Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: anaiv    08/03/2016    6 recensioni
Sana Kurata ha ventisei anni ed è un'attrice di fama mondiale. Dopo le scuole superiori e un anno di convivenza con il suo fidanzato Akito Hayama, ha deciso di trasferirsi a Londra lasciandosi alle spalle un amore finito male. Ci sarà riuscita?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akito

- Aki dove hai messo i cereali?- Kayla è in piedi nella mia cucina, con solo una camicia coprirla e i capelli biondi, biondissimi che le ricadono morbidi sulle spalle. A sconvolgermi non è il suo aspetto, ma il fatto che mi abbia appena chiamato “Aki”. Non l'ha mai fatto e non voglio che lo faccia più.

- Non chiamarmi più così e controlla nel forno -

- Nel forno?- Kayla apre il forno e ne tira fuori una scatola di cereali

- Okay sapevo che i chirurghi fossero persone... particolari, ma non pensavo arrivassero a conservare i cereali nel forno- commenta gettandosi sul letto e aprendo la scatola.

- Kayla non mangiare a letto. E comunque non sono tutti i chirurghi a tenere i cereali nel forno, solo io e ieri ero... distratto-

- Dalla rossa?- chiede come se nulla fosse. Come se la “rossa” non fosse Sana Kurata il grande amore della mia vita.

- No-

- Dio quella donna deve averti fatto proprio del male-

- Non sono affari tuoi e va in cucina a mangiare quei dannati cereali -

- Ok che scopi alla grande, ma non devi parlarmi così!-

- Scusa. Ma vorrei che tu capissi che non sono il tuo ragazzo. Noi andiamo solo a letto insieme.-

- Non avevi detto di voler cambiare vita? Sono settimane che usciamo!-

- Ti ho portata a cena fuori perché posso permettermelo e sono andato a letto anche con altre donne quindi no, non sono cambiato e non stiamo insieme- i suoi occhioni azzurri si riempiono di lacrime, non volevo ferirla, ma quando è troppo è troppo.

- Sai che c'è di nuovo signor chirurgo? tu non mi meriti, non meriti le mie attenzioni. Se hai pensato che fossi la scema di turno, hai sbagliato... di grosso!- Kayla rovescia il contenuto della scatola di cereali tra le lenzuola, si toglie la camicia, indossa al volo i suoi abiti, mi guarda un'ultima volta con rabbia e poi fugge via. Finalmente solo. Finalmente pace. Kayla è una donna molto bella e non è affatto stupida, ma non voglio una relazione, ho pensato di poter andare avanti di costruire qualcosa con qualcuno, ma non sono pronto. Kurata è piombata nella mia vita, di nuovo, e non faccio che pensare alle sue lacrime e alle sue parole. Che diavolo mi nasconde? Perché è andata via? Domande a cui non trovo una risposta e la cosa mi manda in bestia. L'avevo dimenticata, ci ero riuscita ed ora invece sono ripiombato nel passato, sono imprigionato in questa maledetta gabbia. Sto per distruggere tre quarti dell'arredo del mio appartamento, quando suonano alla porta. Sarà Kayla che avrà dimenticato qualche insulto.

Apro la porta convinto di trovarmi dinanzi due occhi azzurro cielo pronti ad accusarmi, ma in realtà quello che vedo sono quattro occhi scuri come la notte che di accusatorio non hanno nulla.

- Ragazzi... che ci fate qui?- Occhiali da sole e Natsumi mi sorridono ed entrano in casa

- Buongiorno fratellino! C'è odore di Kayla- a mia sorella non sfugge nulla

- è appena andata via – ammetto

- Ho detto a Sana della bambina e di Natsumi – si intromette Sagami aprendo un sacchetto

- Lo so -

- E come?- Natsumi sembra aver visto un fantasma e non so se sia per la mia affermazione o per l'odore di sushi che emana la busta tra le mani di Sagami

- L'ho incontrata due giorni fa – rispondo vago sperando di evitare il terzo grado

- Capisco – Sagami sembra distrutto

- Non è colpa tua – gli sussurra Natsumi con affetto. Non glielo dirò mai, ma sono una bella coppia. Mia nipote avrà due splendidi genitori.

