Broken
Dream
Il suono di una
sveglia. Finalmente
il mio primo giorno di scuola del quinto anno. Finalmente.
Per l’emozione non
avevo dormito praticamente niente. Nonostante
questo balzai dal letto pimpante, mi sciacquai il viso e pettinai quei
miei
lunghi capelli ricci, cercando di legarli in una specie di codino. Va beh… come è venuto è venuto. Mi
vestii in un lampo e quando tutti ancora
cercavano di buttarsi giù dai letti io ero già saltellante per i
corridoi
diretta in sala grande.
Non ci sembra che io
sia una Serpeverde. Me lo dicono tutti,
ma io ne sono estremamente fiera! Da un po’ di tempo i serpeverde
vengono
sempre considerati imbroglioni, seri e snob. Io la vedo diversamente…
ma forse
per quieto vivere, non ne ho mai parlato con nessuno.
Saltellai fino al
mio solito posto: quello più vicino ai
professori. Tanto non creavo scompiglio. Non facevo scherzi, non creavo
casini.
Mi piaceva quel posto, potevo ascoltare a volte se mi riusciva i
discorsi dei
professori, erano molto interessanti, avrei voluto parteciparvi.
Come al solito c’era
già seduto al proprio posto qualche
insegnante, tra cui Severus Piton. Il mio professore preferito… Non
parlava
spesso, e di rado ho potuto ascoltare qualche suo discorso con altri. Peccato.
Aspettai con
pazienza, e con un bel sorriso che veniva da
chissà dove, aspettai gli altri e che arrivasse la colazione. Dopo
alcuni
minuti si presentarono i miei amici assonnati.
- Buongiorno! –
esclamai nella loro direzione, e pochi
secondi dopo le tavole vennero imbandite mentre altri alunni di diverse
case
cominciarono ad arrivare.
- Come fai ad essere
già pimpante ed allegra di prima
mattina? – sbadigliò una mia amica, Fanny, la cui testa era ancora in
vacanza.
Io ridacchiai
imbarazzata:- Sono sempre di buon umore!
La mia amica lanciò
uno sguardo al professor Piton, e poi su
di me guardandomi rassegnata e furbetta:- Eh, so io perché sei sempre
così
pimpante – indicò nuovamente di sottecchi il professore.
Io risi, ma le
risposi:- Fanny! Non dire queste cose!
- Io non ho detto
niente – fece la finta innocente sedendosi
di fronte a me cominciando a mangiare. Io la seguii a ruota addentando
un
cornetto.
- Cosa? Che mi sono
persa? – arrivò Vanilla, che come al
solito pensava che io e Fanny ci svelassimo chissà quali segreti che
non
condividevamo con lei!
- Niente – risposi
io facendo spallucce, mentre l’amica
seduta al mio fianco ribadì:- è innamorata come sempre del professor
Piton.
- Ma non è vero! –
arrossii subito.
- Questa non la
sapevo! Lo vedete che parlate solo tra di
voi? – fece come al solito la gelosa.
- Ma non è vero!! –
insistetti. La giornata passò un po’
così, tra le risate delle mie amiche ed i miei imbarazzi. Non
sono innamorata di Piton! Cioè… forse un pochino… Ma loro ne
parlano come se non avessero avuto mai una cotta per qualcuno! Può
succedere…
no?
Quella sera ero
talmente immersa nella lettura di un libro
sulla magia che non riuscivo a staccarmi, feci quasi le 4, poi mi
addormentai
per stanchezza. Giusto per non darmi la soddisfazione di avere ragione,
quella
notte (o meglio dire mattina) sognai il professore, intento nella sua
lezione.
Mi stava stranamente lodando per la mia bravura nella sua materia, ed
io non
potevo essere più felice! Praticamente… era ciò che avevo sognato per
tutta
l’estate.
Mi svegliai di
soprassalto al suono della sveglia, e senza
pensarci troppo mi alzai, tornai in bagno, mi risistemai i capelli a come venivano, e corsi per i corridoi.
Ripensai più tardi a quel sogno arrossendo leggermente.
Dopo la colazione,
io e le mie amiche corremmo verso la mia
aula preferita, quella di pozioni.
Io ero come sempre
al primo banco già pronta a cominciare.
Per fare bella figura mi ero esercitata molto a casa, avevo passato
l’intera
estate a ripassare ed a studiare qualunque
cosa. Avevo studiato per filo e per segno ogni dettaglio del libro
di
pozioni, e di ogni altra cosa. Ero preparata per qualunque domanda. Volevo stupirlo. Quest’anno ci sarei
riuscita.
Avevo rinunciato ai
viaggi, all’estate solo per il giorno in
cui l’avrei stupito. Beh ho…sicuramente pensato meno al mio aspetto… ma
quello
per me non aveva importanza! Ciò che conta è la materia grigia, non
l’esterno.
