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Autore: Cartoome_98    06/03/2016    0 recensioni
"A volte, la sera, lo si poteva sentire farfugliare da solo, seduto sul pavimento, nella sua stanza, alla fioca luce di una candela."
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il piccolo Tommy era un orfano.
La sua casa era stata travolta dalle fiamme.
Nell’orfanotrofio in cui lo portarono quando aveva appena 7 anni, le signore il cui compito era quello di occuparsi di lui, lo facevano nel mondo più severo possibile.
Le sue guance ogni sera erano rosse dal pianto e dalle botte.
Non era tollerato svegliarsi in ritardo, non finire i pasti o andare a giocare nel giardino senza permesso. Ogni infrazione alle precise e rigide regole veniva pagata con rimproveri ed inflizioni sulla pelle nuda dei piccoli corpi.
Con il passare del tempo il piccolo Tommy si chiuse sempre di più in se stesso.
Nessuno mai venne ad adottare il povero orfanello, ed egli crebbe nell’oscurità di quell’edificio diroccato, in balia delle manate e dei calci di quelle donne, vestite in abito nero, ogni giorno sempre uguale.
A volte, la sera, lo si poteva sentire farfugliare da solo, seduto sul pavimento, nella sua stanza, alla fioca luce di una candela.
I suoi discorsi erano sconnessi, annegati in un pianto sommesso.
Mamma” ripeteva spasmodicamente, stringendo i suoi piccoli pugnetti rossi dal freddo di quell’ambiente. Tra le mani teneva stretto un medaglione. All’interno, la foto sorridente della mamma.
Il suo corpo, coperto dai lividi, dolente dalle percosse, si accartocciava su se stesso in cerca di conforto.


Alle otto, ogni sera, Tommy smetteva di pronunciare il nome della mamma, spegneva la candela e si rintanava sotto le coperte.
I bambini buoni non restano svegli oltre questo orario.” gli era stato detto già dal primo giorno.
Aveva saputo di una bambina un po’ più grande di lui, che non aveva rispettato l’orario.
Aveva sentito che “Gli Adulti” erano venuti a prenderla.
Nel letto, tremante, chiudeva gli occhi e continuava silenziosamente il suo pianto.
L’orfanotrofio era davvero un grande edificio.
Le sue pareti lignee erano sbiadite, e adesso davano sul grigio. Stormi di tarli avevano divorato l’interno del legno, che adesso cigolava sotto i piedi di Thomas, e ancor di più, sotto il pesante e gelido passo delle temute Signore.
Dai minuscoli ma numerosi buchi alle pareti, penetrava l’insensibile freddo di un inverno rigido che di niente si cura.
Dalla bocca del piccolo Thomas sbuffavano nubi di condensa che facevano rilucere la polvere, proveniente da ogni dove nella stanza, di un tenero color bianco.
Di notte, all’interno del grande edificio, si potevano sentire i lenti passi di una donna, stoviglie cadere, porte sbattere, l’ululato di un lupo lontano.
Qualche volta, qualcuno veniva portato via.
 
 
Quella notte, una carezza gentile risvegliò il piccolo Tommy dal suo inquieto sonno. Una calda mano lo scosse.
Non voleva aprire gli occhi. “I bambini buoni non restano svegli oltre questo orario.” ripeteva a se stesso.
Thomas”. Lo chiamò una voce gentile.

Non svegliarti.

Thomas. È ora di andare.”
Il corpicino del piccolo Tommy venne scosso da un brivido improvviso. Riconobbe il suono di quelle parole e non poté trattenere le lacrime.
Aprì i suoi piccoli occhi alla luce, e ne venne accecato.
Aranciata, calda, così calda che dentro di se avrebbe giurato di sentire le fiamme. Ma non faceva male.



Mamma.” Sussurrò, prima che la donna lo raccogliesse dal suo giaciglio.
È ora.” ripeté lei, stringendolo forte sul suo petto.
Thomas non riusciva a vedere niente.
La sua testa affogata nel seno della madre.
Un forte odore di cenere.
 
Quella sera, la strada su cui sorgeva l’antico orfanotrofio, venne illuminata da un tepore doloroso, riempita dallo scricchiolante suono della secca legna ardente.
Dalla finestra più alta dell’edificio, una signora venne vista saltar giù, con l’abito in fiamme, stringendo a se una piccola creatura.
Dell’edificio, non restò altro che cenere, e qualche vecchia asse di legno bruciata.
Un curioso si avvicinò per controllare la scena.
In mezzo all’immensa distesa di cenere e detriti, egli scorse un luccichio, lontano ma chiaramente percettibile.
Sporco e appannato dalla polvere, egli trovò un piccolo medaglione.
Lo aprì. All’interno, la foto di una donna sorridente, che teneva in braccio il suo bambino. 
   
 
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