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Autore: alyeskaa    02/03/2016    4 recensioni
Ispirato a "Noi siamo grandi come la vita. "
- Caro Kurt Cobain,
oggi la professoressa di inglese ci ha assegnato il primo compito dell’anno: scrivere una lettera a una persona che non c’è più. Probabilmente lei intendeva un ex presidente, o un tipo così, ma io ho bisogno di qualcuno con cui parlare e con te, forse, ci riesco.
Eri il cantante preferito di Nico. Da quando lui è morto, non so più chi sono. Oggi però è il primo giorno dell’ultimo anno delle superiori, quindi mi conviene capirlo in fretta. Se no, qui, sento che potrei affogare. -
Non davvero tanto triste. Pernico.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Percy/Nico
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: sgranocchiandotacchino
Pairing: Slash, Pernico { PercyxNico } // potrebbero esserci accenni Piper/Annabeth; Piper/Jason; Luke/Thalia; Percy/ Will. non odiatemi.
Conteggio:  { titolo incluso } 21.399  //  non spaventatevi, pls.
Note: è la mia prima volta in questa sezione? E’ la mia prima volta in questa sezione. C’è poco da dire, amo gli anni 90 e la Pernico, quindi beccatevi questo. Spero, però, che la mia OS non sia recensita solo per il tipo di coppia.
E’ visibilmente ed esplicitamente ispirata a “ Noi siamo grandi come la vita “. Vi prego comprate quel libro. Vi prego leggetelo tutto, in due giorni. E’ meraviglioso, non ci sono altre parole per descrivere una simile opera.
Alcune frasi di questa fan fiction sono direttamente quelle del libro. Ho altro da dire? Nope. Recensite. E ricordate che di Pernico non ce ne saranno mai abbastanza. Thank u so so much.  { la grammatica non è perfetta; rispetta quella di Percy. }
Soundtrack:  per questa storia la lista delle canzoni poteva essere infinita. Io però ho scelto questa, perché mi ha colpita profondamente. Dopo averla ascoltata, ho capito che diceva esattamente quello che stavo cercando di dire io. Dunque, mentre leggete anche una sola lettera, ascoltate I'm with you, di Avril Lavigne.
Ringraziamenti:  penso che l'unico, vero,ringraziamento vada alla Volk -la cara Volk-perché ha deciso di leggere, nonostante tutto. E perché  è stata lei a deciderne la pubblicazione.I grazie a tutti voi che leggete sembrano da manuale. E grazie a chi, finalmente, ha deciso di far vincere un Oscar a DiCaprio.
 
 
 
Lettere d’amore ai morti.
 
 
Caro Kurt Cobain,
oggi la professoressa di inglese ci ha assegnato il primo compito dell’anno: scrivere una lettera a una persona che non c’è più. Probabilmente lei intendeva un ex presidente, o un tipo così, ma io ho bisogno di qualcuno con cui parlare e con te, forse, ci riesco.
Eri il cantante preferito di Nico. Da quando lui è morto, non so più chi sono. Oggi però è il primo giorno dell’ultimo anno delle superiori, quindi mi conviene capirlo in fretta. Se no, qui, sento che potrei affogare.
Vorrei capire dove sei ora, e perché te ne sei andato, così magari potrei ritrovare lui, e quella parte di me che si è persa con lui. Ho dovuto cambiare scuola, non potevo più andare alla Might, con gli occhi di tutti che mi avrebbero scrutato in cerca di una risposta.
Non posso dirlo, non posso dirlo a nessuno. E poi, c’era Hazel. Hazel con quei suoi occhi pieni di qualcosa. Dovevo fuggire da quello sguardo, che mi era andato a prendere giù al fiume, che mi aveva chiesto cosa fosse successo.
Sono rimasto zitto, sono sempre rimasto zitto. Non posso raccontarlo a nessuno.
Qui, non c’è nessuno. Nel senso di esserci sul serio. Non so se quando parlo tu riesci a capirmi, o a percepire quello che sento. Non ti conosco.
Ti vidi la prima volta per la foto che Nico aveva attaccato al suo armadio. Era in bianco e nero, stringevi la tua chitarra, ma tra le mani reggevi una sigaretta. Con quei capelli indomabili che ti ricadevano sulla fronte mi hai dato l’idea di uno che si stesse distruggendo.
Forse è così, perché poi ti sei suicidato. E non è quello che è successo a Nico. Non posso parlarne qui, nemmeno con te, che probabilmente sei la persona più vicina a lui. Il fatto che la professoressa Buster, con quei sue grandi occhi da insetto, leggerà tutto ciò mi da sui nervi.
Probabilmente non sto facendo questo compito come dovrei. Più tardi ci riprovo.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
oggi avremmo dovuto consegnare il nostro compito. Io ho guardato il mio blocchetto, e ho pensato a tutto quello che avevo detto su Nico, così l’ho richiuso di scatto. Senza passarlo al compagno davanti.
A volte ho la sensazione di non avere più le corde vocali. Non so se capitasse anche a te, nei momenti di silenzio assoluto dopo un concerto. Non ho aperto bocca per due giorni, a parte per dire “Presente!” all’appello.
A pranzo me ne sto seduto vicino il recinto, ad osservare la gente silenziosamente. Tutti che si muovono, parlano frenetici, si conoscono da tempo. Mi sento un estraneo catapultato in questo mondo per sbaglio. Ho paura di incontrare visi conosciuti, visi che sappiano di lui.
Tutti quelli che mi chiederanno cosa è successo giù al fiume. E ci saranno troppe risposte che non saprò dare. Non potrò dare.
Oggi sono stato di nuovo a casa di Nico. Ci vado spesso, suo padre è un brav’uomo. Ed è l’unico a non pretendere qualcosa da me. Non sapevo che mettere, così prima dell’inizio delle lezioni ho dato una sbirciata nel suo armadio. Era tutto esattamente come l’aveva lasciato quel giorno: i poster di vecchie band rock alle pareti, la collezione di figurine su una mensola, fogli di poesie accatastati alla rinfusa sulla scrivania.
C’è perfino il suo vecchio murales che sta portando giù l’intonaco dal muro, un urlo: Freedom.
Sul cassettone sono poggiate le sue lentine azzurre, che indossava di tanto in tanto. Non hanno gradazioni, e così le ho provate sui miei occhi verdi. Stonavano terribilmente con tutto, e nella mia mente è balenato il pensiero che non sarò mai come lui. Che nessuno sarà mai come lui.
Poi ho aperto le ante dell’armadio un po’ cigolanti per il disuso degli ultimi mesi, piene di adesivi che richiamano la morte, e ho fissato l’interno, in attesa. Perfino tutto quello parlava di lui, tutti quei panni così neri che gli stavano sempre larghi per il suo fisico minuto. E subito ho capito che addosso a me non ci sarebbero  mai potuti stare. Ma poi, piegato non molto accuratamente in un angolo, c’era il suo giubbotto da aviatore. Quello che metteva sempre, ma che quella sera aveva dimenticato. Me lo sono poggiato sulle spalle, e ho sentito uno strano dolore attraversarmi il petto. Così l’ho posato e mi sono steso sul suo letto.
Per un attimo ho sentito il suo odore- davvero-, quell’aroma dal retrogusto di cioccolato e menta piperita. E ho immaginato che lui fosse ancora lì, a sorridermi raggiante come mai aveva fatto.
Per un momento, ho pensato che tutto quello non fosse mai successo. Ho percepito le falene che erano dentro Nico, in cerca della libertà. In cerca della luce che solo lui stesso sprigionava.
Poi però mi sono svegliato. E’ stato come cadere nel vuoto dopo un terribile sogno, con il fiato che mi è mancato in un secondo insostenibile. La realtà mi è piombata addosso. Ho spento il miracolo della mia vita, e non so perdonarmelo.
Mi sono alzato e sono andato a lezione con non poca fatica, per essere assente come al solito. Con la mente a quella sera che non posso raccontare.
Al piano di sotto, Ade – il padre di Nico - mi ha sorriso nostalgico. Doveva aver notato le lacrime sulle mie guancie.
Lui è l’unico che mi sta aiutando in tutto questo. Sa cosa significa perché ha perso tutta la sua famiglia. Prima la moglie, poi la figlia e ora Nico. Nico. Il piccolo Nico Di Angelo.
Lui non pretende risposte, non mi guarda con compassione o,peggio ancora, pietà. Lui condivide questo dolore, anche se farlo non lo diminuisce. Lo raddoppia.
Mi sento terribilmente in colpa. Con lui, con Hazel, con tutti quanti. Perché non posso raccontare cosa è successo quella sera. Altrimenti mi odierebbero. E mi odieresti anche tu, che sei arrivato al punto di spararti in bocca.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Emily Dickinson,
oggi è il terzo giorno che vado a scuola con il mio completo monotono: t-shirt arancione e jeans neri. Ma andiamo con calma.
Innanzitutto, ti scrivo perché oggi in classe abbiamo letto una tua poesia e ne sono rimasto affascinato. Questa cosa di scrivere ai morti è nata per colpa della professoressa Buster, e del tema che ci ha assegnato. Ma se questa è l’unica via di sfogo, la apprezzo.
Pochi mesi fa, all’entrata della primavera, il mio ragazzo è morto. Giù al fiume. Dirlo così lo fa apparire insignificante, ma al solo pensiero il mio cuore si sgretola, come stretto in una morsa d’acciaio troppo forte per me.
Penso di starmi escludendo dal mondo per quelle domande che ho paura arriveranno. Arriveranno ad aggiungersi a quelle che mi manda il mio subconscio. Chi sono? Mi sono perso. Mi sono perso con il corpo di Nico senza vita.
Fisso tutto ciò che è guardabile da fuori alla finestra, evitando qualunque tipo di lezione. Loro non sanno. Non sapranno mai. E per questo non fanno parte del mio vecchio mondo.
Dovrebbe essere questa la motivazione per cui ho cambiato scuola, scegliendo la Sandia. Proprio qui, oggi, la mia voce ha enunciato le parole che avevi composto.
Ho paura che tu capisca come mi sento. Mentre leggevo, e sulle le mie labbra diventavano reali quei versi, mi sono sentito vicino a qualcuno. Per la prima volta, dopo la sua morte, vicino a qualcuno.
La poesia recitava così:
Questa è la mia lettera al mondo
che non ha mai scritto a me –
le semplici cose che la natura
ha detto – con tenera maestà.
Il suo messaggio è affidato
a mani che non posso vedere –
Per amore di lei – amici miei dolci –
con tenerezza giudicate – me.
 
Nico adorava scrivere lettere. Non so a chi scrivesse continuamente, su quei fogli scarabocchiati, componendo poesie che nessuno riusciva a comprendere davvero. Quando lo osservavo, con i ciuffi di capelli neri a coprirgli gli occhi, sembrava fossero quello falene che aveva nel petto a guidare la sua mano.
“Vuoi sentire la mia nuova poesia?” mi chiedeva, negli occhi uno strano luccichio.
“Se mi prometti che non mi perderò al secondo verso.”
Perso, e fottuto,
giro a vuoto,
nel luogo che sento non appartenermi.
Se mi porti a casa,
posso prostrarmi ai tuoi piedi,
posso accoglierti se vuoi.
Se mi aprirai la porta,
posso dirti che non te ne sarai mai andato.
Ma, portami a casa,
e tutto ciò che farò sarà amarti. “
E non era la poesia in sé, quanto il tono della sua voce, che vibrava sopra quelle parole, come se fosse stato creato per ciò. Oggi, leggendo la tua poesia, ho ritrovato Nico.
La voce mi tremava visibilmente, come il cuore, e il panico mi ha assalito, perché sentivo tutti i ragazzi in quell’aula muti spettatori di quel giorno giù al fiume. Quando ho alzato lo sguardo dalla fotocopia, tutti mi fissavano. Come chiedendo una spiegazione.
Poi è intervenuta una ragazza bionda, che è seduta sempre dietro di me. Mi è sembrato che l’avesse fatto solo per salvarmi da tutti quegli occhi.
“ Vostre considerazioni?” aveva chiesto la professoressa Buster, con il respiro in attesa.
“ Io credo che l’autrice si senta sola, quasi persa, in un mondo che non le presta attenzione. La natura è la sua unica via di scampo. “ si capiva che era una ragazza intelligente, dalla sfumatura che i suoi occhi grigi assumevano mentre parlava.
“Io credo che invece, più che scrivere una lettera al mondo la stesse scrivendo ad ogni singolo individuo. Come se volesse scavarci nel profondo. Come se volesse vedere se infine l’avremmo giudicata. “ non so dove ho trovato il coraggio per dire quelle parole, ma sono davvero uscite dalle mie labbra.
La riccia mi ha sorriso, come se avesse capito cosa intendevo dire. E quando tutti gli sguardi si sono fatti troppo pesanti, la campanella è suonata.
Ho tentato di seguire la ragazza fuori dall’aula, finché la professoressa Buster non mi ha chiamato. E credimi, l’ho odiata.
“ Percy, vieni un attimo qui per favore.”
Mi sono avvicinato cautamente, seguendo con la coda dell’occhio la figura che abbandonava l’uscio della stanza.
“ Ho notato che non mi hai più consegnato il primo compito. La lettera. “
“Ah, già. Sì, ci sto lavorando. “
“ Percy, se c’è qualcosa che vorresti dirmi … “ non ho capito il senso delle sue parole finché non ha continuato. “ Insegnavo alla Might prima. Nico era un mio alunno. “
Mi è mancato il fiato. Il mondo mi è caduto addosso, le orecchie non volevano saperne di smettere di fischiare.
Nessuno qui avrebbe dovuto saperlo. Questa era la mia nuova vita. Non volevo quello sguardo.
Ho borbottato qualcosa sul fatto che il compito fosse troppo difficile e sono uscito a testa china dall’aula. Il fiume di studenti nel corridoio era opprimente. Avevo la mente annebbiata e ho pensato che, se avessi chiuso gli occhi, quelle voci mi avrebbero trasportato via.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Jim Morrison,
tu eri l’ideale di ribellione adolescente per Nico. Voleva essere come te. Oggi ho inserito il tuo album e sono rimasto in attesa, della tua voce. E’ diversa da come l’avevo immaginata, ha un timbro profondo che non si addice a quello sguardo che lanciavi a tutti.
Oggi mi sono ubriacato. Il dolore era troppo forte, e sarei voluto semplicemente scendere in strada e urlare. Non so per cosa, forse per la rabbia. La nostalgia. Il gelo nel cuore.
Mi rigiravo la bottiglia di vodka tra le mani. La sua distanza era insostenibile.
Mi ricordai di quando ci ubriacammo per la prima volta. Eravamo in uno squallido locale e volevamo fingerci forti davanti a tutti. Nico aveva a stento quattordici anni. Ordinammo sempre più mojito di seguito, finché non perdemmo la cognizione del tempo.
Dalle labbra piene di Nico –quasi femminili- fuoriuscivano parole senza alcun senso logico. E le mie erano su ogni parte del suo corpo, proprio lì, davanti a tutti.
Poi il barista ci chiese i soldi, e noi scappammo. Corremmo sotto la tempesta, ubriachi, inciampando in ogni sasso. Le nostre mani si cercavano, come i nostri occhi. Quando lo abbracciai – rabbrividiva di freddo mentre l’acqua lo colpiva forte – sentii il suo corpo caldo che sembrava spegnersi a poco a poco.
E piansi, piansi tantissimo. Come se la colpa fosse tutta mia. Ho sempre avuto paura di questo: di spegnere Nico, che era il miracolo della mia vita.
Oggi, quando ho bevuto come un dannato, ho rivisto i suoi occhi indagatori che mi domandavano in modo muto perché stessi piangendo. Quella sera ebbi paura di perderlo, più della sera in cui lo persi davvero.
Alla fine, quando il disco ha smesso di girare, sono sceso davvero in strada. Penso di aver urlato il suo nome, o qualcosa del genere. E mentre lo cercavo con lo sguardo, ho percepito di nuovo quel sentimento che quella sera si era impossessato di me: che la tempesta me l’avesse portato via.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
la testa continua a girare incessantemente dopo l’ubriacatura di ieri, e seguire le lezioni è pressoché impossibile. Oggi, da vicino al recinto, ho osservato Annabeth. Ho scoperto che si chiama così quella ragazza bionda che l’altro giorno mi ha salvato dagli insostenibili sguardi di tutti.
L’ho fissata a lungo, finché non ho memorizzato tutti i suoi soliti modi di fare: il modo in cui ogni tanto porta un riccio dietro l’orecchio, il suo petto che si alza piano mentre respira, il labbro sempre un po’ sollevato verso sinistra. Credo che un giorno di questi le chiederò di sedermi al tavolo con lei, ma non voglio che pensi che ci stia provando.
Oggi ho saltato inglese, perché non ce la faccio a vedere la professoressa Buster dopo quello che mi ha detto. Mi sento sprofondare in una voragine sempre più profonda, e non ho idea di come risalirne. Vorrei raccontarti di quel giorno al fiume, ma non posso.
Ricordo la prima volta che Nico mi fece sentire la tua voce: eravamo in macchina, quando ad un certo punto ha inserito un disco nello stereo ed è partita Heart Shaped box. Siamo rimasti in silenzio finché non è finita, poi lui mi ha guardato con quegli sfavillanti occhi neri e mi ha chiesto: “ Ti piace? “
Ho annuito. Così abbiamo parcheggiato sul lato della strada e abbiamo lasciato che il disco girasse, due, tre, quattro volte.
“ Mi piace come canta. “ ho ammesso, anche se non avevo idea di chi fossi.