- Lo so, lo so... ma non mi va che stia male. Vorrei averla con me. Stava male? Intendo quando vi siete visti... insomma lei -

- Era distrutta, ma capirà. Kurata ti vuole bene, ti perdonerà. E perdonerà anche te- concedo a mia sorella che sembra essere pensierosa

- Già. Sana era come una sorella per me. Avete parlato anche di ...altro?- Raccolgo il cercapersone che non smette di vibrare

- Devo andare a lavoro. Ne riparliamo – bacio mia sorella e saluto Sagami. Non posso parlarne con loro. Non sarebbe giusto e non voglio. Parlare di Kurata mi procura forti mal di testa e un chirurgo non può soffrire di mal di testa.

***

Una volta in ospedale incontro Kayla che, professionale come non mai, rovescia accidentalmente il caffè bollente sui miei pantaloni aggiungendo – ops! Mi dispiace averla messa fuori uso dottore -. devo darle atto di essere molto, ma molto simpatica.

- Hayama!- Bill entra nel mio studio e saluta Kayla galante

- L'hai fatta incazzare?- chiede quando la porta alle nostre spalle si chiude in un tonfo sordo

- Meglio non parlarne. A cosa devo la tua visita?-

- Tua sorella mi ha telefonato per un tuo congedo... volevo chiedere spiegazioni-

- Scherziamo? Cosa ha fatto?!?-

- Già-

- Bill lascia perdere. È matta come un cavallo. È incinta e pensa di aver bisogno di tutto e tutti, ma il suo uomo può badare a lei, non ha bisogno di me-

- Congratulazioni! Sarai zio! Io adoro i bambini.-

- Felice di sentirtelo dire, ma non mi serve un congedo. Non vado in maternità- Bill ride, ma poi si fa subito serio – E quella signorina?-

- Chi Kayla? Le passerà. Era una cotta, non le piacevo davvero- e lo penso sul serio

- Non parlavo di Kayla, ma della bella attrice che settimane fa hai visitato... ho letto la sua cartella clinica e...-

- E ti prego, vorrei non parlarne. È storia passata.- oggi il fantasma di Kurata non mi da pace

- Capisco... ma sei anni fa...-

- Come fai a sapere che sei anni fa ci siamo lasciati?- O Bill è un veggente o ha scoperto qualcosa

- Mi sono fatto inviare la sua cartella clinica, lo sai è prassi per i pazienti stranieri. E ho scoperto che...-

- Dottore! Un'emergenza! Deve correre in sala operatoria- irrompe Kayla indicando Bill

- Scusa Akito ne riparliamo. Corro. A presto e auguri per la tua nipotina!- sta per andare via quando – Ah si, ho letto anche la cartella di tua sorella! Sarà una splendida femminuccia- mi strizza l'occhio e gli sorrido. Bill è una persona stupenda. È solo che ora ho bisogno di leggere la cartella di Kurata che diavolo ci sarà scritto?

 

 

Sana

- Che bello essere qui! Londra è un sogno!-

- è bello che tu sia qui amica mia – aggiungo stringendo la mano di Fuka. Siamo sedute su di una panchina in Hide park colpite da un tiepido sole che colora le foglie e i riflessi dell'acqua.

- Questi due giorni sono stati meravigliosi, ma ancora non mi hai detto perché quella notte piangevi e a me non puoi raccontare la balla “ Rei aspetta una bambina da Natsumi”- dice facendomi il verso.

