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Autore: Sciarpata di verde    07/03/2016    1 recensioni
Io ero come sempre al primo banco già pronta a cominciare. Per fare bella figura mi ero esercitata molto a casa, avevo passato l’intera estate a ripassare ed a studiare qualunque cosa. Avevo studiato per filo e per segno ogni dettaglio del libro di pozioni, e di ogni altra cosa. Ero preparata per qualunque domanda. Volevo stupirlo. Quest’anno ci sarei riuscita.
Avevo rinunciato ai viaggi, all’estate solo per il giorno in cui l’avrei stupito. Beh ho…sicuramente pensato meno al mio aspetto… ma quello per me non aveva importanza! Ciò che conta è la materia grigia, non l’esterno. La bellezza passa e se ne va… giusto?...
[Piton x nuovo personaggio]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Broken Dream

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Il suono di una sveglia. Finalmente il mio primo giorno di scuola del quinto anno. Finalmente.

Per l’emozione non avevo dormito praticamente niente. Nonostante questo balzai dal letto pimpante, mi sciacquai il viso e pettinai quei miei lunghi capelli ricci, cercando di legarli in una specie di codino. Va beh… come è venuto è venuto. Mi vestii in un lampo e quando tutti ancora cercavano di buttarsi giù dai letti io ero già saltellante per i corridoi diretta in sala grande.

Non ci sembra che io sia una Serpeverde. Me lo dicono tutti, ma io ne sono estremamente fiera! Da un po’ di tempo i serpeverde vengono sempre considerati imbroglioni, seri e snob. Io la vedo diversamente… ma forse per quieto vivere, non ne ho mai parlato con nessuno.

Saltellai fino al mio solito posto: quello più vicino ai professori. Tanto non creavo scompiglio. Non facevo scherzi, non creavo casini. Mi piaceva quel posto, potevo ascoltare a volte se mi riusciva i discorsi dei professori, erano molto interessanti, avrei voluto parteciparvi.

Come al solito c’era già seduto al proprio posto qualche insegnante, tra cui Severus Piton. Il mio professore preferito… Non parlava spesso, e di rado ho potuto ascoltare qualche suo discorso con altri. Peccato.

Aspettai con pazienza, e con un bel sorriso che veniva da chissà dove, aspettai gli altri e che arrivasse la colazione. Dopo alcuni minuti si presentarono i miei amici assonnati.

- Buongiorno! – esclamai nella loro direzione, e pochi secondi dopo le tavole vennero imbandite mentre altri alunni di diverse case cominciarono ad arrivare.

- Come fai ad essere già pimpante ed allegra di prima mattina? – sbadigliò una mia amica, Fanny, la cui testa era ancora in vacanza.

Io ridacchiai imbarazzata:- Sono sempre di buon umore!

La mia amica lanciò uno sguardo al professor Piton, e poi su di me guardandomi rassegnata e furbetta:- Eh, so io perché sei sempre così pimpante – indicò nuovamente di sottecchi il professore.

Io risi, ma le risposi:- Fanny! Non dire queste cose!

- Io non ho detto niente – fece la finta innocente sedendosi di fronte a me cominciando a mangiare. Io la seguii a ruota addentando un cornetto.

- Cosa? Che mi sono persa? – arrivò Vanilla, che come al solito pensava che io e Fanny ci svelassimo chissà quali segreti che non condividevamo con lei!

- Niente – risposi io facendo spallucce, mentre l’amica seduta al mio fianco ribadì:- è innamorata come sempre del professor Piton.

- Ma non è vero! – arrossii subito.

- Questa non la sapevo! Lo vedete che parlate solo tra di voi? – fece come al solito la gelosa.

- Ma non è vero!! – insistetti. La giornata passò un po’ così, tra le risate delle mie amiche ed i miei imbarazzi. Non sono innamorata di Piton! Cioè… forse un pochino… Ma loro ne parlano come se non avessero avuto mai una cotta per qualcuno! Può succedere… no?

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Quella sera ero talmente immersa nella lettura di un libro sulla magia che non riuscivo a staccarmi, feci quasi le 4, poi mi addormentai per stanchezza. Giusto per non darmi la soddisfazione di avere ragione, quella notte (o meglio dire mattina) sognai il professore, intento nella sua lezione. Mi stava stranamente lodando per la mia bravura nella sua materia, ed io non potevo essere più felice! Praticamente… era ciò che avevo sognato per tutta l’estate.

Mi svegliai di soprassalto al suono della sveglia, e senza pensarci troppo mi alzai, tornai in bagno, mi risistemai i capelli a come venivano, e corsi per i corridoi. Ripensai più tardi a quel sogno arrossendo leggermente.