“ Canta la paura. E la rabbia. E tutte quelle emozioni che noi abbiamo timore di dimostrare. Sta guardando il mostro negli occhi. “
“ Secondo te, ha vinto o ha perso? “ non so come mi sia uscita quella domanda, ma dallo sguardo che mi aveva rivolto ho capito che era esattamente quello che voleva sentirsi dire.
“ Tutti direbbero che ha perso, perché è morto. “ poi ha alzato un po’ il volume. “ Ma, ascolta. Ci ha lasciato la sua musica, e nessuno ce la porterà via. “
Non posso fare a meno di domandarmi se Nico abbia perso o vinto. Forse, quella sera giù al fiume, anche lui stava guardando il mostro negli occhi. Ma la paura più grande che mi attanaglia lo stomaco è che le falene in cerca della libertà che aveva dentro siano morte con lui.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy Winehouse,
oggi è successa una cosa strana. Ho, per la prima volta da due settimane, parlato con qualcuno che non sia la professoressa di inglese. Oggi, a pranzo, ho visto Annabeth che sgranocchiava un Nutter Butter, i biscotti al burro d’arachidi preferiti di Nico.
Mi è venuto da piangere, perché ricordavo quando andavamo a fare la spesa e Nico, da dentro il carrello, ne afferrava una confezione, ridendo. Qualcosa si illuminava dentro di lui quando mangiava quei semplici biscotti.
Così, volevo quasi sparire, diventare tutt’uno col recinto. Poi, ad un certo punto, una vampata di coraggio mi ha colto impreparato. Non so perché, ma mi sono alzato e ho fatto un paio di passi verso Annabeth. Poi l’ho vista sorridere in direzione di qualcuno, e sono tornato seduto. Ho preso fiato e mi sono alzato di nuovo. E così per un po’, finché non mi sono avvicinato troppo.
Annabeth mi ha visto ed ha esclamato: “Ehi! Tu sei con me ad inglese! “.
Io le ho sorriso ed ho borbottato un “ Sì “ molto debole.
Non sapevo che fare, le mani cominciavano a sudarmi e avevo paura che un ricordo troppo nitido di Nico mi tornasse in mente proprio in quel momento. Così mi sono seduto all’estremità della panchina.
E proprio quando Annabeth stava per dire qualcos’altro, una ragazza si è seduta di fronte a lei. Aveva i capelli castani, di quel castano quasi monotono ma che addosso a lei stava benissimo.
“ Allora, chi è il fortunato? “ ha domandato con un sorriso che sembrava provenire direttamente dal paradiso.
“ Lui è uhm… “
“Percy. “ ho detto mentre la mia voce assumeva una sfumatura di sicurezza in più.
“ Percy. Sta ad inglese con me. “
“Figo! “ ha esclamato lei, ma io non capivo cosa ci trovasse di figo a frequentare lo stesso corso. “ Io sono Piper. “
Le ho sorriso, era di una bellezza ammagliante ma genuina. E poi abbiamo iniziato a conversare, proprio come delle persone normali.
“ Allora, Percy, che genere di musica ascolti? “ mi ha chiesto la moretta, sorseggiando un succo di frutta un po’ particolare.
Per un attimo, il panico mi aveva preso. Lo stomaco mi si era chiuso, quasi contratto. La musica non aveva mai fatto propriamente parte di me, non come per lui, che dopo la poesia la musica era tutto.
Così, ho pensato di rispondere come avrebbe fatto lui. Ho pensato che, magari, se avessi provato ad essere più simile a lui, mi sarebbe mancato di meno. E mi sarei sentito meno in colpa.
“ Uhm. Rock vecchio stile, tipo anni novanta o sessanta. “
“ Fighissimo! “ ha esclamato Annabeth, illuminandosi letteralmente, ridendo anche un po’.
“ Lei adora Amy Winehouse. Non ascolta altro. Perdonala. “ Piper le ha rivolto un’occhiata che la diceva lunga, ma Annabeth non si è minimamente offesa.
Io non sapevo che dire, non conoscevo Amy Winehouse. Non ti conoscevo.
“ Bene, se ascolti vecchio rock sarai sicuramente a conoscenza del club dei ventisette. Amy è stata l’ultima, e già questo descrive la grande artista che è. “
Per un momento, mi è mancato il fiato. Mi è sembrato di essere morto, impiccato, appeso al filo leggero che mi divideva dalla vita. Nico me ne parlava sempre, del club dei ventisette.  E diceva di voler superare quell’età, perché se sei un vero artista non puoi lasciare tutto così.
Avrebbe compiuto sedici anni a maggio.
Poi però, mi sono ricordato che ero lì, nel cortile della scuola, in pausa pranzo. Che stavo conoscendo Annabeth e Piper come se fossi stato Nico.
“ E’… “ mi sono schiarito la gola, ritornando nel mondo dei vivi. “ E’ quella ragazza tremendamente carina che ha sempre quel trucco da Cleopatra. “
“ Dannatamente carina che diceva di trovarsi orribile nelle interviste. “ precisava Annabeth, fissando un punto lontano, come se sperava di vederti apparire lì da un momento all’altro.
Alla fine, la conversazione è andata avanti fino al riprendere delle lezioni. E mi sono sentito incredibilmente bene.
Adesso, sono qui che ti scrivo. Ho sentito molte tue canzoni. Avevi una voce davvero profonda per il tuo corpo minuto. Ed eri una bravissima poetessa, per scrivere tutte quelle parole che venivano da te.
La tua voce nascondeva una ferita. Ed è stato come quella sera giù al fiume. Gli occhi di Nico mi osservavano, sfavillanti come sempre, ma nascondevano una ferita. Una ferita che non sono riuscito a curare, ed è stata il motivo per cui è caduto.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt,
per tutto il weekend ho pensato che Piper e Annabeth si sarebbero dimenticate di me. Invece, quando il lunedì sono entrato nella classe di inglese, la riccia mi aspettava con un sorrisone, e mi ha fatto un cenno per incitarmi a prendere posto accanto a lei. Abbiamo borbottato per tutta la lezione, senza un minimo di interesse verso quello che l’insegnante stava spiegando.
La professoressa Buster mi ha fissato tutto il tempo con quei suoi grandi occhi da insetto, finché al suono della campanella non mi ha chiamato un’altra volta. Mi sono avvicinato cautamente alla cattedra, come se aspettassi arrivare l’apocalisse proprio in quel momento.
“ Allora, Percy, come stai?” sapevo che era solo una domanda di circostanza, una di quelle che ti fanno gli adulti, senza magari nemmeno aspettarsi una risposta.
Mi sentivo male, dannatamente male, perché cercavo di essere come lui, consapevole che come lui non ce ne sarebbero mai stati. Mi sentivo colpevole per quella sera giù al fiume, e un vigliacco perché non ero stato in grado di raccontarlo a nessuno, neppure ad Hazel.
“Bene, suppongo. “ ho risposto, senza sostenere il suo sguardo. Perché sapevo già che sfumatura avrebbe avuto: di compassione.
“ Non mi hai più consegnato il compito, nonostante ti avessi concesso più tempo. “
“Sì, io… lo sto ultimando. “
“ Non mi è sembrato un compito così difficile, o sbaglio? Forse qualcosa non ti è chiara?”
Volevo sprofondare, perché sapevo dove sarebbe andata a parare la conversazione. “No, ecco… “
Si è passata le mani sul viso e mi ha squadrato per un po’. “ Nico era un ragazzo speciale. Forse eri l’unico che riusciva a comprenderlo. “
Mi sono salite le lacrime, e sapevo che se avessi parlato la mia voce si sarebbe spezzata. Così sono rimasto zitto.
“ Mi dispiace per quello che gli è successo, e quello che ti è successo. “
Ho stretto i pugni così forte che le nocche sono diventate bianche. Lei che ne sapeva? Cosa ne avrebbe mai potuto sapere? Quello era il nostro mondo e lei non ne avrebbe mai fatto parte.
Ho annuito, però.
“ Per me è molto importante che tu consegni questo compito. “
Ho annuito di nuovo, e alla fine sono uscito dall’aula perché ormai avevo capito che la conversazione era finita. Solo alla pausa pranzo ho rivisto Annabeth, e anche Piper, perché a parte inglese non abbiamo nessun corso insieme.
“ Ehi Percy! “ mi ha salutato la mora. Piper è sempre allegra. Ho scoperto molte cose su di lei: la sua famiglia è totalmente assente, vive dai nonni che sono malati e per questo ha bisogno di molto affetto. Tutti i ragazzi della scuola ci provano con lei, e sta sempre con un ragazzo, a volte anche più di uno. Adesso è fidanzata con un certo Jason, che va già al college.
Annabeth mi è sembrata un po’ infastidita quando me l’ha rivelato, ma non ho capito il perché.
“ Ehi. “ le ho salutate, con un mezzo sorriso.
“ Vuoi? “ mi ha chiesto la bionda, porgendomi il pacchetto dei suoi Nutter Butter.
Ho deglutito un paio di volte. Sembra strano, ma io non ne ho mai provato uno. Erano una cosa che apparteneva a Nico, solo sua.
Qui alla Sandia, invece, tutti quanti invece del pranzo comprano i Nutter Butter. Io non ci riesco. Preferisco riscaldarmi qualcosa a casa.
Alla fine, ho rifiutato. Avevo paura che Annabeth si sarebbe offesa, ma non lo ha fatto.
“ Allora, che ne dite di venire da me alla fine delle lezioni? “ ha chiesto Piper.
Fortunatamente, oggi sarei dovuto tornare a casa col bus. Così ho avvisato mia madre in un messaggio che avrei fatto più tardi, e le ho detto di sì.
Ogni lezione della giornata mi è sembrata inutile.
Siamo andati a casa di Piper a piedi. Le ragazze si divertivano ad alzare la maglietta per mostrare le tette alla gente, per poi correre via. Anche io correvo con loro, e ridevamo di gusto per interi isolati.
Finché, ad un certo punto, non è venuto a piovere. Avevamo i capelli attaccati al viso, ma continuavamo a divertirci. Prima di arrivare a casa di Piper, abbiamo fatto un’ultima corsa. Io sono arrivato primo, e mentre le vedevo all’angolo della strada venire verso di me, ho sentito la lastra di vetro che mi divide dal mondo.
Tutte quelle bugie, quelle cose che non posso raccontare e mi tengo dentro. Mi dividono dal mondo, in modo netto. E dato che tutto quello che c’era attorno a me era sparito, ho provato a concentrarmi sulle gocce di pioggia.
Ad un certo punto avrei potuto contarle, mentre ascoltavo il loro gentile ticchettio. E in quel momento mi è sembrato che anche il cielo piangesse per la sua morte.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Janis Joplin,
la tua morte è stata definita accidentale. Anche quella di Nico lo è stata.
Tu sei stata cremata, anche Nico.
Siete dannatamente simili, nella vita e nella morte. Oggi, non avendolo nulla da fare, ho letto un necrologio che descriveva Nico come un ragazzo solitario ma affidabile. Affidabile. Ho riso amaramente con le lacrime agli occhi, perché nessuna di queste persone conosce veramente Nico.
C’era anche un articolo di giornale, intitolato “ Adolescente muore tragicamente. “ E poi più niente, Nico finisce così, con poche parole buttate da qualcuno su un web.
Non voglio credere che tu ti sia uccisa. Che abbia assunto apposta quella dose di eroina, letale. Forse non volevi morire, ma c’era una ferita troppo grande nel tuo animo. Tutti i fili dentro di te si erano spezzati.
Ade non mi ha mai fatto domande. Solo una volta, un paio di giorno dopo la tragedia. Ero a casa sua, cercavamo di consolarci a vicenda. C’era anche Hazel, ma era fredda e silenziosa. Ce l’ha a morte con me perché non sono riuscito a spiegare cosa è successo.
Lui comunque stava facendo dei waffle, quando mi ha domandato, guardandomi negli occhi: “Percy, si è buttato? “
Mi sono sentito in dovere di sostenere quello sguardo, per quanto fosse difficile. “ No. “ ho risposto, semplicemente.
Si è voltato ed è tornato al suo piatto. Ha cercato di nasconderlo, ma aveva le lacrime agli occhi. Hazel mi ha guardato sprezzante, ed è uscita dalla stanza. Così, senza una parola.
Io però ho capito il senso di quella domanda: Bianca – la sorella di Nico- era già morta suicida, e sono sicuro che il padre non ne avrebbe sopportato un altro.
Nico è stato cremato perché, quando il suo corpo è stato ritrovato, lo hanno definito ‘ irriconoscibile ‘. Io non l’ho mai visto. Non ho mai visto un morto.
Vorrei dirti di più, ma davvero non ci riesco. Non so come spiegarti che è stata tutta colpa mia quella sera. Non del fiume impetuoso primaverile. Non del vento freddo. Non del suo corpo leggero.
E’ stata tutta colpa mia, e sono al punto di non ritorno in cui se lo dicessi a qualcuno, tutti i fili dentro di me si spezzerebbero. Proprio come è successo a te.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy Winehouse,
oggi siamo andati tutti al vicolo del fumo. E’ il posto dove vanno tutti quelli dell’ultimo anno, o tutti quelli fighi, per fumare. Piper non è dell’ultimo anno, ma è nostra amica.
Li mi hanno presentato un certo Luke, che dovrebbe avere la mia età, ma è stato bocciato un paio di volte. A quanto pare, è ossessionato dai Guns n’ roses e porta sempre maglioni con le toppe della band.
Nico mi nominò questa band un paio di volte, per una certa Sweet Child o’ mine.
Ha distribuito una sigaretta ad ognuno di noi e ce le ha accese con un enorme accendigas da cucina.
“ Allora, “ ha detto, espirando. “ Ho il piacere di conoscere?”
“Percy. “ ho detto semplicemente,per poi aggiungere:” Percy Jackson. “
“ Ma sei nuovo qui?” mi ha guardato sbilenco, come se già sapesse tutto ma voleva sentirselo dire.
“ Sì, ho cambiato scuola. “ ho deglutito, portandomi di nuovo la sigaretta alle labbra. Non volevo che mi chiedessero del mio passato.
E proprio mentre Piper stava per aggiungere qualcosa, è arrivata un’altra ragazza. Aveva i capelli neri e due occhi così azzurri da scrutarti nell’animo. E’ la ragazza di Luke, ma da come si sono baciati ho capito che si amano davvero.
Io non sono riuscito a sostenere quella visione. Dei loro sguardi che si completavano, delle loro mani sempre a sfiorarsi. L’amore tra di loro è un filo teso ben visibile. Come lo era per me e Nico. E il fatto che non esista più, che possa essersi spezzato, mi fa venire i nervi.
Ti scrivo questa lettera con tutta la rabbia che ho in corpo, ma forse è anche un po’ la vodka che mi circola nelle vene al posto del sangue. Sono furioso, perché non dovevo restare solo.
Comunque, la ragazza si chiama Thalia. Si è presentata con un “ Io sono una di quelle persone che vengono considerate strambe.“
Ci ho riflettuto molto da quando sono tornato a casa. Forse, in fondo, lo siamo tutti. Ognuno di noi ha qualcosa che lo rendo strambo a modo suo. Ognuno è frainteso.
In quel vicolo, però, mi sono sentito bene. Con Piper e Annabeth che si lanciavano strani sguardi e l’amore di Thalia e Luke tra tutti noi.
Per un attimo mi sono sentito quasi in colpa. Perché mi sto facendo una vita senza di lui. Perché so stare bene senza di lui. Ho un bisogno quasi fisico di sapere cosa ne pensa lui, e se ne sarebbe d’accordo. Non posso, perché non so che fine abbia fatto.
Tu che fine hai fatto, Amy? Sto ascoltando la tua musica in sottofondo, e mi sembra quasi che tu sia ancora qui. Hai semplicemente smesso di esistere da un momento all’altro?
Perché per Nico è stato così. E’ caduto, e improvvisamente non esisteva più.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt,
oggi ho riletto la lettera di suicidio che Nico mi spiegava tante volte con occhi sognanti. La tua voce è stata la prima e l’ultima che mi ha fatto sentire. Sempre nella stessa macchina, sempre lo stesso cd un po’ graffiato. Sei la persona che mi lega di più a lui, e un po’ ti odio per questo.
Perché tu ora sei libero, e sei di là, senza soffrire. Mentre io sono qui a combattere con tutto quello che è rimasto.
Comunque, riesco a capirti. Anche io spesso mi sento così. Quando, per esempio, mi siedo vicino al recinto e osservo la gente. Il loro respirare silenziosamente. Mi sento così vicino a tutti e mi sembrano tutti così buoni. Non penso che riuscirò mai ad avvicinarmi davvero a tutte queste persone. Ho troppi pesi sulla coscienza, e la mia anima è così sporca che non so come fare.
Oggi ho cercato di togliermi tutto questo di dosso. Come se volessi spogliarmi della mia corazza, della mia seconda pelle, che mi si era cucita addosso in tutti questi mesi. Insostenibili mesi senza lui.
Ricordo di quando io e Nico ci baciavamo sul ritmo delle tue note. Il suo corpo minuto così stretto al mio, il suo respiro fuso con il mio.
Mi sembra, da quando è morto, di essere in apnea. Ho bisogno di respirare, ma non ci riesco, non senza l’ossigeno che mi dava lui.
Ormai ubriacarmi per me è diventato quotidiano. A volte lo faccio senza pensarci, come un gesto automatico, e non me ne ricordo neppure.