La bellezza passa e se ne va… giusto?...
Volevo essere
riconosciuta per il mio talento, non per quel
che apparivo.
Piton diede subito
da comporre una pozione abbastanza
complessa. Lo conosco, l’avrà fatto perché ci sono i grifondoro oggi… e
lui non
li sopporta. Ma tanto io avevo studiato, ne avevo letto qualcosa, sarei
riuscita a farla!
- Lavorerete a
coppie! –esclamò il prof.
Cosa?! Alzai
immediatamente la mano contrariata:- Professore! Io vorrei lavorare da
sola! – Io lavoro
da sola.
- Non discuta
signorina… - Non ricorda neanche il mio cognome?... –
La metterò in coppia con
la signorina Granger, va bene? –alzò un sopracciglio.
Come se
mi avesse
fatta contenta così…
Dovetti quindi
lavorare con la grifondoro, che per me non faceva
altro che sbagliare!
Ma
almeno l’ha letto
il libro di pozioni?! Cocca, sono io qui l’esperta in pozioni, non fare
sempre
la so-tutto-io!
Con qualche litigio
dovuto a ‘scuole diverse di pensiero’,
riuscimmo a fare una pozione decente, e quando il prof la guardò la
giudicò passabile. Avrei strozzato la Granger in
quel momento.
Delusa e anche un
po’ incavolata sistemai lentamente le mie
cose, fino ad essere l’ultima ad uscire dall’aula, ad eccezione di
Potter. Feci
per uscire quando sentii alcuni sussurri tra il professore e il
grifondoro, e
senza farlo apposta ascoltai: - Mi raccomando, sta sera deve riprendere
Occlumanzia.
Occlumanzia?!
Anch’io
voglio delle lezioni private!
Rientrai di colpo in
aula, ma quando il prof si accorse di
me non fece un bello sguardo…
- Professore… -
cominciai timorosa, ma subito cercai di
apparire più sicura di me – N-non ho potuto fare a meno di ascoltarvi…
- i due
si lanciarono degli sguardi che non riuscii ad interpretare – Vorrei
anche io
delle lezioni private.
Dopo qualche secondo
di silenzio Potter esclamò:- Perché no.
- Perché no?! –
ribatté scontroso il prof – Ma si rende
conto che… - non lo lasciai terminare.
- Io sono brava con
certi incantesimi! Mi esercito sempre!
Vi prego, fatemi partecipare ad una sola vostra lezione, vi dimostrerò
quanto
valgo, e potrei apprendere molto più di quello che posso fare da sola…
- Non è questione di
farsi valere, è una cosa che riguarda
soprattutto il signor Potter…
- Voglio
partecipare! Vi prego! – quasi mancava che mi
inginocchiassi per supplicarlo.
- Che le costa farla
partecipare? Solo per sta sera, ormai
ci ha sentiti – mi appoggiò il ragazzo. Grazie
Potter!
Piton sospirò prendendosi
con due dita l’attaccatura del naso, tra gli occhi chiusi, e la
massaggiò
leggermente: - E va bene, ma solo per sta sera! Non voglio altri
impicci!
Puntuale alle 9.
- Si signore!! –
esclamai estasiata e felice, con un sorriso
grande e luminoso. Quindi lasciai l’aula.
Quella sera saltai
persino la cena pur di arrivare in
orario, ma quando arrivai avevano già cominciato, e a giudicare dallo
stato di
Potter, anche da parecchio…
- Prof… - sussurrai
attirando la sua attenzione. Sembrava ancora
più nervoso del solito.
- Signorina, ben
arrivata – non lo disse affatto
gentilmente, e mi fece un veloce e distratto gesto indicandomi di
sedermi di
fianco al grifondoro. Obbedii e mi tenni pronta a qualunque cosa.
- Legiliment! –
esclamò il prof verso Potter che, nonostante
quel po’ di sforzo che faceva, non riusciva a chiudere la mente e
gemette di
dolore. Se fa sempre così ormai il prof
saprà tutto di Harry…
Cavolo che scena da
mettere i brividi. Il ragazzo non
riusciva a star fermo, sudava, si inarcava, stringeva i denti… era di
un
pallido incredibile. Potter lo conoscevo solo per fama, ma se davvero
solo
questa era la sua resistenza non so come sia potuto diventare il
“sopravvissuto”. E forse Piton non ha tutti questi torti ad odiarlo.
Non era questo
granché.
Dopo un po’ Piton
fermò l’incantesimo urlandogli contro
parecchi insulti. Poi rivolse a me lo sguardo assottigliato dicendo:-
Siete
pronta?
- Si! –affermai
decisa. Io
sono nata pronta!