Dopo la colazione, io e le mie amiche corremmo verso la mia aula preferita, quella di pozioni.

Io ero come sempre al primo banco già pronta a cominciare. Per fare bella figura mi ero esercitata molto a casa, avevo passato l’intera estate a ripassare ed a studiare qualunque cosa. Avevo studiato per filo e per segno ogni dettaglio del libro di pozioni, e di ogni altra cosa. Ero preparata per qualunque domanda. Volevo stupirlo. Quest’anno ci sarei riuscita.

Avevo rinunciato ai viaggi, all’estate solo per il giorno in cui l’avrei stupito. Beh ho…sicuramente pensato meno al mio aspetto… ma quello per me non aveva importanza! Ciò che conta è la materia grigia, non l’esterno. La bellezza passa e se ne va… giusto?...

Volevo essere riconosciuta per il mio talento, non per quel che apparivo.

Piton diede subito da comporre una pozione abbastanza complessa. Lo conosco, l’avrà fatto perché ci sono i grifondoro oggi… e lui non li sopporta. Ma tanto io avevo studiato, ne avevo letto qualcosa, sarei riuscita a farla!

- Lavorerete a coppie! –esclamò il prof.

Cosa?! Alzai immediatamente la mano contrariata:- Professore! Io vorrei lavorare da sola! – Io lavoro da sola.

- Non discuta signorina… - Non ricorda neanche il mio cognome?... – La metterò in coppia con la signorina Granger, va bene? –alzò un sopracciglio.

Come se mi avesse fatta contenta così…

Dovetti quindi lavorare con la grifondoro, che per me non faceva altro che sbagliare!

Ma almeno l’ha letto il libro di pozioni?! Cocca, sono io qui l’esperta in pozioni, non fare sempre la so-tutto-io!

Con qualche litigio dovuto a ‘scuole diverse di pensiero’, riuscimmo a fare una pozione decente, e quando il prof la guardò la giudicò passabile. Avrei strozzato la Granger in quel momento.

Delusa e anche un po’ incavolata sistemai lentamente le mie cose, fino ad essere l’ultima ad uscire dall’aula, ad eccezione di Potter. Feci per uscire quando sentii alcuni sussurri tra il professore e il grifondoro, e senza farlo apposta ascoltai: - Mi raccomando, sta sera deve riprendere Occlumanzia.

Occlumanzia?! Anch’io voglio delle lezioni private!

Rientrai di colpo in aula, ma quando il prof si accorse di me non fece un bello sguardo…

- Professore… - cominciai timorosa, ma subito cercai di apparire più sicura di me – N-non ho potuto fare a meno di ascoltarvi… - i due si lanciarono degli sguardi che non riuscii ad interpretare – Vorrei anche io delle lezioni private.

Dopo qualche secondo di silenzio Potter esclamò:- Perché no.

- Perché no?! – ribatté scontroso il prof – Ma si rende conto che… - non lo lasciai terminare.

- Io sono brava con certi incantesimi! Mi esercito sempre! Vi prego, fatemi partecipare ad una sola vostra lezione, vi dimostrerò quanto valgo, e potrei apprendere molto più di quello che posso fare da sola…

- Non è questione di farsi valere, è una cosa che riguarda soprattutto il signor Potter…

- Voglio partecipare! Vi prego! – quasi mancava che mi inginocchiassi per supplicarlo.

- Che le costa farla partecipare? Solo per sta sera, ormai ci ha sentiti – mi appoggiò il ragazzo. Grazie Potter!

Piton sospirò  prendendosi con due dita l’attaccatura del naso, tra gli occhi chiusi, e la massaggiò leggermente: - E va bene, ma solo per sta sera! Non voglio altri impicci! Puntuale alle 9.

- Si signore!! – esclamai estasiata e felice, con un sorriso grande e luminoso. Quindi lasciai l’aula.

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Quella sera saltai persino la cena pur di arrivare in orario, ma quando arrivai avevano già cominciato, e a giudicare dallo stato di Potter, anche da parecchio…

- Prof… - sussurrai attirando la sua attenzione. Sembrava ancora più nervoso del solito.

- Signorina, ben arrivata – non lo disse affatto gentilmente, e mi fece un veloce e distratto gesto indicandomi di sedermi di fianco al grifondoro. Obbedii e mi tenni pronta a qualunque cosa.

- Legiliment! – esclamò il prof verso Potter che, nonostante quel po’ di sforzo che faceva, non riusciva a chiudere la mente e gemette di dolore. Se fa sempre così ormai il prof saprà tutto di Harry…

Cavolo che scena da mettere i brividi. Il ragazzo non riusciva a star fermo, sudava, si inarcava, stringeva i denti… era di un pallido incredibile. Potter lo conoscevo solo per fama, ma se davvero solo questa era la sua resistenza non so come sia potuto diventare il “sopravvissuto”. E forse Piton non ha tutti questi torti ad odiarlo. Non era questo granché.

