Bene
(anzi, male xD), siccome io ho soltanto idee banali, ecco a voi
l'ennesima banalità.
No,
davvero, questo terzo Stage è ancora più cretino degli altri.
Portate pazienza, io traggo godimento soltanto tramite la stesura di
cose del genere, per cui prendetelo per quello che è senza troppo
impegno. Ma ormai questo dovrebbe essersi capito xD
Piccola
precisazione:
si tratta del seguito della shot ~Rock,
Paper, Scissors.
L'averla letta è come sempre preferibile, ma non irrinunciabile ai
fini della comprensione di questa bakascemenza.
Vi
rimando al termine per le note e i ringraziamenti^^
~Stage
3
“Permanent
Marker”
featuring
Ryō
Ishizaki
Si
rigirò nel letto.
Fastidio.
Solletico.
Dischiuse
gli occhi a fatica.
Nella
semioscurità gli parve di scorgere un viso, a pochi centimetri dal
suo.
Sbatté
le palpebre per mettere a fuoco ma, nel giro di un battito di ciglia,
ciò che credeva di aver visto si volatilizzò.
Probabilmente
aveva sognato.
Però
cos'era quella penombra?
Notò
che la porta del bagno era parzialmente aperta, e la luce al suo
interno filtrava nella stanza, rischiarando lievemente l'ambiente.
Tsubasa
doveva averla dimenticata accesa.
Si
ripromise di alzarsi entro cinque minuti per spegnerla, ma ripiombò
nel sonno non appena finì di formulare quel pensiero.
***
Takeshi
diede di gomito a Ken, seduto vicino a lui, e portandosi teatralmente
una mano al viso gli mormorò in tono melodrammatico, a metà via tra
l’avvilito e il divertito:
-Oh,
Signore. Ci troviamo dinnanzi ad un processo di involuzione della
specie umana. Peggio che alle elementari…anzi, qui siamo a livello
asilo nido.
Mentre
sorseggiava una bibita, il portiere catalizzò la sua attenzione
verso la persona che aveva suscitato il commento spontaneo
dell’amico, ovvero Tarō,
che li aveva appena raggiunti al tavolo della colazione.
Fu
colto istantaneamente da un'irrefrenabile crisi di ridarella, e per
poco non si strozzò con l'aranciata.
Un
brivido freddo gli percorse la schiena e percepì un clima anomalo
intorno a sé.
Cos’era
quel brusio che si era levato fra i compagni da quando aveva messo
piede nella sala?
E
perché continuavano a ridacchiare, indicandolo?
Ebbe
un pessimo presentimento e, istintivamente, cercò uno specchio.
Come
quello che si era illuso di trovare al suo posto, nella toilette
della stanza che condivideva con Tsubasa.
-Accattivante,
non c’è che dire- sghignazzò il solito Kojirō
incapace di trattenersi, attirando l’attenzione dell'ancora ignaro
numero undici –che amassi
imbellettarti già
lo supponevo, ma non credevo proprio che fossi un simile
intenditore.
Ah,
ecco.
In
effetti, la patetica scusa accampata dall'imbecille integrale che si
ritrovavano per capitano gli era sembrata decisamente sospetta, per
non dire assurda.
Figurarsi
se la donna delle pulizie era veramente venuta a portarselo via di
mattina presto, millantando di un inderogabile quanto improbabile
cambio di arredamento.
A
pensarci bene, poi, era strano anche solo il fatto che si fosse
svegliato per primo sentendola bussare, considerato il suo sonno non
propriamente leggero.
E
comunque, non si era preoccupato di dare molta importanza alla cosa.
Era
semplicemente stravolto, dopo aver fatto le ore piccole ad allenarsi.
Fra
le lenzuola, chiaro.
Era
occupato a riavviarsi i capelli alla meno peggio con il solo ausilio
delle mani quando lui, baciandolo a fior di labbra, gli aveva detto
che tanto non gli serviva, bello com'era.
L'aveva
guardato storto, meditando di rispondere a quell'apprezzamento
pomposamente
fasullo
con una testata.
Che
si sperticasse in complimenti mattutini era un qualcosa che rasentava
la fantascienza.
Volente
o nolente, però, aveva dovuto arrendersi all'evidenza.
Del
maledetto specchio non v'era traccia.
D'altronde,
non si immaginava neppure lontanamente un tiro mancino del genere
proprio da lui,
che
aveva nomea di non essere esattamente una scheggia in quel tipo di
cose.
Pennarello.
Indelebile.
Non
s'era cancellato neanche quando, appena alzato, si era lavato il
grugno insonnolito con acqua e sapone.
Davanti
all'intera compagine e ad alcuni ospiti dell'albergo, osservò
sgomento la propria immagine riflessa, una mano sulla guancia e l'altra
sul primo specchio localizzato.
A
quella reazione, e vedendo le amene decorazioni comprensive di
graziosi baffetti in stile naïf,
i suoi amici o presunti tali si cappottarono in sincrono, rotolando
nelle posizioni più disparate: chi accasciato sul tavolo, chi sotto,
chi svaccato sulle ginocchia del vicino.