- Legiliment – disse
con meno enfasi di prima, come se effettivamente
non ci tenesse granché ad allenarsi con me…
Avvertii subito una
scarica di energia, qualcosa di troppo
nella mia mente. Il mio esercizio in tutto
non era stato vano: strinsi forte gli occhi e con tutta la mia forza
psichica
riuscivo a chiudere abbastanza i miei pensieri. Resistetti per almeno
un quarto
d’ora. Per fortuna il prof si fermò in quel momento affannando.
- Chi ha detto che
l’ha aiutata?
- Nessuno… Sono
autodidatta – affannai anche io – Ho chiesto
ad alcuni amici di scagliarmi contro gli incantesimi per allenamento,
ma quel
che ho imparato, l’ho imparato da sola – dissi al quanto fiera.
- Si vede – si
riprese il prof. Stima andata.
- La vostra tecnica
è alquanto grezza, anche se abbastanza
efficace. Con un serio allenamento con la
giusta tecnica potrebbe migliorare. Di sicuro è già migliore del
signor
Potter! – l’ultima frase la disse con disprezzo guardando il diretto
interessato. Stima tornata!
Quando terminammo la
lezione privata era tarda sera, forse
mezzanotte, ma non mi ero affatto accorta del tempo che passava. Potter
era
distrutto e quasi senza salutare il professore era fuggito nei suoi
dormitori.
Io invece prima di andarmene feci un veloce saluto:- Buona notte
professore.
- Aspetti… - disse
col suo solito tono serioso. Quindi mi
avvicinai a lui che sistemava alcune fiale: - Come ha detto di
chiamarsi?
- Shirley, Shirley
Poppy.
- Ed è una
serpeverde? – alzò un sopracciglio osservandomi.
- Si, prof –
aggrottai le sopracciglia un po’ sorpresa dalla
sua domanda.
- Voleva delle
lezioni private da me? – cambiò discorso, non
sembrava né gentile né felice di parlarmi.
- Si… mi piacerebbe.
M-mi aiuterebbe? – chiesi timorosa. Lui
mi osservò per qualche secondo come se mi stesse studiando.
- Lei ha del
potenziale – Incredibile! Mi ha fatto un complimento!
– Potrei insegnarle molte
cose…
- Le assicuro che
non la deluderei per nessun motivo al
mondo! – sorrisi alzando fiera la testa.
- Vedremo.
Domani
mattina a lezione vedremo – assottigliò
gli occhi prima di tornare ai suoi affari lasciandomi con quella frase
un po’
enigmatica. Mi allontanai leggermente confusa, ma d’altronde io ero sicura che non potevo deluderlo in
molte cose! Mi chiusi dietro la porta
tornando nella mia stanza.
Le mie amiche erano
ancora sveglie a parlarsi di chissà cosa:-
Ehi, Shirley! – mi salutarono appena mi notarono.
- Com’è andata? –
chiese maliziosa Fanny.
- B-bene! – arrossii
– M-mi ha fatto i complimenti! – mi
sentivo letteralmente in brodo di giuggiole.
- Ohoooh!! –
esclamarono maliziose in coro per poi mettersi
a ridere. Continuammo a scherzare per ancora una mezz’ora, ma eravamo
troppo
stanche per continuare, e il giorno dopo avevamo di nuovo pozioni,
quindi era
meglio dormire e ci infilammo tutte a letto. Ma chi riesce
a dormire ora.
Così il giorno dopo
a lezione, il professore fece nuovamente
un’esercitazione, sta volta su una pozione non troppo difficile e per
fortuna
ognuno per conto proprio. Di tanto intanto passava dinnanzi al mio
calderone
osservando il mio lavoro e facendomi alcune domande a sorpresa. Ad un
ceto
punto ho pensato volesse distrarmi! L’unica cosa che mi distraeva non
erano
certo le sue domande, bensì lui stesso al massimo…
A fine lezione
ovviamente io avevo dato il massimo, e mi aspettavo il
massimo dei voti. Cosa
che con orgoglio ottenni alla faccia di quella Granger del cavolo. Ah ah!
Quando tutti
lasciarono l’aula io appositamente rimasi
l’ultima ad uscire fingendo di sistemare altre cose nella mia borsa.
Speravo mi
parlasse, e infatti…
- Signorina Poppy -
mi guardò con sguardo severo, ma con un
accenno di sorriso – Vuole davvero quelle lezioni private allora.
- Con tutta me
stessa – gli sorrisi – Gliel’ho detto, non la
deluderò!
- Se promette di
impegnarsi così costantemente posso
insegnarle ciò che vuole. È raro che uno studente mi dia soddisfazioni,
si
ritenga fortunata.
- Mi ritengo già
tale! – Specialmente
se ho voi come professore… - E ovvio che prometto.
- Spero che il
rendimento non cali – e dopo avermi parlato,
senza un saluto, senza un sorriso, senza alcunché tornò a sistemare le
sue
cose, ed io uscii dall’aula felice.
