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Autore: Raeiki    05/03/2016    0 recensioni
Dopo il licenziamento del padre e la perdita del suo migliore amico, la vita di Alex gli crollò addosso da un giorno all'altro. E tutto a causa del piano maniacale di Loyal Sealight, che nel mentre aveva creato il suo esercito noto come "La Legione". Essi erano uno squadrone di avatar potenziati che conquistarono la regione una città alla volta, con l'obbiettivo di creare più danni possibili. Alex aveva creato l'eroe Xander Gold proprio per debellare la Legione, perchè se non si attivava lui che conosceva il malvagio piano di conquista di Sealight, chi altro l'avrebbe fatto?
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembravano inarrestabili. Indistruttibili. Invincibili.

I loro attacchi colpivano come fulmini a ciel sereno, veloci e devastanti. E dopo di essi, sparivano nel nulla lasciando dietro di sé morte e distruzione.

Le forze dell’ordine si sono rivelate inutili, in città vige lo stato di allerta totale. Sono stati targati come terroristi, come organizzazione militare segreta, come squadra d’assalto fantasma.

Prediligevano edifici importanti come banche, municipi, grandi aziende, borse…non solo in città, ma anche in tutte le città circostanti. Erano ovunque, erano tanti. Troppi.

Si annunciavano ai pochi superstiti –probabilmente lasciati in vita per diffondere il messaggio- come il nuovo governo, che si sarebbero espansi come una macchia d’olio in tutto lo stato e in breve in tutto il mondo.
Loro erano la Legione. E stavano sorgendo.
.        .        .
La Legione era nata come squadrone di avatar potenziati atti a prendere il posto del governo mondiale instaurando una dittatura. Al suo interno era presente una scala gerarchica, in cima alla quale si ergeva maestosamente il Triumvirate. Esso era formato da tre personaggi centrali nella Legione: Loyal Sealight, l’ideatore, Donald Brown, il capo dell’azienda e Trevor Daniels, il vicedirettore. Appena sotto il Triumvirate si trovava la prima squadra d’elite, i Creeps, capitanati da Benjamin Sealight e in parte da Edward Baine, il nuovo arrivato. La squadra Creeps era costituita per il momento da quattro elementi: Baine e Sealight, Stewart Pasen e Thomas Nicalls. Erano tutti e quattro amici nella vita reale, e ora erano parte integrante della Legione come Squadra Blitz d’assalto. Avevano bisogno di soprannomi per riconoscersi tra loro senza utilizzare i veri nomi: Nicalls optò per Shade, poiché il suo personaggio era vestito di nero (come tutti i membri della Legioni d’altronde) e ricordava molto un ninja o qualcosa di simile. La sua arma era una katana con manico e lama dello stesso colore. Pasen utilizzava il soprannome già esistente di Pasey e decise di vestirsi con la divisa classica della legione, maglia e pantaloni neri e anfibi. Aggiunse degli strani occhiali rotondi e una maschera che copriva metà del viso. Le sue armi erano dei guanti artigliati, in onore del suo idolo dei film horror Freddy Krueger. Baine utilizzò il soprannome di Light, era vestito elegantemente con uno smoking bianco e oro, con guanti dello stesso colore. Indossava una maschera d’oro, simile a una maschera funeraria greca, con la mascella leggermente in avanti. Aveva equipaggiato due lame rotanti e apribili sulle braccia, che se usate correttamente potevano essere letali. Infine Ben optò per il suo soprannome tipico, Skydrops. La sua arma era una motosega, e anche lui era vestito con l’uniforme della Legione con l’aggiunta di due spallacci in fibra di carbonio neri e un elmo rosso scuro con due fori per gli occhi e tre linee verticali in corrispondenza della bocca. Infine, all’ultimo piano della scala gerarchica si trovava un plotone di avatar generici, composto da sessanta soldati fissi.