Così, quando sono andato da Hazel dovevo essere un po’ brillo. Sono rimasto molto tempo con la macchina posteggiata di fronte il portone della tua casa, a sentirti urlare tutti quei sentimenti. Quando il disco è partito per la terza volta, sono sceso e ho bussato.
E’ stata proprio la riccia ad aprirmi. Hazel è la cugina di Nico, ma ha sempre fatto parte del nostro mondo. Ricordo quanto fosse brava nel gioco del morto.
Nico era così ossessionato dall’idea della morte che creò questo gioco, da fare nel suo quartiere: ci dovevamo stendere bendati in mezzo alla strada e attendere che arrivasse una macchina; poi, utilizzando solo l’udito, dovevamo capire quando fosse troppo vicina e rotolare via.
Nico vinceva sempre. Io seduto sul marciapiede lo osservavo steso lì, sembrava davvero senza vita, e pregavo tutte le stelle che si spostasse in tempo. Anche Hazel adorava questo gioco, ma non riusciva mai ad essere brava quanto lui.
Comunque, ho deglutito un paio di volte e l’ho guardata negli occhi. Sono così diversi dai suoi, molto più chiari.
Lei aveva una mano sulla porta, in attesa che io dicessi qualcosa. Per un attimo ho pensato a quello che le stava succedendo, e se anche lei si stesse facendo un’altra vita.
“ Quella sera, giù al fiume, “ ho iniziato, quasi sussurrando. “ lui stava volando. “
Ho giurato di veder formarsi una lacrima all’angolo del suo occhio, prima che mi sbattesse la porta in faccia, furiosa.
E ho capito che non avrei mai potuto riparare quell’errore. E’ tutta colpa mia, ma nessuno riesce a capirmi.
Così recitava il tuo messaggio: “Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. “ Anche la mia dovrebbe esserlo, ma perché nessuno mi comprende? L’oscurità in cui sono piombato modifica ciò che sono?
A volte vorrei che lui non fosse morto solo perché così non dovrei spiegare tutto questo a nessuno. Le altre volte, per tutte le altre cause.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Jim Morrison,
tra un po’ c’è il ballo della scuola. Non si parla d’altro, in cortile,per i corridoi. Alla Might i balli erano sempre un fallimento, e da quando stavo con Nico avevo smesso di andarci.
Ma adesso, non so che fare. Probabilmente inviterò Annabeth, perché non ha nessun accompagnatore e la cosa sembrava infastidirla. Vorrei andare con Piper, ma lei ha già Jason.
“ Jason mi accompagnerà con la sua nuova macchina. “ ha detto oggi a pranzo, con un ghigno soddisfatto in volto.
“ E come mai uno del college vuole venire ad un ballo del liceo?” ho chiesto io, curioso, perché non riuscivo a spiegarmelo.
“ Beh, ovviamente per me. “ Annabeth ha storto la bocca.
Oggi Piper aveva una graziosa treccia. E’ davvero una bella ragazza, e non capisco perché sprechi tutto questo.
“ Tu con chi ci vai? “ ho chiesto alla bionda.
“Nessuno mi ha invitato in realtà. E’ un po’ triste pensare alla possibilità di non partecipare all’ultimo ballo scolastico. Ma non fa niente. “
“Dovresti andare.” ho detto, semplicemente. Lo credo davvero, perché oggi rimpiango di non esserci andato con Nico.
Quando c’è stato il ballo, ci siamo messi entrambi lo smoking. Lui stava benissimo, con quella camicia blu notte e i pantaloni di pelle.
L’ho fatto salire sulla mia auto e dopo esserci guardati un po’ negli occhi siamo scoppiati a ridere. Poi è partita la tua “ Hello, i love you.
Era perfetta per il momento. Era tutto perfetto. I baci bagnati che ci scambiavamo sui sedili posteriori, famelici. I suoi vestiti che scivolavano via dal suo corpo.
Lui così vicino, con il fiato corto e gli occhi sognanti. I nostri corpi che diventavano uno, i vetri appannati e la confusione di una strada di periferia.
Le macchine che sfrecciavano veloci, le luci della città: era tutto troppo distante per il nostro mondo.
Oggi, stavo pensando che da quando Nico è morto non ho più fatto sesso. Volevo approfittare del ballo, della ragazza che avrei invitato, dell’ubriacatura generale. Ma non mi va di farlo con Annabeth. E’ un’amica per me, e vorrei che lo restasse.
E poi, inizio a pensare che tra lei e Piper ci sia qualcosa. E’ strano, ma l’ho capito da come si guardano, semplicemente.
Spero che per loro ci sia il lieto fine. Perché il vero amore non dovrebbe mai morire. Neppure se nasconde un segreto, e se lo rivela su un fiume troppo impetuoso.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy,
prima che Nico sparisse pensavo alla morte come qualcosa di lontanissimo. Lui, invece, mi parlava sempre di Bianca, sua sorella maggiore morta suicida.
Era la sua stella più luminosa, il suo riferimento, ed era probabilmente la persona che più amava al mondo. Si sentiva in colpa per la sua morte, ma io non riuscivo a capire. Forse perché non ho mai fatto parte della vita di Nico prima del liceo.
Pensando a questo, ho percepito la lastra di vetro che mi divide dal mondo. A come stia escludendo tutti dalla mia vita. Annabeth e Piper non mi conosceranno mai, e penseranno sempre a me come qualcuno di così simile a Nico. Vorrei urlare, o piangere. Ma posso solo implodere lentamente.
Oggi ho chiesto ad Annabeth di venire al ballo con me. E’ stato un po’ imbarazzante in realtà, perché non sapevo come fare. Non mi andava di lasciarle uno stupido cuoricino nell’armadietto. Così, mi sono avvicinato e gliel’ho chiesto semplicemente.
“Ehi. “
“Oh, Percy. Ciao!”
“Senti… “ comportati come avrebbe fatto lui mi ripeteva la mia mente. E avrei davvero voluto darle ascolto. “ Mi chiedevo… ti andrebbe di venire al ballo con me?”
“Io… io e te?” ha balbettato un po’ all’inizio. “ Oh, okay. Cioè sì, ci vengo. “
Mi ha sorriso, ma è stato un sorriso strano. Come se sapesse che nascondevo qualcosa.
Anche io ho sollevato gli angoli delle labbra. Finché all’improvviso ha esclamato: “Su, andiamo al vicolo del fumo!”
“ Ma… io ho-“ ho tentato di spiegarle.
“Oh, sei all’ultimo anno, saltare una lezione non ti causerà nessun problema. “
Ho annuito, e poi siamo usciti. Lì c’erano già Luke e Thalia, come se avessero previsto il nostro arrivo.
“ Buonasera. “ ci ha salutato lui, un braccio sulla vita di lei, che è rimasta in silenzio.
“Ehi. “ ho detto io. Desideravo davvero di star simpatico, a tutti e due.
Annabeth si è accesa una sigaretta e si è abbandonata contro il muro. Ha iniziato a cantare Rehab. Abbiamo riso tutti, perché è davvero stonata.
“Che farete dopo il liceo?” ha domandato, improvvisamente seria.
“ Penso di arruolarmi in una band rock. Saremo la resurrezione dei Guns n’ roses.” Ha riso un po’ il biondo. “ No, okay, vorrei arruolarmi nell’esercito. “
Mi si è stretto lo stomaco. Non sapevo che rispondere. Non ne avevo mai parlato con Nico, né avevo una mia idea.
“ Io vorrei salvare più vite possibili.” Ha scosso le spalle Annabeth. “ Penso che farò il dottore, anche se è tremendamente noioso. “
Thalia è rimasta zitta tutto il tempo.
“ E tu, hermano? “ mi ha fatto cenno Luke, con il capo. Mi sono acceso una sigaretta, osservando la fiamma divampare.
“ Penso che farò il college. “ sono rimasto sul vago.
“ Ti piace studiare, più della signorina salva-vita qua, eh?”
“In realtà no. “ ho sorriso amaramente, scuotendo il capo. Era quello che faceva sempre lui. Intelligente senza applicarsi.
“ Buona fortuna, allora.” Ha sorriso, rivolgendo lo sguardo altrove. Thalia è rimasta zitta tutto il tempo.
E, in quel momento, ho avuto paura di perderli. Tutti. Anche se ci conoscevamo da poco più di un mese. Anche se non avevamo condiviso praticamente nulla.
Chissà se anche tu sia vissuta con la costante paura di perdere qualcuno. Forse è stato questo cieco terrore a farlo cadere nel fiume, quella sera. Ma sono sicuro che anche lui avesse paura. E vorrei tornare indietro, per prenderlo per mano e sussurrargli: “ Lo so che hai paura, ma io ci sono e non ti lascerò cadere.”
Vorrei che non ti fossi lasciata andare. Vorrei che non si fosse lasciato andare. Così lui sarebbe ancora qui, e io anche.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy,
il ballo è stato strano. Strano non nel senso che c’erano troppe luci colorate o troppi alcolici, che ti facevano perdere la cognizione del tempo.
Semplicemente, sono accadute cose che non mi sarei mai aspettato.
Sono andato a casa di Annabeth sorridente, con una punta di gel nei capelli. Lì ho conosciuto suo padre. E’ un uomo simpatico, sempre con la battuta pronta. Ci sono molte foto di una vecchia famiglia, sbiadite e impolverate, sulle mensole. Io ho capito subito.
Forse non sembra, ma prima anche io avevo una famiglia. Eravamo un trio vincente, e amavamo il mare, che fosse inverno o estate. Quando poi ho conosciuto Nico, la sua famiglia spezzettata e inesistente, mi è balenato in mente il pensiero che averne una sarebbe stato sbagliato. Mi sono allontanato sempre di più da loro, sfuggendo a quel controllo che mi opprimeva, rendendoci tre estranei sotto lo stesso tetto.
Quando io e Nico ci fermavamo alle panchine a fumare, mi ricordava quanto fosse sbagliato.
“ Non dovresti farlo. “
“Fare cosa?”chiesi, osservando le foglie muoversi lievemente sugli alberi.
“Allontanarli. “rispose, scuotendo la testa per spostare un ciuffo di capelli dagli occhi. “Allontanare i tuoi. Sono la tua famiglia. Quello che ti resterà per sempre.”
Io scossi le spalle.
Adesso, so che aveva perfettamente ragione. Vorrei non aver sbagliato in quel modo con loro. Ma non riesco a tornare indietro. Questa è la cosa che mi da più fastidio, mi sento sempre impotente, quando penso di non poter tornare indietro. Con nessuno.
Comunque, ero a casa di Annabeth. Ci siamo fatti delle foto con la sua Polaroid, mentre le paillettes del suo vestito corto mi sfioravano la coscia coperta da un pantalone che sarebbe dovuto apparire elegante.
“ A casa per mezzanotte. “ ci ha avvertito il padre, ridendo mentre beveva qualcosa che assomigliava parecchio al rum.
“Certo, papà.” Ha sorriso Annabeth, genuinamente, mentre chiudeva la porta di casa dietro di sé.
Per tutto il viaggio è rimasta silenziosa, così ho pensato di farle ascoltare una vecchia canzone. Ho messo I wanna dance with somebody a ripetizione, perché mi è parsa la più appropriata. Alla fine, quando ho parcheggiato nei pressi della scuola e le ho domandato il più semplice degli:”Scendiamo?”, lei ha aperto bocca.
“ Scusalo. “ ha detto. Io dovevo avere lo sguardo interrogativo, perché si è affrettata ad aggiungere:” Mio padre. Non ha mai superato la morte di mia madre. “
“ Oh. Mi dispiace. “ ho deglutito. Non potevo aggiungere null’altro, per quanto volessi consolarla.
“Certamente potremo fare più tardi di mezzanotte. “ ha sorriso.
“ Certo. “ c’è stato un lungo silenzio, e ho notato le sue gambe nude tremare. “Come è morta?” ho azzardato.
“Come Amy.” Le sono salite le lacrime.
Mi ricordavo di come fossi morta, perché certamente quando un miracolo si spegne non lo dimentichi.
“Penso che dovremmo andare. Scusami.”
“Ma no. A volte mi sento così bene, a parlare di lei e di che persona fantastica fosse. Forse, i migliori sono i primi a lasciarci. “ ha evitato di piangere, perché le sarebbe colato tutto il trucco. “Voleva fare l’attrice, ma non ci è mai riuscita. “
“Però ha trovato qualcosa di molto meglio.”
“Sarebbe?” ha detto, con tono interrogativo.
“ Te. “ e ho sorriso. Di un sorriso vero, forse dopo troppo tempo.
E, a quel punto, è stato come se la voglia di vivere le fosse improvvisamente tornata. E’ saltata in piedi ed è scesa giù dalla macchina, correndo perfino ad aprirmi lo sportello.
“Penso che dovremmo andare a ballare.” Ha esclamato, con il più radioso dei sorrisi. Sembrava già ubriaca persa.
“ Oh, o-okay.” Dovevo apparire parecchio spaesato. Ha riso e mi ha preso sottobraccio. Ci siamo avviati così all’entrata della scuola, vicini.
E’ stato strano sentire il suo fiato ridente e quel tepore che il suo corpo emana. E’ così diverso da quello di Nico, e mi sono sentito un traditore. Soprattutto perché stavo portando al ballo della scuola una delle mie migliori amiche.
Abbiamo superato la porta, e la musica di Michael Jackson ha invaso il mondo che si era costruito intorno a noi. C’era probabilmente tutta la scuola per come la sala era affollata.
All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a trovare Piper. Si reggeva al suo Jason, che è un bel ragazzo dai capelli biondi. Annabeth l’ha guardato malissimo, e tutti i pezzi cominciavano a combaciare.
“ Ehi! Ragazzi! Buona sera uh-uh.” Piper sembrava già aver bevuto abbastanza punch alcolico.
“Ehi.” Ho detto io, e la riccia ha sorriso in un modo stirato accanto a me.
“ Jaaason, questo è Percy.”
“Percy Jackson, finalmente faccio la tua conoscenza. Hai lo stesso cognome di questa leggenda che ci accompagnerà tutta la sera.” Mi ha teso la mano e ho capito che fosse una persona curata.
Gliel’ho stretta calorosamente, perché Jason mi piaceva parecchio.
“ Luke e Thalia non ci sono?” ho chiesto, confuso. Ci tenevano molto a questo ballo, essendo l’ultimo.
Piper ha riso sonoramente, fasciata nel suo tubino color uva. I capelli erano raccolti nella solita treccia, accurata, ma stavolta sul capo c’era una coroncina di fiori.
“ Certo che ci sono, sciocchino. Sono nel giardino di retro a fumare marijuana. “
“Oh, okay. “ ho detto io.
“Allora, balliamo?” Annabeth mi ha letteralmente trascinato in pista, guardando con aria di sfida la sua amica.
Ci siamo mossi per un po’ completamente fuori tempo, mentre la voce acuta di Michael cantava le parole più belle.
Ogni tanto si voltava a guardare Piper, e l’altra la fissava intensamente con il mento poggiato alla spalla del suo ragazzo.
“ Credo che dovresti invitarla, a ballare.” Le ho suggerito.
“ Cosa?” ha esclamato lei, mentre il rossetto mattone cominciava a guastarsi.
“ Ma sì, Piper. Invitala a ballare. “
“ Ma… tu… “
“E’ okay.” Ho confermato, lasciando che si allontanasse per raggiungerla.
Così mi sono diretto al tavolo delle bevande per mandare giù tutto quello che stava succedendo. Mi sono riempito il bicchiere di punch, quando ad un certo punto ho notato un ragazzo che mi fissava, molto vicino a me.
“ Ehi. “ ho detto.
“ Ciao. “ mi ha sorriso, ed era un sorriso meraviglioso.  “ Tu sei Percy Jackson. “
“ Sì. “ mi è sembrato strano che conoscesse il mio nome, dato che mi ero trasferito quest’anno alla Sandia.
“ Anche io sono venuto quest’anno. “ sembrava avermi letto nel pensiero.
“Qui a scuola? Oh, okay. “
“ Andiamo a fare un giro fuori?” mi ha chiesto.
“ Certamente. “ però ho stretto di più il mio bicchiere di plastica colorato, pieno per metà, mentre lo seguivo.
Fuori faceva discretamente freddo, il vento  gli scompigliava tutti i capelli che – con le luci dentro non si notava – erano biondi.
Ho avuto paura, perché il vento era forte tanto come quella sera giù al fiume. Camminando e parlando, siamo passati davanti a Luke e Thalia.
Lui ha fischiato nella nostra direzione e ci siamo voltati. Erano su un muretto alto, uno addosso l’altra, a fumare marijuana.
“Piccioncini, unitevi a noi!”
Io ho finito il mio punch mentre il ragazzo biondo rideva, e così ci siamo avvicinati a loro.
“ Allora, Percy, il ballo è una buona opportunità.” Mi ha fatto l’occhiolino. Thalia non ci ha neppure salutato, ma io sono abituato ai suoi silenzi.
Ho sbuffato e:” Passamela. “
“ Ehi, ehi, calma ragazzino.” Comunque, mi ha allungato la canna.
Il biondo ci ha fissato intensamente, mentre mi arrampicavo per raggiungerli.
“ Bellezza, vieni su pure tu. Percy, chi ci fai conoscere?”
“ Oh, lui è… ?”
“ Will. “ ha risposto con un sorriso smagliante come tutti gli altri.
“Will, cioè William, dico bene?”
Ha annuito me si è seduto accanto a me, le nostre cosce che si toccavano.
“ Io sono Luke e lei… “
“Io sono una di quelle persone che vengono considerate strambe.“
“ Lei è la mia piccola, Thalia Grace. “
Will l’ha fissata, e sono sicuro che stesse pensando che era bellissima. Perché lo è davvero. Ha quegli occhi azzurro ghiaccio, molto diversi dall’azzurro del ragazzo che avevo appena incontrato.