Dopo un po’ Piton fermò l’incantesimo urlandogli contro parecchi insulti. Poi rivolse a me lo sguardo assottigliato dicendo:- Siete pronta?

- Si! –affermai decisa. Io sono nata pronta!

- Legiliment – disse con meno enfasi di prima, come se effettivamente non ci tenesse granché ad allenarsi con me…

Avvertii subito una scarica di energia, qualcosa di troppo nella mia mente. Il mio esercizio in tutto non era stato vano: strinsi forte gli occhi e con tutta la mia forza psichica riuscivo a chiudere abbastanza i miei pensieri. Resistetti per almeno un quarto d’ora. Per fortuna il prof si fermò in quel momento affannando.

- Chi ha detto che l’ha aiutata?

- Nessuno… Sono autodidatta – affannai anche io – Ho chiesto ad alcuni amici di scagliarmi contro gli incantesimi per allenamento, ma quel che ho imparato, l’ho imparato da sola – dissi al quanto fiera.

- Si vede – si riprese il prof. Stima andata.

- La vostra tecnica è alquanto grezza, anche se abbastanza efficace. Con un serio allenamento con la giusta tecnica potrebbe migliorare. Di sicuro è già migliore del signor Potter! – l’ultima frase la disse con disprezzo guardando il diretto interessato. Stima tornata!

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Quando terminammo la lezione privata era tarda sera, forse mezzanotte, ma non mi ero affatto accorta del tempo che passava. Potter era distrutto e quasi senza salutare il professore era fuggito nei suoi dormitori. Io invece prima di andarmene feci un veloce saluto:- Buona notte professore.

- Aspetti… - disse col suo solito tono serioso. Quindi mi avvicinai a lui che sistemava alcune fiale: - Come ha detto di chiamarsi?

- Shirley, Shirley Poppy.

- Ed è una serpeverde? – alzò un sopracciglio osservandomi.

- Si, prof – aggrottai le sopracciglia un po’ sorpresa dalla sua domanda.

- Voleva delle lezioni private da me? – cambiò discorso, non sembrava né gentile né felice di parlarmi.

- Si… mi piacerebbe. M-mi aiuterebbe? – chiesi timorosa. Lui mi osservò per qualche secondo come se mi stesse studiando.

- Lei ha del potenziale – Incredibile! Mi ha fatto un complimento! – Potrei insegnarle molte cose…

- Le assicuro che non la deluderei per nessun motivo al mondo! – sorrisi alzando fiera la testa.

- Vedremo. Domani mattina a lezione vedremo – assottigliò gli occhi prima di tornare ai suoi affari lasciandomi con quella frase un po’ enigmatica. Mi allontanai leggermente confusa, ma d’altronde io ero sicura che non potevo deluderlo in molte cose!  Mi chiusi dietro la porta tornando nella mia stanza.

Le mie amiche erano ancora sveglie a parlarsi di chissà cosa:- Ehi, Shirley! – mi salutarono appena mi notarono.

- Com’è andata? – chiese maliziosa Fanny.

- B-bene! – arrossii – M-mi ha fatto i complimenti! – mi sentivo letteralmente in brodo di giuggiole.

- Ohoooh!! – esclamarono maliziose in coro per poi mettersi a ridere. Continuammo a scherzare per ancora una mezz’ora, ma eravamo troppo stanche per continuare, e il giorno dopo avevamo di nuovo pozioni, quindi era meglio dormire e ci infilammo tutte a letto. Ma chi riesce a dormire ora.

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Così il giorno dopo a lezione, il professore fece nuovamente un’esercitazione, sta volta su una pozione non troppo difficile e per fortuna ognuno per conto proprio. Di tanto intanto passava dinnanzi al mio calderone osservando il mio lavoro e facendomi alcune domande a sorpresa. Ad un ceto punto ho pensato volesse distrarmi! L’unica cosa che mi distraeva non erano certo le sue domande, bensì lui stesso al massimo…

A fine lezione ovviamente io avevo dato il massimo, e mi aspettavo il massimo dei voti. Cosa che con orgoglio ottenni alla faccia di quella Granger del cavolo. Ah ah!

Quando tutti lasciarono l’aula io appositamente rimasi l’ultima ad uscire fingendo di sistemare altre cose nella mia borsa. Speravo mi parlasse, e infatti…

- Signorina Poppy - mi guardò con sguardo severo, ma con un accenno di sorriso – Vuole davvero quelle lezioni private allora.

