolente e provocatoria sorrise a Ade con finta dolcezza. Prese il figlio dalle forti braccia del nonno e si avvicino al padrone dell’oltretomba ancheggiando.
“Tesoro vai a giocare un po’ con il tuo zietto Ade… “ disse mentre gli piazzava tra le braccia il pargolo.
Sul volto del dio di dipinse un’espressione mista tra disgusto e terrore e, tenendo il bimbo con due dita il più distante possibile da sé, mormorò:
“Fai il bravo mostriciattolo…”
Il bambino lo fissò inclinando un poco la testa da un lato poi con un sorriso radiosissimo gli afferrò una mano e giocando gliela stritolò con forza.
“Arghh … tutto tuo padre a quanto vedo” ormai Ade aveva un diavolo per capello, ancora poco e sarebbe di certo impazzito.
Meg lanciò uno sguardo d’intesa con il marito che sorrise, dandole tacitamente il suo consenso a qualunque vendetta volesse perpetrare nei confronti del dio dell’oltretomba… in fondo Ade si meritava una bella punizione per tutto quello che li aveva costretti a patire.
“Oh, ma come sei bravo Ade, non immaginavo che te la cavassi così bene con i bambini” poi voltandogli le spalle disse a voce molto più alta:
“Tutti qui bambini, venite a giocare con li zio Ade!”
Il dio non ebbe neppure il tempo di capire cosa stava succedendo che si ritrovò circondato da una mandria festante, rumorosa ed appiccicosa di nanetti che gli si arrampicavano addosso.
"Toglietemi le vostre sudicie mani di dosso!" Urlò nel tentativo di allontanarli da sé, però ormai era troppo tardi, uno di quei mostri - nella foga del gioco- gli si era aggrappato sulla schiena tenendo in mano un bicchiere colmo di nettare.
In un secondo si ritrovò completamente bagnato fradicio e –cosa ben più terribile ed imbarazzante- con i capelli completamente spenti.
Un urlo di orrore gli uscì dalla bocca, quando si accorse cosa era successo ai suoi magnifici capelli infuocati. Come una ragazzetta imbarazzata, si afferrò la testa con entrambe le mani scappando il più lontano possibile da quella festa orrenda.
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“La pagheranno, o sì! Come si permettono di sfidare così apertamente me… il Dio dei morti!”
Ade ormai ritornato nella sua buia dimora continuava a fare avanti ed indietro per la stanza.
“Ohhh si vedrete che piano magnifico creerò questa volta…”
Pena gli si avvicinò e con timore reverenziale chiese:
“Allora cosa dobbiamo fare? Cominciamo subito con nuovi raggiri e macchinazioni?”
Ade fissò lo sgorbietto con superiorità poi -portandosi una mano alla tempia- si massaggiò la testa con forza.
“No, abbiamo tutto il tempo di fare le cose con calma… prima che i pianeti si riallineino mancano ancora due secoli…”
Pena lo fissò allucinato:
“Due secoli? Così tanto? E nel frattempo cosa dobbiamo fare?”
Ade lo afferrò con una mano stringendolo per il collo:
“Mi pare ovvio, la nostra priorità per ora è una sola” disse, poi allentando la presa e voltandosi di scattò urlò:
“Panico dove sei finito?!”
“Sono qui grande Ade” disse l’altro demonietto arrivando tutto trafelato.
“Hai preso quello che ti ho ordinato?”
“Mi spiace padrone ma non li ho trovati i fiammiferi… in compenso ho preso due pietre focaie…”
“Idiota! Per riaccendere i miei capelli con quelle pietruzze ci vorrà una vita…”
“Padrone…” intervenne Pena per placare gli animi “Non si preoccupi, io se vuole le posso prestare questa bellissima parrucca” ed estrasse una parrucca bionda piena di riccioli poi concluse “In fondo lo ha detto lei abbiamo due secoli per prepararci! Giusto?”






Vecchia storia scritta per lo sfigafandom. Del 2011, la ripubblico qui esettamente come l'avevo scritta, di modo da tenere tutto insieme
   
 
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