“ Allora Will, quale giovane donzella che avevi accompagnato ti ha dato buca?”
“ Nessuna, in  realtà. Sono nuovo qui e volevo conoscere qualcuno. “
“ Ma bene! Perché hai beccato i più fighi della Sandia. “ ha continuato Luke, annuendo. “ Percy, passagli quella canna, diobono. “
Ho allungato il braccio nella sua direzione, ma ho scosso la testa.
“ Meglio per noi. “ e così Luke se n’è impossessato.
“ Allora, tesoro, che musica ascolti?”
“ Uhm, i Pink Floyd. “
Mi si è stretto lo stomaco. Era la musica che ascoltavo io, prima che Nico mi contagiasse con la sua. Ho avuto un bisogno quasi fisico di quella marijuana nel mio corpo.
“ Bello. Ma ne hai dai imparare. Qui, di fianco a te, c’è il povero depresso che ascolta il grande Cobain e poi, vabbeh, io seguo i veri del rock: i Guns n’ roses. “
Will ha annuito.
“ Ma dimmi, sei un bravo ragazzo? O un mister mistero come questo qui? Anche lui è venuto quest’anno, infiltrato. “ mi ha apostrofato.
“ Sono uno tranquillo, diciamo. “ e ha sorriso, ancora.
Ogni tanto notavo un dettaglio nuovo: le lentiggini sul viso, la pelle abbronzata sul bicipite.
Luke ha riso di gusto. “ Perfetto, perché d’ora in poi non lo sarai più. Sei capitato nel peggior girone dell’inferno, baby.
“ Che cazzo Luke, non spaventarlo. “ ha sbottato Thalia, fumando. E dopo un lungo momento di silenzio, abbiamo riso tutti, anche lei.
“ Va bene, bellocci, io e miss stranezza dobbiamo pomiciare. “ ha fischiato, stringendosi la ragazza più addosso. “ Vi fate un giro, mmh?”
“ Addio, testa di cazzo. “ ho esclamato, saltando giù e attendendo che Will facesse lo stesso.
Ci siamo incamminati nel giardino freddo della scuola, mentre si udiva qualche nota di tutto quello che stava succedendo dentro. Will mi ha fissato tutto il tempo.
“ Così ascolti i Nirvana.”
“ Già. “ ho detto, calciando un sassolino a terra.
“ Mmh.” Mi ha squadrato un altro po’, finché: “ Eri il suo ragazzo, giusto?”
“Che?” la voce mi deve essere uscita gracchiante, quasi infastidita.
“ Di Nico. “ ed è stato peggio che con la professoressa Buster. Mi è sembrato di affogare, annaspavo, volevo che non mi avesse mai fermato. Così sono corso dentro, e sono ritornato al tavolo degli alcolici, come se in questo modo avessi potuto cancellare tutto.
Mentre muovevo velocemente i piedi sul terreno ho udito la sua voce che mi chiamava, due, tre volte.
All’improvviso tutto è diventato troppo. La vecchia musica. Le luci. La gente. Quel senso opprimente che mi si era posato sullo stomaco. Ho bevuto punch fino a dimenticare perché fossi lì, senza cancellare dalla mia mente la conversazione di poco prima.
Poi sono tornato all’entrata principale e mi sono diretto alla macchina, ubriaco perso. Non ci sarebbe stata nessuna Annabeth da riaccompagnare a casa.
Ho guidato in quelle condizioni disastrose fino ad una strada di periferia, e poi sono andato a sbattere con l’auto contro un albero. A quel punto, nell’udire il suono del metallo che si accartocciava, sono scoppiato a piangere.
Singhiozzavo rumorosamente, e tra le lacrime mi è sembrato di vedere Nico. Come lo vidi la prima volta. Un jeans strappato sulle ginocchia, le Vans di pelle,  la felpa con il teschio. Tutto rigorosamente nero. Aveva lo zaino poggiato su una sola spalla, l’aria annoiata e i capelli neri a coprirgli gli occhi e la fronte.
Ho pianto ancora più forte, desideravo che sparisse. E invece si è messo a ripetere un nome: Paul.
Stamattina mi sono svegliato nel mio letto, la bocca impastata e ricordavo solo questo. Mio padre è salito urlando, chiedendo cosa avessi fatto alla macchina. Li ho, ancora una volta, chiusi fuori da tutto questo.
Mi sono messo a scriverti questa lettera, perché tu forse mi riesci a capire. Amy, sei la cantante preferita di Annabeth e lei ti ama proprio come amava sua madre.
Perché tutto questo amore fa perdere le persone? Ho un bisogno urgente di sapere chi sono, perché sto affogando. Quando è caduto in quel fiume, sotto i miei piedi si è aperta una voragine nera.
Mi sta portando giù, sempre più velocemente. E non credo di riuscire a risalire. Forse tu puoi aiutarmi perché, nonostante tutto, avevi la musica a salvarti. Io cosa ho?
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Jim Morrison,
in questi giorni non sono andato a scuola. Mi sono finto malato, rintanadomi sotto le coperte. Sto ancora male, e ci sono troppi ricordi nitidi che fanno capolino nella mia mente in ogni momento di oblio.
Oggi Annabeth mi ha chiamato, per chiedermi come stavo. Ho borbottato qualcosa su un’improvvisa febbre alta, e mi è parso di sentirla annuire dall’altra parte della cornetta.
“ Grazie. “
“Per cosa?” ho domandato, perché ero confuso. Con tutte le cose che avevo fatto ultimamente, non me ne veniva una in mente una per cui potesse ringraziarmi.
“ Al ballo. Per quel fatto di Piper. Ci siamo divertite tantissimo. “
“Era la cosa giusta. “ ho fatto una pausa. “ La ami, vero?”
Lei ha singhiozzato, silenziosamente. “ Certo che la amo. Solo che… lei non è pronta a dirlo a tutti. Saremmo perfette. “
“Sì, lo sareste.” Ho annuito, ricordando i fischi che seguivano i baci nel corridoio tra me e Nico.
“ Poi che fine hai fatto, al ballo?”
“Oh. “ ho inventato la scusa che poteva essere più credibile sul momento. “ Sono rimasto fuori a fumare con Luke e Thalia. “
“ Ah sì, questo lo so. Mi hanno detto che hai portato un tipo. “
“ Uno. Ma non lo conosco. Dice di essere nuovo. “
“Ne parleremo bene a scuola. “ ho percepito il suo respiro caldo, come quando era chiusa nel suo abitino al ballo.
“ Okay. “ c’è stato un lungo silenzio. In quel momento, il mio cuore è sprofondato. Non so perché, ma sentivo in ogni cellula che gliel’avrei detto. Di Nico e tutto quello che era successo. Proprio lì, così, attraverso un telefono.
“Ora vado. “
“Uhm, sì. Okay. “ l’ho ringraziata mentalmente. Forse sono sprofondato un po’ più giù, ma per lo meno non sono crollato.
“Ciao, Percy. “
“Ciao. “ ha riagganciato.
Non sapevo che fare, da solo in quella casa vuota. Sono tornato con la mente ad una sera in cui, Nico entrò dalla finestra della mia stanza, quella che ora ha le tende tirate perché il mondo fuori mi da’ fastidio.
Si stese steso nel letto a fianco a me, il suo corpo così minuto ma caldo.
“Sei sveglio?” chiese.
“ Mmh. “
“ Devi sentire questa. “ mi passò un auricolare, e tu cantavi. People are strange . Lo credo anch’io.
Ero così frastornato dal sonno che in realtà non sentii nulla di quella canzone. Ma sentii il calore di Nico, la mia mano sul suo fianco strettissimo, a fare pressione.
Adesso, in questi giorni di agonia dell’animo, sto sentendo a ripetizione la tua canzone. Pensavo che dovrei iniziare anche io ad essere come te, proprio come voleva Nico.
Perché le persone sono così maledettamente uniche? Maledettamente insostituibili?
Sono andato a casa di Nico, perché non avevo nulla da fare. Ho notato tutte le sue cose, tutti quegli indizi su di lui. Ade non c’era, ma forse non voglio sapere dove sia.
Ti scrivo dal suo letto, perché la scrivania è invasa da fogli che non voglio toccare. Non sarebbe come se lui fosse ancora qui. Sono pieni di poesie, oggi ne ho riletta qualcuna:
Giorni,
in una successione insostenibile,
ed è tutto quello che abbiamo?
Soffocatemi,
non voglio una vita così uguale.
Martedì,
Sabato,
poi magari, il quinto giorno.
Sempre sul filo.
Affogatemi,
non voglio i giorni tutti di seguito.
Aiutatemi,
stupida malinconia.
 
Mi sono venute le lacrime agli occhi. Forse è quello che gli è successo: smettere di avere tutto uguale, tutto allo stesso modo. Forse, annegando in quel fiume, è semplicemente sfuggito alla monotonia che odiava.
Magari non ha smesso di esistere, ma ha incominciato a vivere nel modo che sperava.
Jim, sai dirmi perché mi prendo in giro in questo modo? Lui non c’è più e  dovrei accettarlo. Mi riesce impossibile. Perché, per me, lui è ancora in aria, proprio su quel fiume.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
oggi sono tornato a scuola, perché ho capito che non potevo fingermi malato per sempre. E’ stato come tornare ai primi tempi, quelli di totale silenzio ed isolamento.
A pranzo mi sono addirittura seduto vicino il recinto ad osservare la gente. Tra tutti ho riconosciuto Will: il modo solare in cui ride, il suo gesticolare, la pelle abbronzata. Mi è venuto da piangere, o da vomitare, ma ho continuato a tenere lo sguardo fisso su di lui. Almeno finché non è arrivata Piper, con le mani sui fianchi, a scrutarmi dall’alto in basso.
Dalla scollatura della camicetta color crema riuscivo ad intravedere i suoi seni, e indossava poi un paio di pantaloncini corti, nulla di più.
Si è schiarita la gola. “ Allora?” ha chiesto, come se fosse la domanda più ovvia in quel momento.
Ho scosso le spalle. “ Non stavo molto bene. “ riuscivo a stento a sostenere il suo sguardo.
“Beh, però vedo che ti sei ripreso.” Mi squadrava, come per capire cosa mi stesse frullando nella testa.
“Uhm, sì certo. Mi unisco a voi?”  mi sono alzato, pulendomi i palmi delle mani sui jeans neri consumati. Sono di Nico. Li ho presi in prestito, perché mi sono accorto che si vestiva in un modo assolutamente suo. Tutto nel suo abbigliamento parlava di lui, anche se mi va tutto dannatamente piccolo. Ricordo quanto fosse minuto rispetto a me.
Mi manca così tanto che ho bisogno di respirare il suo profumo su vecchi abiti logori.
“ Ti sembra una domanda da fare?” mi ha chiesto, con un qualcosa di ovvio nella voce strascicata, mentre prendendomi sotto braccio mi trascinava letteralmente al nostro tavolo di legno. Lì Annabeth sgranocchiava un Nutter Butter, ma aveva un’aria consumata, trasandata. Stanca.
“ Ehi Annabeth! “ l’ho salutata, sperando che ricambiasse con altrettanta enfasi. Ma, ovviamente, non lo ha fatto. Vorrei capire cosa la affligge, perché lei invece c’è sempre per me.
“Ho un nuovo ragazzo! “se n’è uscita così Piper, mentre si aggiustava un ciuffo di capelli andato nella direzione sbagliata.
“ E Jason?” ho domandato, mentre i miei occhi vagavano tra la figura di Annabeth e quella di Will d’altra parte del cortile.
“Oh, lui c’è sempre. Però ora sto anche con un certo Dave.” Ha arricciato il naso. “ Dovrebbe essere un amico di un amico di Luke, o cose del genere. “
“ Bene. “ non riuscivo a commentare con  null’altro. “ Ma Jason questo lo sa?”
Piper ha riso. “ Certo che no! Perché mai dovrebbe saperlo?”
Will stava bevendo qualcosa di irriconoscibile da così lontano, mentre un braccio era posato sulla spalla di un amico.
Ho scosso le spalle, ma subito un “ Oh oh, Percy è innamorato!” di Piper mi ha raggiunto.
“Cosa?” ero un po’ confuso. “No.”
“Certo che sì. E’ quello il certo Will? Quello che stai fissando?”
Perfino Annabeth si è voltata, interessata.
“Non lo sto fissando! E comunque sì, è lui.”
“ E’ un gran figo. Me lo farei subito.” Ha constatato la mora. Annabeth l’ha guardata sbilenco.
“Che c’è? Non ho detto che me lo farò! E’ già di Percy!” ho scosso la testa innumerevoli volte.
Oggi ho messo In Utero, ma non ce la faccio più. Tutto parla troppo di lui, mentre lui è l’unico a non essere qui. Ricordo di quando ti ascoltavamo in macchina.
Appena partiva Pennyroyal Tea, lui esclamava: “Abbassa il finestrino!” .
Una volta di queste eravamo in galleria, con le luci giallognole che si alternavano. E io ero dubbioso sul farlo.
“Avanti, abbassalo!” non mi guardava neppure.
Alla fine, lo abbassavo, e la sua testa era fuori dalla macchina. Intonava qualche parola stonacchiata, mentre il vento forte gli scompigliava tutti i capelli.
E in quel momento, lui non era solo Nico. Era la creatura più bella che l’universo avesse mai creato.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Janis Joplin,
mi sono accorto che in realtà non manca molto al Natale. Quasi mi dispiace, che la scuola resterà chiusa e non potrò vedere Piper, Annabeth, Luke e Thalia. Quasi mi dispiace anche interrompere l'attività di fissare Will da lontano e immaginare tutti i modi in cui potrebbe conoscere Nico.
Oggi invece di seguire la lezione, ho iniziato a scrivere questa lettera. E' buffo, perché tutto questo è nato con un compito di inglese assegnatoci dalla professoressa Buster.
"Che scrivi?" mi ha domandato ad un certo punto Annabeth, sbirciando il mio foglio che prendeva colore. Ho chiuso il blocco di scatto.
"Nulla di che. Un vecchio compito che non ho consegnato. "
"Chissà che palle. " ha detto lei, roteando un po' gli occhi. Come al solito, la professoressa ci ha fissato tutto il tempo con quei suoi grandi occhi da insetto. Forse pensa che io e Annabeth stiamo insieme. In realtà, non vorrei che trasparisse questa immagine di noi, però mi sembra di odiare un po' di più la professoressa Buster ogni giorno che passa. Quindi le lascio pensare quello che vuole.
Forse è perché sta cercando di entrare in quel nostro mondo che non sarà mai suo. Forse perché mi ricorda i tempi in cui Nico era ancora tra noi, mentre ora non so che fine abbia fatto.
Alla fine della lezione mi ha chiamato. La riccia mi ha guardato interrogativa, ma io le ho fatto segno di andare. Ci saremmo viste in cortile per pranzo. Mi sono avvicinato alla cattedra, cercando di fare in fretta, volevo che tutto quello finisse, volevo tornare alla vita che cercavo di costruire senza lui. Fingendomi lui.
"Ciao, Percy. Come stai?" ho deglutito.
"Bene."
" Annabeth è davvero graziosa. "mi ha sorriso, come per dirmi che aveva capito tutto.
Non hai capito un cazzo volevo urlarle.
"Sì. E' un'ottima amica." ho replicato, sicuro, squadrandomi di tanto in tanto le scarpe.
Lei continuava a tenere quegli enormi occhi da insetto fissi su di me.
" Non mi hai ancora consegnato il compito della lettera. "
Non sapevo davvero che dire: "Ah, quello. Sì, beh, è ancora in fase di stesura. "
" Generalmente non accetterei un ritardo simile. Ma a quanto pare sembri essere particolarmente legato a questo compito. " ho annuito, sperando che in questo modo avrei potuto lasciare la classe. Finché non ha aggiunto: "Ti capisco. So cosa si prova. "
Mi sono salite le lacrime e ho cominciato a scuotere la testa ripetutamente. Il mondo girava molto più velocemente del normale. Avevo paura di crollare, lì davanti l'insegnante di inglese.
" Percy?" mi ha richiamato lei, con un tono che aveva qualcosa di materno.
"Si." ho sussurrato, mantenendo lo sguardo basso. " E' la traccia migliore che mi abbiano mai assegnato."
Lei ha annuito comprensiva, ed io sono uscito dall'aula. Avevo biologia dopo, ma l'ho saltata. Ultimamente lo faccio spesso, perché a quell'ora mi ritrovo nel vicolo con Luke e Thalia. E' nato uno strano legame tra noi, molto più forte di quello iniziale. Adesso mi sembra di conoscerli da sempre.  
"Ehi cazzone!" mi ha salutato lui, allungandomi una sigaretta.
" 'Sera." ho replicato, facendole prendere fuoco con il suo enorme accendigas da cucina.
"Salti di nuovo biologia?" mi ha chiesto, squadrandomi. "Prenderai un voto basso. Sai, potrebbe rovinare i tuoi studi per il college. "
Ha riso ed io ho riso amaramente con lui.
"Che si dice?" ho cambiato discorso.
Thalia ha scosso le spalle e:" Tra un po' è Natale. "
Mi si è gelato il cuore. Il Natale è la festa che generalmente si passa in famiglia, ma io non ne ho più una.
" Ah, giusto piccola! Andremo a casa dei suoi. Sarà fantastico sesso sul letto matrimoniale." l'ha stretta al suo petto imponente, e lei ha sorriso, facendo illuminare i suoi occhi azzurro ghiaccio.