- è esattamente per questo motivo che piangevo-

- Bugiarda- mi rimbecca Fuka sfilandosi gli occhiali da sole

- Fuka...-

- Lo hai visto-

- Chi?-

- Sana ho voglia di picchiarti-

- Okay, si ho visto Akito. Ma ti ho già raccontato dell'ospedale-

- Pensi di essere furba?!? sono un dannato avvocato divorzista! Tu hai visto Akito Hayama quella notte!- Non posso mentire a Fuka, è arrivata qui si è presa cura di me senza chiedere nulla e ora, ora non posso più prenderla in giro.

- D'accordo hai vinto. Ero sbronza e lui mi ha portata a casa sua per evitare che andassi a gettarmi nel fiume-

- O perché ti ama ancora e odia vederti soffrire.-

- Fuka smettila.- questa conversazione mi innervosisce. Adoro Matsui, ma non voglio più parlarne, Akito è il passato. Questi incidenti non accadranno più.

- Glielo hai detto?-

- No – sussurro sperando che metta fine a questo supplizio

- Sana... non gli hai detto del bambino?!? sono passati sei anni! Il destino vi offre un'altra occasione e tu la sprechi così?-

- Adesso basta! Lui non deve sapere e nemmeno gli altri! Lascia che mi odi, lascia che continui a darmi dell'egoista! Lascia solo che vada così...-

- Non posso crederci! Sana non posso! Stai buttando via la cosa più bella del mondo per niente.-

- Nostro figlio ti sembra niente?!?-

- Non intendevo questo e lo sai!- stavolta è lei ad incazzarsi. Ed ha ragione perché so che non intendeva parlare del mio bambino.

- Ascoltami hai vissuto l'inferno e anche lui. Ma tu hai affrontato da sola una cosa orrenda, Akito aveva gli amici e la famiglia, ha elaborato il lutto. Tu no. Hai perso il bambino, il vostro bambino. È ora di dirglielo.-

- Non posso! Fuka quella notte ero salita in camera per dirgli che aspettavamo un bambino e lui con le lacrime agli occhi mi annunciava che suo padre era morto. Dio... se Akito scoprisse che ho perso il bambino per il dolore, perché l'avevo visto distrutto, non se lo perdonerebbe mai. MAI!- ed ora piango. Piango tutte le mie lacrime, il sole sembra non brillare più.

- Sfogati amica, piangi – sussurra abbracciandomi

- Akito capirebbe. È un uomo non è più un bambino di undici anni pronto a farsi puntare un coltello contro -

- Non voglio più fargli del male – ammetto tra i sussurri. E ammetto a me stessa di amarlo come prima, se non di più. È un uomo fantastico e voglio che sia felice. Kayla non gli farà del male e non ucciderà i suoi figli.

 

***

- Sana suonano alla porta!- grida Fuka dal salone

- Vai tu! Sto cercando di preparare la cena!-

- Smettila, ho già telefonato al ristorante giapponese. Ti voglio bene, ma non sarai tu ad avvelenarmi!- sorrido e sento i suoi passi avvicinarsi alla porta. È così assurdo sperare che si tratti di Akito? Non voglio più vederlo, ma non riesco a pensare che alle sue labbra ai suoi capelli sempre più biondi, sempre più ribelli...

- Oh Rei!- no. Non lui, non ora. Sono giorni che non lo sento.

- Sana guarda chi c'è? - Fuka mi incoraggia con lo sguardo, sa che devo perdonarlo, che lui è un fratello per me.

- Ciao Sana-

- Ciao-

- Vi lascio soli-

- Come stai? -

- Rei avevo bisogno di tempo. Sono felice per te e per Natsumi, voglio molto bene anche a lei. Avevo bisogno di digerire la notizia- ammetto diplomatica

- Lo so bambina! Ho sbagliato, ti prego perdonami-

- Consideralo fatto – gli sorrido, ma lui si avvicina e mi stringe forte al suo petto. Rei sarà un padre meraviglioso.

- Perchè Fuka è qui?-

- Perchè Fuka è Fuka-

- Stasera diamo una festa. - dice sedendosi e scartando una caramella, come fa da sei anni a questa parte, da quando ho acquistato questa casa.

