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Autore: OrenjiAka    08/03/2016    2 recensioni
[1435 words | GureShin | One Shot | Spoiler Alert!-novel]
Guren gettò un'occhiata al bigliettino abbandonato sulla sua scrivania. Era indirizzato a lui, la grafia la conosceva bene.
«Che gran rompiscatole», disse.
E se lo mise in tasca.. […]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Guren Ichinose, Mahiru Hīragi, Shinya Hīragi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Note

It's just a storm in a teacup



Guren gettò un'occhiata al bigliettino abbandonato sulla sua scrivania. Era indirizzato a lui, la grafia la conosceva bene.
«Che gran rompiscatole», disse.
E se lo mise in tasca.

Shinya era esattamente il genere di ragazzo di cui avrebbe potuto innamorarsi. La situazione era critica.
Guren scosse la testa e decise che non era nulla di importante.
Mancava meno di un'ora all'appuntamento. Il cortile era deserto perché a mezzogiorno tutti si trovavano alla mensa. Lui aspettava l'arrivo di una testolina bianca che con un ritaglio di carta non più grande di quattro centimetri lo aveva costretto a saltare il pranzo.
«Me la pagherà cara», disse a nessuno in particolare.

Si era seduto sperando che una posizione più comoda potesse attutire i crampi allo stomaco. Si sbagliava. Ma ormai si era fatto così tardi che l'odore del cibo aveva lasciato posto al rumore delle stoviglie lavate e sistemate. E lui era ancora fuori ad aspettare Shinya.
«Scommetto che sta pranzando», rifletté. «Avrebbe dovuto scriverlo».
Ma nel biglietto c'erano solo un orario, un luogo e tre parole: “Ti devo parlare”. Quando l'aveva letto, la sua testa aveva fatto il riepilogo di tutte le cavolate che poteva aver commesso nelle ultime giornate: nulla che spiegasse il perché di quella frase enigmatica.
Guren odiava gli enigmi. Era invece un'amante di film d'azione, e si era buttato a capofitto sul luogo d'incontro senza nemmeno aspettare l'orario segnato.
Di solito non era così impetuoso.
«Non avevi detto che non era nulla di importante?», lo canzonò una vocina nella sua testa.

Riaprì gli occhi e realizzò di essersi addormentato. Si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno e controllò l'orologio: «Due ore di ritardo, Shinya? Non è da te».
Guren scartò in fretta la possibilità di aver incontrato un vampiro per strada. Ci mise un po' di più quando sospettò che si fosse scordato dell'appuntamento.
Era già capitato la settimana prima: dovevano prendere un caffè assieme e Shinya era in ritardo, disse di averlo dimenticato.
«…»
No, un momento.
Quello ad essere arrivato in ritardo non era Shinya, era Guren. E la sua memoria di ferro non aveva fallito nemmeno quella volta.
In realtà non aveva ancora metabolizzato l'idea di un appuntamento senza la scusa del lavoro o senza il solito gruppo di colleghi che ronzava intorno. Guren non aveva nemmeno finito di bere il suo caffè, che al momento di concludere si era ritratto spaventato in una scia di bugie.
Tornato a casa per dormire, ma rimasto sveglio ore cercando la giustificazione più adatta da presentare a Shinya il giorno dopo. Ancora non ne aveva trovata nessuna.
«Forse, Cupido ti ha colpito con una delle sue frecce».
Guren rise: «Ma no, non sembra il tipo da sprecare munizioni».

Sospirò. Dalla bocca prese vita una nuvola di vapore che svanì nell'aria umida. Si era fatto buio. Guren aveva tirato fuori dalla tasca il bigliettino un milione di volte per assicurarsi di non aver letto male. No, il luogo era proprio quello.
«Nee, Guren~», la voce melliflua lo colpì con un'ondata di calore. Shinya sorrideva: «Aspetti da molto?»
«No, sono arrivato poco fa». Si alzò, gli mostrò il pezzo di carta: «Questo è tuo?».
Il cecchino affondò le mani nelle tasche: «Mi colpisci, non pensavo saresti arrivato».
«È per questo che ci hai messo tanto?»
«No, io stavo ancora decidendo se venire o no».
Guren inarcò le sopracciglia: «Di che mi dovevi parlare?»
E poi il cecchino sparò un colpo degno della sua fama, lo centrò in pieno. Il genere di ragazzo di cui avrebbe potuto innamorarsi si era appena dichiarato.
Guren sentì un brivido lungo la schiena e diede la colpa al freddo. Ecco spiegato il ritardo, ed ecco spiegato quel nuovo bisogno impellente di scappare. «Era questo che volevi dirmi?»
«Sì.»
«Tutto qui?»
«Tutto qui.»
Silenzio.
Ancora Silenzio.
«Shinya… »
«… Guren?»
«Sei un buon amico, e un ottimo commilitone.»
«Il tuo talento per le frasi da cioccolatini è sprecato.»
«È un "no".»
«Capisco», Shinya disse quelle parole come se avesse una caramella guasta in bocca. Sputandole.
«Non puoi capire, è complicato.»
«Diciamo che nutri per me un sentimento meraviglioso, lo stesso che provi per il tuo pesciolino rosso.»
«Esatto.»
«Esatto.»
“Esatto” un corno, quando Shinya alzava lo scudo dell'ironia era di cattivissimo umore.
E da Tenente Colonnello, Guren Ichinose batté in ritirata prima che venissero arrecati troppi danni.
 