Proprio come Nico quando ascoltava la tua Piece of my heart.
"Tu che farai?" mi ha poi chiesto il biondo.
Ho alzato gli occhi dalla nuvola di fumo, incontrando i suoi. "Forse una stupida cena di famiglia. O resterò in camera ad ascoltare In Utero. "
" Quel gran coglione di Cobain!" poi ha sorriso. " E' strano pensare che non esista più. "
Ho annuito. E' strano pensarlo per tutti voi. Per te, per Kurt e anche per Nico. Non esistete più, e non riesco a capire che fine abbiate fatto.
Mentre andavo via da scuola, a prendere l'autobus, ho incontrato Will. Le nostre braccia si sono scontrate e ho sorriso a quegli occhi azzurri come il mare d'estate.
"Ehi!" gli ho detto, con una strana allegria che prendeva possesso di me.
" Ciao." mi ha detto semplicemente. Forse mi vedeva ancora come il pazzo che era fuggito al ballo.
" Devo prendere il bus. " l'ho informato, mentre scuotevo le spalle.
"Oh, okay. Non voglio fartelo perdere. " e dopo una pausa:"Sei scappato al ballo. "
"Sì, scusa. " ho detto, mentre cominciavo a muovermi. " Non sono pronto a quel tipo di discorsi. "
" Va bene." ha detto lui, sorridendo un po'.
" Allora, ciao. " vedevo il bus dall'angolo della strada.
"Ciao."  e ha continuato ad osservare la mia figura che si allontanava.
Quando sono salito sul bus, ho osservato tutta quella gente. E ho cercato la sua figura. Ma lui non esiste più, ed io non so come fare.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Emily Dickinson,
oggi è stato l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale. A lezione di inglese abbiamo letto un'altra delle tue poesie, quelle che mi fanno pensare a Nico.
Annabeth era seduta giusto dietro di me, e ho sentito i suoi occhi scavarmi dentro per tutta la lezione. Chissà cosa sta cercando.
Il sempre è fatto di attimi;
non è un tempo diverso
se non per l'infinito-
o per la latitudine di casa.
 
Così  recitava l'inizio della poesia. E' stata una ragazza che non conosco a leggerla a tutti, e mi sono soffermato molto sul significato delle parole.
Quando la professoressa Buster ci ha chiesto cosa ne pensassimo, ho alzato la mano per la seconda volta nell'anno.
"Si, Percy?"
" Io credo che questa poesia voglia dirci che le persone non finiscono mai. Vivono per sempre, per il semplice fatto che la loro vita è costituita da attimi. Attimi che hanno condiviso con qualcuno, che hanno vissuto appieno. Ci saranno sempre, e saranno sempre dentro il ricordo di quegli attimi. "
E' sceso un silenzio tombale, e c'erano così tanti sguardi fissi su di me che ho preferito scappare. Sono tornato con la mente a quando io e Nico andavo in giardino la sera, costruendo il nostro angolo di mondo.
Ad un certo punto, però, sono dovuto tornare alla realtà. E' sparita l'erba bagnata di rugiada,la bottiglia di alcolico sempre nelle vicinanze, il suo tono sarcastico. Annabeth mi ha colpito non troppo gentilmente con il gomito, mentre ho rincorso con gli occhi quelli della professoressa Buster, impazienti.
Mi sono schiarito la gola:"Come?"
"Ti ho chiesto, Percy, come mai hai attribuito questo significato alla poesia."
Cazzo ho pensato No, ti prego, no.
"Beh... perché... insomma, è quello che vi ho letto. Ho... sentito l'autrice vicina, come se... volesse trasmetterci qualcosa E ho pensato fosse questo. "
"Sì, ma perché proprio questo?" il suo sguardo si è fatto più intenso.
L'ho odiata, perché voleva che lo rivelassi. Che lo rivelassi a tutti. Come se fosse possibile una cosa del genere. Ho abbassato il viso, squadrando la mia ultima lettera.
"Non lo so." ho scrollato le spalle. Quando ho rialzato gli occhi, ho visto della delusione sul suo volto. Mi si è stretto lo stomaco, perché so di star deludendo tutti. Lui per primo.
All'improvviso ho sentito quella felpa con la toppa dei Nirvana, sua, troppo stretta. Ho cercato di scrollarmela di dosso, e Annabeth mi ha guardato interrogativa. La professoressa stava assegnando qualcosa, ma io ero troppo distante.
Adesso Nico non era più nel giardino, magari al buio del cielo stellato, ma stava correndo verso il fiume. E l'ho visto così piccolo, così vulnerabile. Così leggero.
Il cuore mi si è fermato,e mi si è formato un groppo in gola. La campanella doveva essere suonata,perché tutti gli studenti si sono alzati e si sono avviati all'uscita dell'aula. Ma tutto quel baccano faceva girare il mondo solo più velocemente.
"Percy?" mi ha chiamato Annabeth, scuotendomi il braccio ripetutamente. "Dai, muoviti, dobbiamo andare."
"Sì... " ho sussurrato,con molte difficoltà. "Un attimo." ho aggiunto, ma ero troppo lontano.
"Percy?"
Cercavo di deglutire, ma mi mancava il fiato. Finché la professoressa non mi ha chiamato alla cattedra. La riccia ha chinato la testa ed è uscita così dall'aula.
Io mi sono avvicinato barcollante, perché per un attimo la realtà mi è sembrata addirittura più devastante.
"Percy, vorrei che entro le vacanze di Natale tu mi consegnassi quel compito. Se non è troppo personale." mi ha squadrato, cercando ci capirmi.
"No, non lo è. Spero..." ho preso un profondo respiro, l'aria sembrava così rarefatta. "Spero di farcela."
Lei ha annuito, lasciandomi il permesso di uscire dall'aula. Ho saltato tutte le altre lezioni. Mi sono seduto indisturbato vicino ad una cancellata, fumando più del necessario. E ho pensato,finalmente calmo, a ciò che avevo affermato in classe. Forse Nico non ha smesso di esistere. Forse esisterà, ed esisterà per il tempo di sempre, perché io ero presente quando lui ha costruito tutti gli attimi della sua vita.
Ho ripensato alla Might, e quanto mi manca tutto quello che era accaduto in quelle mura con lui. Tutti momenti che ora stanno sbiadendo.
Per un attimo ho avuto paura che fossi io a non fare esistere più Nico. Perché tentavo di nascondere il suo ricordo a tutti. Come se non fosse mai esistito.
Alla fine della scuola, ho raggiunto Piper e Annabeth invece di prendere il bus.
"Ehi!" mi ha salutato la mora. Ho sorriso in risposta.
"Lo sai?"
"Che cosa?" ero confuso.
"Non lo sa. " ha scosso la testa la bionda, sorridendo.
"Cosa dovrei sapere?"
"Passiamo il Capodanno insieme. Tu non mancherai, vero?" mi ha spiegato Piper.
"Oh." ci ho riflettuto un attimo." Certo che no."
E dopo un po': "Insieme chi?"
"Beh, noi, Thalia, Luke e ovviamente Jason. Dave no, non è pronto a conoscervi tutti." Annabeth a quel punto ha sbuffato.
"Oh, okay."
"Porta qualcuno se vuoi." ha sorriso Annabeth.
Ci ho pensato un attimo, ma avevo già un'idea su chi portare.
"Ora che fate?" ho chiesto, curioso. Le sentivo così distanti, senza un valido motivo.
"Tu che fai?" ha ribattuto la mora.
"Beh, prendo il bus. E vado a casa."
"A chi va un'ubriacatura?" ha proposto Annabeth sorridente. Ci siamo guardati un po' negli occhi, e abbiamo mandato al diavolo tutti i timori.
Alla fine siamo saliti sul bus, ma abbiamo sostato ad un pub. Ci siamo intrufolati nel locale, acchiappando una bottiglia di superalcolico e dirigendoci in bagno. Lì, chiusi nella cabina, abbiamo staccato l'etichetta per impedire che suonasse.
Mi sudavano un po' i palmi, perché non avevo mai rubato prima, neppure con Nico. Nel bagno a fianco ho riconosciuto delle scarpe da ginnastica e al seguito calzature da bambina, ma non ho detto nulla. Annabeth ha infilato la bottiglia nella felpa, lamentandosi del contatto freddo del vetro contro il petto caldo. E così siamo usciti.
Dopo un paio di sorsi a testa, Piper ha esclamato:" Percy, ma tu dove vivi?"
"Mmh?" ho bevuto io.
"Prima hai detto che andavi a casa. Dove?" ha bevuto Annabeth. Generalmente lei non è così curiosa.
"Beh, in un altro quartiere. "
"E si può vedere?" ha bevuto Piper.
Così le ho guidate sul primo autobus, sperando che fosse quello giusto. Abbiamo comunque dovuto camminare per due isolati.
Quando siamo arrivati, per un attimo ho avuto paura che i miei fossero in casa. Ho temporeggiato, facendo finta di non riuscire ad aprire la porta. Ma fortunatamente mi sbagliavo.
"Wow." ha detto Piper, e l'altra ha annuito. Ho una casa grande, ma penso che fosse soprattutto l'alcol a farle parlare.
Hanno insistito perché mostrassi loro la mia camera, e alla fine ho ceduto. Mentre loro la osservavano, io ho fissato le venature della porta ebano, ricordandomi di quando ci sbattevo Nico non troppo delicatamente.
Per un attimo mi sono vergognato. C'era solo un misero poster dei Pink Floyd alla parete, qualche stella luminosa sul soffitto che io e Nico ci divertivamo a fissare quando ci eravamo appena conosciuti, poche raccolte di poesie sulle mensole e qualche panno rubato al mio ragazzo gettato sulla sedia.
"Non sapevo che ascoltassi i Pink Floyd. " Annabeth mi ha guardato intensamente.
"Io non...non li ascolto. E' ... vecchio. " ho borbottato, prima di strappare la bottiglia di mano a Piper, con il bisogno di bere. Trovandosi a mani vuote, è andata verso la sedia. Si è strofinata un po' i panni sotto il naso, per poi esclamare:" Questo non è il tuo odore!"
Sono scoppiato a ridere, cercando di sembrare ubriaco. Desideravo ardentemente che lo fossero anche loro, almeno non avrebbero ricordato nulla.
Alla fine, tra una risata e l'altra, abbiamo finito la bevanda e ci siamo distesi sul letto. Ho carezzato le pieghe del piumone, ricordando di quando ci facevo l'amore con Nico.
Forse poi ci siamo addormentati, perché non ricordo più nulla. Adesso loro se ne sono appena andate, e io sono qui che ti scrivo. Vorrei che tu fossi ancora qui, per spiegarmi il senso di quella poesia. Per ricordarmi di averla intesa male.
Perché nonostante tutto quello che hai detto, non sento l'esistenza di Nico così concreta.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy Winehouse,
stranamente, mi sento più vicino a te di chiunque altro. Ieri è stato Natale. L'ho passato qui nel salone di casa, con i miei genitori e un paio di zii, completamente in silenzio. Sgranocchiavo il mio cibo mal cotto e rispondevo solo alle domande di cortesia.
Ricordavo i tempi in cui cercavo di far ridere Nico mentre montavamo l'albero, oppure lo costringevo a vestirsi da folletto. Quest'anno non c'è stato neppure un albero, nulla che mi potesse riportare al Natale.
A mezzanotte meno uno, io, Annabeth, Piper e Luke ci siamo scambiati gli auguri. Era una sorta di record che ci siamo imposti, volevamo farceli il più tardi possibile.
Oggi mi sono svegliato tardissimo, nonostante non abbia consumato nessuna energia. Il tacchino di ieri mi si contorceva nello stomaco, e mi è tornato in mente quello che preparavamo io e Nico.
Tutto partì con un:" Non riuscirete mai a preparare un pranzo di Natale." beffardo di Hazel.
Così io e Nico ci chiudevano nella sua cucina, un tacchino appena ucciso e troppi doppi sensi.
"Forse dobbiamo impanarlo." proponeva Nico, grattandosi un po' la tempia.
"Non credo che il tacchino vada impanato."  storcevo io il naso, e lui alzava le mani.
Le catturavo in una morsa famelica, per chinarmi e baciarlo.
"Mmh." diceva lui. " Ma ora prepariamo questo tacchino. "
Alla fine lo portammo in tavola trionfanti, per ricevere in risposta le risate di Hazel e Ade.
"Cosa?" diceva acido Nico, sollevando gli occhi a cielo.
"Non lo avete tagliato. Nè pulito. Nè cotto." ci faceva notare la ragazza, ridendo.
E questo era il Natale, come cantava Lennon. Oggi ho avuto paura che il Natale non potesse esistere più senza lui, e i nostri auguri fuori luogo.
Mi sono alzato e mi sono sciacquato la faccia, pensando a cosa potessi fare per far scorrere il tempo più velocemente. Mentre ascoltavo la tua Back to black, mi è venuto in mente quello che mi aveva detto Annabeth.
Così ho chiamato Will.
"Si?" ha borbottato lui, dall'altro capo del telefono.
"Ti ho svegliato?"
"Un po'."
"Oh, andiamo!" ho esclamato. "E' tardissimo"
"Spero per te che sia importante." ma riuscivo a sentirlo sorridere attraverso una cornetta.
"Okay, ci sarebbe un Capodanno da trascorrere. Io, te, Annabeth, Piper, Luke e Thalia."
"Mmh. Valuterò l'offerta. "
"Will. "
"Cosa?"
"Tu non puoi mancare."
"Perché no?"
Sono rimasto in silenzio, perché non sapevo che rispondere. In realtà non sapevo nemmeno perché gli avessi detto una cosa del  genere.
"Forse perché ci saranno troppe coppiette nauseanti." ma non lo era, l'amore non era mai stato un problema per me.
"Oh, okay. Sospettavo che tra Piper e Annabeth ci fosse qualcosa."
Ho riso. "Non Piper e Annabeth, Piper e il suo ragazzo. Però anche tra loro c'è qualcosa."
"Ah."
"Solo, non dirlo a nessuno. "
"Va bene." ha risposto lui, e ho sospettato sorridesse.
"Non ti chiedi perché abbia invitato proprio te?" volevo rompere quell'opprimente silenzio.
"Perché vuoi farti perdonare per quella sera al ballo?"
Ancora nessun suono.
"Devi smetterla di ricordarmi di quella sera al ballo."
"Non mi hai risposto. "
"Non posso farlo. " ho detto, mentre sentivo salire le lacrime e cercavo di evitarle.
"Dovresti."
"Non posso." ho replicato.
"Io..."
"Devo andare." volevo che tutto quello strazio finisse.
"Percy."
"Devo andare." mi è uscito con un tono di supplica.
"Okay." ha detto lui, e io ho riagganciato.
Dopodiché, mi sono stretto le ginocchia al petto e ho pianto. La tua voce intonava ancora parole bellissime, e tue. Mi chiedo quando tornerò ad essere felice, oppure qualcuno senza di lui.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
ieri c'è stata la festa di Capodanno. Ed è stata forse la festa più bella a cui io abbia mai preso parte. L'abbiamo fatta nella soffitta di Thalia, che nonostante tutto appariva quasi come un luogo magico.
Erano tutti molto eleganti, mentre io ero tornato al mio normale completo: felpa arancione e jeans neri. Per una volta, non avevo paura di mostrarmi per chi ero davvero.
Sono stato il primo ad arrivare, e ho trovato Thalia che fumava sulle scale.
"Ehi." mi ha salutato, sorridendomi in modo nostalgico, mentre spegneva la sigaretta. Non mi dava fastidio il fatto che fumasse, dato che anche io lo faccio spesso, ma l'ho lasciata fare.
"Ehi." ho risposto.
"Pronto all'inizio di quest'anno?" mi ha scrutato, e nonostante tutto i suoi occhi rimanevano i più belli che avessi mai visto.
"Spero di sì." ho sospirato,tirando un po' giù la felpa sul pantalone.
"Hai dei buoni propositi? Qualcuno con cui passarlo?"
Mi sono seduto accanto a lei. Quella era probabilmente la conversazione più lunga che avessimo mai avuto. "Il mio unico proposito è di -"
"No, aspetta." mi ha bloccato. " Mi è venuta un'idea."
L'ho guardata interrogativo. "Bruceremo i nostri buoni propositi. Saranno delle fenici."
"Questa è un'ottima idea." le ho sorriso.
Dopo qualche minuto di silenzio ha aggiunto:"Mi mancherà Luke."
Ho annuito. Mi è sembrato strano il fatto che si confidasse con me, però si era creata una bella atmosfera, e la sua voce riempiva tutti i vuoti.
"Abbiamo la stessa età ma... lui è stato bocciato. Troppe volte."
"Cosa vuoi fare, dopo il liceo? Non lo hai più detto quel giorno."
Ha riso, ma sembrava più un grugnito. "E' un sogno stupido. Vorrei fare la paracadutista."
L'ho immaginata, mentre solcava i cieli, mentre ci osservava dall'alto perché eravamo tutti infinitamente piccoli per quel suo modo di essere stramba. E mi è sembrata l'immagine più azzeccata di sempre.
"Non è vero che voglio andare al college." ho deglutito.
"Lo so." ha detto lei, semplicemente. E non c'è stato bisogno di altro, perché avevo capito che lei lo sapeva davvero. Thalia è una ragazza in grado di leggere le persone. Forse è per questo che sta sempre zitta, perché non ha bisogno di parole per comprendere i nostri animi.
A quel punto è arrivato Luke e ha riso come fa sempre. "Okay, sarei quasi geloso, ma siete una coppia di merda, diobono."