- Come?-

- Io e Natsumi. Abbiamo comprato casa... cioè lo abbiamo fatto un mese fa e stasera vorremmo festeggiare.-

- Rei io...-

- Akito non ci sarà. È di turno- dice sicuro

- Allora va bene. Io e Fuka ci saremo. - Rei mi sorride ma poi aggiunge – Sai vero che dovrete rivedervi? -

- Lo so, ma non adesso.-

- So che vi siete incontrati – oh no. Non voglio che Rei sappia della mia sbronza epica. Spero che Hayama non abbia detto nulla.

- Si, abbiamo scambiato due chiacchiere. Abbiamo convenuto che saremo zii e che dovremo comportarci bene con la bambina – mento spudoratamente

- Bene, ne sono felice -

- Quindi stasera festa?-

- Fuka smettila di origliare e vieni in cucina!- Rei sorride, probabilmente vederci battibeccare come da bambine lo rende felice e ad essere sinceri, rende felice anche me.

 

***

Due ore dopo la felice chiacchierata con Rei ci ritroviamo in Oxford street dove Rei e Natsumi hanno preso casa. Devo ammettere che sia una zona meravigliosa, non riesco a tirar via Fuka dalle vetrine di Top shop e altri simili

- Fuka avanti faremo tardi!-

- Ma quella giacca è stupenda!-

- Avanti domani torneremo qui a fare shopping-

- Non hai le prove?-

- No. Ho telefonato a Brooks. Ho bisogno di una pausa e se questo vorrà dire la fine della mia carriera va bene così. Ho bisogno di ritrovarmi, forse dovremmo riprendere il nostro lavoro in radio.-

- Sono un avvocato-

- Non fai che ricordarmelo. Magari potresti aprire uno studio qui a Londra-

- Non è una cattiva idea. Rei sa che hai mollato il film?-

- No, glielo dirò domani.-

- Penso che sia la scelta giusta. Hai bisogno di una pausa -

- Grazie amica.-

Raggiungiamo lo splendido edificio dove Rei e Natsumi hanno preso casa, sto per citofonare quando una mano grossa e avvolgente mi strattona.

- Ei!- mi volto e incontro lo sguardo gelido di Akito. No. Non posso crederci.

- Dobbiamo parlare – annuncia digrignando i denti. È incazzato. Incazzato come il giorno in cui sono andata via.

- Ciao Hayama- Fuka si intromette attirandomi a se

- Matsui che diamine ci fai qui?-

- Anche io sono felice di vederti. E comunque sono venuta a trovare Sana.-

- Felice per te, adesso però Kurata viene con me-

- Non sono una dannata bambola! Non puoi dirmi cosa devo e cosa non devo fare!-

- Smettila di urlare e seguimi, credimi non vuoi che Londra senta cosa ho da dirti- detto questo mi afferra un braccio e mi trascina verso la sua moto

- Non salgo su quell'affare-

- Sali cazzo! Smettila di fare storie!-

- No!- Mi prende di peso, mi aggancia il casco sul capo e poi sale sull'aggeggio infernale

- Reggiti- ringhia come se stesse parlando ad bambino dispettoso

Dieci minuti più tardi e con una ventina di infarti in atto scendo da quella dannata moto e ho voglia di picchiarlo, di gridargli contro che è uno stramaledetto chirurgo e che se avesse corso ancora saremmo finiti aperti sul tavolo della sua sala operatoria, nella migliore delle ipotesi.

- Tu sei matto!-

- E tu una dannata gallina! Stai zitta, credimi non sei nella posizione di poter parlare. Avanti seguimi- trattengo gli insulti tra i denti e metto fine a questa stupida conversazione, voglio capire cosa sta succedendo. In pochi passi raggiungiamo la sua palazzina e in religioso silenzio proseguiamo fino alla porta di ingresso.