- Con tutta me stessa – gli sorrisi – Gliel’ho detto, non la deluderò!

- Se promette di impegnarsi così costantemente posso insegnarle ciò che vuole. È raro che uno studente mi dia soddisfazioni, si ritenga fortunata.

- Mi ritengo già tale! – Specialmente se ho voi come professore… - E ovvio che prometto.

- Spero che il rendimento non cali – e dopo avermi parlato, senza un saluto, senza un sorriso, senza alcunché tornò a sistemare le sue cose, ed io uscii dall’aula felice.

Saltellavo, forse volavo dalla contentezza.

Da quel giorno tre volte a settimana io e il professore ci incontravamo la sera per delle lezioni di approfondimento su… praticamente ogni materia che potesse riguardare i GUFO, ma più di tutte ‘pozioni’ ovviamente. Mi insegnò alcune pozioni di livello più avanzato ed io me la cavavo alla grande. Non avevo mai dato il massimo come in quei momenti con lui. Passarono un paio di mesi, così perfetti. Di tanto in tanto riprendevamo il discorso dell’Occlumanzia, specialmente quando capitava che le lezioni con Potter coincidessero con le mie. Ovviamente in confronto a me Potter era un incapace. Il prof… non mi faceva complimenti, di nessun tipo. Commentava di tanto in tanto, ed io da quei commenti capivo che era orgoglioso di me, anche se non me lo diceva direttamente, e questo mi bastava.

Una sera, solo per un suo commento in più, ero più allegra del solito, ed anche se era tardi tornai alla mia stanza raggiante. Mi facevano male le gambe per la stanchezza, ero stata in piedi per varie e varie ore, ma saltellavo come se fossi stata sulle nuvole. Ero stanca, stanca morta, esausta, ma sorridevo, sorridevo ed arrossivo come una bambina di cinque anni davanti un nuovo giocattolo. E così entrai nel dormitorio.

Le mie amiche non poterono fare a meno di notare il mio atteggiamento, e mi chiesero subito cosa mi era successo. Io risposi che non era successo nulla.

- Ti conosciamo troppo bene Shirley! Cos’è successo con quel vecchio prof? – mi prese in giro Fanny.

- Non è vecchio! E ti ripeto che non è successo nulla! Abbiamo lavorato come sempre –mi infilai di fretta il pigiama.

- E come mai sei tutta rossa in visooo?? – esclamò spiritosa Vanilla.

- M-ma niente! – risi tra me e me. Mi infilai sotto le coperte continuando a fissare le mie vicine ‘di letto’ che sghignazzavano tra di loro.

- Shirley, secondo me è giunto il momento che ti fai avanti! – disse una di loro.

- Cosa? In che senso? – mi misi seduta attenta ad ascoltarle.

- Ti devi dichiarare! –esclamarono in coro.

- Cosa?! Non se ne parla nemmeno! – sobbalzai sentendomi scoppiare la faccia che mi bruciava per il troppo rossore.

- E se vuoi che ti accetti devi andarci ben sistemata! Non come sempre!

- P-perché, come sono di solito? – mi guardai dubbiosa i capelli.

- Scombinata! Non va bene! Domani prima della lezione ti facciamo io e Vanilla un make up fantastico!  - mi fece l’occhiolino gesticolando teatralmente – Devi sfoggiare tutta la tua bellezza, così lo stendi!

L’altra, che mi guardava con furbizia, prese a ridacchiare malignamente, come se avesse già qualcosa in mente. In quel momento avevo quasi paura delle loro intenzioni.

- R-ragazze, ma sono solo delle lezioni… N-non c’è nulla di più – gesticolai cercando di farle cambiare idea.

- Si, certo, ci crediamo – alzarono gli occhi al cielo parlando ironicamente – Domani vedrai.

- Immagina Shirley che si dichiara al prof! – esclamò una di loro – “Oh Professore, vi amo così tanto!” – mi fece l’imitazione mentre io sbarravo gli occhi ed arrossivo sempre più.

- “Signorina Poppy, anch’io la amo! Staremo insieme per sempre!” – fecero un’imitazione del prof quasi perfetta, e subito scoppiarono a ridere – Sarebbe spaziale! – commentarono.

Ci fu bisogno di un buon quarto d’ora per convincerle a dormire, invece di continuare a prendermi in giro! E di farmi venire strane idee in testa…

Da quando facevo quelle meravigliose lezioni…chi riusciva più a dormire?

