Libri > 1984
Segui la storia  |       
Autore: _writeismyworld_    08/03/2016    0 recensioni
è il 16 Marzo 1944 quando Aria si sveglia in un cumulo di macerie di quel che era stato il suo orfanotrofio. La guerra imperversa sempre più minacciosa uccidendo uomini in battaglia o prendendo per la fame i bambini che agli angoli delle strade mendicano in cerca di un pezzo di pane. Ma la vita sarà più fortunata con Aria: troverà un'occupazione come giornalista anonima lavorando per un giornale che principalmente documenta le atrocità del mondo e della guerra. Così inizia il suo viaggio alla ricerca di quella parte malata del mondo di cui aveva sempre e solo sentito parlare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passate due settimane da quando Aria si era unita ai fratelli Jackson, il che non le dispiacque. Il loro obbiettivo non consisteva in nulla di preciso, semplicemente sopravvivere e valutare cosa, quel mondo così martoriato, poteva ancora offrirgli. Vagavano senza meta da un casa all’altra, durante i bombardamenti, rubando scorte di cibo o oggetti utili da vendere per ricavarne pochi spiccioli. Il loro gozzovigliare di tanto in tanto si era tramutato irrimediabilmente in un’azione quotidiana compiuta tutte le mattine per la ricerca di viveri. Principalmente si dirigevano in abitazioni che sapevano appartenere a famiglie nobili o del ceto medio e rubavano tutto ciò che trovavano. Vivevano il presente, inconsapevolmente delineato da una condizione di conservazione, senza pensare o aspettarsi qualcosa dal futuro. I pensieri di Aria vagavano nella confusione più totale. Non sapeva chi era, non sapeva perché si trovava in quel posto e nemmeno perché fosse determinata a rimanerci. La guerra imperversava in tutto il mondo e in qualunque posto andasse ne sarebbe stata sempre perseguitata. Aveva paura ma questo sentimento non lo manifestò mai. Durante la notte rievocava tutti i mostri che le infestavano l’animo e l’ansia tornava a farle visita, come una vecchia amica. Aveva così tanto desiderato la libertà che una volta ottenuta non sapeva più cosa farsene. Lì fuori, nel mondo, non sarebbe sopravvissuta due giorni. La noia si impossessava sempre di più della sua mente, lasciandola ad oziare tra i ricordi di quando guardava le grate inferriate alle finestre e sognava di essere in un mondo lontano ornato da culture e tradizioni differenti tra loro. In un giorno di Aprile la sua calma si tramutò in un atteggiamento stizzoso irrequieto: << Io me ne vado. Non ce la faccio più. >> Rose, la più piccola dei fratelli, sconcertata, si mise a piangere emettendo striduli acuti che costrinsero i tre fratelli a tapparsi le orecchie. << Come sarebbe a dire che te ne vai? >> urlò Rick, di un anno più piccolo di Jack. << Non puoi! >> strillò Joshawa, il penultimo dei quattro fratelli. << Sono stanca di restare a guardare il mondo che cade nella morte. Non è mia questa guerra e di certo non l’ho voluta io. Qui si sta parlando del mio futuro e dinnanzi a me non vedo altro che buio. >> Adesso Aria li stava fissando con un’intensità tale che, quando tutti distolsero lo sguardo contemporaneamente, seppe di averli in pugno. << Potremmo restare qui e trovare lavoro in una piccola bottega quando la guerra sarà finita. >> provò a dire Rick cercando di convincerla. << Le botteghe sono tutte distrutte e ci vorranno anni per ricostruire la maggior parte degli edifici in città. La guerra non finirà mai, Rick. Non appena il mondo si sarà ripreso da quest’ultima ce ne saranno molte altre che distruggeranno tutte le fatiche che il popolo ha sudato per ricostruire tutto e sperare in una vita migliore >> disse con gli occhi lucidi e mentre pronunciava quelle parole seppe, in cuor suo, che erano la verità assoluta. Poi con una smorfia di dolore che le cresceva in petto, aggiunse: << E io sono stanca di sperare. L’ho fatto per tutta la mia vita senza rendermi conto che sperare in qualche miracolo non basta. Ora sono libera e non intendo sprecare la mia vita così. >> Jack prese fiato per parlare senza sapendo che la decisione presa avrebbe cambiato le loro vite: << Vengo con te >> disse quasi urlando per sovrastare il pianto di Rose e le lamentele di Joshawa. Questa volta fu Aria ad urlare: << Ma sei pazzo? Hai tre fratelli da accudire >> << I miei fratelli verranno con me, ovviamente >>. Jack, invece, era calmo e il timbro della sua voce, deciso. La scena, vista dall’esterno, poteva risultare quasi comica: Jack e Aria litigavano su ciò che fosse meglio per i fratelli mentre Rick e Joshawa escogitavano, in preda al panico, un futile motivo per farla restare e Rose strillava imperterrita, atterrita dall’imminente partenza della sua compagna di giochi. Ad un certo punto, Jack perse la pazienza e sbottò: << Basta così! >>. Impauriti dal suono della sua voce tutti stettero zitti e lo fissarono con sguardo sbigottito. Le parole pronunciate da Jack presero la decisione al posto di tutti i ragazzini: << Noi andremo con Aria. >> e guardandola in cagnesco riprese: << Non si abbandona mai la famiglia >>. Il giorno dopo Aria era ancora scossa da quella frase. Una famiglia, lei, non sapeva neanche cosa fosse. Sapeva solo che era una cerchia sociale dove tutti si volevano bene e si amavano l’un l’altro ma non l’aveva mai sperimentato sulla propria pelle. Continuava a tormentarsi da ore su quella frase e il modo in cui Jack l’aveva guardata la faceva sentire tremendamente in colpa. Jack dovette provare lo stesso sentimento perché le venne incontro accompagnato dai fratelli al seguito. Con il capo chino la guardò di sottecchi dicendole: << Hai già una meta? >> In quell’istante gli occhi di Aria si ingrandirono e assunsero una luce splendente << Si, certo >> aggiunse con un largo sorriso stampato sul volto. Velocemente prese la piccola sacca in pelle che aveva trovato qualche giorno fa nelle macerie e tirò fuori una cartina piegata in tante piccole parti. La stese sulla terra fredda e indicò il piccolo paesino. << Qui. Canterbury. >> nel pronunciare il nome di quel piccolo paesino, Aria, ci mise tutto il suo entusiasmo e in segreto anche le sue speranze. Jack fissò la cartina nel punto in cui il dito della ragazzina indicava la cittadina di Canterbury sulla mappa. Immediatamente spostò lo sguardo dalla mappa a lei e si chiese come potesse essere così bella. Non avrebbe mai potuto dirle di no e soprattutto, renderla infelice. Con la paura di un ragazzino che avrebbe dovuto attraversare tutta Londra e percorrere tutte le campagne che separavano Canterbury da quell’immensa città per trovare un futuro migliore, Jack con un grande sospiro, prese coraggio e disse: << Si parte domani >>.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > 1984 / Vai alla pagina dell'autore: _writeismyworld_