Abbiamo riso anche noi e poi Thalia è corsa ad abbracciarlo. E mi è tornato in mente quello che mi aveva detto poco prima. Che gli sarebbe mancato. Era la verità, perché loro si amano sul serio. Quindi sono stato felice, ad osservarli da lontano.
"Jackson, adesso mi spieghi da quale armadio delle meraviglie hai tirato fuori questa felpa." ha sentenziato Luke, dopo avermi squadrato per un po'.
Ho scosso le spalle."In quello di tua madre, credo."
Abbiamo riso ancora più forte, finché Thalia non ha esclamato:"Uno a zero, palla al centro."
"Okay, Jackson, devo ammettere che tu hai stile. " ho sorriso.
Dopo sono arrivate Annabeth e Piper, insieme. Ridevano per dei dialoghi a cui aveva partecipato solo loro, e mi è sembrato che si stesse creando un loro mondo, proprio come tra me e Nico. Un giorno ne sarebbero state gelose.
E' andato tutto bene, finché non è arrivato Jason. In realtà è un tipo simpatico, ed è sempre alla mano. Ma quel giorno Piper indossava un abito di pizzo bianco in contrasto con i capelli castani, e mi è sembrato che volesse mangiarla con gli occhi.
Siamo saliti di sopra per una traballante scala a pioli, e le uniche decorazioni erano dei palloncini argentei con su scritto Felice anno nuovo.
Abbiamo deciso di fare il digiuno di Capodanno, sempre che questa cosa avesse senso.
"Ricordate, potremmo mangiare solo dopo la mezzanotte. E solo con le mani." la mora ci ha fatto un occhiolino, e il suo ragazzo ha annuito.
Così abbiamo deciso di mettere una canzone a testa, che avesse caratterizzato l'anno appena finito.
La prima è stata Annabeth, e ovviamente la canzone che aveva scelto era di Amy.
"Ho scelto Rehab perché... " ha atteso le prime note. "Molte volte in quest'anno mi sono sentita proprio come canta Amy."
Abbiamo annuito tutti, prima di ballare e cantare. Quando è stato il turno di Luke- il secondo- è arrivato Will. Indossava il suo solito sorriso smagliante, insieme ad un bizzarro paio di Vans azzurre.
Annabeth mi ha guardato e mi ha sorriso. Si è unito a noi, tranquillamente. Ma mi guardava come se ancora si aspettasse ancora che gli rispondessi.
Abbiamo deciso di fare andare lui per terzo ed è partita la voce di Freddy Mercury.
"Okay. Per me è Break Free perché dice tutto quello che avrei voluto dire io, non essendo riuscito a liberarmi dalla cotta per una persona che non avrei mai potuto avere. Poi, è morta..." ha fatto una pausa. "God knows, God Knows I want to break free. " ha cantato sulla canzone.
Non avrei mai pensato che anche un sorriso così sincero nascondesse tali segreti. Quando è tornato nel cerchio, ci siamo abbracciati con lo sguardo.
Mentre la canzone andava avanti, ricordai di come tu avessi citato Freddy nella tua lettera di suicidio. Come se lo conoscessi, nonostante fosse così lontano. Ed è stato un momento infinito, di un'emozione che non avrei saputo definire.
Tutti mi hanno guardato, aspettando che fossi io a mettere qualcosa. E puoi immaginare cosa abbia deciso di far ascoltare a tutti loro.
"In Heart Shaped Box, Kurt sta guardando il mostro negli occhi. Mi ha accompagnato nel momento più importante di quest'anno, e mi ha fatto riflettere sulle parole vittoria e sconfitta. Quando la risento, penso che Kurt non se ne sia mai andato. E vorrei che anche voi vi sentiste così. "
Perfino Thalia mi ha sorriso, alla fine. Dopo un po' abbiamo deciso che era arrivato il momento di fare follie. Quando Thalia si è affacciata dalla scala, ci ha comunicato che sua madre aveva scoperto la festa clandestina e aveva lasciato per noi solo bevande innocenti.
Così ci siamo riempiti i bicchieri di plastica di succo alla pera, facendo finta che fosse vodka, o qualcosa del genere. Abbiamo anche aperto un po' una botola sul soffitto per fissare le stelle. Io ero steso a fianco a Will, e sentivo il suo respiro di mare. Quei punti luminosi nel cielo mi sono sembrati molto più vivi. Come se stessero dando il meglio di sé, essendo l'ultima volta.
Poi abbiamo attuato quello che Thalia mi aveva spiegato prima: di rendere i nostri buoni propositi delle fenici. Abbiamo improvvisato un falò nel bel mezzo della stanza, e abbiamo scribacchiato il tutto su dei fogli colorati. Luke era il primo del cerchio, e ha preso il suo enorme accendigas da cucina.
"Okay," ci ha richiamato. "Chi vorrà potrà leggere ad alta voce il suo biglietto, prima di lasciarlo bruciare."
Poi ha aggiunto:" Come faccio io adesso. Il mio dice: Riuscirò a diventare una persona migliore per tutti coloro che incontrerò sul cammino. "
Poi gli ha dato fuoco con l'accendigas e lo ha buttato nel falò. Thalia gli ha stretto la mano, e lui se l'è portata sul pacco, facendo ridere tutti noi. Lei ha bruciato il suo foglio senza dire una parola.
"Va bene." ha esclamato Piper. "Io lo leggo: Quest'anno voglio amare al massimo che mi è concesso. "
Ma mentre lo diceva non guardava Jason, ma Annabeth, dall'altra parte del cerchio.
"Più pompini!" ha esclamato Jason e di nuovo il gruppo rideva. "No okay, il mio è: Capire chi c'è dall'altra parte, sempre. "
I loro due hanno bruciato insieme.
Annabeth non lo ha letto, ma lo ha lasciato bruciare con gli altri. Will invece, mi ha sorriso e ha cominciato: "Forse è un po' difficile da capire. Okay. Voglio trovare qualcosa a cui aggrapparmi quando sto per cadere. In senso metaforico. "
Lo abbiamo fissato tutti in quegli occhi azzurrissimi, e abbiamo annuito, perché avevamo capito. Quasi volevo piangere, perché era esattamente ciò di cui aveva bisogno Nico. Però poi, è arrivato il mio turno. Ho tentennato, ma alla fine l'ho lasciato cadere ne fuoco. Ho visto la fiamma divampare, e ho sperato che quel proposito fosse davvero una fenice.
Voglio amarti dopo la morte, Nico, e voglio amarti in eterno. Forse dovrei capire che fine hai fatto, perché non esisti più, se è stata davvero colpa mia e chi sono dopo che te ne sei andato. Ma la verità è che tutto ciò che voglio fare quest'anno è amarti dopo la morte, e amarti tanto.  Avevo scritto esattamente questo.
Così, ci siamo alzati in piedi. Mancavano ormai pochi minuti alla mezzanotte. Abbiamo messo Sweet Chil o' Mine, ballando e cantando a squarciagola, sotto la luce delle stelle, fingendoci ubriachi.
Il mio sguardo si è incrociato con quello di Will, ma più volte ho anche cercato quello grigio e profondo di Annabeth, o quello di Piper, per leggervi l'effettiva felicità. Ho scoperto di tenere davvero molto ad entrambe.
Alla fine è scattata la mezzanotte, e abbiamo stappato una bottiglia di succo di pera come se fosse champagne. Ci siamo scambiati gli auguri, con troppi baci, abbracci, lacrime e sorrisi,
Poi Thalia ha spostato indietro l'orologio e lo abbiamo fatto di nuovo. Altre tre volte.
Alla fine, è stato Will ad accompagnarmi a casa, camminando al mio fianco per interi isolati. Mi fissava.
"Grazie per avermi accompagnato. " gli ho detto, quando stavo per raggiungere il vialetto.
Lui ha sorriso. "E' stato un bel Capodanno. Grazie per avermi invitato. "
"Grazie per essere venuto, nonostante tutto."
"Mi è piaciuto. Quello che hai detto su Kurt. E ho capito come ti sentivi. Non credo che lui non esista più. "
Ho annuito. "Anche la tua canzone era meravigliosa."
Ha scosso le spalle.
" 'Notte." ha detto.
" 'Notte." ho risposto, e mi sono avviato senza voltarmi nemmeno una volta. Dopo anche io ho riflettuto sul mio discorso. Ed era vero. Adesso, quando ascolto Heart Shaped Box mi sembra che tu sia ancora qui. E anche Nico.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Jim Morrison,
domani si torna a scuola. Non so se sono pronto, non ho più visto nessuno dei miei amici dopo il Capodanno.
Sono stato molto con mia madre,in realtà e questo è strano. Dopo la festa lei era in casa, sveglia, ad attendermi in cucina con una luce accesa.
"Ciao." ha stiracchiato un mezzo sorriso.
"Ciao." ho ribattuto, contro voglia. Non volevo parlare con lei di tutte quelle cose da mamme, dell'affetto e della felicità.
Mi sono avvicinato cauto al frigo, perché le poche lenticchie della festa non mi erano bastate.
"Come è andato il Capodanno?"
"Mmmh." ho seppellito il viso nell'elettrodomestico. "Bene, credo."
Quando ho chiuso lo sportello ho cercato i suoi occhi, ma lei s è avvicinata e mi ha abbracciato.
"Buon anno, tesoro." mi ha sussurrato.
"Anche a te, mamma. "
Ho avuto l'impressione che mia madre mi ami lo stesso, nonostante tutto. Nonostante l'abia sempre esclusa, nonostante non vada più a mare con loro, nonostante abbia ucciso Nico o rotto la macchina. Il suo amore per me è incondizionato, e questo mi fa quasi paura.
"Non puzzi di alcol." ha detto, staccandosi quasi a forza.
"C'era solo succo alla pera, a casa di Thalia." credo che non sapesse neppure chi fosse Thalia, ma non mi è importato.
"Okay." mi ha sorriso, ma era un chiaro sorriso nostalgico.
Stavo per andare di sopra quando ho sentito di nuovo la sua voce: "Sai, qualche altra volta dovremmo andare al mare..."
"Mamma -"
"Potresti portare i tuoi amici." mi ha guardato speranzosa, come se si aspettasse un sì.
"Non so se verrebbero. Non vi conoscono neppure. "
"Per questo dovresti presentarceli. "
"Devo andare di sopra, mamma."
"Percy." mi ha chiamato, come una supplica. E le sono salite le lacrime agli occhi. "Lo so che lui è morto. Ma tu non lo sei. E noi ti amiamo, perché fai finta di non esistere in questa casa?"
Rabbioso ho gettato per terra la prima cosa trovata sul tavolo. Era la vecchia radio di papà.
"Tu non lo sai!" stavo urlando, credo. "Non sai nulla! Tu... non c'eri... non... non puoi saperlo!"
"Allora raccontacelo!" ha singhiozzato, e mi è parsa quasi spaventata. "Percy, non puoi tenere tutto questo dentro. Esploderai. "
Mi sono passato una mano sul viso, mentre cercavo di riprendermi. Alla fine ho fatto quello che mi riesce meglio: fuggire. Mi sono ritrovato nella mia stanza, a fissare il vecchio poster dei Pink Floyd.
Il sonno non arrivava e così ho deciso di inserire un tuo disco. Cantavi con una voce meravigliosa, ms non è bastato per non renderti qualcun altro.
Per tutto il disco, ho desiderato che tu fossi stato realmente felice. Nonostante sia vissuto solo ventisette anni. Nelle foto non sorridi mai, e mi ci è voluto molto per trovare il tuo sorriso. Mi son chiesto se lo facessi per mostrarti a noi in qualche modo particolare, o semplicemente perché non ti andava, senza un valido motivo.
Neppure Nico sorrideva spesso. Era piuttosto lunatico, permaloso ed intoccabile. Però con me stava bene, una sorta di legame che lo rendeva una persona migliore. Migliore di quanto non fosse in realtà.
Ci ho pensato molto in questi giorni di vacanza, e per un attimo ho avuto paura di non averlo mai conosciuto davvero. L'ho sempre visto con occhi innamorati, come il ragazzo più bello del mondo che mette dischi vecchio stile a ripetizione. E mi sono chiesto chi fosse davvero.
Volevo piangere, ma mi è sembrato di non averne le forze. Forse la voragine mi sta risucchiando e tutti i fili dentro di me si stanno spezzando. Ho bisogno di dirlo a qualcuno, ma non posso. Mi odierebbero tutti. E non vorrei.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Freddy Mercury,
I want to break free, cantavi. Lo vorrei anche io. Ti sto ascoltando molto, da quando Will ha fatto il suo discorso, perché forse attraverso la tua voce potrei capire chi gli manca.
Oggi siamo tornati a scuola e, quindi, ci hanno portato le pagelle. Io cerco di andare sempre bene per non preoccupare nessuno. Ho preso tutte A, tranne in biologia che mi ha messo C poiché la salto sempre per andare nel vicolo del fumo con Luke e Thalia, e inglese che mi ha messo B-.
Volevo quasi chiederle il perché di questo voto, ma so che è per la lettera, il compito che non ho mai consegnato. Non penso di poterlo fare ora, dopo aver ripetutamente detto di odiarla, solo perché cercava di entrare nel nostro mondo.
Mi sono chiesto se tu avessi qualcuno con cui avevi costruito un mondo. Ho letto della tua morte, e sono profondamente arrabbiato. Nessuno dovrebbe morire perché ama.
Però tu hai voluto lasciarci la tua musica. E forse era questo l'insegnamento che ci stavi mandando.
Ho passato tutta la pausa pranzo con Annabeth, Piper e Will. E' stato divertente.
"Allora, fatina, che fine avevi fatto?" mi ha chiesto Piper, guardandomi sbilenco.
Ho scosso le spalle "Depressione post-fine anno."
"Io e Annabeth ci stavamo quasi organizzando per una vacanza in montagna. Con tanto di riunione. " ha riso.
"Quindi alla fine non l'avete fatta."
"Altrimenti non saremmo qui. " ha detto la bionda, con il tuono di una che la sa lunga. Ho alzato le mani.
"Come sono stati i vostri voti?" ha domandato Will, scrutandoci con quegli occhi dove puoi perderti.
La mora ha storto la bocca. "Canto mi ha messo B solo perché all'ultima manifestazione non ho voluto fare la solista. Mi da' un po' fastidio cantare in pubblico. "
Tutti noi sappiamo che Piper vorrebbe fare la cantante, e ha anche le qualità per farlo, se solo non fosse una ragazza così insicura.
"Beh, avresti dovuto. Hai tutte le possibilità." l'ha rimproverata la riccia, a lei le ha lanciato uno sguardo che sembrava chiederle perdono.
"Dovrei comunicare a Luke e Thalia la mia C in biologia. " ho riso.
"Non dirmi che ti sei fatto abbassare il voto solo per fumare!" ha esclamato Annabeth.
" Ma dai, sei all'ultimo anno, saltare una lezione non ti cambierà nulla!" le ho fatto il verso, annuendo. Tutti siamo scoppiati a ridere.
Ho notato che neppure Will mangia i Nutter Butter. E' una cosa insignificante, però l'ho notata subito. Sapevo che se gliel'avessi chiesto sarei passato per stupido.
Dopo aver salutato i miei amici sono andato nel vicolo del fumo per incontrarmi con Luke e Thalia, ma li ho dovuti aspettare un bel po'.
"Ehi, hermano, quante sigarette ti sei fumato in nostra assenza?" ha esclamato il biondo, con il suo solito sorriso strafottente.
"Forse non abbastanza." mi ha passato il suo enorme accendigas da cucina con un lancio perfetto. "Sei un fottuto veggente. C in biologia!"
Perfino Thalia ha sorriso. "Beh è un ottimo risultato. Mi ripresento a tutti voi come il signor D-!"
“Vedi di non farti bocciare anche quest’anno. “ lo ha ammonito la ragazza.
“Non lo farò, tesoro.” Le ha sorriso, prima di baciarla.
“Allora, stai facendo progressi col biondino?” mi ha chiesto Luke.
“Cosa? A me Will non piace!”
“Ma dai, si vede s chilometro che vi amate profondamente.”
Ho alzato gli occhi al cielo. “Come sei esagerato!”
Alla fine, siamo tornati alle nostre lezioni. Per tutto il tempo ho pensato a quanto sia cambiato rispetto al ragazzo dei primi tempi, che non alzava mai la mano, che stava sempre zitto chiuso in un angolo. Adesso, avevo una vita tutta mia. Anche se forse non mi ero mai trovato davvero.
Alla fine della scuola Piper ci ha chiesto se volessimo fare un salto da lei. Annabeth ha accettato, ovviamente. Credo che la ami così tanto  che non voglia perdere un momento con lei.
Io, però ho dovuto rifiutare. “Scusate, ho una cosa da fare.” non ho spiegato, perché non avrebbero capito.
Comunque, invece di prendere il solito bus che porta a casa mia, sono andato a quella di Hazel. Ho bussato, proprio come l’ultima volta, ma questa non volevo rovinare tutto.
“Ehi.” Le ho detto, trovandola sull’uscio della porta mentre entrava.
“Si?” guardava ovunque, tranne che nei miei occhi.
“Io…” ho fatto un respiro piuttosto profondo. “Non so dirti se sia stata colpa mia o meno.”
Si è voltata, speranzosa, come se avessi potuto dirle tutto. Così ho continuato. “Ecco… penso che lo sia. E’ per questo che non riesco a dirlo a nessuno.”
Ha annuito, ma era delusa. Io stavo quasi per scoppiare a piangere.
“Volevo solo chiederti se adesso avessi una vita.”