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Le mie compagne intanto si erano impuntate, e il giorno dopo (invece di studiare!) si misero a pettinarmi, truccarmi, sistemarmi in ogni modo per l’incontro di quella sera. Non so quanto tempo rimasi sulla sedia senza potermi guardare, muovere, fare qualunque altra cosa. Che noia. Quando finalmente mi permisero di guardarmi, quando avevano finito, vidi allo specchio una persona completamente diversa. Una che non avevo mai visto in vita mia. I capelli per la prima volta non andavano per fatti loro, ma erano ordinati.

Non mi ero mai vista così femminile. Arrossendo le ringraziai del trattamento.

-In bocca al lupo! –

- Saltagli addosso! –

- Stendilo con le tue armi – mi augurarono mentre uscivo, non avevo capito bene cosa intendevano per ‘armi’… ma feci finta di niente.

Bussai alla porta dello studio del professore. Cavolo, mi avevano fatto diventare così tesa, così in ansia, che quasi stavo tremando. Non avevo intenzione di confessarmi davvero! Ma speravo tanto che almeno notasse il mio cambiamento… almeno in parte… che mi facesse un complimento, un segno d’apprensione…

Quando aprii la porta quasi saltai da quanto ero nervosa.

- B-buona sera prof! – balbettai rigida. Appena mi vide alzò un sopracciglio studiandomi per pochi secondi, poi mi fece segno di entrare e di chiudere la porta mentre lui cominciava a maneggiare ampolle di vario tipo sulla sua scrivania.

Non è mica cieco! Avrà sicuramente notato il cambiamento, è così evidente!... vero?...

- Avete qualcosa di diverso? –chiese all’improvviso trafficando ora coi libri. Io intanto ero entrata nello studio ed avevo chiuso la porta, presi un bel respiro cercando di calmare il mio cuore che aveva preso la rincorsa.

- Ho…Ho solo cambiato pettinatura – ero contenta che l’avesse notato!

- Oggi stavo lavorando ad una pozione molto particolare – me la indicò nel calderone – Sai dirmi qual è?

- è… - presi il mestolo e girandolo nel paiolo osservai per un po’ la miscela – Mi sembra…  - il prof mi si avvicinò per guardare anche lui quel che stavo guardando io, per me era fin troppo vicino! Mi deconcentrai completamente!

- Ah-ehm…ecco.. Forse è V-veritaserum…? – cercavo di guardare altrove, cercavo di ignorare la sua vicinanza, ma era inutile, il cuore mi stava scoppiando nel petto, e sicuramente avevo la faccia tutta rossa.

- Come le è saltato in mente? – dal suo tono di voce era quasi scandalizzato dalla mia risposta. Ci credo, probabilmente avevo sbagliato su ogni fronte! E chi era riuscito a vederla quella maledetta pozione! Si era avvicinato troppo, e le mie amiche mi avevano messo strane idee in testa! Maledizione, mi sarei giocata tutto per colpa di questa sciocchezza…

- Ha-ha ragione, professore… mi scusi – abbassai il volto ancora rosso.

- Vedi? – prese il mestolo per alzare un po’ di quella sostanza e mostrarmi di cose era composta – Questa pozione è… - prese a parlare, ma recepii poco e niente in quella situazione, cercavo di concentrarmi, ma ogni volta che sfioravo il prof con la spalla, col braccio, sobbalzavo interiormente riprendendo a distrarmi completamente.

- Vuole provare a riprodurla?

- Chi io?! – sobbalzai.

Dopo  qualche secondo di silenzio in cui Piton mi osservò e si spostò di fronte a me per guardarmi dritto negli occhi, commentò: - Signorina Poppy, lei mi sembra parecchio distratta oggi. È consapevole che io la sto aiutando solo perché lei me l’ha chiesto?

E perché mi sono dimostrata degna di essere vostra allieva…

- S-si, mi scusi professore… - abbassai di nuovo la testa.

Maledizione, concentrati!

- Non approvo che si perda tempo qui, specialmente se è una lezione privata! – sembrava abbastanza innervosito dal mio comportamento.

- Si, lo so… - rispondevo solo, mi sentivo umiliata.

- Allora si metta a lavoro senza discutere e senza distrarsi – disse velocemente accigliato.

Ero troppo distratta, ma non potevo permettere che tutto andasse a monte e cercai di capire il più possibile cosa stavo facendo, mentre il prof prendeva un libro per aprirlo su una pagina in particolare che posò di fronte a me  con modi decisamente poco gentili. Dall’altro capo del tavolino il prof mi osservava attentamente con le braccia incrociate. Dopo circa cinque minuti col suo sguardo puntato addosso che mi faceva sentire un caldo incomprensibile, il mio imbarazzo era alle stelle e le mie mani tremavano. Mi resi conto che stavo riuscendo a far ben poco quella sera.

