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Autore: NonnaPapera    01/03/2016    0 recensioni
Carla progetta di andare al mare con Chiara la sua stupenda e perfetta ragazza...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La perfezione del peperone

Carla si girò attorno per controllare di non aver dimenticato nulla, fece una rapida ispezione della sua valigia e spuntò mentalmente tutto ciò che le occorreva.
  • costume da bagno ... fatto
  • abito da sera... messo
  • Spazzolino, dentifricio, shampoo... presi
  • Computer... quello lo avrebbe preso per ultimo.
Che altro mancava?
Ah si ...
  • macchina fotografica
Per scattare tante belle foto alla sua bellissima Chiara.
Prese la macchina fotografica, mentre con la mente già viaggiava alla splendida settimana che avrebbe trascorso con la sua dolce partner. Non era molto che si frequentavano, sei mesi non erano certamente un periodo lunghissimo, però era come se la conoscesse da sempre.
Chiara dai lunghi e morbidi capelli color ebano, con la pelle delicata e pallida quanto una carezza di luna, Chiara che col suo tono di voce sempre armonioso e basso era la personificazione dell'equilibrio e dell'eleganza.
Molto spesso in quei giorni si era soffermata a domandarsi perché un essere così perfetto qual era Chiara, avesse scelto di donare il suo amore proprio a lei.
Non che non fosse degna d'essere amata, intendiamoci, lei era una donna molto bella, di una bellezza caparbia e sicura di sé.
Sapeva sempre ciò che voleva e non esitava a pestare i piedi a chi l’intralciava nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Certo è che lei e Chiara erano comunque su due livelli differenti.
Alle volte credeva addirittura che la sua bellissima fidanzata non fosse neppure umana, talmente era intensa l'aura di pace e serenità che emanava al suo passaggio.
Ecco perché si chiedeva come mai l'altra non l'avesse ancora lasciata.
Lei era disordinata, disorganizzata, chiassosa, testarda... che altro? Non sapeva cucinare, né tanto meno stirare.
Era talmente disattenta che spesso cambiava il colore ai capi da lavare perché sbagliava a impostare la lavatrice... insomma un vero disastro.
Chissà che ci trovava Chiara in lei.
Sbuffò infastidita dai suoi stessi pensieri, crucciarsi per una cosa simile non era certo una mossa furba, tanto il suo carattere era quello che era e, per quanti sforzi facesse non era riuscita a migliorarlo poi di molto.
E' vero che da quando stava con Chiara era diventata meno rumorosa -anche perché la sua presenza le placava l'animo- ed era per altro vero che i suoi capi bianchi non cambiavano più magicamente colore da alcuni mesi. Però da qui all'affermare con certezza che i fastidiosi angoli del suo carattere si stessero smussando, ce ne passava di strada.
Chiuse la valigia a la spostò vicino alla porta d'ingresso, tra poche ore sarebbe salita in macchina per raggiungere la sua ragazza che era al mare già da alcuni giorni.
Purtroppo un imprevisto al lavoro le aveva impedito di cominciare prima la loro tanto agognata vacanza, insieme a Chiara come se l'era immaginata... però niente e nessuno le avrebbe impedito di concluderla come aveva programmato.
Giornate passate in camera da letto a fare l’amore – senza avere tra i piedi quella fastidiosa sabbia che ti si infila ovunque- pranzetti deliziosi e luculliani, pisolini pomeridiani, compere pazze al pomeriggio e la sera discoteca oppure pub… e per concludere la serata magari una capatina in spiaggia, giusto perché il rumore del mare di notte è estremamente romantico.
Si, un programma puntuale e senza sbavature, solo la perfezione per la sua perfetta fidanzata.
Carla sorrise e si apprestò a caricare la macchina.

