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Autore: Tury    06/03/2016    1 recensioni
Nero.
Il tempo sembra arrestarsi, nel momento in cui i miei occhi mettono a fuoco quel colore. Il colore dell’immortal dama. Il colore della più oscura notte. Il colore del tuo sangue.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nero
Il tempo sembra arrestarsi, nel momento in cui i miei occhi mettono a fuoco quel colore. Il colore dell’immortal dama. Il colore della più oscura notte. Il colore del tuo sangue.
Il tuo sguardo non indugia un secondo a posarsi nel mio, quello sguardo azzurro, dello stesso colore del cielo che vidi la prima volta che arrivai sulla Terra. Quello sguardo sereno, a tratti austero, in cui la mia anima ha sempre trovato rifugio. Eppure, quello sguardo è ora portatore di una celata preoccupazione. Perché, anche in questo momento che sembra arrestare lo spazio e il tempo, i tuoi occhi ricercano i miei, come a volermi proteggere. Nonostante il sangue che, traditore, fuoriesce dal tuo corpo, privandoti della linfa vitale. Nonostante il dolore di quel colpo destinatomi.
Vedo il tuo corpo piegarsi, sotto la mano invisibile di quella dama oscura. E i miei muscoli scattano, veloci, fermando la tua caduta, perché questo pavimento indegno non ti abbia. Perché tra le mie braccia tu possa trovare quel riparo che mi hai sempre offerto.
Sento i miei occhi inumidirsi, le lacrime minacciare di scivolare dai miei occhi, mentre il terrore inizia ad impadronirsi della mia anima, rendendomi preda della sua morsa.
I tuoi occhi tornano a specchiarsi nei miei, mentre le tue labbra compiono movimenti quasi impercettibili, invitandomi a non aver paura. La tua voce è così lieve che provo dolore solo ad ascoltarla. E, inesorabilmente, le lacrime scendono, solcando il mio volto, posandosi su di te. Perché, nonostante il tuo dolore, nonostante gli spasmi del tuo corpo, tu continui a prenderti cura di me. A proteggermi da questa realtà troppo dolorosa.
Le mie mani si muovono, frenetiche, stracciando i tuoi abiti, liberando il segno di quel tradimento, per poi arrestarsi dinanzi a quel tetro spettacolo.
Che cosa ti ho fatto? A quale sacrificio ti ho condannata?
Sposto nuovamente il mio sguardo nel tuo, prendendo coscienza di quella verità che mi hai taciuto. Comprendendo che, ogni singolo istante trascorso insieme, non era altro che un nuovo passo verso la tua morte. Ed io ero stata così cieca, così egoista, mentre tu mi facevi dono della tua vita.
Sposto le mie mani sulla tua ferita, nella vana speranza di rendermi utile. Il tuo sangue macchia la mia pelle, marchiandola come vivo fuoco. Ed io posso sentire la sua essenza sotto il mio tocco, dentro la mia anima. E mi aggrappo a questa futile speranza di poterti salvare, mentre ti sento tremare sotto il tocco glaciale della morte.
Vedo Titus avvicinarsi, chiederti scusa per quel suo folle gesto. E il tuo perdono ha il suono del mio nome, la tua grazia il peso della mia vita.
E le lacrime tornano ad invadere i miei occhi, mentre lotto con questo dolore che mi attanaglia il petto, bloccandomi il respiro. Perché anche così, debole e sofferente, poni me dinanzi alla tua vita.
E vorrei poterti dire tante cose, ma sento il tempo scivolare via dalle mie mani, portandoti via da me. Quanto può apparire effimera, questa nostra esistenza, quando comprendiamo il vero valore della perdita. Quanto può essere futile il tempo, quando ci rendiamo conto che ne abbiamo speso troppo. Ed ora che non chiedo altro che poter stare con te, quello stesso tempo reclama il suo prezzo. E vorrei dare indietro parte di questa mia inutile esistenza, per poter pagare il mio debito. E quasi mi ritrovo a pregare, pur di poterti stringere ancora a me. Perché so di non poter far nulla per salvarti, anche se sei tu a dar voce a questo pensiero. Sollevandomi ancora una volta dalle mie responsabilità. Proteggendomi ancora, nonostante la morte che ti attanaglia il corpo.
E mi aggrappo a quel tuo sguardo sereno, a quel cielo limpido che mi ha sempre rassicurata. A quel tuo sorriso appena percettibile.
E mi ritrovo a recitare quest’ultima preghiera, con voce rotta, con le lacrime che bagnano il mio volto, inarrestabili. Con i tuoi occhi, riflessi nei miei, a darmi rifugio.
E raccolto il tuo ultimo respiro sulle mie labbra, mentre ti lascio scivolare tra le braccia della morte.
E mentre chiudo, per l’ultima volta, i tuoi occhi, il gelo si impossessa della mia anima.
Perché non ha più importanza se il sole sorgerà, domani. Se il cielo tornerà ad essere sereno, su questa desolata terra, in questa remota città.
Il mio cielo si è spento, per sempre.
Ed io con lui. 
  
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