- F-forse oggi… non è serata – sussurrai più a me stessa che a lui.

- Oggi lei è troppo distratta. Cos’è? – cominciò quasi a schernirmi come faceva con gli altri alunni, cosa che non riuscivo ad accettare – Si è innamorata? – disse quasi schifato.

Avvampai subito torturandomi nervosamente le mani: - N-no!

Le mie amiche mi hanno messo strane idee in testa! Gli avrei voluto dire.

- L’amore è una distrazione! Se non aveva intenzione d’impegnarsi seriamente le avevo detto di non presentarsi! – era davvero arrabbiato.

- L-le ripeto che non è quello! – cercai di difendermi. Essere arrabbiati andava bene, aveva ragione, ma essere paragonata agli altri asini dei suoi alunni non mi andava proprio a genio!

- Allora non le dispiacerà se le leggo i pensieri per scoprire cosa la sta distraendo! – quasi mi urlò contro, e poco prima che scagliasse l’incantesimo tentai di fermarlo: - No! La preg…

- Legiliment! – non feci in tempo a fermarlo. Non feci in tempo a pregarlo. Non feci in tempo a chiudere nemmeno la mente, era stato tutto talmente improvviso che non riuscii a concentrarmi così velocemente ed approfonditamente…

Rividi i dialoghi con le mie compagne, loro che scherzavano sul professore occhieggiandomi ed ribadendo quanto mi piacesse. Rividi loro che mi sistemavano, che mi facevano gli auguri per sta sera. Rividi il mio sogno in cui lui mi lodava… il mio impegno ripagato.

Uscì presto dalla mia mente. Giusto il tempo per vedere l’indispensabile. Quella forza magica mi aveva praticamente spinta a terra. Mi misi seduta in un gesto veloce, alzando poi gli occhi per incontrare i suoi che erano leggermente spalancati e la bocca schiusa per la sorpresa. Ero sicuramente avvampata: - I-io… - tentai di dire qualcosa.

- Non dica niente! – sembrava al quanto destabilizzato, ma serio come sempre. Si appoggiò al tavolo in un piccolo momento in cui si era sentito mancare, io invece non avevo il coraggio di alzarmi, mi stavo guardando intimorita i piedi.

- M-mi dispia… - non mi lasciò terminare.

- Le ho detto di stare zitta! Lei…lei come ha potuto mentirmi?! – sembrava arrabbiato, ma la mano poggiata al tavolo tremava.

- Io? – alzai lo sguardo sorpresa – Io non le ho mai mentito!

-  Ha chiesto delle lezioni private solo per… per attirare la mia attenzione?! – non si capiva se era lusingato o schifato dalla situazione, la cosa mi preoccupò.

- No! I-io l’ammiro come professore, la stimo! E mi piace studiare! M-mi sono impegnata tanto per…

- Per fare cosa?! Lei ha approfittato della mia disponibilità! Non le importava nulla di quello che le sto insegnando! – gesticolò arrossendo di rabbia.

- Non è vero! Non è vero! – mi alzai per imporre ed accentuare ciò che dicevo – Io amo pozioni! Se la amo come materia forse… si, forse è merito vostro e del fatto che… provo qualcosa, ma non ho mai mentito sul voler imparare da lei! – avevano cominciato a scendere delle lacrime.

Oddio, ora mi considererà una piagnona. Cercai di trattenerne altre.

- Ma come ha potuto solo pensare una cosa del genere?! Io sono un professore! È immorale! – le sue guance si erano leggermente imporporate, non so se per rabbia o…imbarazzo?

- Prof… mi dispiace… - dissi con la voce un po’ rotta dal pianto – Io non… non l’ho fatto apposta… Ho cercato in – partì un singhiozzo involontario – in ogni modo d-di ignorarlo…

Per evitare di piangere ancora mi premetti i palmi delle mani sugli occhi, ma sgorgarono fuori ugualmente, e quando spostai le mani vidi tutto il trucco sciolto e gli occhi mi bruciarono più di prima:- Cazzo…

Io non dicevo mai parolacce. Ma in quel momento me ne preoccupai ben poco, anzi mi aiutò dirlo, mi diede la possibilità di un piccolo sfogo. Mossi le gambe per andarmene, correre via.

- Aspetti… - mi fermò il prof che ora pareva meno severo di prima, io cercai di guardarlo senza piangere – Ovviamente… questo implica che non avrà più lezioni private da me…

Altre lacrime silenziose sfuggirono alla mia volontà: - Va bene… - riuscii a sussurrare – C’è altro? – chiesi prima di avviarmi alla porta.