“Giù alla Sandia?” mi ha chiesto, e le ho fatto un cenno di sì. “Io sì, ma tu?”
“ Certo. Penso che gli sarebbero piaciuti i miei nuovi amici.”
Per un po’ c’è stato un silenzio tombale, finché non ho sollevato una mano e me ne sono andato. Volevo ringraziarti, perché credo sia stata la tua musica a darmi la forza.
Quindi, grazie per averci lasciato la tua musica nonostante sia morto. Nonostante tu adesso non esista più.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy Winehouse,
oggi Annabeth e Piper si sono baciate. E’ stato strano, perché nonostante abbia sempre saputo che ci fosse qualcosa, loro non lo avevano mai dimostrato.
Erano piuttosto felici, forse la sera prima avevano bevuto troppo.
“Percy!” mi hanno fermato mentre scendevo dal bus.
“Ehi.” Le ho salutate.
“Vuoi sapere una cosa fantastica?” mi ha chiesto Piper.
“Fantastica!” si è accodata l’altra.
“Uhm. Okay.”
“Io e Annabeth… ci amiamo!”
“Okay.”
“Ma proprio tanto!” ha sottolineato la bionda. Non sapevo che dire. Era bello che volessero confidarmelo.
“Però ssh, è un segreto. “
“Non è mai stato un segreto tra noi.”
Si sono guardate un po’ negli occhi, complici.
“Si ma… è un segreto per la stampa.”
“Oh, okay.”
Alla fine Annabeth si è messa a cantare Rehab, come fa sempre quando non ha nulla da dire o da fare. Piper rideva perché diceva che era stonata. E, alla fine, si è sporta e ha unito le loro labbra.
Annabeth a provato a cantare nel bacio. Qualcosa ha colpito il mondo quando si sono baciate. Si amano sul serio, come Luke e Thalia, me e Nico. Vorrei che trovassero la felicità. Vorrei che urlassero il loro amore al mondo, perché non c’è nulla di sbagliato. E, soprattutto, non ci sono seconde possibilità.
“Ho lasciato Dave. E anche Jason.” Ha detto Piper, ma non so se a me, Annabeth o se stessa.
Per un attimo mi è tornato in mente Nico, seduto sul marciapiede di fronte casa mia che esclamava:”Andiamo?”
La sera, adoravamo fare dei giri in macchina senza nessuna meta. Solo sentire il vento freddo, vedere le stelle, dimenticare il resto del mondo. E lui era sempre la cosa più bella da guardare, chiuso nel suo giubbotto da aviatore.
Poi, sono tornato alla realtà. Annabeth si era già avviata in classe, mentre la mora mi fissava in attesa di una risposta, con la sua coda perfetta e un po’ di fard sugli zigomi.
“Forse non li amavi davvero.” Ho scosso le spalle, cercando di rispondere a quello che aveva detto prima.
“A volte ti perdi.” Mi ha confidato, ma io le ho fatto un cenno di no con la testa. “Oggi dovremmo saltare la scuola.
“E’ appena cominciata. “ ho sorriso. “Magari la prossima volta.”
“Mi dirai dove vai.”
“Cosa?” non capivo, finché non ha aggiunto: “Quando ti perdi, dove vai.”
Di nuovo, ho sollevato gli angoli delle labbra. “Non mi perdo. “
“Hai un bel sorriso. Dovresti sorridere più spesso.” E penso di essere arrossito mentre la vedevo andare via.
Era quello che volevo far capire a Nico. Lui aveva delle labbra rosee e la dentatura perfetta, ma era sempre così cupo. Chissà perché le persone non riescono a sorridere.
Forse si portano qualcosa di troppo grande dentro, come te, e come Nico.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Jim Morrison,
oggi ho trascorso molto tempo con Will. Perché iniziavo a mettere insieme molti pezzi. Inoltre volevo invitarlo alla festa in maschera che ha organizzato Piper. Non lo so perché, ma a metà febbraio avremo la possibilità di essere qualcun altro, per scacciare via tutti i nostri problemi.
Vorrei davvero che fosse così: che potessi improvvisamente dimenticare di Nico, delle mie colpe, di tutto quello che mi separa dal mondo. Manca poco alla festa, e io sapevo che lo avrei portato.
“Ehi!” gli ho detto.
“Ciao.” Mi ha salutato lui, mentre ci avviamo per una camminata. Avrei perso il bus, ma non faceva nulla.
“Lo sai della festa?”
“Dovresti smetterla di invitarmi a queste feste.” Will sorride sempre, è così solare. A volte lo invidio. A volte vorrei che tu fossi stato come lui, non so perché ma sto tentando di capire la tua idea di felicità. Perché Nico voleva essere come te, forse.
“E’ per metà febbraio.” Mi ha guardato interrogativo. “Cioè, non ha molto senso. E’ solo una festa in maschera.”
“E tu da che ti travesti?”
“Beh, non lo so. “
Dopo un po’ è calato il silenzio, ed era così opprimente da dare fastidio.
“Tu andavi alla Might prima?”
“Will, ti prego…”
“Voglio sapere solo questo. “ leggevo una supplica nei suoi occhi.
“Sì.”
“Anche io. “
“Okay.” Non sapevo che dire. Non sapevo perché mi facesse tutte queste domande.
“Tu non mangi Nutter Butter. “
Che?”
“Perché non mangi Nutter Butter?”
Ha scosso le spalle.
“Voglio saper solo questo. “
“Beh… perché.. non mi piacciono.”
Nella testa mi rimbombava Light my fire, che avevo ascoltato per tutta la notte. E, stranamente, mi ha aiutato a rimettere insieme i pezzi.
“Lui ti piaceva, vero? “ non voleva rispondermi. “Andavi alla Might, non mangi Nutter Butter e mi hai chiesto se fossi il suo ragazzo. Lui ti piaceva. “
Si è bloccato di colpo ed è scoppiato a piangere. Così, in mezzo alla strada.
“Tu… tu sei l’unico che sai cosa gli è successo. “
Gli ho bloccato il braccio perché volevo calmarlo. “Ma ti piaceva, non è così?”
Quegli occhi azzurri erano diventati due pezzi di cielo durante un temporale. “Io lo amavo. Ma… era già tuo.”
“E’ lui. La persona di Break Free.”
Ha annuito più volte, cercando di chiedermi scusa.
“Non posso raccontartelo. “
Volevo fare davvero qualcosa per aiutarlo, ma non ce l’ho fatta. Alla fine mi sono fatto dire dove abitava, l’ho riaccompagnato a casa e gli ho consigliato di calmarsi.
Mentre camminavo per interi isolati, finalmente da solo, mi è venuto in mente che se Nico avesse amato una persona buona come Will, non gli sarebbe successo nulla di male. Sarebbe ancora qui. E mi sono odiato un po’ di più, sprofondando un po’ di più.
Quando ho oltrepassato l’uscio del portone di ingresso, mia madre mi ha salutato con un:” Ciao, Percy.” pieno di amore. Non mi ha chiesto come fosse andata a scuola, ma non lo hai mai fatto.
“Ciao.” Ho ricambiato e sono scappato sopra. Ho inserito il tuo disco, sperando che sparissero tutti. Mia madre, la professoressa Buster, Will e Hazel, tutti quelli che si aspettano qualcosa da me.
Il messaggio del biondo mi è arrivato poco dopo, confermandomi la sua presenza alla festa. Tu lo avresti fatto, Jim? Glielo avresti detto?
Non riesco pi ù a capire chi sia, forse una brutta copia di Nico, forse solo la persona orribile che sono sempre stato. Forse nessuno. Tu sapevi definirti, Jim? Perché se Nico voleva essere come te, dovevi avere qualcosa di dannatamente speciale.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Janis Joplin,
ieri c’è stata la festa in maschera. Io mi sono vestito da aviatore, Will era un pirata. Piper era chiusa in una tutina da panda ed era dannatamente sexy anche così. Thalia e Luke facevano Romeo e Giulietta, ed erano perfetti per il ruolo. In più, erano circondati dagli amici di lui.
Rispetto alla festa di Capodanno, questa era piena di alcolici.
“Ehi!” ci ha salutato Annabeth. Noi tre siamo stati tutti il tempo insieme, poiché non conoscevamo nessun altro. Abbiamo ballato e cantato fino a sera tarda, cercando di impersonarci il più possibile nei nostri ruoli. Mi sono dimenticato di dirti che Annabeth interpretava una suicida, con tanto di cappio al collo. Era carina la sua idea, di fuggire dai propri problemi e riempirsi di quelli di qualcun altro.
Così ci ho provato anche io: ho immaginato la vita in pericolo, di osservare tutto il mondo dall’alto e sentirsi infinitamente piccoli.
Finché non abbiamo notato Piper fare gli occhi languidi ad un amico di Luke. La bionda ha serrato così tanto i pugni che le nocche le sono diventate bianche.
"Ehi," l'ho richiamata "calma."
"Ieri andava a dire in giro di amarmi, e adesso già ci prova con un altro tipo. "
"Ma lo sai come è fatta."
E' stato strano dire quella frase. Mi sono chiesto se qualcuno l'avesse mai detto di me: se qualcuno sa come sono fatto, o lo ha capito.
Poi, io e la riccia ci siamo fissati tutto il tempo. Scrutavo i suoi occhi grigi, per capire cosa le frullasse nella mente. E' stato come affogare a poco a poco, ma non saprei dirti perché.
"Sì. " ha sussurrato infine, abbassando il capo.
"Questo non vuol dire che abbia per forza ragione. Dovresti farglielo notare."
"Ma... " mi ha guardato insicura. "Se non fossi io la persona giusta per lei? Se non dovessimo davvero avvicinarci?"
"Ci avete provato fino ad ora, perché rinunciare?" non stavo capendo, ma volevo davvero aiutarla.
Mi ha sorriso nostalgica e poi si è unita al gruppo, addossandosi un po' troppo a Luke. Vicino il tavolo delle bevande eravamo rimasti solo io e Will, proprio come al ballo. Non l'ho più guardato allo stesso modo dopo tutto quello che è successo.
Mi è dispiaciuto, perché si era creato un bel legame tra noi. Ma ora ho capito che probabilmente gli piaccio solo perché sto cercando di essere Nico. Perché rivede lui in me. E questa cosa mi fa quasi paura.
"Allora... " voleva iniziare un discorso, perché sentivamo solo voci in lontananza e musica che non ci apparteneva.
"Come mai un pirata?" gli ho domandato, tanto per, prendendo un sorso di chissà cosa.
"Come mai un aviatore?"
L'ho guardato con aria di sfida. "Sai cosa? Penso che dovremmo unirci agli altri."
Alla fine ci siamo davvero amalgamati al gruppo. Gli amici di Luke, per quanto ubriachi, facevano battute davvero divertenti anche se piene di doppi sensi.
Molti guardavano Piper come se la stessero spogliando con gli occhi, strappandole con lo sguardo quel costume di dosso. E così Annabeth ci provava spudoratamente col biondo, strusciandosi su di lui senza contegno e fissando l'amica dritta negli occhi. L'ho trovata una cosa ridicola, da parte di tutte e due. Credo che si debbano amare per quelle che sono, senza tutti questi problemi.
In più, la cosa ha dato molto fastidio a Thalia, che ha iniziato a fumare più del dovuto. Fissava la riccia con uno sguardo di ghiaccio, proprio come i suoi occhi. Credo che non mi abbia mentito, a Capodanno, sul fatto che Luke gli mancherà. Si vede che, nonostante tutto, ha molta paura di perderlo.
Ad un certo punto qualcuno ha proposto una tua canzone, ma non so bene chi. Ero già abbastanza ubriaco. Ho urlato, per concordare,ma alla fine sono semplicemente scappato sul giardino di retro, con Will al mio seguito.
"Dai, dai, perché un pirata?" continuavo a ripetere.
"Beh, perché vorrei vivere tutto a mille come fanno loro. Senza problemi. " si è aggiustato un po' la bandana, squadrandomi.
"Io... vorrei volare. "
E così ho cominciato a correre, per interi isolati. Correvo così veloce che ad un certo punto ho preso il volo, davvero. Osservavo la strada farsi sempre più lontana, le luci dei lampioni che apparivano come lucciole e tutto che scorreva veloce. Poi sono tornato indietro.
Will mi aspettava con il suo solito sorriso, osservandomi come se fossi un bambino iperattivo.
"Saresti dovuto venire a volare!" ho esclamato e lui ha riso un po'.
"Già. "
Alla fine qualcuno ci ha chiamato per farci tornare dentro. Ho bevuto tutto il tempo, finché non è partita Maybe. Non so perché, ma la tua musica mi faceva questo strano effetto. Come se fossi costretto a fuggire. O come se avessi la possibilità di evadere.
Ho proposto al biondo di andare sul terrazzo, e lui mi ha accontentato. Abbiamo parlato un po', finché un sentimento mi ha colto come un lampo: è stato un attimo di pura follia, volevo essere coraggioso come lui.
Sono salito sul corrimano di marmo, con uno scarso equilibrio, proprio come lui sul fiume.
"Guarda!" ho esclamato, rivolto a Will.
"Basta, Percy, scendi. "
Ho riso. "Sono coraggioso. "
Ho fatto un paio di passi in avanti, barcollando.
"Scendi!" mi ha supplicato Will, quasi urlando. E alla fine sono caduto tra le sue braccia, anziché in quelle del vento.
Mi ha stretto al petto. "Basta." ha ripetuto e sono scoppiato a piangere.
"Non posso dirtelo." ho singhiozzato, senza sapere perché nonostante il mio totale rifiuto continuassi a cacciare fuori quella storia.
"Okay."
"Io... non sono davvero coraggioso." ho pianto un po' più forte, affondando la testa nel suo petto.
"Percy." mi ha supplicato. "Non posso stare con te... non se sei così."
"Così come?" gli ho domandato, la vista annebbiata mentre cercavo i suoi occhi.
"Così come lui. "
Non so bene come sia finita la serata, ma sono certo che lui mi abbia accompagnato a casa. Per tutto il tempo ho pensato a come fosse bizzarro che i ruoli si fossero invertiti rispetto all'ultima volta.
Con quella frase, però, Will ha concretizzato tutte le mie paure. Sto cercando di essere come lui, ma non per questo mi manca di meno. O mi sento meno in colpa. Quindi, qual è la soluzione?
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
perché lo hai fatto? Perché ti sei sparato quel colpo? Perché hai lasciato tutti noi?
Oggi sono stato terribilmente male. Non volevo parlare con Will dopo quello che era successo alla festa, nonostante fosse trascorsa ormai una settimana. Però lui mi ha trovato.
"Percy."
"No, Will. " cercavo di scappare, ma lui mi rincorreva ed era sempre più veloce.
"Percy, devo solo parlarti. "
"Non voglio."
"Ma perché no?"
"Non sono come lui!" ero quasi esasperato. "Sono solo un codardo. "
"Percy." mi ha fissato dritto negli occhi. "Avanti, dillo."
Ho scosso la testa più volte, perché non volevo buttare fuori tutto ciò che mi ero portato come un fardello personale. E non mi riferisco a quello che gli è successo davvero, ma all'unica verità.
Alla fine mi ha preso le mani, e io ho rivelato con occhi lucidi:" Ce l'ho con lui perché mi ha lasciato da solo. "
Will ha cercato di abbracciarmi, ma mi sono scostato.
Non riuscivo a credere di averlo detto davvero, ma è così. Aveva detto di amarmi, dove cazzo è? Dove cazzo sei tu? Perché hai sprecato tutto questo?
Tu ora sei libero, e hai raggiunto il tuo stato di totale assenza del dolore. Ma non lo vedi che tutti quelli che sono rimasti stanno ancora lottando?
In quella lettera hai scritto di avere paura per tua figlia. Allora perché le hai fatto questo? Perché l'hai lasciata da sola?
Ero così furioso che sono andato nella stanza di Nico e ho fissato il tuo poster con il fiatone. L'ho stretto tra le mani e l'ho ridotto in minuscoli pezzettini. Non meritavi di essere lì.
Dopo mi sono accorto di quello che ho fatto, e sono scoppiato a piangere. E' stata la stessa cosa che è successa a Nico: un attimo lì eri sulla parete, e dopo non c'eri più, ma il danno era irreparabile.
Non credo di volerti più scrivere lettere. Mi dispiace che Nico abbia sprecato così tante per te. Non sei grande come tutti dicono. Sei solo un altro che ha sbagliato.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Amy Winehouse,
Annabeth ci aveva invitato a casa sua per il pomeriggio. Ma non c'eravamo solo noi, anche un gruppo di ragazzi che, a quanto pare, prima andavano alla Might. Ero un po' riluttante, ma alla fine ho accettato. Ci tengo ad Annabeth, e non credo che lei stia molto bene ultimamente, soprattutto dopo la festa.
All'inizio stava andando tutto bene, anche se non c'erano nè Will, nè Luke e Thalia. L'unica musica che c'era era la tua e la bionda stava benissimo con i suoi amici. Credo stia cercando di giocare al gioco di Piper. Lei ci sta male, ovviamente, ma un po' se l'è cercata.
Comunque ad un certo punto mi sono avvicinato per vedere cosa stesse succedendo. Uno di questi teneva le mani callose sulla vita di Annabeth.
"Ehi!" mi ha detto un altro. Io ho fatto un semplice cenno con la testa.
Mi hanno allungato una pillola. "Tieni. E' caffeina." io ho capito subito che non era caffeina, così ho rifiutato.
Loro insistevano e ridevano. Ad un certo punto quel tipo ha portato via Annabeth. Ero furioso e volevo solo fare quello che i riesce meglio: scappare.