Dopo due ore di macchina, passate boccheggiando per il caldo –perché l’aria condizionata aveva deciso giusto un paio di giorni addietro di esalare l’ultimo respiro- , Carla finalmente parcheggiò davanti al piccolo alberghetto che già ospitava Chiara da alcuni giorni.
Spense il motore e aperta la portiera si scollò dal sedile che da più di mezz’ora cercava d’inglobarla a sé.
Sbuffando come un montone di montagna afferrò la valigia e si avviò verso la reception, pregando mentalmente che Chiara non ci fosse, di modo tale da darsi una rinfrescata prima di incontrala.
Per sua fortuna la sua dolce metà era fuori, così poté salire in camera e farsi una meritata doccia ristoratrice.
Finito di sistemarsi, prese il cellulare mandò un messaggio alla fidanzata per chiederle dove fosse.
“ ciao sono arrivata tu dv 6?”
Pochi minuti e giunse puntuale la risposta.
“ in giro aspettami che vengo in albergo”
Carla fissò soddisfatta il monitor del cellulare, si sdraiò sul morbido letto e si rilassò in attesa del rientro di Chiara.
Già si immaginava la scena, Chiara sarebbe entrata bellissima ed angelica come al solito, i capelli un po’ scompigliati dalla corsa e sul viso un colorito rosato dato dal sole e dall’eccitazione di riabbracciarsi.
Si sarebbero baciate, un bacio morbido e sensuale, bagnato dei loro respiri affannati e magari nella foga avrebbero fatto l’amore, proprio lì su quello stesso letto sul quale era sdraiata lei ora.
Rimase ancora per un po’ a fantasticare fintanto che non sentì dei passi delicati nel corridoio.
Certamente era Chiara!
Si alzò e si voltò verso la porta che giusto in quel momento si stava aprendo.
Pochi istanti e sull’uscio apparve Chiara… o per lo meno aveva un non so ché che ricordava vagamente la sua bella fidanzata.
Già perché quella specie di pomodoro rosso fuoco che la stava guardando, sorridendo esitante, certamente non poteva essere Chiara, ecco perché Carla la fissò per alcuni istanti perplessa e poi sconvolta la chiamò:
“Chiara??!”
Lei fece un passo avanti e si richiuse la porta alle spalle.
“Ma che cavolo ti è successo?” domandò Carla guardando le piccole bollicine che la fidanzata aveva sulle spalle e fissando basita la pelle del naso che si stava spelando, rendendo il volto della sua dolce metà molto simile ad un grosso pezzo di carta stropicciata.
“Mi sa che ho preso troppo sole” mormorò mesta mesta Chiara.
“… bhè direi di si! Ma come ti è saltato in mente?” l’aggredì Carla, il tono di voce alterato, non tanto per il ribrezzo –perché neppure con ustioni di quarto grado Chiara avrebbe potuto farle schifo- quanto per la preoccupazione che le scottature le facessero male.
“Mi… dispiace, io volevo solo prendere un bel colorito… solo, solo che ieri mi sono addormentata sotto l’ombrellone e la crema non è servita…” la voce incrinata faceva presagire che Chiara da un momento all’altro sarebbe scoppiata in lacrime.
Carla le andò incontro, con l’intenzione di abbracciarla per consolarla, però si fermò pochi istanti prima di compiere il gesto temendo di poterle far male stringendola.
Chiara notò l’esitazione e la fraintese, scoppiando poi in un pianto dirotto.
“Scusa, lo so faccio schifo, non ti biasimo se non ti vuoi avvicinare, sono stata una stupida…”
Cara, dolce e sensibile Chiara… Carla si perse per qualche istante nella sua contemplazione.
Anche così, con il naso tutto spelacchiato, gli occhi rossi di pianto, i capelli spettinati e arruffati, le braccia di un colorito tendente all’aragosta… anche ora che assomigliava in tutto e per tutto ad un grosso peperone era straordinariamente perfetta.
Carla vedendola singhiozzare disperata le si fece vicino e si azzardò ad abbracciarla, senza però stringerla troppo forte. Poi mormorandole dolci parole all’orecchio la consolò e la fece sedere sul bordo del letto. Le sollevò leggermente il volto e poi baciandola delicatamente la fissò negli occhi gonfi di lacrime.
“Sciocca, sono io che mi devo scusare non tu. E’ solo colpa mia se ti sei scottata!”
Chiara la fissò stranita “Ma che dici? Tu non c’eri nemmeno”
“Infatti, non c’ero, invece avrei dovuto. Sarei dovuta essere lì accanto a te, per spalmarti la crema solare, per girare l’ombra dell’ombrellone verso di te che dormivi tranquilla… per svegliarti e dirti di fare un bel bagno fresco quando il sole si faceva troppo forte. Sarei dovuta essere al tuo fianco per proteggerti, invece non c’ero. Per questo ti chiedo scusa”
Il volto di Chiara si illuminò di gioia e poi la baciò nuovamente mormorando “Ecco perché ti amo! Tu sei unica Carla… tu vedi le cose da una prospettiva tutta tua… una magnifica prospettiva”
Inutile dire che la settimana non si svolse proprio come Carla l’aveva immaginata. Per i primi quattro giorni infatti, la sua principale occupazione fu quella di fare da infermiera ad una dolorante Chiara; il quinto giorno lo passarono a fare compere per i parenti e a spedire cartoline sempre ai suddetti parenti, mentre il sesto giorno lo dedicarono a sistemare le loro cose e a rifare le valigie per partire.
No, decisamente nulla andò come Carla l’aveva immaginato, però quella settimana scoprì finalmente cosa ci trovava Chiara in lei.
Lei era unica, almeno così aveva affermato la sua perfetta fidanzata, perciò c’era da credergli.
Tutto il resto passava in secondo piano.
   
 
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