- Per rispetto… – riuscì a fermarmi di nuovo sulla soglia - …nei suoi confronti, berrò la pozione per dimenticare quel che ho visto nella sua memoria. Per me lei sarà ancora la mia studentessa modello, ciò che è successo non cambierà il suo rendimento – aveva parlato piano, con un tono di voce modulato e quasi tranquillo, nonostante la confusione che probabilmente aveva dentro.

- La ringrazio… - e subito corsi via, mi rifugiai nel mio dormitorio ricominciando a piangere come una fontana, strusciai le mani sugli occhi. Ormai il trucco era un disastro. Piansi per minuti, forse ore, finché ad un certo punto smisi di singhiozzare, mi sedetti sul bordo del letto con lacrime che continuavano incessanti a scendere. Poi smisero anche quelle. Guardavo un punto all’infinito. Mi sentivo vuota, spenta, il mondo attorno a me non esisteva.

Le mie compagne di stanza rientrarono da chissà dove, d’altronde era sabato, era giusto fare tardi. Io non volevo essere vista in quello stato, presi quindi in fretta una salvietta dal comodino di Fanny e guardandomi in uno specchio mi struccai di fretta e approssimativamente.

- Ehi Shirley! Com’è andata? – chiesero appena mi videro.

- Bene… - risposi solo, ma per evitare il discorso mi affrettai ad andare in bagno percependo la preoccupazione delle mie amiche che avevano intuito qualcosa. Aprii la fontana e mi sciacquai il viso, poi la richiusi e mi guardai nello specchio per un tempo indeterminabile. Ero spenta, non sopportavo il mio riflesso.

Fui costretta ad uscire dopo un po’ poiché serviva il bagno ad altre ragazze. Quando aprii finsi un sorriso alle persone che mi salutarono. Velocemente mi infilai il pigiama e a letto mi coprii fin sopra la testa evitando le domande che avrebbero potuto farmi. Cercai in ogni modo di dormire. Per la troppa stanchezza mi addormentai profondamente dopo un paio d’ore e fu un sonno senza sogni. Dormii talmente tanto che il giorno dopo non sentii la sveglia.

Quando aprii gli occhi era già mezzogiorno. Mi alzai piano, mi sistemai alla meno peggio e mi avviai strisciando i piedi verso la sala grande. Ormai era ora di pranzo ed ebbi un incontro ravvicinato con la McGranitt che volle sapere come mai quella mattina non avevo partecipato alle lezioni.

- Non mi sono sentita bene… - inventai a testa bassa. Fortunatamente la prof ci credette, e con quella scusa non poté arrabbiarsi troppo con me. Mi stavo allontanando quando mi fermò dicendo: - Se è successo qualcosa, le consiglio di parlare – non l’aveva detto con severità, anzi, sembrava una madre, pareva volesse proporsi lei per ascoltarmi premurosa.

Suppongo avesse intuito che non avrei parlato in goni caso, perché si allontanò. Corsi al mio posto dove le mie compagne stavano chiacchierando tra loro, a malapena avevano notato il mio arrivo pensai.

- Ehi Shirley! – mi rivolsero i loro sorrisi – Sta mattina ti abbiamo provato a svegliare in tutti i modi! Non c’è stato verso!

- Non mi sentivo bene… - risposi solo.

- Ah, ecco! Dicevamo noi… Come ti senti ora?

- Meglio grazie… - cercai di sorridere, ma apparve molto freddo, lo capii dalle loro espressioni,  che sembrarono sempre meno convinte di quello che dicevo. Percependo qualcosa forse, decisero di non domandarmi altro e di riprendere il loro parlottare. Io presi a mangiare lentamente, anche se fame in realtà non ne avevo. Mi voltai leggermente verso il tavolo dei professori notando Piton, che a sua volta mi stava guardando. Mi venne spontaneo arrossire, ma contemporaneamente sentii gli occhi pizzicare e mi voltai quasi subito. Notai però per la prima volta una punta di preoccupazione nel suo sguardo.

Ha già dimenticato tutto?

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Il giorno seguente fu faticoso. Continuavo a dire a tutti che stavo bene, che andava tutto bene. Ma non era vero. Mi sentivo sotto terra, era come se avessi avuto perennemente un peso sulle spalle, o appeso al collo.

L’ora di pozioni arrivò troppo presto. In aula fui praticamente costretta a sedermi nuovamente e come sempre  al primo banco. Si erano tutti talmente abituati che io sedevo li, che l’avevano dato per scontato anche quel giorno, nonostante io non ne avessi avuta alcuna voglia…

Cominciammo la lezione. Un dolore atroce al petto ed allo stomaco quasi mi impedivano di respirare, o di pensare. Svolgemmo un’esercitazione, come la maggior parte delle lezioni di Piton e sembrarono più lunghe del solito. Ad un certo punto il prof mi si avvicinò osservando cosa combinassi. Stette zitto ad osservare per qualche secondo creandomi delle fitte tremende allo stomaco ed alla gola, poi disse: - Va tutto bene, signorina Poppy?