Saltellavo, forse volavo
dalla contentezza.
Da quel giorno tre
volte a settimana io e il professore ci
incontravamo la sera per delle lezioni di approfondimento su…
praticamente ogni materia che potesse riguardare i
GUFO, ma più di tutte ‘pozioni’ ovviamente. Mi insegnò alcune pozioni
di
livello più avanzato ed io me la cavavo alla grande. Non avevo mai dato
il
massimo come in quei momenti con lui.
Passarono un paio di mesi, così perfetti. Di tanto in tanto
riprendevamo il
discorso dell’Occlumanzia, specialmente quando capitava che le lezioni
con
Potter coincidessero con le mie. Ovviamente
in confronto a me Potter era un incapace. Il prof… non mi faceva
complimenti, di nessun tipo. Commentava di tanto in tanto, ed io da
quei
commenti capivo che era orgoglioso di me, anche se non me lo diceva
direttamente, e questo mi bastava.
Una sera, solo per un
suo commento in più, ero più allegra del solito, ed anche se era
tardi
tornai alla mia stanza raggiante. Mi facevano male le gambe per la
stanchezza,
ero stata in piedi per varie e varie ore, ma saltellavo come se fossi
stata
sulle nuvole. Ero stanca, stanca morta, esausta, ma sorridevo,
sorridevo ed
arrossivo come una bambina di cinque anni davanti un nuovo giocattolo.
E così
entrai nel dormitorio.
Le mie amiche non
poterono fare a meno di notare il mio
atteggiamento, e mi chiesero subito cosa mi era successo. Io risposi
che non
era successo nulla.
- Ti conosciamo
troppo bene Shirley! Cos’è successo con quel
vecchio prof? – mi prese in giro Fanny.
- Non è vecchio! E
ti ripeto che non è successo nulla!
Abbiamo lavorato come sempre –mi infilai di fretta il pigiama.
- E come mai sei
tutta rossa in visooo?? – esclamò spiritosa
Vanilla.
- M-ma niente! –
risi tra me e me. Mi infilai sotto le
coperte continuando a fissare le mie vicine ‘di letto’ che
sghignazzavano tra
di loro.
- Shirley, secondo
me è giunto il momento che ti fai avanti!
– disse una di loro.
- Cosa? In che
senso? – mi misi seduta attenta ad
ascoltarle.
- Ti
devi dichiarare!
–esclamarono in coro.
- Cosa?! Non se ne
parla nemmeno! – sobbalzai sentendomi
scoppiare la faccia che mi bruciava per il troppo rossore.
- E se vuoi che ti
accetti devi andarci ben sistemata! Non
come sempre!
- P-perché, come
sono di solito? – mi guardai dubbiosa i
capelli.
- Scombinata! Non va
bene! Domani prima della lezione ti
facciamo io e Vanilla un make up fantastico! - mi fece l’occhiolino gesticolando
teatralmente – Devi sfoggiare tutta la tua bellezza, così lo stendi!
L’altra, che mi
guardava con furbizia, prese a ridacchiare
malignamente, come se avesse già qualcosa in mente. In quel momento
avevo quasi
paura delle loro intenzioni.
- R-ragazze, ma sono
solo delle lezioni… N-non c’è nulla di
più – gesticolai cercando di farle cambiare idea.
- Si, certo, ci
crediamo – alzarono gli occhi al cielo
parlando ironicamente – Domani vedrai.
- Immagina Shirley
che si dichiara al prof! – esclamò una di
loro – “Oh Professore, vi amo così tanto!” – mi fece l’imitazione
mentre io
sbarravo gli occhi ed arrossivo sempre più.
- “Signorina Poppy,
anch’io la amo! Staremo insieme per
sempre!” – fecero un’imitazione del prof quasi perfetta, e subito
scoppiarono a
ridere – Sarebbe spaziale! – commentarono.
Ci fu bisogno di un
buon quarto d’ora per convincerle a
dormire, invece di continuare a prendermi in giro! E di farmi venire
strane
idee in testa…
Da quando facevo
quelle meravigliose lezioni…chi riusciva più a dormire?
Le mie compagne
intanto si erano impuntate, e il giorno dopo
(invece di studiare!) si misero a pettinarmi, truccarmi, sistemarmi in
ogni
modo per l’incontro di quella sera.
Non so quanto tempo rimasi sulla sedia senza potermi guardare, muovere,
fare
qualunque altra cosa. Che noia.
Quando finalmente mi permisero di guardarmi, quando avevano finito,
vidi allo
specchio una persona completamente diversa. Una che non avevo mai visto
in vita
mia. I capelli per la prima volta non andavano per fatti loro, ma erano
ordinati.