- Perchè siamo a casa tua?-

- Perchè mia sorella è incinta e l'ultima cosa che le serve è assistere ad una lite-

- Io non voglio litigare con te. -

- Credimi, lo voglio io -

- Akito che diavolo succede?- Hayama si passa una mano tra i capelli scompigliando la folta chioma bionda, si sfila la giacca di pelle e si avvicina a grosse falcate...

- Incinta – dice piano, come se stesse ammettendo di credere agli alieni

- C-cosa?- mi stringe le spalle con con forza e mi costringe contro il muro

- Incinta! - stavolta lo grida – Tu sei incinta!-

- Akito ma che diavolo ti salta in mente? No! Non lo sono. Non frequento nessuno.- cerco di rassicurarlo vorrei accarezzargli il viso, ma mi tiene stretta e non me lo permette.

- Lo dice la tua cartella clinica. Io l'ho letto con questi occhi.- Non riesco a dirgli la verità... non posso.

- C'è un errore. Non sono incinta – scuote il capo e continua a penetrarmi con quello sguardo di ghiaccio

- Il mio ospedale non sbaglia. Non me ne importa nulla di te, voglio solo che tu sparisca dalla mia mente e dalla mia vita- deglutisco con forza le sue parole mi uccidono. Mi hanno uccisa quella notte e continuano a farlo ora.

- Akito ti giuro che non sono incinta, ma non posso sparire. Sono qui ora.- allenta la presa ma non mi lascia andare

- Perchè hai pensato che fossi incinta?-

- Ho letto la tua cartella, ma l'ho fatto al buio perché non sarebbe legale non essendo tu una paziente chirurgica, quindi non ho potuto fare di meglio. Quando ho letto ”incinta” avrei voluto distruggere tutto.– ammette con lo sguardo smarrito e il tono sollevato

- Perchè hai letto la mia cartella?-

- Perchè sei anni fa è successo qualcosa. Lo sa anche Bill-

- Si sei anni fa ho avuto un piccolo malore prima di partire per Londra- mento cercando di non sciogliermi in un mare di lacrime. Akito poggia la sua fronte sulla mia e il mio corpo prende a tremare.

- Aki...-

- Ti odio- sussurra e il mio cuore perde un battito

- Lo so -

- Ti odio perché se tu fossi stata incinta... –

- Non lo sono-

- Un altro uomo...-

- Non c'è - ammetto in un sospiro

- Ti odio- ripete per poi avvicinare le sue labbra alle mie. Ed ecco il mondo esplodere, ed eccomi respirare dopo anni di apnea. Akito. Quando saprà la verità, si pentirà di tutto questo. Quando gli dirò la verità non avremo mai più una chance. Stanotte voglio essere egoista e mentire. Voglio lui e niente altro.

 

 

Akito

La sto baciando. Non è possibile, come diavolo posso baciare la persona che più mi ha ferito al mondo? E non la sto solo baciando, la sto stringendo, le sto accarezzando i capelli morbidi e setosi, le sto sfilando il cappotto, la maglia e poi il reggiseno. Mi sta sfilando i pantaloni... io la sto amando. La sto stringendo tra le braccia e la sto divorando, ho bisogno di lei come dell'aria. Il solo pensiero che potesse aspettare un bambino con un altro uomo mi aveva disintegrato. Lei era mia, e un bambino... no. Ho sempre pensato che sarebbe stata una mamma perfetta, ma il destino non ha mai voluto che noi, proprio noi concepissimo un figlio. Non avrei retto all'idea di lei madre del figlio di un altro. Non avrei potuto.

Sana Kurata è qui nuda sul mio letto a separarci non è il centimetro che passa tra le nostre labbra, ma tutto quello che non ci siamo detti. Io non la sto perdonando, sono solo egoista, ho fame di lei. La voglio qui, la voglio tra le luci di Londra e le ombre del passato. Domani sarà tutto finito, ma stanotte lei è Sana, ed è mia.

  
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