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Autore: Giadavnt    03/03/2016    0 recensioni
Cosa può provocare un bacio sotto la pioggia visto in TV a una ragazza innamorata.
Scusate questo piccolo aborto della mia mente ahahaha
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Corro veloce per la strada incurante della pioggia.

Perché? Sinceramente non lo so neanche io.

So solo che invece di studiare storia e tutte le altre materie per domani, mi ero fissata a vedere piccoli scorci di serie TV su Youtube. Tutte le mie scene preferite delle mie OTP preferite, spesso ricercate con strani titoli dato che non ricordavo le puntate.

Dopo il famoso “Delena rain kiss” avevo sentito crescermi nel petto un miscuglio di nostalgia, speranza e non so cosa altro. Quella strana sensazione che ti fa pensare che forse anche ciò che credi impossibile forse può divenire realtà.

E niente...dopo l'ennesimo eco di un tuono ero corsa fuori di casa, lasciandomi dietro le luci accese nelle camere e forse la porta aperta. Ma in questo momento non me ne curavo.

Sentivo benissimo la pioggia fitta cadermi addosso creandomi quasi una barriera per non farmi continuare a correre, ma stavolta era diverso. Se normalmente mi sarei fermata sotto un portone o rifugiata in un negozio maledicendo il tempo e l'ombrello dimenticato chissà dove, questa volta sentivo una forza che mi spingeva a continuare, che non mi permetteva di stancarmi, non mi causava fiatone e mancanza di ossigeno.

Arrivai sotto un palazzo senza neanche sapere come, le mie gambe evidentemente conoscevano quella strada a memoria tanto da non richiamare neanche l'aiuto del cervello.

Incurante del buon senso urlai un nome. Quello di colui che mi piaceva, che amavo. Lo ripetei un'altra volta, forse due. Con la testa verso l'alto vidi una luce accendersi e una sagoma scura affacciarsi leggermente per poi scomparire di nuovo riportando l'oscurità nella stanza.

Dopo neanche un minuto vidi la figura di un ragazzo comparire nell'oscurità che avvolgeva in cortile del palazzo in quel vicolo dove ci trovavamo. Anche con la pioggia che scendeva riuscì a vedere i tratti definiti del suo volto, i capelli scuri ormai anch'essi bagnati e gli occhi grandi, tanto espressivi e che adesso mi guardavano con sorpresa. O magari, avevo talmente impresso la sua immagine sui miei occhi da riuscirlo a vedere ovunque.

Mi chiamò a sua volta.

-Che fai qui?!- la voce sorpresa, preoccupata -E' successo qualcosa?!- chiese e si avvicinò più a me.

Sentii un sorriso distendermi le labbra e il cuore cominciare a battere più forte e non per la corsa che avevo fatto.

-Ehi, che succede?- mi chiese stavolta più calmo, la voce più bassa, prendendomi le mani.

-Niente.- fu tutto ciò che riuscii a dire, con estrema naturalezza, come se fosse normale state sotto la pioggia così.

-E allora perché sei qui?-

Bella domanda. Perché?

-Ehm... non lo so.- abbassai lo sguardo e ripetei -Non lo so...-

Ecco che la sua vicinanza cominciava a mettermi addosso quella sensazione di imbarazzo.

-Non so perché sono qua, semplicemente ho seguito l'istinto.- dissi poi velocemente, non credendo neanche a me stessa.

-L'istinto?- chiese divertito.

-Si, l'istinto.- risposi io con tono di sfida, quello che usavo sempre con lui, perché volevo mostrarmi forte, alla sua altezza, capace di tenergli testa. Come in tutti i libri e le storie più famose, allo stronzo piace la ragazza forte e io cercavo di esserlo.

-Non ti sei neanche messa il giubbotto.- disse poi. Me ne accorsi anche io solo in quel momento.

-Vieni, sali che ti asciughi.- aggiunse poi.

-No...io...veramente...-dissi resistendo coi piedi piantati a terra -Dovrei tornare a casa.- il buon senso stava riaffiorando.

-Non dire sciocchezze! Sei zuppa d'acqua! Prenderai una bronchite!- disse continuando a tirarmi per il polso.

Resistetti ancora cominciando a rendermi conto di quale figuraccia avessi fatto.

-Se non è successo niente, non vuoi salire - cominciò – allora perché sei venuta?-

Mi passai una mano per il viso ripetendomi ancora quanto fossi stata stupida. E ora che gli raccontavo?

-Mai sentito il “Delena rain kiss”?- chiesi ormai rassegnata, ormai la figura l'avevo fatta, tanto valeva farla fino in fondo.

-Il de-cosa?- chiese innalzando una sopracciglio.- So che “rain” vuol dire pioggia e “kiss” bacio, “delena” lo ignoro dato che penso non sia neanche una parola vera.- continuò poi – ma cosa centriamo noi?-

Quel “noi” mi provocò un brivido per la schiena.

-Ehm...è difficile da spiegare.- e restammo un po' in silenzio, io cercando di trovare le parole, lui forse attendendo spiegazioni.

-Sai cosa? Lasciamo perdere! - dissi poi improvvisamente – Ho fatto tutto uno stupido filmino mentale irrealizzabile! Facciamo finta di niente, ok?- e mi girai pronta a tornare a casa.

Non mi ero però accorta che avevo ancora la sua mano che mi avvolgeva il polso e proprio grazie a quel contatto che mi mantenne e mi tirò verso di lui.

-Senti non so cosa mi frulli per la testa.- cominciò e mi sorpresi non fosse arrabbiato, anzi il suo tono era normale - Però di questo “Delena kiss” penso di averci capito qualcosa quindi...- e lasciò in sospeso la frase. Non perché non sapeva più che dire ma perché alcune volte le azioni sostituiscono e volgono più di ogni parola. Lo aveva detto la prof. di letteratura in mattino stesso.

E niente...semplicemente rimanemmo li, sotto la pioggia, e con le nostre labbra unite.

  
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