Non mi
ero mai vista
così femminile. Arrossendo le ringraziai del trattamento.
-In bocca al lupo! –
- Saltagli addosso! –
- Stendilo con le tue
armi – mi augurarono mentre uscivo, non avevo capito bene cosa
intendevano
per ‘armi’… ma feci finta di niente.
Bussai alla porta
dello studio del professore. Cavolo, mi avevano fatto
diventare così
tesa, così in ansia, che quasi stavo tremando. Non avevo intenzione di
confessarmi davvero! Ma speravo tanto che almeno notasse il mio
cambiamento…
almeno in parte… che mi facesse un complimento, un segno d’apprensione…
Quando aprii la
porta quasi saltai da quanto ero nervosa.
- B-buona sera prof!
– balbettai rigida. Appena mi vide alzò
un sopracciglio studiandomi per pochi secondi, poi mi fece segno di
entrare e
di chiudere la porta mentre lui cominciava a maneggiare ampolle di
vario tipo
sulla sua scrivania.
Non è
mica cieco! Avrà
sicuramente notato il cambiamento, è così evidente!... vero?...
- Avete qualcosa di
diverso? –chiese all’improvviso
trafficando ora coi libri. Io intanto ero entrata nello studio ed avevo
chiuso
la porta, presi un bel respiro cercando di calmare il mio cuore che
aveva preso
la rincorsa.
- Ho…Ho solo
cambiato pettinatura – ero contenta che
l’avesse notato!
- Oggi stavo
lavorando ad una pozione molto particolare – me
la indicò nel calderone – Sai dirmi qual è?
- è… - presi il
mestolo e girandolo nel paiolo osservai per
un po’ la miscela – Mi sembra… - il prof
mi si avvicinò per guardare anche lui quel che stavo guardando io, per
me era
fin troppo vicino! Mi deconcentrai completamente!
- Ah-ehm…ecco..
Forse è V-veritaserum…? – cercavo di
guardare altrove, cercavo di ignorare la sua vicinanza, ma era inutile,
il
cuore mi stava scoppiando nel petto, e sicuramente avevo la faccia
tutta rossa.
- Come le è saltato
in mente? – dal suo tono di voce era
quasi scandalizzato dalla mia risposta. Ci credo, probabilmente avevo
sbagliato
su ogni fronte! E chi era riuscito a vederla quella maledetta pozione!
Si era
avvicinato troppo, e le mie amiche mi avevano messo strane idee in
testa!
Maledizione, mi sarei giocata tutto per colpa di questa sciocchezza…
- Ha-ha ragione,
professore… mi scusi – abbassai il volto
ancora rosso.
- Vedi? – prese il
mestolo per alzare un po’ di quella
sostanza e mostrarmi di cose era composta – Questa pozione è… - prese a
parlare, ma recepii poco e niente in quella situazione, cercavo di
concentrarmi, ma ogni volta che sfioravo il prof con la spalla, col
braccio,
sobbalzavo interiormente riprendendo a distrarmi completamente.
- Vuole provare a
riprodurla?
- Chi io?! –
sobbalzai.
Dopo
qualche secondo
di silenzio in cui Piton mi osservò e si spostò di fronte a me
per
guardarmi dritto negli occhi, commentò: - Signorina Poppy, lei mi
sembra
parecchio distratta oggi. È consapevole che io la sto aiutando solo
perché lei me l’ha chiesto?
E perché
mi sono
dimostrata degna di essere vostra allieva…
- S-si, mi scusi
professore… - abbassai di nuovo la testa.
Maledizione,
concentrati!
- Non approvo che si
perda tempo qui, specialmente se è una
lezione privata! – sembrava abbastanza innervosito dal mio
comportamento.
- Si, lo so… -
rispondevo solo, mi sentivo umiliata.
- Allora si metta a
lavoro senza discutere e senza distrarsi
– disse velocemente accigliato.
Ero troppo
distratta, ma non potevo permettere che tutto
andasse a monte e cercai di capire il più possibile cosa stavo facendo,
mentre
il prof prendeva un libro per aprirlo su una pagina in particolare che
posò di
fronte a me con modi decisamente
poco gentili. Dall’altro
capo del tavolino il prof mi osservava attentamente con le braccia
incrociate.
Dopo circa cinque minuti col suo sguardo puntato addosso che mi faceva
sentire
un caldo incomprensibile, il mio imbarazzo era alle stelle e le mie
mani
tremavano. Mi resi conto che stavo riuscendo a far ben poco quella sera.
- F-forse oggi… non
è serata – sussurrai più a me stessa che
a lui.
- Oggi lei è troppo
distratta. Cos’è? – cominciò quasi a schernirmi come faceva con gli
altri
alunni, cosa che non riuscivo ad accettare – Si è innamorata? – disse
quasi
schifato.
