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Autore: starmars    02/03/2016    2 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Arya Stark è entrata nella casa del bianco e del nero. Dopo aver imparato a combattere e ad uccidere, deciderà di tornare nel continente occidentale per ottenere vendetta.
“Perchè il Nord non dimentica, e di certo non l'avrebbe fatto lei.”
Non sarà la sola a compiere questa scelta. Anche i Targaryen stanno tornando e i regni del Westeros, dopo una pace durata anni, ricadranno in un periodo di tumulti e di guerre.
**La fanfic prende in considerazione le vicende delle prime quattro stagioni della serie Tv, alcune nozioni aggiuntive sono state prese dai libri della saga. Non c'è alcun riferimento alla quinta stagione.**
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Daenerys Targaryen, Nuovo personaggio, Tyrion Lannister
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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**Questi personaggi non mi appartengono ma sono proprietà di George R.R. Martin. La storia invece è frutto della mia fantasia e qualsiasi pubblicazione della stessa in altri siti è vietata, previa mia autorizzazione ©.

La storia non è stata scritta a scopo di lucro.**



Si accorse di lui.

Fu un attimo quando la vide voltare leggermente la testa e scrutarlo di profilo. Poi la sua curiosità ebbe la meglio e si voltò completamente a ricambiare lo sguardo. Non era che una ragazza qualunque, a giudicare dai suoi abiti. Non aveva niente che gli facesse pensare a qualcosa di interessante. Nemmeno il suo volto era bellissimo, allungato, un po' spigoloso, niente di particolare. Aveva visto donne di ogni tipo, belle e brutte, ma lei non apparteneva a nessuna delle due categorie. Giudicandola così su due piedi, era una ragazza più che normale. Eppure aveva qualcosa nello sguardo che riusciva a catturare la sua attenzione. I suoi occhi non erano molto comuni, avevano una tonalità sfumata di grigio scuro, e oltre a quel particolare colore, fu la forza che trasmettevano ad incuriosirlo.

Aveva sempre pensato che nessuna donna potesse mai reggere il suo sguardo, era troppo intimidatorio, troppo ambiguo, almeno così l'avevano giudicato in molti. Timore, era il sentimento comune a tutti quelli che osavano incrociare i suoi occhi.

Ma i suoi occhi, quelli della ragazza, sembravano immutabili, fissi su di lui, autorevoli e distaccati. Non un solo muscolo del volto reagiva a quello strano incontro e niente, nemmeno il vento che le tirava indietro i capelli sembrava stuzzicarla.

Provò allora ad accennarle un sorriso, divertito da quella situazione, singolare e rara. Si aspettava un ricambio o lo sguardo intimidito che si ritraeva. Invece lei dall'altra parte abbassò leggermente il mento e inarcò il suo sopracciglio guardandolo con un'aria stranita. Mai si sarebbe aspettato quell'atteggiamento, era più che evidente che la ragazza non sapesse con chi avesse a che fare. Tutti con quell'aria di rispetto, di reverenza che si deve ad un principe del suo calibro. Nessuno che osasse intrattenere un atteggiamento di sfida nei suoi confronti. Era forse questo, quello che la ragazza stava cercando di intraprendere? Una sfida nei suoi confronti? Non era possibile, non avrebbe osato, era chiaro come il sole che splendeva quel giorno, che lei non sapeva affatto chi fosse lui.

Così mentre rimuginava sul suo strano atteggiamento, la ragazza ruppe il filo degli sguardi e senza proferire parola si voltò, sparendo dietro la tenda della balconata. Lui la guardò allontanarsi con il suo sorriso divertito, e si stupì di essere incuriosito non solo dal pensiero di quello che era appena accaduto, ma anche da una ragazza qualunque, che si era permessa di fissarlo in quel modo.


Andarsene da quella balconata le era sembrata la decisione più giusta, la situazione stava diventando ridicola.