Come potenziamento obbligatorio tutti i soldati della Legione avevano impostato forza straordinaria, velocità anormale e riflessi d’acciaio e tutti avevano almeno un fucile automatico a loro disposizione. Erano la rappresentazione del superguerriero perfetto.
Tutti tranne Benjamin, lui aveva un surplus. Bisogna sapere che Sealight, al lancio dell’idea di Login and Kill, aveva creato tutti i potenziamenti per i soldati, tutti gli equipaggiamenti ma anche quattro potenziamenti specifici, da dare a suo figlio, a Paul e Alexander Drake e uno da equipaggiare a se stesso. Si trattava di quattro eccezioni, che potevano far tornare in vita l’avatar come virus, ovvero una forma immortale dell’avatar. Infatti un virus non poteva essere ucciso in nessun modo, se non con un effettivo antivirus. Ma Sealight non ne aveva inseriti e aveva preso precauzioni per evitarne la presenza, quindi poteva stare tranquillo. Visto che Alex e Paul non avevano preso parte al progetto, Sealight bloccò i due potenziamenti.

Quel giorno, era stato designato un attacco alla banca centrale di una città a pochi chilometri da quella dove viveva Alex. Quest’ultimo stava guardando la TV in quel momento, quando un servizio delle News interruppe il programma: “La misteriosa squadra d’assalto armata si è alla banca di Poundtown, la polizia sta accorrendo sul posto. Sono già state uccise quattro persone e ci sono trenta persone in ostaggio. Gli assalitori sono in quattro, ma sono armati pesantemente con armi bianche e un fucile d’assalto.”. Alex spense la tv, prendendosi la testa tra le mani. Doveva contrastarli in qualche modo, ma aveva troppa paura. In fondo non aveva ancora neanche provato Xander Gold, come poteva essere sicuro che avrebbe funzionato bene? Poi si alzò e andò in bagno, lavandosi la faccia con acqua fredda. Asciugandosi il viso si guardò allo specchio, e disse a se stesso: “Alla fine che hai da perdere?”. Rimase fermo a fissare il suo riflesso per qualche secondo, poi corse nell’ufficio di suo padre. Sua madre non era in casa in quel momento, era al lavoro. Poteva approfittarne. Si barricò nello studio e smanettò tra le impostazioni di Login and Live, impostando come spawn il retro della banca. Dopodichè guardò lo schermo, e cliccò su Login.

Perse i sensi, risvegliandosi poco dopo dietro alla banca. Vedeva attraverso le lenti di un casco, e fece per toccarsi la testa; nel farlo notò che aveva dei grossi guanti meccanici, e provò a chiuderli a pugno: era come se li avesse sempre avuti. Si estendevano su tutto l’avambraccio, e sulla parte laterale vi erano dei ganci. Provò a muovere le mani dentro ai guanti, e scoprì che muovendole indietro poteva afferrare i ganci e tirarli indietro: lo fece, e i guanti si staccarono dal bracciale cadendo a terra con un tonfo. Pendevano dai bracciali attaccati a una catena, e tirando di nuovo i ganci essi si ricollegarono velocemente. Funzionava apparentemente. Saltò dentro la banca da una finestra sul retro e notando i Creeps al piano inferiore li chiamò a gran voce: “EHI, VOI LA SOTTO!”. Tutti i presenti alzarono la testa, notando Xander Gold con le braccia incrociate al piano superiore: “COSA CREDETE DI FARE?! ANDATEVENE.”. I quattro risero, e Pasey si fece avanti: “Un tizio che si atteggia da supereroe dovrebbe spaventare la Legione? Levati, o ammazziamo prima te e poi loro.”. Alex sorrise sotto l’elmo: quell’affronto lo aveva galvanizzato e ora la rabbia e l’adrenalina avevano superato l’ansia: “Dovrete provarci.”