Avvampai subito
torturandomi nervosamente le mani: - N-no!
Le mie
amiche mi hanno
messo strane idee in testa! Gli avrei voluto dire.
- L’amore è una
distrazione! Se non aveva intenzione d’impegnarsi seriamente le avevo
detto di non presentarsi! – era davvero
arrabbiato.
- L-le ripeto che
non è quello! – cercai di difendermi.
Essere arrabbiati andava bene, aveva ragione, ma essere paragonata agli
altri
asini dei suoi alunni non mi andava proprio a genio!
- Allora non le
dispiacerà se le leggo i pensieri per
scoprire cosa la sta distraendo! – quasi mi urlò contro, e poco prima
che
scagliasse l’incantesimo tentai di fermarlo: - No! La preg…
- Legiliment! – non
feci in tempo a fermarlo. Non feci in
tempo a pregarlo. Non feci in tempo a chiudere nemmeno la mente, era
stato
tutto talmente improvviso che non riuscii a concentrarmi così
velocemente ed
approfonditamente…
Rividi i dialoghi
con le mie compagne, loro che scherzavano
sul professore occhieggiandomi ed ribadendo quanto mi piacesse. Rividi
loro che
mi sistemavano, che mi facevano gli auguri per sta sera. Rividi il mio
sogno in
cui lui mi lodava… il mio impegno ripagato.
Uscì presto dalla
mia mente. Giusto il tempo per vedere
l’indispensabile. Quella forza magica mi aveva praticamente spinta a
terra. Mi
misi seduta in un gesto veloce, alzando poi gli occhi per incontrare i
suoi che
erano leggermente spalancati e la bocca schiusa per la sorpresa. Ero
sicuramente avvampata: - I-io… - tentai di dire qualcosa.
- Non dica niente!
– sembrava al quanto destabilizzato, ma serio come sempre. Si appoggiò
al
tavolo in un piccolo momento in cui si era sentito mancare, io invece
non avevo
il coraggio di alzarmi, mi stavo guardando intimorita i piedi.
- M-mi dispia… - non
mi lasciò terminare.
- Le ho detto di
stare zitta! Lei…lei come ha potuto mentirmi?!
– sembrava arrabbiato, ma la mano poggiata al tavolo tremava.
- Io? – alzai lo
sguardo sorpresa – Io non le ho mai
mentito!
- Ha
chiesto delle
lezioni private solo per… per attirare la mia attenzione?! – non si
capiva se
era lusingato o schifato dalla situazione, la cosa mi preoccupò.
- No! I-io l’ammiro
come professore, la stimo! E mi piace
studiare! M-mi sono impegnata tanto per…
- Per fare cosa?!
Lei ha approfittato della mia
disponibilità! Non le importava nulla di quello che le sto insegnando!
–
gesticolò arrossendo di rabbia.
- Non è vero! Non è
vero! – mi alzai per imporre ed
accentuare ciò che dicevo – Io amo pozioni! Se la amo come materia
forse… si,
forse è merito vostro e del fatto che… provo qualcosa, ma non ho mai
mentito
sul voler imparare da lei! – avevano cominciato a scendere delle
lacrime.
Oddio,
ora mi
considererà una piagnona. Cercai di trattenerne altre.
- Ma come ha potuto
solo pensare una cosa del genere?! Io
sono un professore! È immorale! – le
sue guance si erano leggermente imporporate, non so se per rabbia
o…imbarazzo?
- Prof… mi dispiace…
- dissi con la voce un po’ rotta dal
pianto – Io non… non l’ho fatto apposta… Ho cercato in – partì un
singhiozzo
involontario – in ogni modo d-di ignorarlo…
Per evitare di
piangere ancora mi premetti i palmi delle
mani sugli occhi, ma sgorgarono fuori ugualmente, e quando spostai le
mani vidi
tutto il trucco sciolto e gli occhi mi bruciarono più di prima:- Cazzo…
Io non dicevo mai
parolacce. Ma in quel momento me ne
preoccupai ben poco, anzi mi aiutò dirlo, mi diede la possibilità di un
piccolo
sfogo. Mossi le gambe per andarmene, correre via.
- Aspetti… - mi
fermò il prof che ora pareva meno severo di
prima, io cercai di guardarlo senza piangere – Ovviamente… questo
implica che
non avrà più lezioni private da me…
Altre lacrime
silenziose sfuggirono alla mia volontà: - Va
bene… - riuscii a sussurrare – C’è altro? – chiesi prima di avviarmi
alla
porta.
- Per rispetto… –
riuscì a fermarmi di nuovo sulla soglia -
…nei suoi confronti, berrò la pozione per dimenticare quel che ho visto
nella
sua memoria. Per me lei sarà ancora la mia
studentessa modello, ciò che è successo non cambierà il suo
rendimento –
aveva parlato piano, con un tono di voce modulato e quasi tranquillo,
nonostante la confusione che probabilmente aveva dentro.