Va tutto bene?

Me l’aveva chiesto serio come sempre, senza particolari toni, mantenendo il distacco, ma quando alzai lo sguardo i suoi occhi avevano in loro una punta di malinconia. Forse me lo stavo solo immaginando e non sapevo se essere contenta di quella domanda, oppure infelice.

Va tutto bene?

No. Sto male. Rivoglio avvicinarmi al mio professore, senza distrazioni, senza fantasticherie. Rivoglio la mia spensieratezza di bambina… Rivoglio far finta di non vedere la mia cotta per un uomo molto più grande di me, così da evitare tutta questa sofferenza.

- Si, professore – dovetti lanciargli un mio sguardo gelido. Notai un leggero corrugamento della fronte e delle palpebre, ma non in modo severo, ma forse con una punta di dispiacere.

Ma forse ero solo io che speravo di vederlo dispiaciuto…

Si allontanò girando per i banchi, intanto io ripresi a mescolare. I miei risultati scolastici non dovevano risentire del mio stato umorale, e i miei sentimenti era meglio non ascoltarli. Per cui non feci altro che studiare, studiare e studiare. Presi a non uscire nemmeno più con le mie compagne. Meno pensavo e meglio era, e l’unico modo per farlo era concentrarmi sugli esami. E così stavo passando i miei giorni…

Una sera mentre camminavo per i corridoi incontrai un ragazzo di Corvonero di nome Grisam. All’inizio non l’avevo riconosciuto, era un tipo di un anno inferiore a me a cui avevo fatto alcune ripetizioni di storia della magia, ed era cresciuto parecchio da un anno a quella parte. Dopo avermi chiesto come stavo, e come andassero gli studi, a bruciapelo domandò:- Ti va di partecipare al ballo del ceppo con me quest’anno?

Ci pensai su per parecchi secondi che sembrarono ore. Ci avrei voluto invitare il professore se fosse stato possibile…

- Ok… - risposi con un piccolo sorriso, nonostante dentro mi sentii morire.

- Grande! – arrossì ingenuamente allontanandosi.

Girai i tacchi e lentamente misi un passo davanti all’altro arrivando al mio dormitorio con un groppo alla gola. Ecco… è tutto finito.

 

Angolo autrice:

Grazie per aver letto questa fanfiction, è la prima volta che ne pubblico una su Severus, ma prima di qualunque ciancia ho da dare alcune note:

- Non sono sicura che durante il quinto anno di Harry Potter abbiano organizzato un altro ballo del ceppo, se non è così beh… me lo sono appena inventato! xD perdonatemi qualche dimenticanza please, mi sto davvero informando su quasi tutto, mi sto facendo una cultura su Harry Potter cercando di scrivere cose vere e abbastanza coincidenti col libro, qualche invenzione la si può lasciare, no?

- I personaggi di cui vi ho parlato devo essere sincera, non li ho inventati io, bensì sono presi dal mio libro d’infanzia preferito che è Fairy Oak, di cui una protagonista è Vanilla (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/3e/7b/47/3e7b475976f039c10dfac0f5bbe74bab.jpg) mentre i personaggi secondari sono Shirley Poppy (https://40.media.tumblr.com/dec4e85245722f1e970a472a8d6c3275/tumblr_n6qzzhz4fo1tv0mnco1_500.jpg) e Grisam (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/a2/93/58/a293580ecda38db1192338f5bfd1773b.jpg) . Shirley Poppy è stata sempre un personaggio che mi ha intrigata ed interessata, anche se (lo ammetto, mea culpa) non ricordo molto dei loro caratteri, ricordo che lei era una tipa molto allegra e spensierata come una bambina… L’unico personaggio che ho inventato è stata Fanny.

Detto questo, spero vi sia piaciuta questa storiella anche se triste e con un bad ending, ma se vi ha interessati particolarmente potrei pensare di farne una long. Non troppo long però XD perché scrivo troppe long inconcluse e non è il caso aggiungerne un’altra infinita XD ma per lo meno cercherei di fare l’ happy ending, se vi fa piacere. Fatemi sapere, recensite, criticatemi, ditemi il vostro pensiero anche se sarà una frase minuscola servirà sicuramente a migliorarmi, e grazie per aver letto pazientemente non solo tutta la storia ma anche l’angolo autrice XD.

Pace e successo a voi.

Sciarpata di verde.

   
 
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