Saltò al piano inferiore atterrando al centro del salone. Improvvisamente i proiettili dei fucili d’assalto cozzarono contro la sua armatura, scalfendola appena. Vedendo che il costume era un solido antiproiettile, decise di partire all’attacco; puntò la mano aperta contro Pasey, che era il più vicino, e sparò il guanto nella sua direzione. La mano si attaccò alla sua tuta in pieno petto, sbilanciandolo. L’eroe tirò indietro il gancio e spiccò un salto, volando velocemente in direzione di Pasey. Appena ricollegò il braccio al pugno lo afferrò per la collottola e gli sferrò un pugno scaraventandolo contro un muro. Gli altri cessarono il fuoco a quella vista gettandosi contro di lui: Xander sganciò entrambi i pugni e li roteò intorno a sé come mazze chiodate atterrando Light e colpendo di striscio Shade che deviò il pugno con la katana per gettarsi contro l’avversario. Xander ricollegò i pugni spingendo indietro Shade, che spiccò un salto di lato per tentare un fendente. Ma il ragazzo non aveva fatto i conti con i riflessi di Xander Gold che si girò sferrandogli una botta di rovescio in pieno petto, afferrandolo e staccando il guanto. Shade volò dall’altro lato della stanza con il guanto attaccato al petto, e non riusciva a staccarlo. Skydrops si gettò all’attacco brandendo la motosega, e Xander tirò indietro il pugno al quale era attaccato Shade, usando il ninja come ariete: come previsto Skydrops e il suo compagno cozzarono tra loro. Light intanto si era rialzato e aveva conficcato le lame in un punto scoperto dietro la spalla di Xander, che si girò di scatto e lo colpì in pieno stomaco con un pugno lasciando l’avversario cadere senza fiato. Appena ebbe la forza di rialzarsi, Skydrops ordinò la ritirata sentendo altre sirene della polizia arrivare sul posto. Xander sentì la voce di Skydrops come familiare, ma era resa metallica dall’elmo che indossava.

Quando arrivò la polizia e notò che gli ostaggi erano salvi e i danni erano comunque limitati, un agente chiese a Xander che era ancora presente sul posto: “Scusi…ehm, è stato lei a cacciare gli assalitori?”. Il ragazzo si sentì piuttosto in imbarazzo vestito in quel modo davanti a delle forze dell’ordine, ma comunque balbettò un si incerto. Una voce intervenne dietro i due: “Si, è stato lui. Gli devo…gli dobbiamo tutti la vita. Ci ha salvati, è stato eroico. Scusi, signore, lavoro nel giornale locale e vorrei sapere il suo nome.”. Xander si voltò verso il giornalista ed effettivamente riconobbe il suo viso, lo aveva già visto in qualche servizio delle News: “Uhm, si…chiamatemi Xander Gold. E, agente, se collaboriamo nel modo giusto potremmo abbattere la Legione.”. L’agente scosse la testa, con l’aria stanca: “E come? Sono come spettri, i loro attacchi sono imprevedibili e noi il più delle volte arriviamo in ritardo.”. L’eroe ci pensò un attimo, per poi rispondere: “Però oggi sono arrivato in tempo. In più dovrei riuscire in qualche modo a collegarmi al loro computer madre; in questo modo potrei riuscire a prevedere eventuali attacchi e avvertirvi per tempo. Nel caso non ci riuscissi, mi occuperò io degli assassini.”. L’agente annuì poco convinto: “Vedremo. In ogni caso sono l’agente Carl Stevens, non esiti a contattarmi se trova delle informazioni importanti.”

Dopo l’accaduto, Alex si sentiva benissimo: lo consideravano un eroe. Nei vari servizi delle News trovava il nome di Xander Gold e numerosi commenti positivi a riguardo, nei Social si parlava di questo misterioso salvatore, di questo “supereroe” che si era ribellato alla Legione vincendo la prima battaglia contro di loro e riportando la speranza nella gente. La cosa che più colpì Alex e quasi lo fece commuovere fu la città poco lontana dalla sua, quella dove era avvenuto lo scontro con i Creeps, il cui sindaco aveva fatto erigere una statua in onore di Xander. Faceva sentire Alex quasi un dio, e adorava quello stato.
Xander Gold sarebbe tornato, e avrebbe salvato altre città.

Se c’era qualcosa di cui la gente aveva bisogno in quel momento era speranza, e lui esisteva per quello scopo. La Legione doveva cessare di esistere, e lui non accettava la sconfitta.

Xander Gold avrebbe distrutto la Legione.
   
 
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