Quella notte la passò esattamente come aveva passato quella dopo la fuga dal cafè con Shinya. Sveglio.
Pensò a come reagire quando l'avrebbe incontrato. Far finta che non fosse successo niente? Forse doveva semplicemente ignorarlo. Ma non voleva perderlo.
«Non vuoi
Mmh? No, non aveva usato quella parola.
«Hai detto che non lo vuoi perdere», continuò la vocina interiore. «Era da un pezzo che non esprimevi un desiderio».
Che importanza poteva avere? I suoi desideri comunque non venivano esauditi.
«Però, Shinya lo desideri».
Ah, davvero? E da dove veniva fuori questa storia?
«Dall'altezza dell'inguine.»
Touchè.
No, no. Aspetta.
«Sta' zitta!», Guren affondò la faccia nel cuscino.
«Bah, non c'è nulla di male. A te piace lui, a lui piaci tu».
Non era mica così semplice.
«Che ne sai? Hai preferito prendere le parti del serial killer e hai ucciso la cosa quando era ancora in fasce».
Non avrebbe funzionato comunque. C'erano state Mahiru, Sayuri, Mito…
«Ah, ti riferisci alla scia di cuori infranti che ti sei lasciato alle spalle?»
… Shigure, Goshi, suo padre, Yuu, Shinoa, Shinya.
«E da dove viene questa lista così lunga?»
Quelle erano le persone che gli erano state accanto, e che in un certo senso avevano pagato per questo.
«Come funziona? Frantumi il cuore di Shinya per proteggerlo?»
Guren si mise seduto sul letto: «Cosa intendi dire?»
«Starà piagnucolando come una ragazzina abbracciata al cuscino. Ma ti sei sentito, poco fa? Chi mai vorrebbe farsi paragonare a un pesciolino rosso?»
«Sottovaluti la capacità affettiva dei pesci»
«Shinya non ti ha chiesto protezione, Shinya ti ha chiesto di salire da lui. O su di lui, come preferisci».
«Da quando in qua fai la consulente matrimoniale?».
«Non saprei. Da quando in qua fai il serial killer di sogni?»
«Senti chi parla, mi hai rovinato la vita»
«Così mi ferisci~»
«La strafottenza è di famiglia, da voi?»
«No, l'hanno presa solo i migliori», la vocina interiore si concesse una pausa. «Sei sempre schiacciato dal senso del dovere, quand'è che ti lascerai un po' andare?».
«Stai cercando di possedermi per andare da Shinya? Sul serio?».
«È solo che hai un paio di pantaloni fantastici, che starebbero davvero bene sul pavimento della sua camera da letto. Tutto qui.»
Silenzio. Ma era un silenzio diverso da quello che si era creato prima.
Guren si alzò: «Ma non mi farò possedere da te.»
Mahiru come demone era estremamente persuasiva.

Bussò alla porta del suo problema e se ne pentì quando incrociò due occhi azzurri.
«… Guren?»
«Ciao. Posso entrare?»
Shinya fece una pausa durante la quale Guren si dimenticò di respirare. Fece cenno di sì.
Rimasero da soli, in silenzio.
«Scopatelo.»
Era sicuro che seguire i diligenti consigli di Mahiru non fosse la cosa migliore.
Ma uno di loro due doveva rompere il ghiaccio.
«Sono qui per continuare la discussione di oggi», doveva essere caduto molto in basso per seguire i consigli di un demone che aveva fatto della sua storia d'amore una tragedia, «Credo di aver detto delle cose che non pensavo veramente.» Continuò, «Ma la parte del pesciolino rosso te la potevi risparmiare.»
Oh, no.
Mahiru.
«Cosa c'è, adesso?»
Che diamine le era venuto in mente?
«Dovevo dirlo.»
Se solo avesse potuto, l'avrebbe uccisa. Di nuovo.
La risata cristallina di Shinya fu una sorpresa.
Oh, l'aveva presa bene.
«Dubitavi di me?»
Quel demone doveva sparire.
«Va bene, me ne vado a nanna.»
Ottimo, un po' di intimità.
«Ricordati dei preservativi.»
Guren cercò di concentrarsi sulla sagoma di fronte ai suoi occhi.
Shinya era a braccia conserte: «Hai ragione, non avrei dovuto», inclinò la testa. «Suppongo tu sia qui per arrivare alla parte in cui rimaniamo solo amici.»
«No».
Colpo di scena.
«Ah, no?»
«Proprio no».
Silenzio.
«Non mi vuoi vedere mai più, per caso?»
Stava per rispondere quando la risata di Shinya gli suggerì che lo stava prendendo in giro.
Si riprese: «Hai cambiato idea?».
«Sì.» rispose Guren.
Il genere di ragazzo di cui avrebbe potuto innamorarsi si avvicinò con passo lento e un sorriso sulle labbra.
Lo baciò.
Se ne innamorò.
 
Il vero problema apparve il giorno dopo, quando durante la riunione con tutti gli ufficiali il cervello di Guren non riusciva a formulare una frase di senso compiuto a causa delle frequenti risatine e le battute di Mahiru sulla notte precedente.
Che, fosse chiaro, non aveva passato a dormire.





Arriviamo subito al sodo. Mahiru. Perché fa le battute sconce su Guren e Shinya?
L'avete trovata OOC?
Perché io qui ho la mia giustificazione.
Mahiru, a tratti nella novel, ha dimostrato di essere la colpevole responsabile dell'atteggiamento sfacciato di Shinoa.
E adesso lei è un demone, che per definizione reincarna i desideri dei loro posseduti. Qui Guren bramava carne, ragazzi. Non vi sarete aspettati mica un chirichetto?
Ed è spuntata fuori così. Fine della storia. L'ha voluto lei. E non mi dispiaceva avere una spalla comica. Chiedo scusa a tutti quelli che hanno notato il Disclaimer un po' confuso (il nome di Eiichiro Oda è accidentalmente finito lì).

 

  
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