- La ringrazio… - e
subito corsi via, mi rifugiai nel mio
dormitorio ricominciando a piangere come una fontana, strusciai le mani
sugli
occhi. Ormai il trucco era un disastro. Piansi per minuti, forse ore,
finché ad
un certo punto smisi di singhiozzare, mi sedetti sul bordo del letto
con
lacrime che continuavano incessanti a scendere. Poi smisero anche
quelle.
Guardavo un punto all’infinito. Mi sentivo vuota, spenta, il mondo
attorno a me
non esisteva.
Le mie compagne di
stanza rientrarono da chissà dove,
d’altronde era sabato, era giusto fare tardi. Io non volevo essere
vista in
quello stato, presi quindi in fretta una salvietta dal comodino di
Fanny e
guardandomi in uno specchio mi struccai di fretta e
approssimativamente.
- Ehi Shirley! Com’è
andata? – chiesero appena mi videro.
- Bene… - risposi
solo, ma per evitare il discorso mi
affrettai ad andare in bagno percependo la preoccupazione delle mie
amiche che
avevano intuito qualcosa. Aprii la fontana e mi sciacquai il viso, poi
la
richiusi e mi guardai nello specchio per un tempo indeterminabile. Ero
spenta,
non sopportavo il mio riflesso.
Fui costretta ad
uscire dopo un po’ poiché serviva il bagno
ad altre ragazze. Quando aprii finsi un sorriso alle persone che mi
salutarono.
Velocemente mi infilai il pigiama e a letto mi coprii fin sopra la
testa
evitando le domande che avrebbero potuto farmi. Cercai in ogni modo di
dormire.
Per la troppa stanchezza mi addormentai profondamente dopo un paio
d’ore e fu
un sonno senza sogni. Dormii talmente tanto che il giorno dopo non
sentii la
sveglia.
Quando aprii gli
occhi era già mezzogiorno. Mi alzai piano,
mi sistemai alla meno peggio e mi avviai strisciando i piedi verso la
sala
grande. Ormai era ora di pranzo ed ebbi un incontro ravvicinato con la
McGranitt che volle sapere come mai quella mattina non avevo
partecipato alle
lezioni.
- Non mi sono
sentita bene… - inventai a testa bassa.
Fortunatamente la prof ci credette, e con quella scusa non poté
arrabbiarsi
troppo con me. Mi stavo allontanando quando mi fermò dicendo: - Se è
successo
qualcosa, le consiglio di parlare – non l’aveva detto con severità,
anzi,
sembrava una madre, pareva volesse proporsi lei per ascoltarmi
premurosa.
Suppongo avesse
intuito che non avrei parlato in goni caso,
perché si allontanò. Corsi al mio posto dove le mie compagne stavano
chiacchierando tra loro, a malapena avevano notato il mio arrivo pensai.
- Ehi Shirley! – mi
rivolsero i loro sorrisi – Sta mattina
ti abbiamo provato a svegliare in tutti i modi! Non c’è stato verso!
- Non mi sentivo
bene… - risposi solo.
- Ah, ecco! Dicevamo
noi… Come ti senti ora?
- Meglio grazie… -
cercai di sorridere, ma apparve molto
freddo, lo capii dalle loro espressioni,
che sembrarono sempre meno convinte di quello che dicevo.
Percependo
qualcosa forse, decisero di non domandarmi altro e di riprendere il
loro
parlottare. Io presi a mangiare lentamente, anche se fame in realtà non
ne
avevo. Mi voltai leggermente verso il tavolo dei professori notando
Piton, che
a sua volta mi stava guardando. Mi venne spontaneo arrossire, ma
contemporaneamente sentii gli occhi pizzicare e mi voltai quasi subito.
Notai
però per la prima volta una punta di preoccupazione nel suo sguardo.
Ha già
dimenticato
tutto?
Il giorno seguente
fu faticoso. Continuavo a dire a tutti
che stavo bene, che andava tutto
bene. Ma non era vero. Mi sentivo sotto terra, era come se avessi avuto
perennemente un peso sulle spalle, o appeso al collo.
L’ora di pozioni
arrivò troppo presto. In aula fui
praticamente costretta a sedermi nuovamente e
come sempre al primo banco. Si erano
tutti talmente abituati che io sedevo li, che l’avevano dato per
scontato anche
quel giorno, nonostante io non ne avessi avuta alcuna voglia…
Cominciammo la
lezione. Un dolore atroce al petto ed allo
stomaco quasi mi impedivano di respirare, o di pensare. Svolgemmo
un’esercitazione, come la maggior parte delle lezioni di Piton e
sembrarono più
lunghe del solito. Ad un certo punto il prof mi si avvicinò osservando
cosa
combinassi. Stette zitto ad osservare per qualche secondo creandomi
delle fitte
tremende allo stomaco ed alla gola, poi disse: - Va tutto bene,
signorina
Poppy?