Le
risa più forti arrivavano da Ishizaki.
Ovvio.
C'era anche il suo zampino nella faccenda.
Ryō.
Difensore
sui
generis,
dopo anni di fatiche aveva sviluppato un'interessante e fantasiosa
tecnica di bloccaggio, operata esclusivamente dai propri tratti
somatici, purtroppo ormai irrimediabilmente compromessi da tale
pratica malsana.
Difatti,
specie subito dopo gli allenamenti, non era raro riscontrare sul suo
viso tracce pentagonali o impronte di noti brand
di aziende produttrici di palloni da calcio.
Il
suddetto pallone, per lui, era ben lungi dall'essere un amico, ma ci
aveva fatto il callo ed ora ostentava quasi con orgoglio quelle
cicatrici di guerra, griffate Adidas
o Nike.
Con
notevole auto-ironia, alle volte amava definirsi una sorta di sponsor
vivente.
Ore
cinque e quaranta antimeridiane.
Il
buon Ishizaki era stato strappato alle braccia di Morfeo dal bussare
sommesso ma insistente di qualcuno alla porta.
Aprendola,
si era trovato davanti Tsubasa con uno specchio sotto il braccio.
-Ti
sei dato al bricolage,
per metterti a smontare pezzi d'arredamento all'alba?
Gli
aveva biascicato con voce impastata, stropicciandosi gli occhi mentre
lo guardava nello stesso modo in cui avrebbe guardato pure un
lobotomizzato.
Con
fare furtivo ed un'aria da massone, il capitano gli aveva chiesto di
imboscarlo nella sua stanza, perché aveva un conto in sospeso con
Tarō
e necessitava della sua collaborazione.
Era
andato lì essendo impossibilitato a nascondere il famigerato oggetto
sotto il letto.
La
valigia del compagno era allocata nello stesso posto, e raccattando
qualche vestito lo avrebbe sicuramente notato.
Chiunque
altro si sarebbe rifiutato di partecipare a quello scherzo ai danni
di Tarō
“innocenza
fatta persona” Misaki,
lo sapeva.
Ma
sapeva anche che Ishizaki non era della loro stessa pasta.
Difatti,
la sua espressione assonnata mutò repentinamente in un ghigno
giulivo, con tanto di occhioni luccicanti.
Nel
sano cazzeggio goliardico lui adorava piazzarsi perennemente in prima
linea, non guardava in faccia a nessuno.
Ci
stava sempre e comunque.
Tuttavia,
la parte decisiva del diabolico
piano era stata messa in atto dal capitano.
Aveva
dato libero sfogo al suo estro, impreziosendo
il viso della povera vittima con parecchi ghirigori, facendo bene
attenzione a non svegliarlo.
Sì,
perché urgeva una piccola vendetta.
Sentiva
male più o meno in ogni fibra del proprio corpo, compresi muscoli
che aveva dimenticato di possedere, dopo aver trascorso quella
nottata a vestire panni che non erano propriamente
quelli a cui era abituato.
Tarō
si era preso la sua piccola rivincita, gliel’aveva concesso.
Ma
lui mica poteva starsene troppo a lungo in silenzio a subire,
dopotutto.
-Ma
che scherzo del menga- aveva borbottato scuotendo il capo e cercando
con lo sguardo l'autore del misfatto.
Gli
ci volle un po', ma finalmente lo individuò tutto intento a mimetizzarsi fra i due fuscelli Jitō
e
Takasugi, mentre si sganasciava senza alcun ritegno.
Tarō
sospirò, rassegnato. Avrebbero dovuto insignirlo di una medaglia al
valore, un giorno, per la sua capacità di sopportazione fuori dal comune.
Lo
raggiunse e, vedendo quel muso semi-trasfigurato dalle risate,
represse l'impulso di tirargli una ginocchiata sulle gengive,
dicendogli lapidario:
-Grazie
tante per il simpatico siparietto. Vado a levarmi questo schifo dalla
faccia e torno.
Una
spugna abrasiva gli avrebbe fatto comodo, perché il malefico
inchiostro nero non voleva proprio saperne di togliere il disturbo.
Mentre
si sfregava con veemenza la fronte maledisse Tsubasa in tutte le
lingue conosciute, salvo poi girarsi e trovarselo di fronte, ancora
sghignazzante.
-Non
credere che non l'abbia capito, che hai voluto farmela pagare per
stanotte- Lo apostrofò, allargando le braccia esasperato -Devo farti
i miei complimenti, solo tu potevi pensare ad una vendetta così
infantile.
-Sarà
infantile ma è divertente- ribatté lui, senza togliersi il sorriso
ebete a trentadue denti -E poi così impari a stare al tuo posto.
Tarō
replicò con una smorfia di compatimento e tornò a dedicarsi alla
sua ridente attività.
Ormai
erano un po' grandicelli per sollazzarsi ancora con certe trovate
dementi, si disse.
Almeno,
questo discorso valeva per uno solo dei due.
Si
voltò a sbirciare di sottecchi il compagno, che l'aveva lasciato
perdere per andare a rovistare nella valigia, in cerca del pacchetto
di gommose comprato il giorno prima.