Era uscita fuori per distrarsi dalla noia di quel giorno. Non era facile accompagnare Daario Naharis nei suoi incontri con la regina argentea anche se questa volta pensò seriamente che per lei ci sarebbe stata una qualche utilità nella missione. Era ormai un'assassina professionista e le capitava spesso di seguire generali o comandanti per delle attività speciali, ma come al solito, anche quel giorno, quando si presentarono entrambi al cospetto di Daenerys Targaryen, quest'ultima l'aveva congedata per richiamare il suo guerriero in una conversazione in privato. Arya sapeva benissimo di che genere di conversazione privata si trattasse, Daario non aveva fatto altro che ricordaglielo per tutta la mattinata: “Scopare con la Regale Madre dei Draghi” .

Rimasta sola anche questa volta e avendo ormai esplorato la maggior parte delle sale di quel palazzo, si decise ad uscire fuori, una volta scoperta una finestra che dava su una balconata. C'era una bellissima vista, da lì riuscì bene a vedere il porto di Braavos e in lontananza il titano, che salutava l'ingresso delle navi. Nell'entroterra, si trovavano le case ammassate tra i canali tortuosi, attraversati dalle piccole imbarcazioni. Riuscì persino ad intravedere la sua casa. Casa, se così la poteva definire, era la casa del bianco e del nero, per lei era stata una piacevole dimora in quei lunghi anni. Lì era stata addestrata a combattere e uccidere. Aveva imparato a covare tutto l'odio dentro di sé, trattenendosi dalla sua voglia di tornare nel continente, per vendicarsi. Si ripeteva sempre che era troppo presto e che lei era ancora troppo impreparata per affrontare i suoi demoni.

Aveva avuto pazienza e nel frattempo erano passati dieci anni da quella volta che aveva bussato alle porte bianche e nere della casa del Dio dei Mille volti. Su quella balconata presa dai suoi pensieri, si sentì improvvisamente addosso uno sguardo disturbante. Aveva subito capito che, vicino a lei si era affacciato un qualcuno a cui non era riuscita a dare un volto. Infastidita dall'insistenza di quello sguardo e, dovette ammetterlo, incuriosita, si voltò appena per riuscire ad intravedere quell'uomo. Scoperto lo strano individuo, si voltò del tutto. Si limitò a fissarlo di rimando, cercando di capire cosa gli passasse per la testa in quel momento. Le parve un tipo strano in effetti, aveva una specie di tunica grigia, ma non le riuscì collocarlo in un preciso ordine gerarchico.

Il volto del suo osservatore era decisamente singolare. Spigoloso, liscio, privo di peli, non aveva barba, né baffi, come invece portavano la maggior parte degli abitanti dell'Essos. Lo sguardo dell'uomo convinse Arya della singolarità con cui si stava misurando.Aveva degli occhi blu intensi, freddi, ed intimidatori. Lei cercò solo di rimanere impassibile e non assunse alcun tipo di espressione. Fu solo quando lui dall'altra parte, le accennò uno dei più improbabili sorrisi ambigui, che Arya gli lanciò un'occhiata fulminante. Infine si voltò, tornando a gran passo nel corridoio.




**Note dell'autrice: Se siete qui a leggere questo primo capitolo, vi ringrazio. Non sono nuova del sito, ma sono da sempre stata un'avida lettrice di varie FF. Questa qui è la mia prima prova da scrittrice, inutile dire che ho paura che non piaccia, ma vorrei sapere nelle vostre recensioni il più possibile, "cosa non va", "Cose migliorabili", "Cose che vi piacciono"...etc. Se notate orrori di ortografia, grammatica, sintassi, non fatevi problemi a farmeli presenti. Sono aperta alle critiche e pronta a correggere gli sbagli. Non è una storia improvvisata, come viene viene, ma il racconto c'è ed estiste in parte nel mio computer, e lì si sta formando piano piano. Pubblico i primi tre capitoli insieme perchè possiate avere un quadro generale migliore e anche perché questo primo capitolo è più un prologo, un breve episodio che per adesso sembrerà non avere peso nella storia. In realtà è importante, il ragazzo è importante. non sarà una storia smielosa, diabetica o piena di romanticismo. Ci sarà Arya in tutta la sua brutalità e insieme a lei ci saranno anche altri personaggi. Vediamo come va! **

  
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