Va tutto
bene?
Me l’aveva chiesto
serio come sempre, senza particolari toni,
mantenendo il distacco, ma quando alzai lo sguardo i suoi occhi avevano
in loro
una punta di malinconia. Forse me lo
stavo solo immaginando e non sapevo se essere contenta di quella
domanda,
oppure infelice.
Va tutto
bene?
No. Sto
male. Rivoglio
avvicinarmi al mio professore, senza distrazioni, senza fantasticherie.
Rivoglio la mia spensieratezza di bambina… Rivoglio far finta di non
vedere la
mia cotta per un uomo molto più grande di me, così da evitare tutta
questa
sofferenza.
- Si, professore –
dovetti lanciargli un mio sguardo gelido.
Notai un leggero corrugamento della fronte e delle palpebre, ma non in
modo
severo, ma forse con una punta di dispiacere.
Ma forse ero solo io
che speravo di vederlo dispiaciuto…
Si allontanò girando
per i banchi, intanto io ripresi a
mescolare. I miei risultati scolastici non dovevano risentire del mio
stato
umorale, e i miei sentimenti era meglio non ascoltarli. Per cui non
feci altro
che studiare, studiare e studiare.
Presi a non uscire nemmeno più con le mie compagne. Meno pensavo e
meglio era,
e l’unico modo per farlo era concentrarmi sugli esami. E così stavo
passando i
miei giorni…
Una sera mentre
camminavo per i corridoi incontrai un
ragazzo di Corvonero di nome Grisam. All’inizio non l’avevo
riconosciuto, era
un tipo di un anno inferiore a me a cui avevo fatto alcune ripetizioni
di
storia della magia, ed era cresciuto parecchio da un anno a quella
parte. Dopo
avermi chiesto come stavo, e come andassero gli studi, a bruciapelo
domandò:-
Ti va di partecipare al ballo del ceppo con me quest’anno?
Ci pensai su per
parecchi secondi che sembrarono ore. Ci avrei voluto
invitare il professore se
fosse stato possibile…
- Ok… - risposi con
un piccolo sorriso, nonostante dentro mi
sentii morire.
- Grande! – arrossì
ingenuamente allontanandosi.
Girai i tacchi e
lentamente misi un passo davanti all’altro
arrivando al mio dormitorio con un groppo alla gola. Ecco…
è tutto finito.
Angolo
autrice:
Grazie per aver
letto questa fanfiction, è la prima volta
che ne pubblico una su Severus, ma prima di qualunque ciancia ho da
dare alcune
note:
- Non sono sicura
che durante il quinto anno di Harry Potter
abbiano organizzato un altro ballo del ceppo, se non è così beh… me lo
sono
appena inventato! xD perdonatemi qualche dimenticanza please, mi sto
davvero
informando su quasi tutto, mi sto facendo una cultura su Harry Potter
cercando
di scrivere cose vere e abbastanza coincidenti col libro, qualche
invenzione la
si può lasciare, no?
- I personaggi di
cui vi ho parlato devo essere sincera, non
li ho inventati io, bensì sono presi dal mio libro d’infanzia preferito
che è
Fairy Oak, di cui una protagonista è Vanilla (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/3e/7b/47/3e7b475976f039c10dfac0f5bbe74bab.jpg)
mentre i personaggi secondari sono Shirley Poppy (https://40.media.tumblr.com/dec4e85245722f1e970a472a8d6c3275/tumblr_n6qzzhz4fo1tv0mnco1_500.jpg)
e Grisam (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/a2/93/58/a293580ecda38db1192338f5bfd1773b.jpg)
. Shirley Poppy è stata sempre un personaggio che mi ha intrigata ed
interessata, anche se (lo ammetto, mea culpa) non ricordo molto dei
loro
caratteri, ricordo che lei era una tipa molto allegra e spensierata
come una
bambina… L’unico personaggio che ho inventato è stata Fanny.
Detto questo, spero
vi sia piaciuta questa storiella anche
se triste e con un bad ending, ma se vi ha interessati particolarmente
potrei
pensare di farne una long. Non troppo long però XD perché scrivo troppe
long
inconcluse e non è il caso aggiungerne un’altra infinita XD ma per lo
meno
cercherei di fare l’ happy ending, se vi fa piacere. Fatemi sapere,
recensite,
criticatemi, ditemi il vostro pensiero anche se sarà una frase
minuscola
servirà sicuramente a migliorarmi, e grazie per aver letto
pazientemente non
solo tutta la storia ma anche l’angolo autrice XD.
Pace e successo a
voi.
Sciarpata
di verde.