-Ne
vuoi? Accetta la mia offerta di pace.- Esclamò lui, porgendogli il
sacchetto.
No,
decisamente.
Diciotto
anni buttati nel cesso, pensò sorridendo fra sé e sé mentre lo
osservava rimpinzarsi di caramelle tutto felice.
~Stage 3 – END~
E
anche per stavolta non ho sforato il tetto massimo di drabble e
parole concessomi. Phew,
le mie dita sono salve xD
Come
avrete avuto modo di leggere, ho ritagliato una piccola
particina per Ishizaki, che mi sembrava a dir poco perfetto nel ruolo
di colui sempre disposto a reggerti il gioco, in nome della Sacra
Bisboccia xD
Vi sarete accorti che, dopo immani sforzi, sono riuscita a trovare il titolo giusto per la raccolta, che mi è venuto praticamente per caso, mentre stavo disegnando (e ti pareva. Uno si spreme le meningi alla ricerca di un'idea e poi TAAAC, la lampadina ti si accende quando manco ci stai più pensando, è un classico xD).
「Bokura」, ovvero uno dei modi per dire “noi” in giapponese. Una semplice parola che può essere pregna di significato e sfaccettature. Per me, non esiste niente di più emblematico ed evocativo di questo ~ ♥ Ah, il disegno che ha ispirato tale titolo (o è il contrario? E' nato prima l'uovo o la gallina? Mah) si trova QUI.
Passiamo alla consueta sfilza di ringraziamenti personalizzati, dove finalmente posso dare spazio alla mia scandalosa lungaggine.
Zia
Arpy,
credo sia palese che io abbia un'ossessione per triangoli e
triumvirati. D'altra parte si sa che tre è il numero perfetto,
sissì. Evinco poi dal tuo commento (e da quanto dettoci in chat
qualche tempo fa) che il tuo uomo e Koji abbiano decisamente molto in
comune, e non so se ciò sia un bene o un male xD
Scherzi
a parte, grazie, come sempre. Apprezzo molto la tua schiettezza nel
dirmi le cose. Eppoi, oltre a divertirmi io in primis, un pochetto
faccio divertire pure te, cosa posso chiedere di più dalla vita (NO, non il maledetto Lucano xD)
Irishbreeze,
ma piantala che mi fai diventare rossa xD Ti ho già ringraziato in
chat, ma mi sembrava doveroso farlo anche qui. E mi fa un piacere
immenso notare che sto raccogliendo nuovi accoliti, perchè G&G
are LOVE.
Guarda,
per il paletto delle 100 parole non credevo neanche io, ma dopo un
po' diventa un'abitudine ed in più è un ottimo esercizio contro la
logorrea xD
Dragoon,
che bello, una nuova leva! Grazie per la recensione e per la visitina
al mio situzzo. Sissì, Tarallo mio è molto più scafato di quello che
sembra. Tsubazzo, invece, si presta troppo bene alle prese per il
chiurlo, sembra essere nato per quella parte xD
UchihaGirl,
mi fai praticamente saltellare di gioia ad ogni commento. Giuro, sto
ancora zompettando per casa con un'espressione ebete tipo quella
canonica del nostro “amato” capitano. Ti bacerei in fronte, se ti
avessi davanti (e a quel punto mi sa che zompetteresti via tu,
terrorizzata però xD)
Non
ti preoccupare, soprassiederò sull'errorino grammaticale della
recensione e per stavolta non ti punirò , solo perché sei tu xD
Renge_no_hana,
vedo
che le ascelle di Kojiro continuano a mietere vittime, LOL. Il numero
nove è talmente burino che non ho potuto trattenermi dal farne la
descrizione che secondo me è la più veritiera xD Ah, per inciso,
credo che i suoi olezzi post-partita siano più devastanti di quelli
di un'intera “pattuglia” di muratori a torso nudo (mmh) dopo otto
ore di lavoro sotto il sole cocente. Mha.
Eos75,
sono lusingata dalle tue parole xD Mi piace molto giocare sulla
promiscuità sessuale dello Tsubolo e sul fatto che la sua donna non
ci arriverà mai, soprattutto perché inconsciamente si rifiuta di
farlo xD Lieta di averti fatto sghignazzare^^
Per ciò che concerne
il buon Koji...no, purtroppo per lui non aveva in vista nessun
impegno lubrico, andava veramente solo ad allenarsi, povero sfigato xD
Releuse83,
la Tsubytarite
sta prendendo piede vedo, e la cosa mi riempie di gaudio xD Ehggià,
Koji è bastardo
inside
ma non così
bastardo, eppoi vuole tenersi tutto il divertimento per sè. Mica
scemo xD
Grazie per i complimenti sui disegni *_* Uno smack
in fronte anche a te.
Cristy8
e
Mizu Seishin,
grazie
per avere la pazienza di leggere ed apprezzare le mie scemate. Mi
rende davvero felice *__*
Bene,
ci siete tutte/i, direi. La mia parte l'ho fatta,
appuntamento nel prossimo capitolo!!(^^)/