Però poi uno del gruppo ha esclamato: "Nico l'avrebbe presa!"
Molti hanno fischiato. E a quel punto ho preso davvero la pillola, ingoiandola senza problemi. Il mondo ha cominciato a girare, avevo le vertigini. Tutto era deformato, distorto. Qualcuno ha cercato di mettermi le mani addosso e io provavo a fermarlo.
Non so perché, ma ho pensato a te. A come dovevi sentirti. Ed è stato stupidissimo.
Alla fine, strano a dirsi, Piper mi ha salvato.
"Percy!" mi ha richiamato, offrendomi un bicchiere d'acqua. "Che stai facendo?"
"Non lo so. "
Siamo andati via da casa della bionda. Per strada c'erano tanti Nico ridenti. E io ho provato ad afferrarli tutti.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Freddy Mercury,
oggi volevo fingermi malato, ma poi mia madre mi ha costretto ad andare a scuola. All'entrata ho trovato Piper con un sorriso gigante, ma si capiva che era completamente finto.
"Oggi dovremmo saltare la scuola. " io ho annuito, perché ero troppo stanco per ogni cosa. Al bar abbiamo ordinato due bitter analcolici, e poi abbiamo chiamato la segreteria della Sandia fingendoci i nostri parenti.
Ad un certo punto, lei ha tirato fuori dalla borsa una bottiglia di vodka ed ha cercato di mettermela nel bicchiere.
"Andiamo!" ha esclamato. "Lasciati andare."
Le ho bloccato il polso. "Alla festa, "ho cominciato. "gli amici di Annabeth mi hanno offerto una pasticca. Non era caffeina, ma io l'ho presa lo stesso. "
Mi ha guardato con occhi lucidi. "Mi dispiace."
Ho annuito.
"Forse lei sta con uno di quei tipi. " mi ha rivelato, abbassando lo sguardo.
"Perché non le dici che la ami?"
"Perché ho paura."
"La paura non serve ad un cazzo."
Ci siamo fissati un po' negli occhi e vi ho letto tutti i suoi tormenti. Chissà cosa vede lei,o gli altri, quando mi guarda.
"Tu non hai mai paura?"
"Certo che ne ho. " ho sorriso.
"Okay." ha preso un sorso della sua bevanda, stando ben lontana dalla vodka."E come la superi?"
"Non la supero. " ho ammesso. "Faccio girare un disco e lo sto ad ascoltare. " ed era la verità.
Ultimamente sento spesso le tue canzoni. Will mi ha regalato questo disco per farsi perdonare, 'per tutto quello che è successo' ha detto.
"Anche io adoro i Pink Floyd." avevo ammesso, squadrando quelle iridi azzurrissimi e lui ha accennato un sorriso. Penso che dovrei chiedergli scusa, per far tornare il nostro rapporto come era un tempo. Senza nessun Nico.
"Ed è quello che dovrei fare anche io?" mi ha domandato Piper, mentre tornavo al presente, resettando dalla mente tutti i ricordi.
"Non lo so. Dipende da cosa è importante per te."
"Beh, la musica lo è." poi mi ha osservato bere. "Sei mai stato innamorato?"
Sono entrato in quello stato di panico che mi ha sempre caratterizzato, e sentivo il sudore scendere sui miei palmi. Però, ho annuito.
"E non avevi paura?"
"Piper, l'amore non è catastrofico. L'amore è bellissimo." lo credo davvero, anche se non ho accennato a morti o lieto fine.
Lo sto confessando a te,che sei morto per amore, più o meno, perché è la verità. L'amore è bellissimo. E non ci sarà mai nulla di sbagliato nell'amare una persona.
Alla fine, ho proposto alla mora di venire a casa mia. Era sicuro, perché i miei genitori erano entrambi a lavoro. Ci siamo stesi sul mio letto e abbiamo chiacchierato per un po', di come va a scuola, delle persone che ci stanno antipatiche. Non abbiamo più accennato a temi importanti.
Però ho capito che in realtà Piper è un profondo pozzo di segreti. Non è la ragazza superficiale che può apparire alla prima occhiata.
"Aspetta un attimo qui. " le ho detto, correndo in soffitta. Tra tutti gli scatoloni impolverati color cartone ho estratto un  paio di ali bianche. Erano di Nico e diceva di metterle sempre per le recite della chiesa quando era piccolo. Da quando me lo confidò, iniziai a credere che fosse un angelo. E lo credo tutt'ora, a quasi un anno dalla sua morte.
Le ho portate giù e le ho date a Piper. Mi ha guardato un po' interrogativa.
"Credo che per superare le tue paure dovresti vedere tutto dall'alto. Sembrerà più facile, perfino amarla. "
Mi ha sorriso e si è sporta per darmi un bacio sulla guancia. "Jackson, se tu quest'anno non fossi venuto alla Sandia, io sarei affondata. "
Ho sorriso amaramente, perché è quello che mi sta succedendo continuamente. Quella sera, giù al fiume, Nico è annegato. Però io continuo ad affondare.
Alla fine, lei è dovuta tornare a casa e io ho dovuto inventare qualche scusa su lezioni troppo noiose e voti che recupererò.  Mia madre mi ha sorriso e ha sussurrato:" Sono fiera di te, Percy. Perché ti stai facendo una vita nonostante tutto. "
Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo la verità. Ho fissato per un po' una vecchia foto che avevo con Nico, io alto quasi due spanne più di lui, ridente a scompigliargli i capelli, e lui a mostrare il dito medio all'obiettivo. Forse ho capito chi sono, Freddy. Però non so se sono pronto a rivelarlo al mondo.
Con affetto, Percy.
 
 
Cara Emily Dickinson,
finalmente ho capito cosa intendevi con le tue poesie. Oggi a scuola Piper è venuta con le ali azzurre che le ho dato quasi un mese fa. Era allegra, e lo era anche Annabeth.
La bionda ha smesso di frequentare quei tipi, perché ha capito che non sono nulla di buono. Così ce lo ha confidato e poi ha lasciato che Piper l'accompagnasse all'armadietto. Dopodiché, l'ha baciata. Lì, nel corridoio della scuola. Lei non si è rifiutata, ma ha reso il tutto più passionale.
Qualcuno ha fischiato, ma a loro non importava. Hanno perfino camminato mano nella mano.
Will ci ha raggiunto per il pranzo, al tavolo nel cortile. Sia io che lui abbiamo assaggiato i Nutter Butter, ed ho capito perché Nico li amava tanto: sono semplici ma favolosi. Come lui.
Alla fine ho chiamato il biondo in disparte, e le ragazze hanno ridacchiato.
"Scusami. Perché ho provato ad apparire come Nico ed ho mentito a tutti, te per primo. "
"Percy. "
"Si?"
"Non mi piaci solo perché sei come lui. " ha fatto una pausa, forse si aspettava una mia qualche reazione. "E poi, se vuoi saperlo, essere come lui ti esce malissimo. "
Ho sorriso e stranamente ero felice che qualcuno e lo avesse detto.
Come da copione, ho saltato biologia per andare nel vicolo del fumo con Luke e Thalia. Ormai l'inverno sta finendo, e loro si stanno lasciando, anche se non vogliono ammetterlo.
Thalia andrà al college, o farà qualcosa per diventare paracadutista e non avranno la possibilità di vedersi mai più. Mi è dispiaciuto, perché si amano come nessuno, però sono convinto che il filo teso del loro amore non si spezzerà lo steso.
" Luke, io voglio fare la paracadutista. " ha ammesso lei, mentre gli ridava l'accendigas.
E Luke si è letteralmente illuminato mentre rideva. "Lo sapevo che eri una con le palle, baby. "
Penso che stia tornando tutto a posto. Oggi, invece di guidare fino a casa o salire sul solito autobus affollato, ho permesso a mia madre di venirmi a prendere. Anche Annabeth e Piper l'hanno conosciuta ed erano d'accordo sul fatto che fosse un gran pezzo di gnocca.
Hanno detto proprio così, e lei ha riso.
Ho capito cosa intendevi con  le tue poesie. Quando sono tornato a casa ho inserito un mio vecchio disco dei Pink Floyd e Nico esisteva lo stesso. Ho percepito tutte le falene che aveva nel petto volare in cerca della libertà.
Forse anche tu in quel momento esistevi ancora. O, come Nico, non hai mai smesso di esistere.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Kurt Cobain,
mi dispiace per l'ultima lettera che ti ho lasciato. Sei un grande della musica e la prima e l'ultima voce che Nico mi ha fatto sentire. Con te è partito tutto questo, quindi non potevo lasciarlo in sospeso.
Oggi la professoressa Buster mi ha chiamato alla cattedra per l'ennesima volta. Ma sospetto che sia l'ultima dell'anno.
"Percy, come stai?"
"Bene, credo. " e per la prima volta dicevo la verità.
"E che mi dici del compito sulla lettera?"
"Ah. E pronto, credo. "
"Ne sono felice. " ha fatto un enorme sorriso e quegli occhi da insetto si sono illuminati.
"Mi ci sono dedicato molto. Ho riempito un intero quaderno. "
Ha annuito e mi sembrava quasi fiera.
"Sapevo che ti avrebbe aiutato. "
Ed è così, Kurt. Nella prima lettera, ti scrissi che forse con te riesco a parlare. E ci riesco davvero. Perché adesso sono qui, a raccontarti di tutto quello che sta succedendo. Mentre lui non è da nessuna parte, e lo amo lo stesso.
Con affetto, Percy.
 
 
Cari Kurt, Emily, Amy, Jim, Janis, Freddy,
è il diciassette marzo. Nico sta scendendo le scale che dalla sua stanza portano al pian terreno, dove ad attenderlo ci sono io.
"Andiamo?" esclama, come da routine. La primavera ormai è alle porte, così ha ben pensato di lasciare il suo giubbotto da aviatore in qualche angolo dell'armadio.
Sorrido, perché è la cosa più bella del mondo. Lui con i suoi vestiti neri e le Vans consumate, la sua voce che ha un tono tra il grave e l'acuto e tutto quello che abbiamo costruito in due anni.
Saliamo sulla  mia macchina, che è sempre stata spettatrice di tutte le nostre follie più belle. Ovviamente, lui inserisce In Utero nello stereo e non partiamo finché la musica non inonda tutto. Qui c'è l'eco di un uomo morto, ed è una sensazione bellissima.
Oggi però mi sembra più triste del solito.
"Non voglio andare in galleria. " mi rivela.
"Okay. " annuisco.
C'è un lungo silenzio, però allo stesso tempo c'è la musica a completare tutti i vuoti.
"Che ne dici di andare giù al fiume?"
Io sorrido e annuisco ancora. Abbiamo scoperto, quasi un anno fa, il posto dove i binari della ferrovia attraversano il fiume. Mi piace, è un luogo magico.
Continuo a guidare e posteggiamo la macchina vicino il marciapiede, in attesa che il disco finisca di girare. Poi, scendiamo. Lui sta quasi correndo.
A terra ci sono tre piccolo fiori di un colore cobalto e la suola della sua scarpa li calpesta senza accorgersene. Si ferma a due passi dalla riva.
"Ti ricordi quella festa a cui siamo andati due mesi fa?"
Io navigo un po' nei ricordi, andiamo a molte feste. Però poi la focalizzo: è piena di gente e di alcolici, ma soprattutto non abbiamo idea di chi sia.
"Sì. " affermo, anche se non so perché me lo stia chiedendo.
"C'era un tipo... un certo Paul. " deglutisco. "L'ho incontrato lì. Lui... mi ha violentato. E ha continuato a farlo per tutti e due questi mesi. "
"Ma che cazzo stai dicendo?" quasi urlo. Il mondo mi cade addosso, tutto d'un colpo. Avrei dovuto essere più attento. Avrei dovuto proteggerlo. Avrei dovuto amarlo di più, per evitare tutto questo.
Lui si avvicina al fiume,  cauto. Io vorrei urlare, dirgli di stare attento, di tornare indietro. Vorrei prenderlo tra le mie braccia. Ma non ci riesco. Il mio corpo è come paralizzato, la voce bloccata in qualche angolo della gola.
Lui cammina sui binari, sospesi sull'acqua che scorre impetuosa, barcollando. Ad un certo punto, si blocca. Si volta a guardarmi.
Non sta cadendo. Vedo solo il suo corpo sollevato in aria dalla forza del vento, quasi piegarsi. E poi il mondo smette di andare avanti. Lui è sospeso sull'acqua.
Questa è la storia che ho raccontato a Piper, Annabet e Will. Eravamo sul tetto della casa di uno di loro, ma non ricordo bene chi.
"Il mio ragazzo è morto. " l'ho confessaro così, all'improvviso. E poi mi sono messo a raccontare. Alla fine, ho aspettato le loro reazioni con occhi lucidi, ma hanno semplicemente annuito.
"Lo sapevamo. " mi ha confessato la bionda.
"Cosa? E perché non me ne avete mai parlato?"
"Beh, tu non ne hai mai fatto parola, quindi pensavamo che non fossi pronto. Ma siamo felici che abbia deciso di raccontarci tutta la verità."
E in quel momento ho capito che mi hanno sempre guardato con altri occhi.
"Come?" ho domandato, nella voce qualcosa che sapeva d lacrime.
"Luke aveva degli amici che andavano alla Might. Lo sapevano."
Ho annuito. "Non i odiate per questo?"
"Cosa? " ha esclamato Piper. "Perché dovremmo?"
"Perché è stata colpa mia. Perché sarei dovuto essere più attento. Avrei dovuto amarlo di più. "
"Ma no, che non è colpa tua, Percy." è intervenuto Will, il tono sicuro. "Magari se lui fosse stato meno ubriaco o se non si fosse sporto troppo, tutto questo non sarebbe successo. Non puoi darti la colpa in eterno! Come cazzo vivi?"
Ci ho riflettuto. E forse ha ragione. Alla fine, tutti e tre mi hanno accompagnato a dirlo agli altri: ad Ade, ad Hazel, a Luke e Thalia e perfino ai miei.
Nessuno mi odia, e forse Hazel ce l'ha con me un po' in meno.
Quindi vi ringrazio, Kurt, Emily, Amy, Jim, Janis e Freddy, per aver ascoltato tutto questo. Oggi consegnerò questo quadernetto alla professoressa Buster. E forse tutto questo sarà solo un ricordo.
Però rimane lo sfavillare delle falene di Nico che, finalmente, hanno trovato la libertà.
Con affetto, Percy.
 
 
Caro Nico,
stanotte ti ho sognato. Eravamo giù al fiume, dove i binari del treno si incontrano con l'acqua. La suola delle tue scarpe ha calpestato tre fiorellini di un cobalto delicato.
Sei salito sui binari, ed io ho provato quell'insopportabile sensazione di essere impotente, di voler urlare e non riuscirci.
Ti sei voltato, e mi ha guardato dritto negli occhi. Il nero a fondersi con il verde.
"Guarda." mi hai sussurrato e io ho guardato.
Dalla tua schiena si aprivano delle ali bianche, di un bianco candido.
"Non sono rotte!" hai esclamato, e penso di aver sorriso.
Poi, hai preso il volo. Non sei caduto nel fiume, semplicemente ti sei sollevato in aria ed hai incominciato a volare. Proprio come un angelo.
Oggi sono stato nella tua stanza. Non è cambiato molto, a parte i vestiti che ho preso in prestito- ma che poi ho sempre rimesso a posto- e il poster di Kurt che non è più sulla parete - scusa-.
Per la prima volta, non avevo paura di spostare le cose. Ho preso tutte le poesie più belle, la foto in bianco e nero di Jim e perfino le lentine azzurre. I fogli li ho appesi alla mia lavagnetta, le lentine spiccavano sul cassettone e Jim fa compagnia alle poche stelle luminose sull'armadio.
Poi, ho invitato tutti i miei amici a casa. Sia io, che Thalia e Annabeth ci siamo diplomati. Luke non è stato bocciato e Piper era felicissima, per lei, per tutti noi e per questa vita che ci rimane.
Ora io e Will stiamo insieme, più o meno, ma non ho più paura di stare con qualcuno. Perché ho capito di amarli tutti e, nonostante questo, di amare te all'infinito.
Nico, tu non  hai smesso di esistere. Tu sei ovunque.
Ho pensato che potrei diventare un poeta. Oggi ho scritto la mia prima poesia. Recita così:
Lettera d'amore a Nico Di Angelo.
 
Un fantasma non può aprire una busta.
Ma ti mando lo stesso questa lettera.
Vedi, sto conservando questo mondo per te.
Le acque del fiume scorrono.
I campi si riempiono di mele dorate.
Un fantasma non può aprire una busta.
Un fantasma non può correre.
La strada prosegue all'infinito.
Due ragazzi si fermano accanto ad un ponte, a osservare.
Le foglie in autunno cadono silenziose.
La primavera dura per sempre, dopo un temporale.
Sto aprendo questa lettera per te, vedi?
Un fiore blu sbocciato.
Un sacchetto di carta con  una candela.
Lascio che il mondo spalanchi la mia anima.
Una foglia cade.
Uno sbuffo color piombo e un ragazzo con l'abito nero.
Sto leggendo le lettere che vorrei che vedessi.
Spero che un giorno aprirai le buste,
Come io sto aprendo il mondo dentro di me.
Sto inviando a te le mie lettere.
Il fiume va verso l'oceano.
L'oceano ha il suono dell'infinito.
Siamo grandi abbastanza per sentirlo.
Tutt'e due.
 
Ti amo.
Con affetto, sempre,
tuo Percy.

 
   
 
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